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Autore: Liquid King    25/07/2012    3 recensioni
Un misterioso videomessaggio ricevuto alla professoressa Aralia, che vorrà mai dire? King indaga.
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ciao a tutti voi che amate i pokemon, ho scritto un'altra storia che avrà come tema centrale il mistero della sindrome di Lavandonia. È una storia scritta senza troppe pretese e in un momento di noia. Spero che vi piaccia e recensite in molti! Ah e un'altra cosa, quando vedete le parole sottolineate e blu, cliccateci sopra per vedere le immagini. Buona lettura! 

Nota Bene:  Ogni cosa raccontata è frutto della fantasia quindi non prendete sul serio tutto ciò che vi sta scritto, è chiaro?


 

King: Il mistero di Lavandonia

Ciao ragazzi, sono King. Voi mi ricorderete probabilmente per aver letto la mia storia precedente nota come: il secondo tragico King (dis)avventure di un allenatore. Che risate, eh? Beh, oggi sono qui per raccontarvi un’altra mia avventura, che per quando strana possa sembrare… mi è accaduta. Se ci penso mi viene ancora oggi una gran paura, ma mi faccio un po’ di coraggio e… il fatto è questo, statemi a sentire. Dopo che io e Lord Mew abbiamo speso tutti i nostri soldi al casinò e triplicati con una grandissima botta di cu*o, ci siamo separati. Io sono tornato a Pumia, la città adiacente a Sinnot per potermi dedicare ad allenare i miei pokemon e farli potenziare. Mentre tortur… ehm insegnavo a Lucario la tecnica “extrarapido” mi squillò il pokegear.

-Pronto?-Premetti invio e il viso di una donna si presentò.

-Buongiorno, sei King?- Io la riconobbi subito: era Belle, l’allenatrice di Unima. Ci conoscemmo in una località marina di Sinnot, mi pare a Canalipoli e ci scambiammo i numeri.

-Sono io, come posso esserti utile?- Chiesi spiccio, non mi piaceva perdere tempo.

-Beh, se hai tempo puoi venire a Unima? La professoressa Aralia ha bisogno di un allenatore per risolvere un mistero…- Lei mi fece uno sguardo un po’supplichevole.

-Uhmm…ma non poteva rivolgersi alla polizia o a un investigatore? Io ho un po’ da fare.-Affermai sospettoso,e ad accompagnare il mio dubbio, inarcai il sopracciglio.

Una voce femminile più matura e gentile si rivolse a Belle:-Fammi parlare con questo signore.-

Mi sentii un po’ lusingato che chiunque fosse, si fosse rivolto a me con il titolo esplicativo di signore.

-Buongiorno, lei è King? Mi presento, sono la professoressa Aralia. Vorrei che lei mi aiutasse a svolgere un incarico piuttosto gravoso.-Inutile dire che accettai, grazie al famoso detto: Tira più un pelo di figa che una pariglia di buoi.

Presi il primo aereo che trovai e partii con i miei pokemon, Dusknoir era seduto al posto a fianco al mio e come un bravo ragazzo stava buono, a leggere con il monocolo un libro intitolato: La gioia di essere spettri, il cui autore era deceduto dopo averlo finito.

-Sarà meglio che faccia uscire anche gli altri…- Presi le altre pokeball e feci uscire i miei compagni.

Lucario,

Houndoom,

Lapras,

Dusknoir (era già fuori, è vero, ma è una lista, questa.)

Galvantula,

Sigiliph.

I magnifici sette (conto anch’io, no?) eravamo presenti. Lucario giocava con il DS e imprecava ogni volta che non riusciva a reclutare se stesso in squadra (voi avete già capito di che parlo?) . Houndoom faceva il macho con due Vulpix attirandosi le ire del padre Ninetails, il resto è comprensibile, Dusknoir continuava a leggere il libro. Galvantula si era fatto una ragnatela elettrica all’angolo della cabina e si era addormentato a testa in giù. Lapras era in una vasca a idromassaggio e si trovava veramente bene. Sigiliph invece svolazzava spensierato fuori dall’aereo.

Io, per tutto il tempo, parlai con Settimo il pokeranger, per informarmi se nella richiesta di Aralia non vi fossero implicati anche eventuali Team di super criminali da eliminare con le mani.

-Puoi stare tranquillo, attualmente non vi sono attività illegali da parte loro, sono tranquilli.- Mi rassicurò il ranger.

