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Autore: AfterMidnight    23/07/2012    0 recensioni
"Il sogno di Katy si stava avverando: dopo essersi trasferita a Londra riesce ad incontrare i suoi idoli"
Ne ho lette tante e sono tutte uguali, tutte così!
Probabilmente la mia sarà altrettanto banale, ma il sogno di Katy non si stava avverando, non si sarebbe avverato ancora per un bel po', Londra è sempre stata la sua città, dalla quale aveva sempre desiderato poter fuggire, e il suo idolo non aveva idea della sua esistenza, anche se un giorno le sarebbe stato più vicino di quanto lei non potesse immaginare...
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*dal capitolo 1*
“Vuoi sapere la verità?” le sorrisi, con una nuova sicurezza “A me non sono mai piaciuti gli One Direction!”
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“CAZZO! Perché ci hanno divisi?!” sbottai in preda al panico. Nessuno mi aveva avvisata: ero stata portata qua assieme ai ragazzi, totalmente inconsapevole di ciò che stava per succedere. Solo ora, all’ultimo momento, appena tre minuti prima della conferenza ci avevano divisi e mi avevano confiscato il cellulare.
“Karry, calmati, calmati, calmati!” Lou mi prese il viso tra le mani e mi trascinò verso una sedia.
Come faccio a stare calma, Lou?!” dissi sedendomi “Ho paura, il pubblico mi spaventa, lo trovo terrificante, avrò una crisi da palcoscenico… sai che figura svenire davanti al mondo?!” parlavo freneticamente, senza prendere il respiro “tu non ci sarai, lui non ci sarà, lui neanche sarà con me!” li indicai uno ad uno con il braccio teso , poi il mio indice accusatore (N.d.A. “indice accusatore”?! O_o) si fermò su Zayn “e lui sicuramente sarà lì a ridersela e farmi un video mentre rischio la vita!”
Nel camerino si alzarono quattro risate sguaiate
“Karry, non penso proprio che tu morirai, non oggi almeno” Liam ci rifletté un attimo “bhe, forse oggi, ma non durante la conferenza stampa!” si portò la mano al mento, con fare pensoso “Anche se c’è la possibilità che una sua fan provi ad ucciderti, il che, Katycara, è molto probabile!”
Lo fulminai con lo sguardo “Molto utile, davvero!  Grazie Liam!”  feci ironica.
“C’è qualcos’altro?! Oppure hai deciso di smettere di rompere le palle a noi e startene zitta, finalmente?”
Le parole del moro, pronunciate con un tono tra l’infastidito e l’annoiato, mi lasciarono a bocca aperta “Certo che sei proprio una merda Zei!”
“Mi chiamo Zayn”  scandì bene il suo nome. A dire la verità me lo ricordavo, come si chiamava. Ma sbagliare di proposito i nomi era un po’ il mio modo per fare capire alla gente che non avevo la minima intenzione di portargli rispetto.  Il mio “ Zei” era come dire “non vali niente per me: abitiamo da due settimane assieme e non conosco ancora il tuo nome”. Ed ero riuscita nel mio intento: l’espressione del moro si fece più sprezzante di quanto non lo fosse già.
“Comunque” continuai soddisfatta, dimenticandomi per meno di un secondo di tutto ciò che stava succedendo“un’altra cosa ci sarebbe” e tornò l’agitazione “non posso stare qua senza lui! Voglio sentirlo, vogliochiamarlo…” lanciai un’occhiata ai ragazzi poi sorrisi, con un barlume di speranza che si era appena acceso dentro di me, e domandai “Ehi, avete un telefono?”
Tutta la mia speranza si spense con un semplice “No, Karry, li hanno confiscati anche a noi… e anche a lui penso”
No, a lui no! L’avevo visto:  Paul ci aveva fatti mettere in fila come sei piccoli soldatini. Poi, ad uno ad uno, ci aveva spiegato la situazione e confiscato i telefoni, così che non lo potessi chiamare per mettermi d’accordo su cosa dire in sala. Voleva che il tutto fosse il più sincero possibile. 
Aveva lasciato  che i ragazzi decidessero se andare con me o con lui… e tutti erano venuti con me.
“Lei non è abituata a queste cose, tu già te la sai cavare, fratello” gli aveva detto Lou.
E credo che Zayn fosse venuto solo per vedermi soffrire!
Fatto sta, che mentre ci dirigevamo in direzioni opposte, ognuno verso il proprio camerino,  aveva attirato la mia attenzione per farmi notare una forma rettangolare nella sua tasca, poi aveva mimato con le labbra la parola “telefono” e mi aveva fatto l’occhiolino. Non avevo idea di come avesse fatto, ma aveva un cellulare…
Adesso io necessitavo di un telefono!
Presa dai miei pensieri mi accorsi solo in quel momento della figura che mi dondolava davanti agli occhi.
