Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: DarkAeris    22/07/2012    1 recensioni
Silvia e Davide erano vicini di casa ed erano praticamente cresciuti insieme, passando dalla fase “inseguimento e battaglia” infantile, a quella delle “palpitazioni ormonali” adolescenziale, sino ad arrivare ad “amore veramente duro da sradicare” odierno.
Queste fasi, ovviamente, le aveva percorse solo Silvia, perché Davide sembrava non essere progredito dalla prima, o almeno non con lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



“Oh, Johnny, se avessi il tuo fascino, il mio intero guardaroba ora non sembrerebbe del tutto inutile.”

La Nona Porta era arrivato quasi alla sua fantastica conclusione, mentre Marco sedeva per terra davanti al suo armadio, limitandosi ad ascoltare il film – che comunque aveva visto più volte – per decidere un abito adatto alla festa dell'Università.

Sarebbe stato il cavaliere della divina principessa: non poteva mica andarci come uno straccione.

Aveva due giacche scure, ma nessuna delle due lo faceva sentire a suo agio, dato che il suo fisico – e il suo carattere – era più adatto ad un bel paio di jeans e una maglietta nerd; in effetti, non indossava quasi altro.

Pensò, amaramente, a quanto Ettore sarebbe stato perfetto quella sera: tutto gli aderiva al corpo con una classe assolutamente impeccabile, avrebbe potuto senza problemi fare il modello. Maledetto Sith!

Si accorse che il film era arrivato ai titoli di coda e si allarmò, scoprendo quanto si fosse fatto tardi. Si alzò velocemente e indossò una camicia bianca e una giacca nera, sperando solo di non arrivare alla festa tutto sudato e appiccicoso. Corse fuori di casa, entrando in macchina con una rapidità impressionante: la tensione aveva raggiunto livelli talmente alti da farlo sprofondare del tutto in un'ansia senza via d'uscita.

Che cosa avrebbe indossato Aurora? Lo avrebbe guardato con disgusto, per la sua inadeguatezza? Sarebbe riuscito ad intrattenerla?

Quando arrivò all'Università, i dubbi lo avevano assalito a un punto tale da avergli fatto quasi desiderare che lei non si presentasse. Poi, però, la vide.

Aurora era in piedi vicino all'entrata, accanto ad una Silvia molto graziosa, e si guardava intorno.

La madre dei suoi figli era più brillante del solito: era una diva, una stella, una dea sulla terra.

Al diavolo le paure, quella è la mia ragazza... anche solo per una sera!

Si avvicinò alle due amiche e sorrise radioso ad entrambe, cercando di apparire calmo e rilassato.

“Come stai bene, Marco!”

La dea aveva parlato. Che cosa aveva detto? Oh, era così bella quando muoveva le labbra...

Idiota, ti ha fatto un complimento!

Marco si scosse dai suoi pensieri e sorrise compiaciuto, urlando dentro di sé e ballando mentalmente la danza della vittoria.

“Grazie, mia adorata. Sei uno splendore, ovviamente. Dico ovviamente, perché altrimenti non potresti farti vedere in mia presenza!”

La sua battuta ebbe un discreto successo, fino a quando non arrivò il guastafeste.

Come aveva previsto Marco, Ettore era perfetto: il suo fisico scolpito delineava la sua giacca, creando delle forme invidiabili da tutto il genere maschile. Inoltre, il ragazzo era accompagnato da una ragazza molto attraente, ma non aveva distolto un attimo gli occhi da Aurora, da quando era arrivato. Non era il solo, comunque: Lorenzo era una canaglia e questo era facilmente deducibile da tutti, ma era sempre meglio fargli capire che avere già Ettore come rivale bastava e avanzava a Marco, senza che lui arrivasse con uno sguardo famelico in direzione delle curve di Aurora.

“Fammi vedere se i nostri vestiti stanno bene insieme: non vorrei essere fuori moda!”

Approfittando della risata di lei, Marco strinse la vita di Aurora e fece aderire il proprio corpo al suo, con la scusa di controllare le tonalità di colore. L'effetto fu così immediato, che il ragazzo fu costretto ad allontarsi subito, per non rischiare di saltarle addosso e rovinarle subito, con morsi e strappi feroci, quel bel vestito.

Si sgranchì la voce e tentò di calmarsi, per poi voltarsi nuovamente verso di lei e porgerle la mano, come un perfetto cavaliere d'altri tempi.

