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Autore: mangagirlfan    23/07/2012    1 recensioni
[...]Tatsuki Arisawa non era un tipo che si faceva prendere dalle paure o da altro. Affrontava tutto a testa alta, fiera della sua forza e della risolutezza che la distinguevano da molte altre sue coetanee fin da quando era bambina. Ma ora che si trovava in quell’ala dell’università a quell’ora di notte, desiderava solamente finire quella maledettissima prova di coraggio per tornarsene a dormire nel suo letto. E pensare che, se non si fosse fatta convincere da Orihime, in quel preciso momento poteva trovarsi comodamente coricata tra le lenzuola fresche e il suo caldo piumone invernale, sognando di vincere il torneo universitario di karate di quell’anno.[...]
Personaggi: Tatsuki Arisawa, Rukia Kuchi, Orihime Inoue, Neliel Tu Oderswanck, Rangiku Matsumoto
Note: AU, Onehot
ha partecipato all'iniziativa di Fanworld Sweety scary challenge del 2011
Genere: Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arisawa Tatsuki, Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Neliel Tu Oderschvank, Rangiku Matsumoto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Prova di coraggio (Io non Ho paura)
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: Tatsuki Arisawa, Rukia Kuchi, Orihime Inoue, Neliel Tu Oderswanck, Rangiku Matsumoto
Prompt: # Croccante
Rating: pg
Conteggio Parole: 1080
Riassunto: [...]Tatsuki Arisawa non era un tipo che si faceva prendere dalle paure o da altro. Affrontava tutto a testa alta, fiera della sua forza e della risolutezza che la distinguevano da molte altre sue coetanee fin da quando era bambina. Ma ora che si trovava in quell’ala dell’università a quell’ora di notte, desiderava solamente finire quella maledettissima prova di coraggio per tornarsene a dormire nel suo letto. E pensare che, se non si fosse fatta convincere da Orihime, in quel preciso momento poteva trovarsi comodamente coricata tra le lenzuola fresche e il suo caldo piumone invernale, sognando di vincere il torneo universitario di karate di quell’anno.
[...]
Note: AU, OneShot


Spero di essere riuscita a farmi valere con questo prompt (ho cercato anche di unire quello dell'altra iniziativa un prompt al giorno anch'essa di fanworld ovvero "università") ma non ho fatto in tempo a pubblicare. comunque spero vi piaccia anche se di mistero ha ben poco.
(E' una storia di un'anno fa circa 8sono indietro nel ripubblicare le cose a causa della tesi ma sto cercando di rimettermi in pari con l'altro sito, per pubblicare qui voglio sempre ricon trollare tutto al meglio)
buona lettura