-OK, grazie.- Chiusi la chiamata e iniziai a pensare:“Perché mai Aralia ha bisogno di un allenatore?” Trascorsi un paio di ore a scervellarmi su questo fatto. La hostess mi avvisò che eravamo arrivati.

Io riportai i pokemon nelle rispettive pokeball e scesi con la valigia. Ad attendermi vi era Belle con un’auto decappottabile.

“Cavoli, si guadagna bene a fare le assistenti…” Commentai mentre salivo sull’auto.

Soffiolieve era una cittadina molto campagnola, ma per me era un paradiso in confronto alle città affollatissime.

Entrai nel laboratorio della prof.ssa Aralia trovandola di fronte a un PC.

-Professoressa, ecco King.- Belle arrivò e chiamò la donna.

Lei si alzò dalla sedia e venne da me per salutarmi.

-Buongiorno, mi fa piacere che siate venuto qui nonostante gli impegni.- Le mi porse la mano che io strinsi.

-Di nulla, sono contento di conoscervi. Pensavo che ci fossero solo professori.- Aggiunsi con una nota d’ammirazione.

-Già, mio padre era un professore e lo è tuttora ma io anziché essere un’allenatrice ho preferito diventare professoressa.- Mi spiegò.

-Cavoli, non me lo sarei mai aspettato!- Dissi io, lasciando la presa e aggiunsi:-Bene, lei mi parlava di un mistero, qual è?-

Lei e Belle divennero seri e preoccupati.

-King, sei proprio certo di voler accettare di risolvere questo misero?- La professoressa mi rivolse uno sguardo preoccupato.

La mia calma e spavalderia si sciolsero come neve al sole, mi sentii un po’ turbato.

-Ma è ovvio, altrimenti che sarei venuto a fare?- Sbottai incrociando le braccia.

-Va bene, hai ragione.- La prof.ssa si girò e mi mostrò sul PC un messaggio-video disturbato. Era una musica continua e ossessiva, quasi ipnotica…

Che diavolo è mai quello? Da dove spunta?- Io mi feci molto serio e nervoso, la musica mi aveva angosciato.

-Saresti disposto ad andare a Lavandonia?- Aralia si sarebbe aspettata che dopo questo, rinunciassi ma io per coraggio o forse per pazzia, accettai.

Presi il primo battello e dietro consiglio della professoressa mi portai dietro anche una radiolina.

Il viaggio risultò molto piacevole, il sole era splendente, il mare calmo e i turisti garbati. Mi accomodai per un corridoio che portava sul ponte per riposarmi dopo la mangiata fatta con gusto nella sala pranzo.

-Aaahhh…quella bistecca era gustosissima…- Dissi mentre mi massaggiavo la pancia, e sentii qualcuno che veniva per la mia stessa direzione.

-Voi, fatemi passare.- Uno della stessa generazione mia cercò di scavalcarmi.

-Prego…-Io mi scansai e un rollio improvviso della nave mi fece cadere addosso a lui.

Ci alzammo di scatto perché eravamo dello stesso sesso e la posizione assunta non era delle più consone.

-Scusa, per farmi perdonare ti sfido a un combattimento?- Il ragazzo mi fece la proposta che io subito accettai.

La battaglia si sarebbe svolta all’aperto, sulla prua della nave. Io aprii le danze usando Dusknoir.

-Dusskkk!! (Sono pronto!)- Il mio Dusknoir strinse le mani giganti a pugno.

-Vai Mawile!- Il ragazzo (non conoscevo il suo nome) fece uscire dalla sua pokeball una femmina di Mawile di questo me ne accorsi perché aveva un fiocco rosso sulla testa.

-Ok! Dusknoir usa Martelpugno!- Dusknoir chiuse la mano, la fece diventare consistente e attaccò.

Attacco fallito.

-Mawile! Contrattacca con Sgnanocchio!- La Mawile riuscì a ferire il mio Dusknoir con un morso al braccio.

Attacco super efficace.

-Uhmm.. Accidenti, Dusknoir usa fuoco fatuo!- Dusknoir aprì l’enorme pancia e da essa uscirono fiammelle viole che scottarono il mio avversario.

Attacco riuscito.

-Mawile coraggio! Usa Pugno d’ombra!- La mawile scattò in avanti e usò la tecnica.

Attacco super efficace.

-Dannazione…Dusknoir usa Martelpugno!- Dusknoir non aveva intenzione di sbagliare e si teletrasportò alle spalle dell’avversario e usò martelpugno.

