Per un paio di sandali
il cattura sogni
**La sai una cosa?
Non mi importa cosa pensano di me,
quando faccio l’infantile o quando urlano che sono una testa di gomma e uno
sciocco. Ma quando lo dici tu e quando ti convincono…
Non mi importa niente se non
tollero l’acqua, se posso morire trascinato da un’onda nera…purché tu ci sia
stata un solo attimo al mio fianco.
Non mi importa niente del mare…
dell’oceano intero se tu sei triste e se il tuo volto viene rigato da gocce
salate.**
Il volto
era madido di sudore, mentre urlava quelle frasi che, in un'altra dimensione
non gli appartenevano minimamente. Ma soprattutto quelle perle che gli
impregnavano il volto, erano provocate dal ghigno impassibile di lei….così
maledettamente indifferente. Lei che in quel modo vorrebbe apparire da brava pirata, nella vita reale.
Quella
angusta risata improvvisa poi, lo
lacera. È fredda e tagliente peggio di un combattimento con Arlong o contro
qualsiasi altro nemico.
Il cappello
di paglia a terra poi, schiacciato dal suo piede …. lo porta a immaginare il
suo cuore lì, al suo posto. Forse è quella la condanna che lo aspetta e che
neanche l’One Piece potrebbe risarcire.
Sente le lacrime scendergli lungo le
gote. Stille salate che gli imporporano le labbra. Respira e chiude gli occhi.
Dopo sente solo la sua voce, ammettere una grande e incredibile verità.
**Non mi importa un fico secco se
divento o no il Re dei pirati! Perché se tu sei con me, io sono già un Re e tu sei già la mia Regina...**
Gli sembra
di rimanere per diversi secondi senza respiro, come in attesa di una ipotetica
risposta. Ecco il suo battito però ora va veloce assieme all’ immagine di lei
attonita che sfuma confondendosi con il nero attorno.
Stende la
mano ma non riesce ad afferrarla. L’aria che sposta però lo colpisce di più;
imprimendosi dentro di lui.
La chiama
prima piano…poi si ritrova a invocarla con tutto il suo cuore, con tutta la sua
innocua anima pura. Allunga ancora di più il braccio che scompare in
quell’insopportabile nero.
**…Nami!!**
Ha solo il suo nome sulle labbra.
**Nami…non abbandonarmi…**
Ha
solo quella richiesta per oggi mentre si rende conto che è avvolto solo da quel nulla e che
in realtà niente e nessuno gli risponderà.
Allora,
cerca di aprire completamente le sue iridi nere…ma le palpebre sembravano
essere due pesanti macigni.
-Nami…- la sua voce esclamata in quel modo, gli basta per
svegliarlo. Torna alla realtà il capitano e una mano asciuga il sudore.
Quel sogno
però, prima che si tramutasse in quell’incubo gli aveva regalato un’altra
sensazione: “il peso di un’anima sulle
labbra” …
E se il
volto di Nami era un avvertimento…?
Forse
quelle parole erano scattate in lui, dopo che qualcuno gli aveva chiesto il suo
aiuto…?E lui di solito ci azzecca sempre se una persona era in pericolo…
Lui, che di
solito non parla e non pensa mai, ma che preferisce di gran lunga agire…
Davvero non sa come spiegarsi in quel momento. Eppure è lo stesso testardo di
una settimana fa; quello che deve sempre aiutare gli altri ma che sfugge come
una bolla di sapone nel vento se gli chiedono il perchè.
Muove le
dita che incontrano solo il caldo avviluppatosi tra le lenzuola.
Chiude di
nuovo gli occhi, sta così bene ora che quel sogno è finito. Se ora riapre gli
occhi e si guarda intorno, davvero non vorrebbe celare a se stesso una realtà
più grande di lui…magari non vorrebbe scoprirsi solo.