“TELEFONO!” esclamai euforica.
“Ah-Ah” fece Zayn scuotendo la testa.
“Ti prego!” feci gli occhietti dolci.
Tutti si voltarono verso di me, Zayn compreso, ad occhi sgranati, nella stanza calò un silenzio tombale che Lou ruppe dopo pochi imbarazzanti secondi che sembrarono durare un’eternità.
“Dai fratello, glie lo dovresti dare adesso: sai quanto le è costato dirlo!”
Solo in quel momento capii il perché di tanta sorpresa. Solo in quel momento capii cosa avevo detto.
“Tu che mi preghi? Questa la segno sul calendario” sghignazzò l’odioso pakistano.
Sbuffai “Questo vuol dire che…?”
“Mi tengo il telefono!”                     
“E ALLORA PERCHE’ CAZZO ME L’HAI FATTO VEDERE?!” sbottai. Lo sentii mormorare qualcosa del tipo “musica per le mie orecchie” e poi rispose con calma, mentre si portava con falsa disinvoltura il cellulare in una tasca “Per vederti soffrire.”
“Guarda Bastardo!” brontolai a bassa voce.
In quel momento la porta si aprì e Paul entrò con furia.
“Katy, vai in sala. Ora”
Prima che potessi imprecare mi sentii stringere con forza.
“Boo, non respiro…”  mi lamentai. Anche se infondo non volevo che allentasse la presa, e tantomeno che mi lasciasse: sarei voluta rimanere tra le sue braccia, che mi davano sicurezza, e mi facevano sentire protetta, e restare con lui lì, nel camerino, anzi che con il mio ragazzo nella sala conferenze.
Louis allentò la stetta e prima che me ne potessi accorgere aveva sciolto l’abbraccio.
Mi baciò dolcemente la fronte.  Che bella sensazione! Si poteva sentire il suo affetto nell’aria quasi fosse solido, quasi avesse un sapore, un colore ed un odore.
“Questa la facciamo vedere al tuo fidanzato”
Mi voltai verso la voce, incazzata. Zayn stava filmando con il telefonino.
“Hey! Hai rovinato il momento!” si lamentò Louis, un po’ infastidito ed un po’ scherzoso, rubandomi le parole di bocca.
Poi mi prese per le spalle e mi buttò fuori dalla porta.
Sentii un enorme applauso partire e mi guardai attorno, realizzando che era arrivato il momento che tanto temevo: giornalisti, microfoni , telecamere, fans… tante fans…!
Iniziai a sudare. Stavo per svenire, me lo sentivo!
poi, il mio sguardo, scorse una figura che conoscevo fin troppo bene, dall’altro lato del minuscolo palchetto su cui era posizionata una lunga scrivania con due sedie poste davanti ad altrettanti microfoni.
I nostri occhi s’incontrarono, azzurro su verde, e la mia preoccupazione se ne andò temporaneamente.
Mi sorrise, agitato quanto me, e mi fece l’occhiolino.
Iniziammo a camminare, l’uno verso l’altra, senza fare caso alle persone di fronte a noi: era il nostro piccolo e doloroso viaggio, il tragitto necessario per raggiungerci e superare assieme questa situazione, e non solo. Andavo verso di lui perché il mio corpo ne aveva bisogno, come fosse una droga: avevo bisogno di lui, ed il mio unico pensiero, in quel momento, era raggiungerlo.
Quando fummo al centro lui mi tese la mano, in silenzio, sorridendomi, io la guardai per qualche attimo e poi la strinsi, forte, fortissimo: probabilmente gli stavo facendo male, ma volevo assicurarmi di tenerlo al mio fianco.
Ci voltammo, finalmente assieme, verso il “pubblico” e così, mano nella mano, ci sedemmo, guardandoci per un altro, bellissimo, attimo negli occhi.
Poi Harry si sporse verso il microfono ed iniziò a parlare.
“Salve a tutti, grazie di essere venuti. Abbiamo organizzato questa conferenza stampa per rendere ufficiale la mia relazione con questa ragazza,” mi lanciò un  veloce sguardo adorante “Katy Mey, e…”
Lo vidi in difficoltà: non sapeva cosa dire.
“E niente” vidi centinaia di occhi fissarmi incuriositi ed in sala calò un silenzio tombale che lasciava udire lievemente degli sghignazzi dal mio camerino “questo è ciò che avevamo da dire: che ci amiamo. E che tutto ciò durerà per sempre.” I miei occhi si fecero lucidi “quindi se avete domande, chiedete pure, se no, noi qua abbiamo fatto ciò che dovevamo fare”
Improvvisamente la sala si rifece rumorosa e caotica e decine di mani iniziarono ad alzarsi.
“Tu” Harry indicò una ragazza, che iniziò a parlare “Secondo me tu lo ami perché è Harry degli
 One Direction, non per ciò che è davvero!”