Attacco super efficace! Mawile resta con un solo punto di salute, la scottatura fa il suo dovere e manda K.O. la pokemon.

Il ragazzo non si arrese e usò un altro pokemon.

-Dusknoir ben fatto, tocca a te Galvantula!- Io ritirai il vincitore e usai il pokemon ragno.

-Galllvvv! (Eccomi!)- Il pokemon si mise in posizione per attaccare.

Il ragazzo si prese un attimo per riflettere e scelse Aerodactyl.

-Fai attenzione Galvantula! Usa Elettrotela!- Iniziai avvisandolo della sua pericolosità.

Galvantula aprì le fauci e sputò una ragnatela di elettricità. Ma per il pokemon preistorico fu pronto ad usare Aeroassalto per distruggere la tela e colpire il mio pokemon.

Attacco fallito, Galvantula è danneggiato dalla mossa super efficace di Aerodactyl.

-Accidenti! Galvantula, ritirati! È troppo forte per te!- Io presi la pokeball per richiamarlo ma…

-Gaaallllvvv (Non mi arrendo!)- Sbottò la tarantola gialla.

-AArrrr(Stupido! Dai retta al tuo allenatore! Altrimenti muori!)- Aerodactyl svolazzò in mezzo al ponte.

-GGGaaallllvvv! (prendi questo!!!)- Il mio Galvantula era molto orgoglioso ma anche furbo.

Il pokemon, a grande sorpresa, usò energipalla!

Attacco super efficace .

-Aaaaarrrr!(Maledizione! Com’è possibile?)- L’Aerodactyl rimase stordito dal colpo.

-TTuuuullllaaa (Non è finita qui!)- Il pokemon elettroragno usò Retromarcia sicchè potesse danneggiare l’avversario e tornare nella pokeball.

Attacco riuscito, Galvantula torna nella pokeball.

-Tocca a te, Sigilyph!- Usai il mio pokemon Volante per terminare la lotta.

-Sigggilll! (Come on!)- Sigilyph scattò in avanti e usò l’attacco Baldeali per danneggiare in via definiva l’avversario.

L’allenatore, mio avversario, ghignò a bassa voce e usò l’ultimo pokemon: Umbreon.

Inutile dire che usai il mio pokemon preferito Lucario che usando la mossa assorbipugno completò la sfida con la vittoria del sottoscritto.

Io, ovviamente, mi complimentai con il giovane.

-Però sei stato bravo, di solito gli altri allenatori non sconfiggono nemmeno uno dei miei pokemon.- Affermai.

Qualche ora più tardi ero arrivato alla regione dove si trovava Lavandonia. Mentre camminavo per un percorso ricevetti una chiamata da Aralia.

-King? Tutto bene?-Lei sembrava un po’ turbata.

-Sì, tutto ok! Sto attraversando il percorso che mi porterà a Lavandonia…- Non appena dissi questa parola il cielo tuonò.

-Accidenti, è meglio se mi sbrighi!- Dissi io mentre affrettai il passo e chiusi la chiamata.

Ero arrivato molto più in fretta di quanto mi aspettassi, il cielo tuonava ma la pioggia non scendeva… questo fenomeno mi era molto strano.

“Uhmmm…i tuoni sono frequenti ma non piove.” Io decisi di proseguire e arrivai alla torre.

Ne più mai mi sarei aspettato di incontrare orrori al limite dell’umano.

Presi dallo zaino (chi in questo mondo non lo porta?) una mappa e potei osservare il paesello di Lavandonia.

-Interessante, all’inizio vi è un pokecenter, dove posso curare i miei pokemon.- Commentai e pensai che la cosa più saggia fosse quella di andare a curarli e depositarne qualcuno dei miei.

Così feci e lasciai Sigilyph al box. Nota curiosa: Non ho visto l’infermiera in viso poichè aveva la frangetta molto lunga che non si vedevano gli occhi.

Comunque mentre m’incamminavo per il paese un signore mi fermò e mi diede una figura di legno che rappresentava una lettera in alfabeto Unown. Una elle.

Man mano che proseguivo per la torre, le persone che passavano, mi fermavano per darmi un pezzo di legno e ogni volta era una lettera dell’alfabeto unown.

In totale erano otto. E formavano una frase in inglese ma che non riuscii ad abbinarle il significato.

Alla fine ero arrivato alla torre di Lavandonia. Io mi sentii male, avrei preferito tornare indietro ma qualcosa mi impediva di fare dietrofront.

