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Autore: michaelgosling    24/07/2012    2 recensioni
I protagonisti sono Frank e Scorpius, i figli di Neville e Draco, che andranno ad Hogwarts, e si ritroveranno ad avere parecchie cose in comune, come ad esempio la paura di non essere all'altezza dei loro genitori.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, Frank, Paciock, Jr, Nuovo, personaggio, Scorpius, Malfoy | Coppie: Luna/Neville, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 SALVE! QUESTA E’ LA PRIMA FANFICTION CHE SCRIVO SU HARRY POTTER E SPERO VI PIACCIA! RECENSITE IN TANTI, MI INTERESSA LA VOSTRA OPINIONE!
 
CAPITOLO 1.
 
Aveva paura.
Molta paura.
Temeva di non essere pronto.
Temeva di non essere all’altezza.
Temeva di deludere le aspettative dei suoi genitori, che avevano fatto così tanto per lui.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, lo sapeva da quando era nato.
La sua famiglia era purosangue da secoli, quindi era ovvio che anche lui fosse un mago.
Era ovvio che gli sarebbe arrivata la lettera.
E infatti eccola.
La teneva tra le mani, pensando a quanto fosse stupido preoccuparsi tanto.
In fondo era Hogwarts, no?
Quanti undicenni avrebbero voluto essere al suo posto?!?
Il vero problema non era l’idea di andare nella scuola di magia e stregoneria più famosa del mondo.
No. L’unica sua preoccupazione era l’idea di far vergognare di sé i suoi genitori.
Loro sono dei veri eroi, conosciuti in tutto il mondo magico, e lui si sentiva quasi inferiore rispetto a loro.
Erano le persone più buone del mondo, ma lui sapeva che nutrivano grandi speranze in lui, e questo fatto lo terrorizzava.
Sua madre si avvicinò amorevolmente a lui e vide il sigillo di Hogwarts sulla busta.
“Tesoro, ti è arrivata la lettera! Era anche ora! A Rose e ad Albus era arrivata la settimana scorsa!”
“Forse è colpa dei gorgosprizzi, mamma.” Rispose, ricordando le creature in cui sua madre e sua sorella credevano.
“Ci stavo pensando anch’io! Vieni tesoro, così mentre ti preparo la colazione ti racconto dei Potosti Verdognoli. A Hogwarts ne troverai tanti.”
L’undicenne soffocò una risata seguendo la madre in cucina, dove si trovavano anche sua sorella e suo padre.
“E’ arrivata!” annunciò Luna quando entrò, seguita dal figlio.
“Complimenti Frank! Sarai contentissimo!” fece il padre, abbracciando il figlio.
“Papà … e se vado nei Tassorosso?”
Era sempre stato convinto che sarebbe andato a Tassorosso.
Era la casa più adatta per lui.
Non era intelligente come un Corvonero e non era coraggioso come un Grifondoro.
L’idea di finire tra i Serpeverde lo faceva rabbrividire.
Tassorosso sarebbe stata la sua casa.
“Perché sei così convinto di andare nei Tassorosso?”
Sapeva già la risposta, ma gliela chiese comunque.
Frank aveva le stesse paure che aveva lui da bambino.
“Perché nessun’altra casa è adatta a me..”
“Anch’io credevo di essere smistato tra i Tassorosso, ma poi sono andato a Grifondoro. E poi, anche se andassi tra i Tassorosso, non  c’è problema!”
“Ti farei vergognare, papà.”
“Non dire sciocchezze, Frank. Tu non mi farai mai e sottolineo mai vergognare! Io, la mamma e Alice saremo sempre orgogliosi di te, qualunque cosa tu faccia e qualunque decisione prenderai!”
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Aveva soltanto 11 anni, eppure Scorpius non si era fatto una bella idea della vita.
A quell’età si pensa allo svago, al divertimento, a giocare a pallone con gli amici e soprattutto a vivere senza alcun peso nello stomaco.
Così era per gli altri bambini, maghi e babbani, ma non per Scorpius.
Lui viveva nell’angoscia da quando aveva capito come girava il mondo.
Aveva capito che la gente non dimentica e che ricorda solo quello che gli fa comodo.
Aveva capito che si paga per le proprie azioni, e a pagare molto spesso sono anche quelle persone che hanno una sola colpa: esserne legati con il sangue.
Ebbene, Scorpius era uno di questi.
I suoi nonni, entrambi Mangiamorte, erano stati sbattuti ad Azkaban prima che lui nascesse e non erano ancora usciti.
Li aveva visti solo in una vecchia fotografia.
Erano stati fedeli alleati di Tu-Sai-Chi per anni e per breve tempo lo era stato anche il loro unico figlio, suo padre.
Nessuno ne parlava mai, ma sarebbe stato meglio se lo avessero fatto.
L’ultima volta che Scorpius aveva tirato fuori il discorso era stato punito severamente per due mesi, che parvero i più lunghi della sua vita. Aveva 8 anni.
Si sentiva così diverso dai suoi genitori, tanto che se non fosse stata per la straordinaria somiglianza fisica che aveva con Draco, avrebbe addirittura pensato di essere stato adottato.
Ora era arrivata anche la lettera di Hogwarts.
Non sapeva se essere più triste o più felice.
Da una parte sperava che stando al castello avrebbe vissuto senza alcun peso, libero di essere sé stesso.
Dall’altra, immaginava di come lo avrebbero guardato e trattato i suoi compagni.
Avrebbero fatto la stessa cosa che fanno i maghi quando vedono lui e i genitori per strada.
Gli avrebbero puntato il dito contro urlando cose che, purtroppo, erano vere.
“E’ il nipote di quei Mangiamorte!!!”
“I suoi nonni hanno cercato di uccidere Harry Potter e hanno quasi distrutto Hogwarts!”
“Suo padre se l’è data a gambe alla Seconda Guerra Magica!”
Quelle cose di sicuro le avrebbe sentite, ed era stupido sperare nel contrario.
Inoltre, temeva di non essere Serpeverde.
Non gli piaceva come casa, ma doveva andare lì, perché se non fosse stato così, i suoi genitori si sarebbero vergognati di lui.
 
 
 
  
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