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Autore: jeffer3    22/07/2012    8 recensioni
Cosa succederebbe se ci fosse uno scambio di corpo fra Rachel e Santana?
Dal I capitolo:
“Buon Dio”. Due sole parole riuscì a pronunciare, immobile davanti allo specchio, prima che il cellulare, indiscutibilmente non suo, data la suoneria di don’t rain on my parade, versione Rachel Berry, iniziasse a suonare. Dopo aver letto sullo schermo 'Santana Lopez', si decise a rispondere.
“P-pronto?” *Non posso crederci, ho persino la sua voce.*
“Santana? Sei… tu?”
“Hobbit! Dimmi che hai tu le mie tette, ti prego.”
Genere: Comico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anni più tardi.




 
“Brit-brit, mi raccomando!”
“Tranquilla Quinnie, abbasso tutte le serrande e metto la tv al volume massimo”
“Perfetto, anche io qui farò il possibile, pensa a distrarla!”
“So perfettamente come distrarla, non ci sono problemi… hai preso il telecomando per il garage?”
“Sì, sì, tutto fatto.”
“Perfetto, allor- oh, si sta svegliando, corro a sistemare il tutto, ci vediamo dopo, ok?”
“Vai, vai, a dopo… e, Brit?”
“Sì?”
“Buona fortuna.”
“Anche a te. A dopo, Quinn.”
Conclusa la chiamata con l’amica, la biondina si affrettò a sistemare il tutto per cercare di portare avanti il piano, concordato con l’altra. Si precipitò, poi, in camera da letto, dove una Santana, ancora un po’ intontita, si stava risvegliando dal suo pisolino pomeridiano.
Pian piano, quindi, Brittany, salendo a gattoni sul letto, si avvicinò sempre più a lei, fino a sdraiarsi accanto alla mora, sullo spazioso letto matrimoniale.
“Brit?” mugugnò, ancora in uno stato semi-confusionale, l’ispanica, muovendo la mano per cercare quella dell’altra, prima di emettere un sospiro compiaciuto, quando riuscì ad afferrarla.
“Sannie…” disse a voce bassa l’altra, prima di avvicinarsi ancora di più e, poggiando parte del proprio peso sulla latina, iniziare a lasciarle una serie di baci che, partendo dalla guancia, proseguirono per tutta la mandibola, fino a scendere sul collo e la clavicola.
“Britt..” sospirò la mora, godendosi le attenzioni della bionda. Le afferrò, poi, il volto e portandolo all’altezza del proprio. Dopo essersi specchiata in quel mare azzurro, che erano gli occhi dell’altra, cosa che amava fare praticamente sempre, l’ispanica non aspettò oltre per tuffarsi sulle labbra della bionda, di cui già sentiva la mancanza, nonostante le avesse assaggiate neppure due ore prima, lasciandosi andare ad un bacio, che tolse il respiro ad entrambe.
Era, ora, il momento propizio per portare avanti il piano concordato con Quinn; Brittany avrebbe dovuto tenere distratta e occupata la mora fino al suo arrivo. Era tempo di agire.
“Giochiamo al gioco dell’oca, San?”



 
“Perché prendiamo la macchina, Quinn? Britt e San abitano praticamente qui di fronte! Andiamo, facciamo due passi…” iniziò la piccola diva avvicinandosi alla porta di casa.
“NO!” urlò, lasciando vagamente interdetta l’altra “C-cioè, no, amore. Andiamo con la macchina”
“Ma perché?”
“Perché… perché… voglio farti una sorpresa! Ecco…” fece, avvicinandosi ad una sciarpa che avevano lasciato sul divano nel salotto della loro villetta “Vieni qui” la esortò, sorridendole incoraggiante.
“Quuuuinn… cosa c’è sotto?” domandò ridacchiando la mora “Sai che dobbiamo essere dalle due Lopez-Pierce tra un quarto d’ora, vero? Giochiamo dopo…” concluse, sollevando entrambe le sopracciglia, allusivamente.