“Sarà meglio chiamare Belle.” Io digitai il numero ma la linea appariva disturbata, lo schermo era grigio e con tanti puntini. Io continuai a fissare lo schermino per vedere se riuscivo a prendere il segnale ma un’immagine inquietante di uno spettro nero che non somigliava per nulla ai pokemon conosciuti finora mi fece spaventare tanto che lasciai cadere il pokegear.

-Che diavolo era quello??- Io iniziai a sudare dalla paura.

Mi adagiai sui gradini della torre e iniziai a respirare lentamente per fermare i battiti accelerati del mio cuore.

“Uff…ufff… Sarà meglio che usi la macchina fotografica.” Io, con le mani tremanti per il nervoso, presi la macchina fotografica modello amatoriale ma non troppo.

Mi alzai dallo scalino e sentendomi pronto, varcai il portone del cimitero. Mi guardai in giro: era tutto maledettamente buio. Presi la torcia elettrica, iniziai a salire il primo piano e con la torcia illuminavo le lapidi dimenticate. Passai attraverso due tombe e incontrai un ragazzo che era chino su una di esse e al suo fianco vi era un umbreon. Egli stava accendendo un cero per il suo pokemon defunto.

-Salve…-Cercai di attirare l’attenzione per poter parlagli. Ma mi resi conto di un fattore spiacevole: era il giovane incontrato sulla nave.

-Salve…anche tu sei qui per pregare per i defunti.- La voce suonava come un lamento disperato e cupo.

-No, sono qui per investigare.- Risposi, ero stupito dal fatto che non mi avesse riconosciuto.

-Oh…capisco. Tu vuoi dirigerti spontaneamente alla pazzia.-La frase già inquietante per sé lo era ancor di più per via del tono calmo.

Il ragazzo si alzò in piedi e si girò.

-AAAhhh!-Io urlai dal terrore. Aveva due buchi vuoti al posto dei bulbi oculari, aggiunsi con sgomento:-Cosa diavolo ti è successo?-

Lui mi sorrise e rispose:-Un allenatore molto potente mi ha ucciso la mia Mawile e ora io sono qui per trovarla.-

Io non riuscii a capire:-Chi è questo allenatore?-

-L’ho incontrato sulla nave, mi ha sconfitto e Mawile è morta a causa delle scottature.- Mi spiegò senza sapere che io, l’assassino del suo pokemon, ero di fronte a lui.

-Come hai fatto a cavarti gli occhi?- Io iniziai a perdere la lucidità.

-Lui me li ha cavati… affinché non vedessi gli altri morti.-Lui era fuori di sé… o lo ero io?

Io non risposi ma scappai al secondo piano, deglutii la saliva e cercai di stare calmo.

-Ciao King.- Io mi rizzai il pelo.

Con la torcia illuminai una delle lapidi. Su di essa sedeva unadonna in kimono bianco.

-Chi c’è?- La donna dai capelli neri mi sorrideva e aveva uno sguardo folle.

-Benvenuto King, fra non molto morirai…- Il tremolio della candela faceva apparire i suoi occhi ancora più grossi e penetranti.

“Ah si? Molto consolante…” Io senza perdere tempo presi la macchina fotografica e le scattai una foto. Il flash fu così forte che io stesso rimasi accecato.

Senza perdere tempo andai a vedere nella galleria delle immagini scattate… un alone blu era presente nella foto… uno spettro?

“È assurdo!” Pensai a questo e un’altra cosa accadde…

Un essere fatto di fumo nero e gli occhi e il sorriso bianchi si presentò. Era lo stesso del pokegear.

Io non me ne accorsi proprio e lui approfittò di questo per usare vuototetro e incubo insieme.

-Ma che…- Crollai a terra addormentato.

Quanti minuti o ore erano passati? Non riuscivo a capire ciò che era accaduto, l’unica cosa che ricordavo era quella massa nuvolosa nera…scossi la testa e una fitta sulla fronte mi fece mugolare dal dolore.

“Che diavolo? La fronte mi sanguinava.” Mi passai la mano sulla fronte e vidi le dita leggermente rosse.

-Devo essere caduto…- Non trovavo una risposta più razionale.

Mi guardai in giro e ciò che vidi era la mia torcia accesa. Allungai la mano, l’afferrai e iniziai ad illuminare i dintorni.

Un piccolo esemplare di Riolu giaceva a terra. Io, che adoro i pokemon aura scattai per vedere come stava.