“Quindi pensi,” iniziai “Che il mio sia l’amore di una fan?”
La ragazza annuì con fare superiore.
“Vuoi sapere la verità?” le sorrisi, con una nuova sicurezza “A me non sono mai piaciuti gli One Direction!”
Accanto a me Harry scoppiò a ridere “Ma tranquilli, si sta ricredendo ultimamente!”
Inziai anch’io a ridere “Anche questo è vero! Come si chiama quella che mi piace tanto?”
“One Thing?” suggerì il riccio
“Si, ecco, quella! Liam la canta benissimo!”
“Grazie amore!” fece ironico, spalancando con teatralità la bocca. Nella sala si alzò una fragorosa risata.
Gli sorrisi e poi tornammo alle domande “Tu” indicai un giornalista
“Come vi siete conosciuti?” chiese, per poi abbassare immediatamente lo sguardo su un taccuino per prendere appunti.
Harry stava per rispondere ma lo precedetti “Su Twitter: io ho scritto “non capisco perché tutte s’innamorino di voi” e lui mi ha chiamata, ne abbiamo parlato per un po’ e abbiamo scoperto di esserci reciprocamente simpatici, allora abbiamo deciso di continuare a sentirci… piano piano la simpatia è diventata qualcosa di più e lui ha deciso di fare il primo passo…” mi fermai a guardarlo, lui abbassò gli occhi e sorrise imbarazzato “alle due di notte! E io ho preso la mia bella moto e sono corsa all’indirizzo che mi aveva dato. Devo dire che all’inizio l’ho mollato lì” lo sguardo di Harry si fece serio, ma continuò a fissare in basso. Il senso di colpa mi feriva ancora come se mi avessero pugnalata dritta al cuore. La mia voce tentava, invano, di coprire dei piccoli singhiozzii “come un idiota, da solo, dopo avergli detto che lo amavo” gli presi la mano e mi abbassai, per far incrociare i nostri sguardi “e tutto ciò mi fa ancora star male! Scusa, Harry.” Nella sala partì un applauso.
Cosa avevo detto? Non mi meritavo un applauso, meritavo di essere disprezzata dal mondo intero!
Quando il rumore cessò ripresi il mio racconto “Il fatto è che avevo paura che i miei non avrebbero approvato una relazione con un cantante che, tra parentesi, mi aveva chiesto di andare a vivere con lui e di seguirlo in tour. Invece, presa dal senso di colpa, ho provato comunque a chiedere, il giorno dopo… dopo pochi minuti a preparare una sacca con un po’ di vestiti ero già davanti a casa sua. Abbiamo chiarito, e ci siamo messi assieme, così… bhe, non proprio così: diciamo che c’è stato un inconveniente…” mi voltai verso la porta dalla quale ero entrata e sorrisi “ciao inconveniente!” l’ “inconveniente” in tutta risposta mi mostrò il medio della mano sinistra. Che cosa fantastica! Fortuna che stava facendo il video, perché avrei voluto rivedere questa scena ancora, ancora ed ancora un miliardo di volte!
“diciamo che questo inconveniente non voleva farmi entrare in casa, perché avevo ferito il suo amico” mi voltai con un fintissimo viso sbadato e dissi ad Harry “Ah, già, ma tu questa parte della storia non la sapevi!”
“Signorina?” cercò di attirare la mia attenzione un giornalista “Questoinconveniente mimò delle virgolette con le dita “Si chiama per caso Louis Tomlinson?”
Dal mio camerino sentii urlare “PERCHE’ IO?!”
Trattenni a stento una risata e poi risposi “Bhe, non so se lo posso dire…” poi mi voltai verso il pakistano “che dici Zei? Lo posso dire?”
Harry scoppiò nuovamente a ridere.
“Allora” intervenne una ragazza “Tu e Zayn, non so… non vivete in armonia?”
io me la risi sotto i baffi, ma ci pensò Harry a rispondere “Onestamente… sembra una continua guerra! Però è divertente! Ve lo assicuro! Proprio ieri ho visto Niall sdraiato sul divano a gustarsi la loro litigata assieme a dei pop corn”
“Ma quando?!” intervenni confusa.
“Si, dai, quando avete litigato per l’acqua dei gatti!”
“Ah…  bho! Io non l’ho notato!”
“Va bene... continuiamo l’intervista!” si rasegnò.
Stava per indicare un ragazzo, quando io, che mi ero voltata ancora all’indietro, esclamai “Tu!”
Louis, con la mano destra alzata, uscii dal camerino e si diresse verso di noi.
Si chinò su di me e s’impossessò del mio microfono.
“Come mai vi amate?”
Rimanemmo, entrambi, folgorati da quella domanda.
Lui si decise a spezzare il nostro silenzio.
