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Autore: londra555    25/07/2012    8 recensioni
AU
-Si ma in questa scuola di decerebrati non si trova bene! Ovviamente! Ha un quoziente intellettivo superiore a quello di tutti gli atleti e di tutte le cheerleader messe insieme e l'ingenuitá di Bambi prima che sparassero alla madre! Spesso parla per formule chimiche! Passa le serate leggendo fumetti e l'ultima volta giurerei che ne stava leggendo uno in giapponese! Anche se non sa il giapponese e...
Brittany si schiarí la gola attirando l'attenzione dei due ragazzi.
-Io credo che non sia socialmente ed antropologicamente ben visto che si parli di una persona come se non fosse presente. Soprattutto se tale persona è in realtá presente!
-Vedi? - chiese Artie indicandola come se quella fosse una prova evidente di quello che stava sostenendo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Brittany cercava disperatamente di raggiungere il suo armadietto camminando il più vicino possibile alle pareti del lungo corridoio per evitare di attirare attenzioni indesiderate di qualche atleta che si stava annoiando o di qualche nuova cheerleader che voleva mostrare il potere che le derivava dalla sua nuova posizione.
Sospiró di sollievo quando finalmente raggiunse la sua meta e aprì l'armadietto afferrando rapidamente i libri che le sarebbero serviti per la lezione successiva per poi raggiungere la classe corrispondente.
-Eccoti! Non ti ho vista stamattina!
Brittany sobbalzò mentre chiudeva di scatto il suo amadietto e si voltava trovando un volto sorridente.
-Ciao Mike. Ero in ritardo e sono andata direttamente in classe.
-Abbimo chimica insieme adesso?- domandó lui cercando di leggere il foglio con gli orari.
-Si – fu svelta a rispondere lei – Non hai ancora memorizzato il tuo orario?
-Abbiamo iniziato da una sola settimana, Brit! Dammi tempo!
-Dovresti migliorare le tue tecniche mnemoniche, l'altro giorno ho letto uno studio di una università tedesca che proponeva...
Mike allungó le mani per fermare lo sproloquio della sua amica che si fermò di botto mordendosi nervosamente il labbro.
-Brit, non ti cercavo per questo! Volevo chiederti una cosa.
La ragazza lo guardó poco convinta e si limitó a fare un gesto del capo per indicargli di continuare mentre si sistemava gli occhiali.
-Oggi è venerdí e Puck organizza una festa per la fine della prima settimana! Vieni anche tu?
-Non posso!- rispose automaticamente lei guadagnandosi un'occhiataccia da parte del ragazzo.
-Perchè non puoi?
-Devo studiare!
-Mi avevi promesso che avresti cercato di migliorare la tua vita sociale durante il tuo ultimo anno!
-Tecnicamente non l'ho promesso! Tu hai detto che avrei dovuto prometterti di migliorare ma io ho solo sorriso! Un sorriso non equivale ad accettare e tantomeno è un contratto vincolante!
Il ragazzo sbuffò sollevando gli occhi al cielo.
-Brit, per piacere, vieni con noi! Andiamo! Non conosci nemmeno Tina! Stiamo insime da un anno e, quando la vedi balbetti e vai via!
-Non sono brava con le altre persone. Ma Tina mi piace!- si affrettò ad aggiungere.
-Non provi nemmeno ad aprirti con le altre persone!
-Si, ho i miei amici.
-I tuoi amici siamo io ed Artie! E ti limiti a giocare on line contro di noi a Call of Duty!
-Lo dici solo perchè vi batto sempre! Ma non è colpa mia se non calcolate correttamente l'angolo di tiro migliore prima di sparare.
-Non è un discorso su chi è piú bravo con i videogiochi! - Mike si fermò notando che dietro Brittany stava arrivando anche Artie – Aiutami tu!
-Aiutarti a fare cosa? - chiese Artie mentre si fermava.
-Non vuole venire alla festa di stasera!
-Dov'è la novità?
-Ma aveva promesso che quest'anno avrebbe provato a migliorare la sua vita sociale!
-Tecnicamente ha solo sorriso! Non ti ha mai promesso niente!
-Ma da che parte stai tu?
-Dalla parte della verità!
Mike sbuffò.
-Ha bisogno di frequentare altre persone!
-Si ma in questa scuola di decerebrati non si trova bene! Ovviamente! Ha un quoziente intellettivo superiore a quello di tutti gli atleti e di tutte le cheerleader messe insieme e l'ingenuitá di Bambi prima che sparassero alla madre! Spesso parla per formule chimiche! Passa le serate leggendo fumetti e l'ultima volta giurerei che ne stava leggendo uno in giapponese! Anche se non sa il giapponese e...
Brittany si schiarí la gola attirando l'attenzione dei due ragazzi.
-Io credo che non sia socialmente ed antropologicamente ben visto che si parli di una persona come se non fosse presente. Soprattutto se tale persona è in realtá presente!
-Vedi? - chiese Artie indicandola come se quella fosse una prova evidente di quello che stava sostenendo.
Mike sollevò le braccia in segno di resa. Anche se continuava a pensare di aver ragione.
-Andiamo in classe- si limitò a dire.
-Ah, Brit quasi dimenticavo, il professor Shue e la coach Beiste vogliono vederti dopo la lezione.
Brittany annuì aggrottando le sopraciglia. Cosa potevano volere da lei? Ma dimenticò immediatamente quella domanda perchè, in fondo, non aveva fatto niente di male e quindi non aveva motivi per preoccuparsi.
 