Malgrado le
apparenze, Monkey D. Rufy …ha solo una paura: quella di cambiare affidandosi a
qualcuno. È anche e soprattutto per questo, si risponde, che preferisce aiutare
senza dir nulla.
I suoi profondi occhi neri inquadrano il
soffitto. **Accidenti però… quella Nami era così reale…ma così diversa
dentro.** Rimugina mezzo addormentato.
I minuti
passano e la fame si ridesta con lui.
All’improvviso
sente un dolce fiato caldo sul collo e un altro battito che va a tempo con il
suo. Sbatte le ciglia un paio di volte. Muove i piedi sotto le coperte e
trema nel momento in cui, sente un ginocchio sottile vicino alla sua caviglia
destra.
Porta
lentamente il palmo sinistro al viso e si stropiccia gli occhi facendoci capire
che ora è pronto per dedicarsi al mondo. Solo e solo allora, capisce che la
mano destra stringe al suo corpo una massa…che non sono le coperte disordinate
o i cuscini a mò di barriera. Il suo braccio non è appoggiato come di consueto
sulla pancia ma su una schiena che si muove dolcemente, mentre respira. Ingoia
faticosamente al buio.
Con un
grande sforzo alza leggermente il capo e la vede.
Nami.
Lui la
stringe con dolcezza a sé. Prova un desiderio immenso di proteggerla….
Ma trasale,
non si è mai trovato in una situazione del genere!!!
Ahhh… perché
Zoro non l’ha trattenuto quel giorno? Apposto di fargli inseguire quella
farfalla….(che era tanto carina con quei riflessi tutti particolari)…?
Scuote il
capo nella notte come per impedire al suo cervello di non cambiare discorso.
Quella
figura gli ruba un sorriso mentre diventa bordeaux. Ricorda molto in quel
momento una delle bottiglie di vino, che Sanjii usa mentre cucina soprattutto
per quello splendido arrosto…. Sghignazza perché immagina improvvisamente la sua testa, che prende la forma
di quel contenitore di vetro. Aah!Possibile che non sa pensare a cose
coscienziose, che cerca sempre di evitare tutti gli argomenti più scottanti?
Eh…eh…eh…
Come è
bella però mentre dorme, Nami.
Ah.
Quella
constatazione lo fa sussultare,non che non lo sapesse, ma gli fa assume un
cipiglio severo. Sgrida il suo cuore, lui non può, non deve…dipendere da
qualcuno… altrimenti dovrebbe cambiare!. Stringe la mano sinistra a pugno. Non
può dimostrarsi diverso…perché è sempre stato un cattura sogni….
Perciò
libera da quella presa assurda la mano destra. Ma… è Nami che è cinta al suo
collo! Bloccato.
Fa ricadere
di nuovo la testa sul suo cuscino, vinto. Ma perché?
Perché non
può innamorarsi e dipendere da qualcuno? È un pirata…ma è anche un uomo in
fondo.
“E se solo
lei vuole posso rimanere così, posso non cambiare…”… “ perché Nami è perfetta
per Rubber…” si dice parlando di
sé in terza persona.“Ma come puoi non cambiare se ami qualcuno?” Si ammonisce.
“ Solo lei in fondo non facendo nulla, mi renderebbe una persona migliore di
quello che sono. ” Si accorge che ha riappoggiato la
sua mano sulla schiena della navigatrice.
E ma…
Lui è
innamorato ma lei??
Lei che
adesso l’ha anche dimenticato?? La avvicina di più a sé a quelle singole
parole, che gli hanno provocato uno sfregio ritto al cuore, il ricordo
dell’incubo si rifà sentire.
-Nami…-
sussurra come poco prima.
-Nami…-
esclama poi ad alta voce sentendola mugugnare.
-Ti ricordi
quando ti misi il mio cappello in testa e affrontai Arlong…?- il capitano
lanciò uno sguardo al comodino dove il suddetto oggetto sembrava dormire
tranquillo . -L’ho fatto solo perché volevo che fossi mia…che fossi libera …-
Rufy sorrise, un suo dito sfiorò quella zazzera rossa.