La bionda, invece, di tutta risposta, si avvicinò tranquillamente all’altra e, prendendola per la nuca, congiunse le loro labbra in un bacio dolce, ma al tempo stesso passionale.
“Dovresti smettere di pensare che ogni cosa che faccia sia mirata ad entrarti nelle mutandine…” iniziò, appena si furono staccate leggermente, guadagnandosi uno sguardo poco convinto della mora “cioè… è tendenzialmente vero, volendo essere onesti… ma non è questo il caso…” continuò, lasciandole un altro bacio veloce, per poi spostarsi alle sue spalle e iniziare a metterle la benda sugli occhi. “…anche se, in effetti, non mi dispiacerebbe…” concluse, iniziando a baciarla sul collo.
“Quuuinn!” la richiamò giocosamente l’altra “Dobbiamo andare e con questa benda sugli occhi ci metteremo anche più tempo quind-“ iniziò per poi essere interrotta dalle labbra della bionda, che la zittirono all’istante.
“Ricevuto. Andiamo…” concluse avviandosi verso la porta interna di casa, che conduceva al garage.
“Quinn?”
“Sì, amore?”
“Dimentichi qualcosa?” chiese, un po’ scocciata la mora, lasciata nel bel mezzo del salotto.
“Oh, giusto… non ci vedi!” esclamò, realizzando la bionda. La prese, quindi, sottobraccio, non prima di averle lasciato un piccolo bacio sulla guancia, che trasformò immediatamente il broncio, che si era formato, in un sorriso. “Ora possiamo andare!”


 
“Quinnie, amore mio, non potresti abbassare un po’ il volume della radio?” domandò una Rachel, che si teneva da ormai 5 minuti buoni le mani sulle orecchie. “E si può sapere, poi, dove stiamo andando?! Dobbiamo essere a cas-“
“Che hai detto?!” domandò a voce alta la bionda, facendosi sentire sopra la musica della radio.
“ABBASSA!”
“Cos- perché? Fa male al bambino?” domandò un po’ allarmata la bionda, abbassando quasi impercettibilmente il volume.
“Non credo, è di 7 settimane, Quinnie, non penso sia possibile”
“Ah, bene” fece, sollevata, l’altra.
“Bene un corno! Si può sapere dove stiamo andando e soprattutto dove siamo in quest-“
“Una doppia porzione di patatine!” sentì poi esclamare dalla bionda, sul sedile a fianco, rimanendo un po’ confusa.
“Ecco qui!” trillò felice, dopo pochi istanti, Quinn, passandole la confezione di patatine fritte, indiscutibilmente appena comprate, probabilmente al McDonald più vicino. “Una porzione doppia di patatine per la mia regina.”
“Quinn.” Fece, glaciale, la mora.
“Dimmi”
“Mi hai bendato, costretta ad un volume di radio allucinante, che quasi ci perforava i timpani, per non parlare del fatto che arriveremo in ritardo, per delle patatine?”
“Beh, ieri notte ti era venuta voglia, ma erano tutti chius-“
“Shhhh! Basta, non parlare!” esclamò, seccata, cercando di levarsi la sciarpa dagli occhi.
“NO!” urlò, prontamente, la bionda tenendole ferme le mani.
“No, cosa?! La tua sorpresa è riuscita, ora posso tornare a vedere il mondo.” Continuò cercando di divincolarsi dalla presa della moglie.
“No! No, Rach, ho detto di n-“
“Ma perché!?”
“Perché mi chiedi? Perché… perché voglio giocare a ‘vedo vedo’!”
“Quinn, ti divertirai a giocarci col nostro futuro pargolo. Senza contare che non posso vedere io comunque…” fece, iniziando a sgranocchiare le patatine.
“E’ questo il punto! è più emozionante! Inizio io, eh?” fece, ritornando a guidare, la bionda “Vedo…vedo…”
“Un pezzo di carta.” Rispose subito la mora.
“Cosa? Ma quando mai!”
“Oh, invece sì. Io lo vedo perfettamente. Vedo anche una mia firma.”
“Eh?”
