Ciao a tutti voi che amate i pokemon, ho scritto un'altra storia che avrà come tema centrale il mistero della sindrome di Lavandonia. È una storia scritta senza troppe pretese e in un momento di noia. Spero che vi piaccia e recensite in molti! Ah e un'altra cosa, quando vedete le parole sottolineate e blu, cliccateci sopra per vedere le immagini. Buona lettura!
Nota Bene: Ogni
cosa raccontata è frutto della fantasia quindi non prendete
sul serio tutto ciò che vi sta scritto, è chiaro?
King:
Il mistero di
Lavandonia
Ciao
ragazzi, sono King. Voi mi ricorderete probabilmente per aver letto la
mia
storia precedente nota come: il secondo tragico King (dis)avventure di
un
allenatore. Che risate, eh? Beh, oggi sono qui per raccontarvi
un’altra mia
avventura, che per quando strana possa sembrare… mi
è accaduta. Se ci penso mi
viene ancora oggi una gran paura, ma mi faccio un po’ di
coraggio e… il fatto è
questo, statemi a sentire. Dopo che io e Lord Mew abbiamo speso tutti i
nostri
soldi al casinò e triplicati con una grandissima botta di
cu*o, ci siamo
separati. Io sono tornato a Pumia, la città adiacente a
Sinnot per potermi
dedicare ad allenare i miei pokemon e farli potenziare. Mentre
tortur… ehm
insegnavo a Lucario la tecnica “extrarapido” mi
squillò il pokegear.
-Pronto?-Premetti
invio e il viso di una donna si presentò.
-Buongiorno,
sei King?- Io la riconobbi subito: era Belle, l’allenatrice
di Unima. Ci
conoscemmo in una località marina di Sinnot, mi pare a
Canalipoli e ci
scambiammo i numeri.
-Sono
io, come posso esserti utile?- Chiesi spiccio, non mi piaceva perdere
tempo.
-Beh,
se hai tempo puoi venire a Unima? La professoressa Aralia ha bisogno di
un
allenatore per risolvere un mistero…- Lei mi fece uno
sguardo un
po’supplichevole.
-Uhmm…ma
non poteva rivolgersi alla polizia o a un investigatore? Io ho un
po’ da
fare.-Affermai sospettoso,e ad accompagnare il mio dubbio, inarcai il
sopracciglio.
Una
voce femminile più matura e gentile si rivolse a
Belle:-Fammi parlare con
questo signore.-
Mi
sentii un po’ lusingato che chiunque fosse, si fosse rivolto
a me con il titolo
esplicativo di signore.
-Buongiorno,
lei è King? Mi presento, sono la professoressa Aralia.
Vorrei che lei mi
aiutasse a svolgere un incarico piuttosto gravoso.-Inutile dire che
accettai,
grazie al famoso detto: Tira più un pelo di figa che una
pariglia di buoi.
Presi
il primo aereo che trovai e partii con i miei pokemon, Dusknoir era
seduto al
posto a fianco al mio e come un bravo ragazzo stava buono, a leggere
con il
monocolo un libro intitolato: La gioia di essere spettri, il cui autore
era
deceduto dopo averlo finito.
-Sarà
meglio che faccia uscire anche gli altri…- Presi le altre
pokeball e feci
uscire i miei compagni.
Lucario,
Houndoom,
Lapras,
Dusknoir
(era già fuori, è vero, ma è una
lista, questa.)
Galvantula,
Sigiliph.
I
magnifici sette (conto anch’io, no?) eravamo presenti.
Lucario giocava con il
DS e imprecava ogni volta che non riusciva a reclutare se stesso in
squadra
(voi avete già capito di che parlo?) . Houndoom faceva il
macho con due Vulpix
attirandosi le ire del padre Ninetails, il resto è
comprensibile, Dusknoir
continuava a leggere il libro. Galvantula si era fatto una ragnatela
elettrica
all’angolo della cabina e si era addormentato a testa in
giù. Lapras era in una
vasca a idromassaggio e si trovava veramente bene. Sigiliph invece
svolazzava
spensierato fuori dall’aereo.
Io,
per tutto il tempo, parlai con Settimo il pokeranger, per informarmi se
nella
richiesta di Aralia non vi fossero implicati anche eventuali Team di
super
criminali da eliminare con le mani.
-Puoi
stare tranquillo, attualmente non vi sono attività illegali
da parte loro, sono
tranquilli.- Mi rassicurò il ranger.
-OK,
grazie.- Chiusi la chiamata e iniziai a
pensare:“Perché mai Aralia ha bisogno
di un allenatore?” Trascorsi un paio di ore a scervellarmi su
questo fatto. La
hostess mi avvisò che eravamo arrivati.
Io
riportai i pokemon nelle rispettive pokeball e scesi con la valigia. Ad
attendermi vi era Belle con un’auto decappottabile.
“Cavoli,
si guadagna bene a fare le assistenti…” Commentai
mentre salivo sull’auto.
Soffiolieve
era una cittadina molto campagnola, ma per me era un paradiso in
confronto alle
città affollatissime.
Entrai
nel laboratorio della prof.ssa Aralia trovandola di fronte a un PC.
-Professoressa,
ecco King.- Belle arrivò e chiamò la donna.
Lei
si alzò dalla sedia e venne da me per salutarmi.
-Buongiorno,
mi fa piacere che siate venuto qui nonostante gli impegni.- Le mi porse
la mano
che io strinsi.