-Ehi? Tutto ok? Non ti senti bene?- Io lo strinsi tra le mie braccia e, istintivamente, misi una mano dietro la mia schiena per prendere un revitalizzante e curarlo ma mi accorsi poi, che non avevo lo zaino con me e nemmeno i pokemon!

-Maledizione!-Imprecai per la rabbia, continuai a cercare un modo per curare il piccolo cucciolo.

-Riioo (King… sono io.)- Il piccolo Riolu alzò una zampa come volesse avere un piccolo gesto di conforto.

Io gliela strinsi… avevo capito quello che era successo…

-Lucario…sei tornato ad essere un Riolu. Com’è successo?-Ovviamente non potevo avere la risposta.

-Riooo…(addio.)- Il Riolu chiuse debolmente gli occhi… la zampa perdeva forza…

-Riolu…-Scie di lacrime solcarono le mie guance… provavo un dolore indicibile, il mio primo compagno, amico e fratello era morto. Singhiozzai con violenza, non riuscivo a respirare per l’aria che non riusciva a passare per la gola. Le gocce lavarono il viso tondo del cucciolo.

Io non volevo lasciarlo… ma qualcosa attirò la mia attenzione: una parola scritta con il coltello e con inchiostro rosso sangue.

-Corri!-Io lessi la parola… ma non riuscivo a capire il significato… perché dovevo correre?

Sentii il rumore di una parete che crollava. Io mi alzai di scatto e stringendo il Riolu tra le mie braccia iniziai a scappare.

La cosa che mi inseguiva era una mano bianca

I miei occhi erano rivolti in avanti… non guardai mai indietro, le mie gambe seguivano un’andatura da corridore olimpionico.

“Corri, corri, corri!” Ripetevo mentalmente mentre le mie gambe iniziavano ad arrossarsi… poi sentii i dolori ai muscoli e sentivo che mi scoppiava il cuore nel petto.

Il corridoio, da rosso, divenne sempre più nero. La luce della torcia non illuminava più nulla…

Ogni fibra del mio corpo mi supplicava, mi minacciava, mi urlava di fermarmi… ma io, testardo, correvo.

Fino a che… il corpo si rifiutò di muoversi e caddi come un sacco.

Al petto stringevo come un tesoro il mio Riolu.

Mi girai con il corpo per vedere la mano bianca. Quella mano… era sparita.

Tirai un sospiro di sollievo… ero salvo. I miei occhi erano pesanti… troppo pesanti. Mi addormentai.

Aprii gli occhi qualche minuto dopo… e notai che ero su una barca… il dolce cullare dell’acqua mi spinse a non domandare e passare…l’ultima cosa che vidi era una gardevoir… un po’ diversa da come le ricordavo che era al timone e una sua mano stringeva un remo.

Il mio corpo si era finalmente ripreso… le forze mi tornarono.

Aprii gli occhi e quello che vidi era di nuovo quella gardevoir che avevo visto poco prima.

“Il mio nome è Charon… tu sei stato chiamato da qualcuno…” La gardevoir mi parlava telepaticamente.

Io non riuscivo a capire… ma come disse Virgilio a Dante: Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare. Io non chiesi niente e seguii la pokemon.

Un enorme stanza… una sola tomba. Io lasciai Charon e andai a leggere le parole scolpite sul loculo marmoreo: Qui dorme in pace King, eccellente allenatore. Amato dai suoi pokemon e da coloro che lo conobbero e lo stimarono.

Il mio viso divenne di ghiacciolo, la data riportava la data di oggi.

Dalla tomba uscì fuori quel essere di cui conoscevo solo il nome: Buried Alive.

-Ciao…vuoi combattere contro di me? Sono triste e mi sento molto, molto solo!- Il sepolto vivo, aprì le pokeball che aveva nel suolo e iniziò la lotta.

-Aspetta! Come combatto? Non ho pokemon con me!- Protestai.

Ma lui fece finta di non sentirmi e usò due pokemon inquietanti: Pikachu e Eevee… perché inquietanti? Non erano sorridenti come sempre ma avevano il muso triste e ciò mi rendeva molto sconvolto.

-Accidenti!-Io dovetti cercare di evitare i loro attacchi che si basavano su colpi fisici ed elettrici. Ma per quando avrei resistito?

Un altro colpo e caddi a terra con una slogatura alla gamba sinistra…

-Dannazione…-Non volevo morire!