“T’ho! E’ una richiesta di divorzio!” concluse, ridendo la diva.
“Non sei divertente…” commentò, offesa, l’altra.
“Andiamo, Quinnie, scherzavo! Ma ti pare?” fece, sempre sorridendo la mora.
Notando che la moglie non accennava a parlare, capì che doveva essersela presa davvero. “Ehi, amore… scherzavo, lo sai…” iniziò, cercando la sua mano, nonostante fosse ancora bendata. “Ti amo, non potrei mai lasciarti, sarebbe impensabile!” continuò cercando una qualsivoglia risposta nell’altra, iniziandosi ad agitare un po’, vedendo che, però,  non arrivava.
Ciò che non sapeva, tuttavia, era che la moglie stava guidando placidamente con un sorriso stampato sulla faccia, sfruttando questi minuti preziosi, in cui la mora era distratta. Il piano stava andando come previsto.
“Quinn? Quinn, ti prego… lo sai che ho bisogno di sentire la tua voce, è la mia linfa vitale! Quinn!” continuò piagnucolando. “Ok. Non parlarmi…” concluse, poi incrociando le braccia.
Tempo mezzo minuto, però, e si fece risentire “Quinn! Andiamo… era una sorpresa bellissima…cioè, b-bella, era un pensiero dolcissimo, davvero! Aspetta, in realtà un po’ salato… dovrebbero smetterla di caricare di sale, certe volte, queste patatine, il colesterolo arriverebbe alle stelle e io non poss- ok, sto divagando. Quinn! Non pensavo te la prendessi così, ti amo! Per fav- hai spento la macchina?” chiese, poi, notando l’assenza di vibrazioni e il tanto agognato spegnimento della radio – mai Rachel Berry avrebbe pensato di desiderare quest’ultima cosa, ma, ehi, il volume eccessivo la stava rincretinendo non poco.
“Siamo arrivat-“ iniziò, per poi interrompersi sentendo una lieve pressione, con cui la bionda le sfilò dolcemente la sciarpa dal viso.
“Non potresti mai lasciarmi…” iniziò sorridendo la bionda, guardandola fissa negli occhi “e sai perché?”
“Perché?” chiese piena di aspettativa la diva, guardandola innamorata.
“Nessun altro ti sopporterebbe!” concluse ridacchiando e uscendo dalla macchina, lasciandovi all’interno ancora l’altra, sulla cui faccia si dipinse un’espressione di pura indignazione.





 
“Britt, stai barando!” esclamò l’ispanica, per l’ennesima volta. Come ogni richiesta della bionda, da quando le due si conobbero, anche quella del gioco dell’oca fu accettata, seppur non con particolare entusiasmo, dalla mora.
Sostanzialmente, quindi, nulla era cambiato. Santana era la solita orgogliosa e fiera latina e Brittany la sua metà dolce e innocente, per la quale avrebbe scalato l’Everest se anche solo gliel’avesse chiesto. Piccole differenze erano, tuttavia, apprezzabili: il lieve gonfiore della bionda, a testimoniare la gravidanza che stava portando avanti da circa 2 mesi; due anelli d’oro agli anulari di entrambe; un lavoro stabile sia per la mora, impegnata nel suo studio legale in collaborazione con Quinn, sia per la biondina, che portava avanti una scuola di danza. Rachel, invece, dopo essere entrata, grazie all’ispanica, alla NYADA aveva, poi, ben presto fatto carriera, divenendo una delle ragazze più promettenti di Broadway.
 Le due erano sedute a terra, nel bel mezzo del salotto, da ormai una mezzoretta.
“Non è assolutamente vero, Sannie!”
“Ti dico di sì! Non puoi aver passato 20 caselle se i dadi possono arrivare solo a 12!”
“E dove sta scritto?” domandò scherzando la bionda.
“Ah sì?” chiese con tono di sfida l’altra, avvicinandosi a gattoni.
“Cosa vuoi, San? Sono una incinta e non puoi minacc-“ si interruppe, poi, quando la moglie la fece distendere a terra, posandosi leggermente sopra di lei, stando attenta, come sempre, a non gravare con il peso sulla biondina.