 
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-Ciao capitano!
Santana si voltó di scatto riconoscendo immediatamente la voce di Puck.
-Cosa vuoi, testa vuota! - rispose cercando di nascondere un sorriso.
-Farti i complimenti! Adesso è ufficiale!
-Io non avevo dubbi! - esclamó lei sollevando il mento in modo arrogante.
Ma il ragazzo si limitò a sogghignare.
-Certo! Per questo l'altra notte sei venuta a casa mia con una crisi di panico!
Santana sbuffò.
-Va bene! Ero preoccupata!
Ed era vero, aveva aspettato quel momento da quando aveva iniziato il liceo ed adesso, finalmente, la coach Beiste l'aveva nominata capitano della squadra di basket del McKinley.
-Andiamo San, dopo che Jodie si è diplomata ed è entrata all'università era evidente che saresti stata la sua sostituta.
Santana si irrigidí a quel nome cosa che, naturalmente, Puck non notò per niente. E infatti proseguì imperterrito.
-Non l'hai sentita, vero?
-Non ne voglio parlare!
-Me lo devi! Hai passato anni venendo a letto con me facendomi credere che ti piacevo mentre invece eri innamorata di lei!
-Certo! Perchè ti è dispiaciuto, vero?
Il ragazzo mise su un'espressione indignata.
-Mi sono sentito violentato nei miei sentimenti quando me l'hai detto!
Santana sollevò gli occhi al cielo esasperata e avrebbe risposto se, nel frattempo, non fosse sopraggiunta anche Quinn che diede un forte scapellotto nella nuca del ragazzo che si lasciò sfuggire un gemito a metà tra la sorpresa e il dolore.
-Vuoi smetterla!
-Ma Quinn...
-Puck vuoi lasciarla in pace? Da quando hai saputo che San aveva un debole per Jodie non fai altro che parlarne! E sono tre mesi ormai!
-Perchè, se me l'avesse detto prima, l'avrei aiutata a conquistarla!
-Bene! Hai vinto! - disse Santana allargando le braccia.
-Andiamo alla Ohio University e le confessi quello che provi come sto suggerendo io? - chiese speranzoso Puck.
-No! Hai vinto un premio per aver ripetuto quella frase cento volte! Ed il premio consiste nel non parlarmi per una settimana! - ribadì Santana.
-Ma San... - iniziò lui ma immediatamente fu fatto stare zitto dalla mano dell’amica sollevata in aria.
L’attenzione di Santana era stata infatti catturata da una ragazza bionda che camminava velocemente nel bel mezzo del corridoio. E la cosa era strana visto che tutti conoscevano Brittany Pierce in quella scuola e si sapeva quanto poco le piacesse attirare l’attenzione. In realtà era difficile non sapere chi fosse la ragazza con la media più alta dell’istituto e, probabilmente, dell’intero Ohio, anche se non l’aveva mai vista parlare con nessuno a meno che non fosse costretta. Solitamente Santana si sarebbe fatta gli affari suoi, segundo il suo istinto e la sua inclinazione che le impedivano di interessarsi dei problemi degli altri ma, in quel momento, avrebbe fatto qualunque cosa per liberarsi delle chiacchiere di Puck.