“Allora, mia dama, vogliamo entrare?”

Aurora strinse la sua mano e lo seguì nella Sala dove si sarebbe svolta le festa. La musica non era delle migliori, ma era ballabile: ad ogni modo, il posto era così colmo di persone che difficilmente sarebbero riusciti a farlo, senza rischiare di essere investiti da un'orda danzerina. Quando riuscirono a trovare un angolo dove dimostrare le loro – inequivocabili – imbarazzanti doti nella danza, entrambi si accorsero che nessuno del loro gruppo li aveva seguiti.

“La nostra band è diventata un favoloso duo!”

Oh, Aurora aveva definito la loro coppia come un favoloso duo: dolce angelo!

Marco rise e la fece fare una giravolta, che – a causa dell'inesistente sincronia di tutti e due i ragazzi, finì per farli quasi cadere a terra.

Passarono le prime canzoni a ridere come matti, chiedendo scusa ad ogni vicino di pista, per ogni spinta e pestata di piedi: alla fine, la loro zona si era allargata tanto da essere l'unico spazio libero della festa!

“Abbiamo creato un deserto attorno a noi!”

Aurora si stava divertento moltissimo, era del tutto evidente, e questo diede a Marco il pretesto per farsi coraggio: le passò una mano dietro la schiena e ringraziò un qualche dio per la perfetta tempistica del dj di inserire una canzone più calma, al suo repertorio. Erano così stretti che poteva sentirle il battito: era accellerato, come il suo. Certo, forse era solo per la danza sfrenata di prima, però era piacevole sentirsi un ragazzo innamorato per pochi minuti; sarebbe stato romantico da raccontare ai loro nipotini.

Si accorse, mentre lei posava dolcemente la testa alla sua spalla, che si sentiva finalmente pronto ad agire: l'avrebbe baciata, l'avrebbe portata a casa sua, avrebbero fatto l'amore, si sarebbero sposati e avrebbero avuto dei figli bellissimi e intelligenti.

Stai scordando immaginari, Marco.1

Si scansò da lei quel poco che bastava per farle alzare la testa e guardarlo, ma lei curvò la testa e vide altro, non i suoi occhi.

Ettore era seduto a un tavolo poco lontano da loro e le quattro birre vuote accanto a lui facevano presagire che stesse apprezzando poco lo svolgimento perfetto della loro serata.

Mentre guardava lui, la vide: era in piedi vicino a quell'idiota e ballavano avvinghiati come sanguisughe.

Che diavolo ci faceva lì?

I due esseri che mai fosse arrivato ad odiare si voltarono a guardarlo, per poi salutarlo con entuasiasmo. Marco si allontanò da Aurora, mentre tutte le delusioni che lo avevano da poco lasciato, mentre tutte le ferite che aveva da poco richiuso si facevano strada dentro di lui.

“Marco, sei proprio tu!”

“Ehi, amico.”

Aurora guardò i due, aspettando probabilmente che Marco parlasse con loro, ma parve notare il suo cambio d'umore, perché si affrettò a presentarsi, per rompere l'imbarazzo che si era creato.

“Io sono Aurora, piacere.”

“Oh, io sono Ava e lui è Roberto, il mio ragazzo. Allora, Marco, sei riuscito a conquistare una bellissima ragazza, che cos'è quel muso lungo?”

“Dai, Ava, figurati se Aurora è la sua ragazza.”

Marco si irrigidì, alzando lo sguardo da terra e fissandolo su Roberto, desiderando di stenderlo all'istante.
Ava posò una mano sul braccio del fidanzato e nascose una risatina, per poi sbrigarsi a salutare e sparire, prima che Marco potesse reagire.

Anche da lontano, però, il ragazzo riuscì a vederli ridacchiare.

Una consapevolezza lo stordì così velocemente da non dargli il tempo di respirare: si era di nuovo inserito in una situazione senza possibilità di vittoria per lui.

“Chi erano quei due raga...?”

“Lei era la mia ragazza. Lui era il fico della scuola.”

Marco non riuscì a sostenere lo sguardo di Aurora e si allontanò da lei, con la scusa di dover assolutamente prendere un po' d'aria.

Lei fece per seguirlo, ma lui la scansò e le disse, molto più bruscamente di quanto non intendesse, di lasciarlo in pace.

Aurora si bloccò e lo lasciò andare, senza dirgli una parola.

Marco, sei un vero idiota.

 

 

1 The big bang theory

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: DarkAeris