“Al diavolo le minacce, ricominciamo da dove abbiamo interrotto prima.” Disse, iniziando a baciarla.
“M-ma a momenti arriverann-“ provò a ribattere con difficolta Brittany.
“Non mi importa. Ho intenzione di continuare, le due Faberry aspetteranno.”
“Non è davvero una cattiva idea” commentò semplicemente l’altra, chiudendo gli occhi e beandosi delle attenzioni della mora, che, una volta sfilatale la maglia, scese a baciarle il collo, la clavicola, la zona dello sterno, l’addome, scendendo fino all’orlo dei jeans, per poi risalire e accingersi a levarle il reggiseno.
Stava lì lì per sfilarglielo, quando la porticina che portava al loro garage si aprì di botto, rivelando le due amiche, che rimasero un attimo interdette, trovandosi di fronte alla scena.
“Oh. Non ci avevate detto che volevate girare un porno nel salotto” commentò ridacchiando Quinn.
“Gnoma e consorte.” Salutò, ringhiando, l’ispanica, staccandosi dal corpo della moglie e permettendole, così, di rendersi presentabile.




 
“Ma si può sapere perché tenete il volume della televisione così alto? Posso spegnerl-“ provò a chiedere la diva, prontamente interrotta dalle due bionde, che risposero urlando all’unisono.
“NO!”
“Britt vuole ‘vedere’ comunque ‘Lilo e Stich’ anche se in realtà ascolta semplicemente i dialoghi…” spiegò la latina, rivolgendo però poi un’occhiata confusa a Quinn “Ma… tu…?”
“Oh io lo sapevo! Per questo ho detto di no” si giustificò, allora, accompagnando le parole a continui movimenti di assenso del capo.
“Sì, ma già tra poco andremo al cinema, con tutti quegli effetti speciali e rumori assord-“
“Non dire blasfemie, Rach” la interruppe subito la moglie “E’ spiderman. L’ultimo. Il più importante.”
“Il più fantastico del mondo e della storia!” continuò l’altra bionda, appoggiandola entusiasta.
“Ed è la prima!” concluse, infine, l’altra, guadagnandosi due sbuffi provenienti da entrambe le more, che, evidentemente, non erano così interessate a vedere spiderman quanto le altre due.
“Mmh… se lo dite voi.”
“Come va il musical, Rachel?” chiese poi Brittany, cambiando argomento.
“Ooh, Britt, una meraviglia! Ti racconto…”
“Oh, per l’amor del cielo” fece esasperata la latina, aprendo un cassetto alla sua destra.
Estrasse un paio di occhiali, sulle cui lenti erano raffigurati due occhi ben aperti, e che subito indossò, sistemandosi meglio sul divano. Ben presto chiuse gli occhi, lasciando che le lenti la facessero sembrare, invece, perfettamente attenta. Non aveva, però, considerato che la moglie era presente quando li acquistò.
“San…” la richiamò divertita, sfilandoglieli e buttandoli sul tavolino più lontano “Andiamo, ascoltiamo Rachel” .
“Hai perfettamente ragione, amore.” Rispose con dolcezza, prima di calarsi nuovamente verso il cassetto ed estrarne un altro paio. Questa volta con tanto di nasone e baffi attaccati.
“Ok, questo è meno discreto” commentò divertita Quinn, facendole al volo una foto col cellulare.


 
“E questo è quanto… sarà impegnativo ma ne varrà la pena! Decisamente sì!” concluse entusiasta, dopo un quarto d’ora buono di chiacchiere, la diva.
“Finito di parlare?” domandò poi l’ispanica.
“Sì, San”
“Yuhu! Britt prendi lo spumante che festeggiamo!” propose, entusiasta, l’altra, guadagnandosi un’occhiataccia dall’altra mora. “Scherzaaaavo, scherzavo!” disse poi alzando le mani ridendo, coinvolgendo anche le altre.
“Oook! Allora, io vado un attimo in bagno, poi ci avviamo al cinema!” informò, tutta su di giri, la Fabray-Berry.