Per questo, quando vide un ragazzone, Jordan credeva di ricordare, che sogghignava sadicamente alla vista della bionda che cercava di muoversi il più rapidamente possibile senza far cadere i libri che stringeva al petto, Santana potè praticamente vedere gli ingranaggi del cervello del ragazzo che iniziavano a muoversi lentamente assaporando un po’ di stupido divertimento ai danni della malcapitata. Nell’esatto momento in cui lui fece un mezzo scatto improvviso andando a bloccare il corridoio proprio mentre la ragazza cercava di passargli al lato anche Santana si mosse. Ma l’impatto fu inevitabile. Brittany si ritrovò al suolo senza aver nemmeno capito cosa fosse successo, mentre Jordan stava tranquillo a ridacchiare davanti a lei poi fece un passo pronto a schiacciare gli occhiali che erano volati via dal viso di Brittany ma, un secondo prima di raggiungerli si trovò davanti una Santana Lopez che lo squadrava con sufficienza.
-Non ci provare nemmeno – gli disse.
Il sorriso gli sparì dal volto immediatamente.
-Che vuoi Lopez?
Lei fece un cenno col capo.
-Sparisci. Ti sei divertito abbastanza.
Lui la guardò incredulo ma si limitò ad allontanarsi rapidamente. Santana nel frattempo sbuffò rumorosamente inchinandosi a raccogliere gli occhiali e porgendoli ad una sorpresa Brittany che era riuscita a mettersi in piedi e a raccogliere i libri che si erano sparsi nel corridoio.
-Grazie – sussurrò a voce bassa e tenendo gli occhi fissi sul pavimento.
Santana si limitò ad annuire impercettibilmente prima di tornare verso Quinn e Puck. Il ragazzo aveva un sopraciglio sollevato mentre la scrutava.
-Ho capito perché non vuoi più provare a conquistare Jodie! – esclamò.
-Puck ti ho detto che non ne voglio parlare!
-Non avrei mai detto che quella fosse il tuo tipo! – aggiunse lui imperterrito guardando Brittany andare via.
Santana mise su un espressione confusa mentre seguiva lo sguardo di Puck e capì finalmente a cosa si riferisse.
-Ma sei del tutto idiota? Come ti viene in mente? Non la conosco nemmeno!
-E allora perché l’hai aiutata? – chiese Puck saccente.
-Per non sentire le tue stupide chiacchiere! Ma evidentemente non è servito a niente!
Puck sbuffò quando la vide andare via appena terminata la frase e si rivolse a Quinn che aveva guardato la scena senza intervenire.
-Perché mi tratta così?
-Perché non fai altro che parlarle di Jodie o di altre improbabili fidanzate! – spiegò lei con un’alzata di spalle.
-Lo faccio per lei!
-No, lo fai perché sei un maniaco!
-Solo perché una volta le ho chiesto se potevo guardare quando...
-Puck! – lo fermò Quinn sollevando una mano – So cosa le hai chiesto non ne parliamo di nuovo! E poi vuoi la verità? Secondo me non ha raccontato tutto quello che è successo con Jodie!
Puck sorrise.
-Vuoi dire che secondo te hanno...
-Puck! Sei davvero un maniaco!
Il ragazzo sollevò le mani in segno di resa.
-Va bene! Allora cosa facciamo per scoprire cos’è successo davvero?
Quinn lo guardò confusa.
-Puck, stiamo parlando di Santana! Probabilmente si porterà il segreto di quello che è successo in realtà nella tomba!
Il ragazzo sembrava deluso.
-Non lo scopriremo mai? Ma io voglio saperlo!
Quinn si allontanò scuotendo la testa.
-Sei peggio di una ragazza, Puck!
 