Un pokemon altresì noto come Celebi era apparsa per aiutarmi… lo capii dalla magia che lei usava… non ricordo il nome, era uno scampanellio. La ferita sparì e io volevo usare il pokemon rosa per lottare contro il mio avversario.

Ma notai che il pokemon era orrendamente tranciato a metà. Avevo la mente piena di continui orrori che vedevo.

-Sei ancora vivo nonostante la ferita…- Notai questo mentre lui si volatizzava via…

Io allora compresi… se volevo uscire, dovevo morire…

-E sia, diamo un taglio a tutto questo!- Io strinsi i pugni e mi gettai ai miei carnefici…

Sentivo dolore ovunque… non potevo vedere, sentire e nemmeno gridare… Avevo gli occhi chiusi, persi la sensibilità delle mie braccia e delle mie gambe…

Al loro posto vi erano pezzi tranciati… un fiume di sangue uscivano dalle ossa mozzate e io non dicevo nulla pregavo solo di morire…morire… è un po’ come vivere.

Sentivo una voce… ma non riuscivo a capire chi fosse.

Aprii gli occhi… quest’immagine ancora oggi la ricordo come la vidi la prima volta.

Red…”Lo riconobbi subito… era il leggendario allenatore della prima generazione. Era ridotto allo stesso modo.

I simboli unown che avevo portato con me… pensavo fossero solo pezzi di legno… mi sbagliavo.

Essi erano neri e lucidi… vivi… erano vivi! Si misero in fila e girarono intorno al corpo di Red sempre più rapidamente e infine si fermarono…

LEAVE NOW

“Si…”Io pensai solo a questo mentre il mio cervello pulsava continuamente per il grande sforzo di rimanere lucido…

Questo non aveva senso… era una pazzia!

Qualche secondo dopo, milioni e milioni di unown diedero vita a una creatura. Era composta da tanti simboli unown che, attraverso un fenomeno noto come magnetismo, erano tutte salde tra di loro.

Essa molto diversa da quelle che conoscevo, mi colpì con un artigliata e… i miei occhi videro solo un bagliore bianco il bianco.

Quanto tempo era passato? Sentivo alcuni versi… erano i versi dei miei pokemon.

Aprii gli occhi e mi guardai in giro… tutti erano vicini a me… Lucario, Dusknoir, Houndoom, Galvantula e gli altri.

Mi toccai la testa… un attimo… ho le braccia e le gambe al loro posto! Ero scappato da quella dimensione!

O forse… era stato un sogno? Un bruttissimo sogno?

La mia mente si annidò di dubbi…

I miei pokemon stavano bene, io ero vivo… il pokegear squillò.

-Pronto King?- La conobbi la voce… era Aralia.

-Sì?-

-Sei arrivato a Lavandonia?- Lei non sembra essersi accorta che io avevo lo sguardo stanco.

-Sì…adesso sto tornando.- Risposi. I miei pokemon mi guardarono con l’aria interrogativa…

-LLuuu (ma non siamo ancora arrivati! Perché… )- -Hooounnd (hai mentito?)-

-Niente discussioni! Andiamo a casa che, per una settimana, vi lascio divertire.- La proposta bastò per i miei amici che non aggiunsero altro e tornarono nelle pokeball.

Poco prima di salire su Sigiliph vidi alcune foglie muoversi e andai a controllare.

-Oh, un piccolo eevee…- Il pokemon era rimasto impigliato in alcuni arbusti e non riusciva a liberarsi.

Io lo liberai e decisi di consegnarlo alla professoressa Aralia una volta arrivati.

Aralia, al mio ritorno disse che il file che conteneva quella musichetta era scomparsa e al suo posto era apparsa una schermata che io riconobbi molto bene: MissingN0 aveva cancellato tutto!

Io salutai la professoressa e decisi che avrei indagato per conto mio. Feci una terribile scoperta...

FINE


Eccoci al finale, che cosa avrà mai scoperto? Questa domanda resterà senza alcuna risposta e molti giovani che lessero questa storia decisero di indagare e sta a voi scoprire ciò che era accaduto a King. Alla prossima!

P.s.
Ecco i link della musica e una spiegazione molto esauriente del mistero di Lavandona:
1) http://www.youtube.com/watch?v=MK2iLnTR9V8&feature=related
2) http://www.youtube.com/watch?v=gSSbgc13MgE
Dopo averli visti la vita non potrebbe essere più la stessa... 
   
 
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