“Sì! Spiderman arriviamo” trillò tutta felice anche l’altra bionda “Vado anch’io in bagno!”
“E mi lasciate, qui, da sola, nel salotto, con quest’essere tremendamente fastidioso quando inizia a parlare?!” chiese, scocciata, l’ispanica avvicinandosi alla diva, mentre le altre si allontanavano. Le si sedette accanto, per poi sdraiarsi e appoggiare la testa sulle sue gambe, chiudendo gli occhi.
“Sai che non sei verosimile, se un secondo prima dici che sono fastidiosa e l’attimo dopo vieni qui a farti coccolare?” le chiese, accarezzandole i capelli, con un sorrisetto divertito sulle labbra.
“Ho detto che sei fastidiosa quando attacchi a parlare a macchinetta e non che sei fastidiosa tu.” Commentò borbottando. “Come stai comunque?”
“Bene!”
“intendevo le nausee mattutine, Rach”
“Aaah! Eh, insomma, potrebbe andare meglio.. a Britt?”
“Uguale. Le ho comprato tonnellate di leccalecca, taralli, roba così. Mi sembra di non fare abbastanza, a volte”
“Naaa, sono sicura che fai anche più di quanto dovresti, San controllo-mania-Lopez-Pierce” commentò, facendo ridere l’altra.


 
“Mi sento un po’ in colpa, Quinnie” fece Brittany, un po’ agitata.
“Oh, andiamo! E’ la prima Brit! E’ Spiderman! Si tratta solo di tenerle vagamente distratte fino a che non saremo in macchina.”
“E poi?”
“Beh, e poi realizzeranno che ci sarà un temporale assurdo, ma non potranno fuggire comunque, perché ormai avrò ingranato la quinta. Direzione? Il film più entusiasmante del mondo.”
“Ok… urleranno, si agiteranno e ci uccideranno…” commentò, ancora spaventata l’altra.
“Ma ne varrà la pena.” Le rispose, seria.
“Va bene. Andiamo” concluse, incamminandosi nuovamente verso il soggiorno con l’amica, quando un fulmine un po’ più forte, si fece sentire in tutta la casa, facendole sbiancare all’istante, mentre ancora stavano percorrendo il corridoio.
“COSA DIAVOLO E’ STATO?!” sentirono subito urlare dall’ispanica.
Merda.
“Ehm… Mmh… Britt! Ma insomma sta’ più attenta!” esclamò, poi, la bionda più bassa. “Quel vaso era così bello! Che peccato che tu l’abbia fatto finire a terra!” continuò, mentre la più alta la guardava in cagnesco, andando a nascondere il suddetto oggetto nello sgabuzzino lì vicino.
“Britt? Tutto ok?” chiese, allora, un po’ preoccupata la latina.
“Sì, sì, Sannie, tranquilla” le disse, entrando finalmente nel soggiorno, facendosi vedere. “Era il vaso ch-“
“Chi se ne frega del vaso, l’importante è che sei integra tu” le disse, alzandosi dal divano e lasciandole un bacio sulla guancia. “Allora… andiamo a vedere questo film, su” propose, poi, ricevendo tre ‘ok’ di assenso dalle altre tre.
Stavano per chiudersi alle spalle la porta del garage, quando Santana, come ricordatasi improvvisamente di qualcosa, tornò sui propri passi.
“Dove vai?!” le chiese, subito, preoccupata Quinn, vedendola avvicinarsi all’entrata della casa. “NO, NO!”
“Ho dimenticato di…” iniziò spalancando la porta di casa, trovandosi davanti un temporale con i fiocchi. Pioggia abbondante, strade mezze allagate, cielo plumbeo. “…chiudere il cancelletto.” Concluse, poi, la frase lasciata a metà.
Vedendo che l’amica non si allontanava di un passo, anche Rachel si avvicinò osservando lo spazio esterno, bloccandosi.
“Merda…” commentò terrorizzata la bionda più bassa, voltandosi verso la sua complice, anch’essa agitatissima.