– Mi
dispiace se posso sembrarti stupido a volte…-
…
-E dimmi
ricordi l’Isola del cielo? Quando l’abbiamo raggiunta e quando ti sei
arrabbiata con me?-Rufy non fa
vedere il suo volto i capelli neri lo coprono del tutto.
-O quando
siamo andati sull’Isola del tesoro…e quel malvagio che suonava il violino mi
condizionava…? Zoro diceva che è perché ho il cervello di un animale…ma
probabilmente è solo perché a volte dimentico di usarlo!-
Una goccia
si forma sulla sua fronte. Sorride come al suo solito.
-Ma tu lo sai. Lo sai che uso sempre il
cuore Nami.-
Adesso
pensa davvero di aver detto tutto. Prova a richiudere gli occhi per
addormentarsi di nuovo.
- Lo so
Rufy, me lo ricordo.-
Il capitano
spalanca gli occhi e alza di nuovo la testa. Ha sentito veramente quel mormorio
o…??
Nami è
immobile continua a respirare regolarmente e dentro di sé è sorpresa di sentire
il capitano irrigidirsi sotto la sua presa.
Rufy è in
tumulto non si muove. Ma non ha il tempo per agire e per fare qualcosa.
Una luce bianca
invade la camera.
-YAAAAAAAAHHHHHHHHCCKKKKKKKKKKKKKKKKKKK!!!!!!!!!!-
una voce li fa morire dallo spavento.
-AAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!!!-
dicono quindi assieme i due ragazzi. Si vede per giunta Rufy scattare subito
dopo come una molla e rimbalzare più volte, soffitto-letto, soffitto-letto.
La
smemorata, si stacca dal suo capitano e rossa ,si volta verso la porta con
denti aguzzi e fiamme negli occhi
chiari. Un suo braccio ben calcolato fa smettere di rimbalzare l’essere gommoso
al suo fianco. Così furiosa afferra prontamente una lampada, li a portata di
mano.
-AH!!!Sanjii!-
dice poi, scoprendo una voce profonda, per il risveglio così tumultuoso.
Un suono di
trombe starnazza l’aria.
-Sanjii? Io
no Sanjii. Io essere Protio. Dove stare sorella mia?...Yeahhh…?-
Rubber e
Nami, uno in piedi sul letto e l’altra tra le coperte, squadrano dall’altro in
basso quella figura.
Praticamente
il tizio è uguale al cuoco di bordo.
Indossa un
accappatoio di seta rosso e i capelli biondi sono coperti da un turbante
bianco, che è molto alto. L’unica particolarità è che ha un neo sulla guancia
destra. Ha anche delle pantofole rosa a forma di maialino.
-Hai
sbagliato stanza!- esclama il pirata mettendosi a ridere.
Il sorriso
sfavillante di quello come risposta, li acceca entrambi e dopo aver parlato
stile robot mostra la sua vera voce. Un po’ stridula e acuta.
-Scusate! I’m
Sorry my dear!- fa quello –ho
sbagliato stanza mi avevano detto che trovavo qui mia sorella e il mio
cognatuccio! Sandra e Grimaud!-
-Gli manca
solo la sigaretta…-sibila Rufy scendendo dal letto. Quello si volta illuminato
completamente dalla luce bianca.
-Ah… mi
dispiace di avervi interrotto! She will be lover!!-
Un sorriso
malizioso fa arrossire i due compagni di viaggio. Rubber poi fa comparire sul
suo capo un grande punto interrogativo mentre quel mago richiude la porta
agitando la mano pluri-gioiellata.
I due
sprofondano nel buio.
-A cosa si
riferiva?- chiede Rufy, ridiventando di quella tenerezza e malleabilità
sconvolgente, girandosi verso la navigatrice.
