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Autore: Sherlocked_1997    22/07/2012    1 recensioni
"E a distanza di un anno, mi sento disorientato e vuoto esattamente allo stesso ed identico modo. Mi mancano e non smetteranno mai di farlo."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Elizabeth Stewart lavorava per il governo Svizzero, era l'unica ragazza ad aver mai attirato l'attenzione del burbero detective londinese e l'unica persona ad averlo messo nel sacco per ben due volte. Occasionalmente prendeva parte alle investigazioni di Sherlock Holmes, dimostrandosi una donna con un'intelligenza non inferiore a quella dell'uomo e un'ottima spadaccina. La loro era una relazione complicata, una relazione atipica, come l'avrebbe descritta Holmes, si amavano, ma non lo sapevano o, forse, non volevano ammetterlo. Me ne hanno fatte passare tante, ma quante risate abbiamo condiviso e quante esperienze di vita! Erano entrambi degli opportunisti, se avessero potuto avrebbero sacrificato la vita dell'intera popolazione britannica, pur di arrivare in fondo ad un lavoro, erano lunatici, solitari e geniali: riuscivano a passare intere settimane senza parlare e senza muoversi. Erano capaci di dirsi cose orribili, ma non di dirsi addio. E non appena scatterà la mezzanotte, non potrò fare altro che pensare che, come oggi, un anno fa, fu l'ultimo giorno che li strinsi a me, l'ultimo in cui riuscii a guardarli negli occhi, l'ultimo in cui mi sentii davvero protetto al loro fianco...L'ultimo in cui il mio cuore traboccò di felicità, quella felicità che solo loro riuscivano a regalarmi, l'ultimo giorno di noi. E a distanza di un anno, mi sento disorientato e vuoto esattamente allo stesso ed identico modo. Mi mancano e non smetteranno mai di farlo." Watson chiuse gli occhi, la voce era incrinata dal dolore, si passò una mano sul volto bagnato dalle lacrime, poi piegò il foglio e tornò a sedersi al suo posto, accanto a Mrs.Hudson, che si stava soffiando il naso su un fazzoletto di seta. La chiesa era piena, i funzionari di Scotland Yard avevano preso posto nel lato destro della navata e Lestrade sedeva in prima fila. John sorrise guardando l'ispettore che era stato molte volte al centro delle loro battute e delle loro prese in giro, il suo sorriso era amaro e nostalgico. La sera tornò a Baker Street e liquidò velocemente la padrona di casa -Vuole che le prepari un thè caldo, dottore?- chiese dolcemente -No, la ringrazio, Mrs.Hudson, desidero solamente riposare- disse secco -Oh, d'accordo, buona notte, dottore- -Buona notte- Mrs.Hudson scese nella propria camera e, dopo essersi accuratamente cambiata d'abito, prese in mano una fotografia che teneva sul comodino: raffigurava Elizabeth, Sherlock e John sulla porta di Baker Street, l'immagine risaliva a ben 10 anni prima. -Potrà essere cambiato tutto- sospirò nostalgicamente -Ma rimarrete sempre i miei ragazzi- lo disse in un sussurro rivolgendosi a quei sorridenti giovani che sembravano non curarsi di nulla, il mondo era loro. John Watson entrò in salotto, si accomodò sulla sua vecchia poltrona e si servì un bicchiere di vodka, si guardò attorno: era rimasto tutto esattamente come prima della loro scomparsa. Un intenso profumo francese aleggiò nella stanza buia, trasportato dal vento; il dottore si sporse verso l'origine di quel profumo delicato e trovò un biglietto, conservato dentro la Bibbia che una volta apparteneva ad Elizabeth. Era un pezzo di carta ingiallito dal tempo, la calligrafia era quella della ragazza, lo aprì: "Se mi ami, non piangere". L'ex soldato rimase immobile per qualche minuto, osservava disperatamente quel biglietto, come se avesse potuto riportarlo ad una realtà che ormai aveva perduto, poi scoppiò in un pianto doloroso, il suo corpo forte era scosso dai singhiozzi. Quando si fu calmato si guardò attorno e gli sembrò di vederli lì seduti sulle rispettive poltrone a fumare, poteva distintamente sentire l'odore intenso del tabacco di Holmes. Gli mancavano terribilmente: rimpiangeva tutto di loro, dalle volte in cui lo avevano trascinato in pericolosi inseguimenti, alle loro fughe dall'ira di Mrs.Hudson, rimpiangeva perfino i loro infantili litigi. A quel pensiero chiuse gli occhi e capì che era giunto il momento che i ricordi si appropriassero della sua mente.

  
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