“Ci uccideranno…”
Si aspettavano urla, occhiate di fuoco, una morte, speravano ottimisticamente, veloce ed indolore.
La reazione, però, fu ben altra.
Le due more, infatti, scoppiarono in una fragorosa risata, tenendosi la pancia, senza accennare a smettere. Osservavano la pioggia, poi le due bionde bianche come lenzuoli, per poi guardarsi negli occhi e riprendere a ridere incontrollatamente.
“Questo è strano…” fece Quinn, confusa “Cosa diavol-“
“V-voi..” iniziò con le lacrime agli occhi l’ispanica “A-avete fatto tutto questo casino… p-p- perché…” si interruppe a causa di una nuova scarica di risate.
“La b-benda, il volume…” parlò, ora, la diva.
“Il gioco dell’oca, il cartone…” continuò l’altra.
“Già che ci siamo anche il vaso” aggiunse, poi, la ballerina, curiosa di capire cosa diavolo stesse succedendo.
“Ok… ma voi non dovreste essere incazzate nere?” chiese, allora, la bionda, più che mai confusa.
“Sì, insomma, ci avete detto che non sareste mai più entrate in una macchina assieme, con temporali troppo forti… che siete rimaste sconvolte, che…”
“Britt-Britt, ricordi quando dicemmo questa cosa?” chiese, allora, la moglie, cercando di riacquistare un po’ di compostezza.
“Mmh…”
“Era per il matrimonio del fratello di Mike!”
“Già…” concordarono all’unisono le due more.
“Quindi…”
“Non volevamo venirci… insomma noi due odiamo le cerimonie lunghe e pallose, soprattutto quelle in cui non è richiesta la nostra presenza…” iniziò l’ispanica.
“Vi abbiamo boicottato… ci saremmo annoiate a morte, non c’era nemmeno il karaoke! E.. beh, quella trovata c’era parsa geniale.” Concluse, infine, la diva sorridendo.
“Voi due…” fece scioccata Quinn, non riuscendo a credere fin dove la malvagia genialità delle due more potesse arrivare.
“Quindi non siete arrabbiate?” chiese entusiasta la ballerina.
“Proprio no”
“Quindi non volete ucciderci?”
“Eh no!”
“Quindi possiamo andare a vedere Spiderman?”
“Sì, Brit-Brit… basta che Quinn ci offra i pop-corn” rispose, l’ispanica sghignazzando, raggiungendola, non prima di aver fatto un’occhiolino alla diva, che ancora rideva per tutta la faccenda.






Angolo dell'Autrice
Yuhu! Ci sono! Mi scuso per l'immenso ritardo, ma sono stata fisicamente allontanata dal mio pc per più di una settimana. Il mio unico legame con internet era dal cellulare, brutta storia!
Ma comunque, ecco qui l'ultimissimo capitolo della ff. Spero sia piaciuto anche questo, che come avevo già anticipato è collocato a diversi anni di distanza.
Vabbè, senza star qui a pettinar le bambole, arrivo dritta al punto.
Ringrazio ogni singola persona che mi ha aiutato a portare avanti questa follia, le meraviglie che hanno recensito ogni capitolo, quelle che hanno messo la storia fra preferite/seguite/ricordate, anche dal primo capitolo, e quelle che l'hanno letta in silenzio.
Seguirà quindi un elenco di grazie in diverse lingue:
Grazie
Gracias
Danke
Merci
Ok, ho finito le lingue, sempre che abbia scritto bene queste! Per l'italiano sono sicura, però, eh!
Tantissimi saluti a tutti. Ah, comunque avrei tanto voluto dire a quasi tutti (ci metto il quasi perchè grazie a Dio, qualcuno era savio) quelli del Giffoni che la pronuncia del nome Dianna Agron non è così difficile da assimilare. E al traduttore che ha qualche problema serio, oltre ad essere sembrato un pervertito in alcune occasioni! Ok, la smetto, 'vivi e lascia vivere' mi dico sempre!
Mille grazie, bella gente! :D

 
  
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