“La amo perché lei mi apprezza per ciò che sono davvero”
Mi prese per mano e mi guardò dritta negli occhi.
Le sue iridi verdi sembravano voler leggere dentro di me, sapere a cosa pensavo, capire cosa provavo.
La mia immagine, così come si rifletteva nei suoi occhi, era qualcosa di bellissimo e puro, qualcosa che non riconoscevo e non capivo. Sapevo soltanto che quella non ero io, che quella non era l’immagine che rifletteva uno specchio, tanto meno il mio: la mia immagine, così come si rifletteva nei suoi occhi smeraldo, era troppo perfetta per essere vera, o perlomeno, troppo perfetta per essere mia.
“Perché lo amo?” sembrava che stessi parlando tra me e me “Lo amo perché è perfetto. Lo amo perché sa divertirmi. Lo amo perché accetta i miei difetti. Lo amo perché asseconda le mie idee, per quanto strane possano essere.” “come l’acqua dei gatti!” a questo pensiero sorrisi “ Lo amo perché mi capisce. Lo amo perché mi fa sentire migliore di come sono davvero. Lo amo perché non ha dovuto fare una lista dei motivi per cui mi ama: ne ha scelto uno solo ed ha fatto centro. Lo amo perché  è terribilmente geloso, e quando lo da a vedere… bhe, lo trovo davvero dolcissimo! Lo amo perché ha cambiato la mia vita. Ma soprattutto lo amo perché mi sta facendo vivere in un sogno, un fottutissimo sogno che non è mai stato il mio, ma quello di altre migliaia di ragazze,  e lo amo proprio perché, comunque, questo sogno, ha deciso di viverlo con me!”
Nella sala calò il silenzio più totale. Mi guardai intorno, cercando disperatamente uno sguardo di conforto che potesse bloccare a metà guancia la lacrima ce sentivo bagnarmi, lentamente, tutto il viso. Notai, allora, le figure attorno a me: i ragazzi ci si erano riuniti attorno. Vidi, in quel momento, i fantastici occhi azzurri di Niall acquisire un colore rossiccio e lucido. Liam e Lou guardavano seri un punto fisso atterra e, poteri giurare di aver visto Zayn, anche solo per un attimo, fare lo stesso, timoroso di incontrare il mio sguardo, e completamente spoglio del suo comportamento strafottente.
Poi guardai Harry: anche il suo viso era bagnato, proprio come il mio. Quando si accorse del mio sguardo fisso su di lui alzò gli occhi e mi prese la testa tra le sue grandi mani “Non sarò mai abbastanza per te!”
Da dietro di noi sentii un misero applauso che, però, empiva l’intera sala.
Piano piano il battito delle mani si amplificò, sempre di più  e si fece più veloce, più sincero.
Il caotico suono fece sorridere, sempre in lacrime, me e Harry.
Bene, era finita, potevamo andarcene.
Facemmo per alzarci, ma Louis, prendendo entrambi per la spalla, ci spinse ancora sulla sedi ed iniziò a ripetere, a tempo, coinvolgendo ben presto tutti gli altri “Bacio bacio bacio!”
Harry sorrise ed alzò le spalle e prima che potessi rendermene conto me lo ritrovai addosso, con le sue labbra che cercavano freneticamente le mie, e ben presto iniziai ad assecondare i suoi movimenti.
Ci alzammo e ce ne andammo, questa volta nella stessa direzione, nel mio camerino, seguiti dai quattro ragazzi.
“Allora…” iniziò Niall “Nando’s, pop corn, birra e ci riguardiamo il video?”
“Andata!” rispondemmo all’unisono.
“Perché non saltiamo la prima parte?” propose agitato Louis.
“Sì, sono d’accordo! Tanto cosa c’importa di quando eravamo nei camerini? Dai, non è interessante! Si può evitare!” concordai io, preoccupata, ripetendo parole a caso come una macchina.
“No Katycara!” il modo sorrise soddisfatto “Guardiamola, quella è la mia preferita!”
“Solo Liam mi può chiamare Katycara!” lo rimproverai
“Ma cosa succede nella prima parte?” domandò Harry confuso.
“Niente tesoro! Anzi, che ne dici se io e te ce ne andiamo direttamente a letto?”
Sentii tre risate dietro di me.
Non sarebbe finita bene, ne ero sicura!

 


*Piccolo spazio per Dopo la Mezzanotte*
Salve a tutti!
Premetto: questa è la mia prima FF, ma non siate clementi! Non lo dovete MAI essere! ;)
Questa è solo una piccola introduzione alla storia, senza troppe pretese, che serve solo a spiegare "come tutto ebbe inizio" e dare una collocazione alla vicenda.
In più, con questo "capitolo" volevo rendere abbastanza chiari i ruoli nella vita della protagonista.
Continuate a seguirmi.

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