Tatsuki Arisawa non era un tipo che si faceva prendere dalle paure o da altro. Affrontava tutto a testa alta, fiera della sua forza e della risolutezza che la distinguevano da molte altre sue coetanee, fin da quando era bambina. Ma ora che si trovava in quell’ala dell’università a quell’ora di notte, desiderava solamente finire quella maledettissima prova di coraggio per tornarsene a dormire nel suo letto. E pensare che, se non si fosse fatta convincere da Orihime, in quel preciso momento poteva trovarsi comodamente coricata tra le lenzuola fresche e il suo caldo piumone invernale, sognando di vincere il torneo universitario di karate di quell’anno.
Sobbalzò all’ennesimo scricchiolio sinistro prodotto da una delle assi del pavimento ormai consunto di quel luogo da incubo. Con grande probabilità Rangiku, Rukia e Neliel stavano facendo di tutto per farla scappare via a gambe levate. Come se fosse facile.
La moretta mandò giù l’ennesimo moto di stizza che le era montato dentro, continuando ad andare avanti per raggiungere la fantomatica aula di scienze, dove si diceva vivessero i mostri più spaventosi di tutto il vicinato.
Lei non ci aveva mai creduto ma, spinta dall’entusiasmo delle sue compagne di stanza, aveva deciso di fare quella stupidissima prova, sperando in cuor suo che, finito tutto quanto, l’avrebbero lasciata in pace da lì fino al prossimo anno scolastico.
Continuò a camminare senza badare alle varie ombre che si disegnavano sui muri o alla luce delle torce e dei lampioni che passavano attraverso i vetri delle finestre. Non ci voleva ancora molto, doveva solamente camminare ancora un po’ e tutto sarebbe finito, avrebbe dimostrato che non c’erano mostri né altro e se ne sarebbe tornata a dormire. E guai a chi avrebbe nominato ancora una volta quella benedettissima prova di coraggio o la vecchia aula di scienze in disuso. Quando si trovò la porta chiusa dell’aula davanti al naso cominciò a pentirsi di aver accettato di lasciarsi coinvolgere in una cosa del genere. Avrebbe preferito subire la cagnara di Rangiku e le altre piuttosto che starsene lì da sola – che tanto sola sapeva di non essere – a fissare una porta chiusa che sembrava luccicare nel buio tanto era chiara la vernice che la ricopriva. Perse un battito quando sentì un rumore lugubre provenire dall’altra parte di quel grande listello di legno. Ma come sempre scacciò via ogni brutto pensiero ed aprì la porta che, a suo parere, sarebbe rimasta più volentieri chiusa. L’interno della stanza era completamente buio, per Tatsuki era quasi impossibile vedere oltre il proprio naso da lì ad un metro. Facendo un respiro profondo afferrò la torcia che gentilmente le sue amiche le avevano lasciato e cominciò a curiosare dentro quel posto così tetro da far venire la pelle d’oca. Il fascio di luce che ricopriva ogni cosa dava un non so che di vagamente famigliare ad ogni oggetto che i suoi occhi scuri potevano scorgere ma al tempo stesso li trasformava in esperimenti degni del dottor Frankenstein e del suo mostro. Tutte le varie bestiole lasciate sotto spirito sembravano pronte ad uscire dai barattoli prendendo vita, mentre il manichino che mostrava le varie sezioni del corpo umano le lanciava delle strane occhiate, quasi la seguisse ad ogni suo passo con lo sguardo vitreo e maledettamente spalancato. Biascicò una bestemmia quando sbatté l’alluce contro lo spigolo di un banco da laboratorio, facendo vibrare tutte le provette e gli alambicchi ripostivi sopra.
Ad ogni riflesso strano di un qualche oggetto, si girava di scatto, sperando di rivedere in quelle strane forme che scorgeva solamente con la coda dell’occhio le sue amiche che con molta probabilità tentavano in ogni modo di terrorizzarla a morte.
“Appena mi capitano sotto le mani le rinchiudo in uno sgabuzzino per una notte intera, poi vediamo se no gli passa la voglia di farmi questo genere di proposte, per la miseria!”
Continuò a camminare per la stanza, la torcia in mano, cercando di raggiungere la seconda porta che l’avrebbe portata direttamente nel punto in cui si diceva che uno strano spettro aveva deciso di vivere da lì all’eternità. Sospirò ancora, piano, il battito del proprio cuore che accelerava a causa della consapevolezza che quelle balorde delle sue compagne di stanza sarebbe comparse di lì a breve, facendola morire di paura. Posò la mano sulla maniglia, girandola con cautela , facendo spuntare da prima la punta del naso per poi intrufolarsi in quello stanzino come un ladro dentro l’appartamento di un multimilionario. E pensare che la cosa che la spaventava di più era il pensiero di essere scoperta dal custode!
Si guardò attorno, la luce spenta per evitare di essere subito vista dalle proprie amiche, quando sentì uno strano rumore di scatoloni che rovinavano a terra provenire dalla sua destra. Ne evitò uno per miracolo, schivando come solo lei sapeva fare, sentendo la voce di una povera Rukia alquanto ammaccata e dolorante.
“Orihime! Levati, levati, che pesi!”
“Ah, per favore qualcuno sposti Nel dalla mia schiena, e soprattutto tolga le sue tette dalla mia testa!”
“Ha parlato quella che sta soffocando la povera Hime col suo dolce peso! Levatevi insomma!”
La moretta sorrise, puntando la torcia verso il viso delle compagne, osservando quell’assurda massa di corpi che si contorcevano alla ricerca di uno spazio dove scivolare per poter nuovamente respirare anche solamente un poco.
“E voi dovevate essere quelle che mi avrebbero dovuto terrorizzare a morte, vero?” rise, facendo alzare le quattro ragazze una alla volta.
“Sei entrata di soppiatto ed io sono scivolata perché non me lo aspettavo!”
“Tutte scuse, Ran, ti sei spaventata e sei andata a sbattere contro quei cosi, facendo ruzzolare per prima la povera Rukia!”
Se Orihime non fosse intervenuta, facendo calmare quell’esagitato gruppetto, molto probabilmente il custode le avrebbe beccate nel giro di pochi secondi, a parare di Arisawa. La quale sorrise mentre teneva una mano premuta sulla bocca di Rangiku, accucciata accanto a lei su quel pavimento freddo ed alquanto sporco. Quando il pericolo fu scampato la giovane diede il via libera, fuggendo insieme alle altre dalle grinfie di un custode notturno che si divertiva a dare le peggiori punizioni che fossero mai state inventante in tutta la storia dell’istituto.
“La prossima volta che cercate di spaventarmi fatelo con più stile. Erano più inquietante gli scricchiolii del pavimento che la vostra entrata in scena!”
E mentre le cinque ragazze si dirigevano verso la loro comodissima stanza nessuno notava la sagoma di una figura bianca che si aggirava per l’aula di scienze da tanto, tanto tempo…







   
 
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