-A niente.-
grugnisce la smemorata, stiracchiandosi per deviare quell’aria tesa con
un’azione concreta nello spazio.
-Mi ha
rovinato il sonno e mi ha fatto perdere il filo di quello che stavo dicendo!
Stavamo parlando no?- Rufy si volta silenzioso verso la figura. La vede di
spalle non può leggerle il viso.
-Con chi
parlavi? E di cosa, scusa?-
Rufy fa
spallucce e non va oltre incapace di chiedere altro.
È chiuso di
nuovo in se stesso.
Nami
intanto non vista sorride leggermente. Era ovvio che era sveglia… appena
l’aveva sentito muoversi tra le lenzuola, il suo cuore l’aveva avvisata.
Trema
ancora mentre rimembra l’ultima frase che ha detto. Si alza e una proposta la
fa ridere di cuore.
--
-Ranf…-
-Ronf…-
Il silenzio
si unisce a quei versi. Le due persone che occupano lo spazioso letto
matrimoniale sono schiena contro schiena. I respiri sono lunghi e
sincronizzati. L’angolo di una spada luccica colpita da una luce misteriosa.
È per terra
assieme alle altre di fianco al loro padrone.
Il sonno
regna in quella stanza avvolta da quella strana atmosfera. Uno sprazzo di luce
illumina leggermente la porta del bagno, le due figure continuano a dormire
ignare del pericolo che corrono.
Delle dita
sottili attaccano un piede lasciato allo scoperto.
Il
rubinetto nel frattempo viene aperto e un vaso viene riempito lentamente.
L’archeologa
è la prima ad accorgersi che sta succedendo qualcosa. Nel silenzio dei suoi
sogni capta dei movimenti che la insospettiscono. Poi delle mani le coprono la
bocca e lei apre i suoi occhi. È sollevata nel vedere Nami e lo è anche
perché…si evita un bel…
SHAFT!
-AAARRRRGGG!!!-
Zoro zuppo
si ritrova a strillare in preda ad uno shock.
La scena
che segue è la seguente Rufy che scappa nel lungo corridoio del palazzo
svegliando tutti gli inquilini.
Appare
quindi la vecchia Sandra con il suo bel pigiama con orsetti, Grimaud che si
lava i denti con lo spazzolino.Chopper che chiude la sua stanza più bianco che
marrone altro che riposo assicurato!. Usop con l’immagine dell’amata negli
occhi si trova improvvisamente davanti alla traiettoria di fuga di Rufy che lo
acciuffa e lo porta con sé. In 0.65 secondi, Rufy è costretto a saltare una
cinquantina di volte (trainando per il naso lo sventurato figlio di Yasop)
perché Zoro ha sfoderato le tre spade.
La
compagnia entra spedita in una stanza (a quanto pare la cucina) provocando un
fracasso di bicchieri rotti e di sedie rovesciate. Si vede uscire dalla
medesima stanza di nuovo verso il corridoio i tre pirati. Precisamente, Rufy
(con un pollo in bocca) che traina sempre Usop per il naso che piange come una
fontana e prega in 13 lingue diverse (compreso il dialetto siciliano) e Zoro
che apposto degli occhi ha due triangoli e una capigliatura arruffata con i
denti di fuori. In meno di un minuto percorrono il corridoio entrando in
un’altra stanza. E qui il silenzio che ne proviene colpisce di più del caos di
prima.
Nami,
Chopper, Robin e i due vecchietti si affacciano incuriositi.
La
navigatrice raggiunge la scena del crimine. Sgrana gli occhi e alza un
sopracciglio.
Zoro
impallidisce e si volta verso il cielo mentre Usop smette di piangere e si
tasta il naso rimpicciolito di due taglie.
-NO NO NOOO!!!!!!!CI SONO DUE SANJIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Fine
capitolo
Vi
ringrazio tantissimo per le vostre recensioni ^^ un bacio a tutti quanti!!