 
 
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Brittany era effettivamente in ritardo. E lei odiava essere in ritardo. Per questo correva in mezzo al corridoio, cosa che solitamente evitava. Se non fosse stato per quella ragazza avrebbe dovuto raccogliere i frammenti dei suoi occhiali dal pavimento. Ma quello non era il momento per pensare a quelle cose, adesso doveva solo arrivare nell’ufficio del professor Shuester senza ulteriori problemi. Per fortuna era ormai vicinissima, quindi si concesse di rallentare e percorse gli ultimi metri respirando profondamente prima di fermarsi davanti alla porta e bussare.
-Avanti.
Brittany aprì piano la porta guardandosi intorno mentre si sistemava gli occhiali sul naso. La stanza era luminosa ma abbastanza piccola, niente a paragone con il gigantesco ufficio della Sylvester. Il professor Shuester stava seduto alla sua scrivania con un enorme sorriso mentre la coach Beiste era appoggiata al muro con le braccia incrociate e le labbra leggermente tese. Cosa che Brittany interpretò come un sorriso.
-Prego Brittany, accomodati pure – disse Shuester con un ampio gesto della mano e con un tono allegro.
Paradossalmente tutta quell’allegria e gentilezza resero Brittany nervosa. Perché davvero non riusciva a capire cosa volessero da lei. Comunque ubbidì e si sedette mantenendo lo sguardo fisso sulle sue mani che riposavano immobili sul suo grembo. Per questo non notò lo sguardo che i due insegnanti si scambiarono prima di iniziare a parlare.
-Allora Brittany. Raccontaci come sta andando il tuo ultimo anno! – chiese alla fine allegramente Shuester.
La ragazza aggrottò le sopraciglia.
-E’ iniziato da meno di una settimana – si limitò a dire.
L’uomo si schiarì la voce.
-Si, giusto. Bene allora come pensi che andrà il tuo ultimo anno?
Brittany inclinò la testa mentre il suo sguardo si illuminava.
-Ha letto anche lei lo studio del Dartmouth College che ipotizza che sia possibile prevedere il futuro? Certo avremmo bisogno di una risonanza magnetica ma potremmo provare a...
-No, Brittany! – intervenne coach Beiste immediatamente – Non intendeva questo.
La ragazza abbassò lo sguardo.
-Insomma immagino che ti starai chiedendo cosa ci fai qui, vero?
La ragazza annuì piano.
-Bene, prima di tutto non devi preoccuparti. Non hai fatto niente di male! – spiegò Shuester cercando di controllare le parole per evitare altri sproloqui – Però è arrivato il momento di pensare al tuo futuro e a quello che vorresti fare e a quale università fare domanda.
-Harvard.
-Si, è un bene che tu abbia le idee così chiare! E noi siamo molto orgogliosi di te – Shuester si fermò per cercare aiuto.
-Vedi Brittany, quella è la miglior università non solo degli Stati Uniti ma del mondo. Per entrare e per chiedere la borsa di studio ti manca qualcosa.
Brittany sollevò la testa spaventata.
-Non valutano solo il curriculum accademico! – si spiegò meglio la coach – Hai bisogno di attività extrascolastiche per poter fare domanda d’ammissione!
-Attività extrascolastiche? – chiese incredula Brittany.
-Si vedi, abbiamo parlato con i tuoi genitori e abbiamo stabilito che è necessario che tu scelga un’attività.
-Il club degli scacchi? – chiese speranzosa la ragazza.
Ma la coach Beiste scosse la testa con pazienza.
-Non esiste nemmeno!
-Lo potrei fondare io! – esclamò convinta Brittany.
-Non si tratta di questo. Abbiamo pensato a un’altra cosa – disse piano il professor Shuester.
-Insomma basta girarci intorno! Da domani inizi gli allenamenti con la mia squadra! – esclamò la coach.
-Cosa? – domandò incredula Brittany.
-Sarai il nuovo acquisto della mia squadra di basket!
-Non posso! Voglio dire statisticamente il 22% delle lesioni in questo sport è alle mani! E io ho bisogno delle mani per giocare a Call of Duty!
Shuester e Beiste si scambiarono un’occhiata.
-Brittany, domani ti voglio in palestra. Puntuale.
Brittany spalancò la bocca per protestare ma si arrese. Era evidente che non aveva voce in quella discussione. Avevano già deciso per lei. Si limitò ad annuire tristemente e a uscire a testa bassa dall’ufficio.
-Sei sicura che sia una buona idea? Insomma non sarebbe stato meglio il glee? – domandò Shuester quando si trovarono soli.
-Will te l’ho detto, l’ho vista durante le lezioni di ginnastica. E’ in forma, ha potenzialità e la madre mi ha detto che preferiva facesse qualche sport!
-Si ma non sono sicuro.
-Non preoccuparti. L’affido al mio nuovo capitano! Sono sicura che in tre mesi sarà perfetta!
 
 
 
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Eccomi di nuovo. Di nuovo una storia AU. Il motivo per cui ho scelto questo titolo, Lyra, sarà più chiaro avanti quindi non l’anticipo. Dico solo che, quando ho pubblicato “Memento”, ho detto che avevo usato quel titolo perché non mi sarebbe mai più capitato di poter usare un titolo in latino! Ecco mi piace contraddirmi da sola... e quindi nuovo titolo in latino! Preoccupatevi quando passerò al greco! Cosa che potrebbe avvenire!
 
Pubblico oggi e il prossimo sarà lunedì se ve lo state chiedendo.
 
Buon compleanno Elettra!!! Lo sai che ho pubblicato oggi per te! Auguri!
 
Non mi resta che abbracciare tutti voi che siete arrivati sin qui! Un enorme grazie come sempre!
  
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