-Di
nulla, sono contento di conoscervi. Pensavo che ci fossero solo
professori.-
Aggiunsi con una nota d’ammirazione.
-Già,
mio padre era un professore e lo è tuttora ma io
anziché essere un’allenatrice
ho preferito diventare professoressa.- Mi spiegò.
-Cavoli,
non me lo sarei mai aspettato!- Dissi io, lasciando la presa e
aggiunsi:-Bene,
lei mi parlava di un mistero, qual è?-
Lei
e Belle divennero seri e preoccupati.
-King,
sei proprio certo di voler accettare di risolvere questo misero?- La
professoressa mi rivolse uno sguardo preoccupato.
La
mia calma e spavalderia si sciolsero come neve al sole, mi sentii un
po’
turbato.
-Ma
è ovvio, altrimenti che sarei venuto a fare?- Sbottai
incrociando le braccia.
-Va bene, hai ragione.- La prof.ssa si girò e mi mostrò sul PC un messaggio-video disturbato. Era una musica continua e ossessiva, quasi ipnotica…
Che
diavolo è mai quello? Da dove spunta?- Io mi feci molto
serio e nervoso, la
musica mi aveva angosciato.
-Saresti
disposto ad andare a Lavandonia?- Aralia si sarebbe aspettata che dopo
questo,
rinunciassi ma io per coraggio o forse per pazzia, accettai.
Presi
il primo battello e dietro consiglio della professoressa mi portai
dietro anche
una radiolina.
Il
viaggio risultò molto piacevole, il sole era splendente, il
mare calmo e i
turisti garbati. Mi accomodai per un corridoio che portava sul ponte
per
riposarmi dopo la mangiata fatta con gusto nella sala pranzo.
-Aaahhh…quella
bistecca era gustosissima…- Dissi mentre mi massaggiavo la
pancia, e sentii
qualcuno che veniva per la mia stessa direzione.
-Voi,
fatemi passare.- Uno della stessa generazione mia cercò di
scavalcarmi.
-Prego…-Io
mi scansai e un rollio improvviso della nave mi fece cadere addosso a
lui.
Ci
alzammo di scatto perché eravamo dello stesso sesso e la
posizione assunta non
era delle più consone.
-Scusa,
per farmi perdonare ti sfido a un combattimento?- Il ragazzo mi fece la
proposta che io subito accettai.
La
battaglia si sarebbe svolta all’aperto, sulla prua della
nave. Io aprii le
danze usando Dusknoir.
-Dusskkk!!
(Sono pronto!)- Il mio Dusknoir strinse le mani giganti a pugno.
-Vai
Mawile!- Il ragazzo (non conoscevo il suo nome) fece uscire dalla sua
pokeball
una femmina di Mawile di questo me ne accorsi perché aveva
un fiocco rosso
sulla testa.
-Ok!
Dusknoir usa Martelpugno!- Dusknoir chiuse la mano, la fece diventare
consistente e attaccò.
Attacco
fallito.
-Mawile!
Contrattacca con Sgnanocchio!- La Mawile riuscì a ferire il
mio Dusknoir con un
morso al braccio.
Attacco
super efficace.
-Uhmm..
Accidenti, Dusknoir usa fuoco fatuo!- Dusknoir aprì
l’enorme pancia e da essa
uscirono fiammelle viole che scottarono il mio avversario.
Attacco
riuscito.
-Mawile
coraggio! Usa Pugno d’ombra!- La mawile scattò in
avanti e usò la tecnica.
Attacco
super efficace.
-Dannazione…Dusknoir
usa Martelpugno!- Dusknoir non aveva intenzione di sbagliare e si
teletrasportò
alle spalle dell’avversario e usò martelpugno.
Attacco
super efficace! Mawile resta con un solo punto di salute, la scottatura
fa il
suo dovere e manda K.O. la pokemon.
Il
ragazzo non si arrese e usò un altro pokemon.
-Dusknoir
ben fatto, tocca a te Galvantula!- Io ritirai il vincitore e usai il
pokemon
ragno.
-Galllvvv!
(Eccomi!)- Il pokemon si mise in posizione per attaccare.
Il
ragazzo si prese un attimo per riflettere e scelse Aerodactyl.
-Fai
attenzione Galvantula! Usa Elettrotela!- Iniziai avvisandolo della sua
pericolosità.
Galvantula
aprì le fauci e sputò una ragnatela di
elettricità. Ma per il pokemon
preistorico fu pronto ad usare Aeroassalto per distruggere la tela e
colpire il
mio pokemon.
Attacco
fallito, Galvantula è danneggiato dalla mossa super efficace
di Aerodactyl.
-Accidenti!
Galvantula, ritirati! È troppo forte per te!- Io presi la
pokeball per
richiamarlo ma…
-Gaaallllvvv
(Non mi arrendo!)- Sbottò la tarantola gialla.
-AArrrr(Stupido!
Dai retta al tuo allenatore! Altrimenti muori!)- Aerodactyl
svolazzò in mezzo
al ponte.
-GGGaaallllvvv!
(prendi questo!!!)- Il mio Galvantula era molto orgoglioso ma anche
furbo.
Il
pokemon, a grande sorpresa, usò energipalla!
Attacco
super efficace .
-Aaaaarrrr!(Maledizione!
Com’è possibile?)- L’Aerodactyl rimase
stordito dal colpo.
-TTuuuullllaaa
(Non è finita qui!)- Il pokemon elettroragno usò
Retromarcia sicchè potesse
danneggiare l’avversario e tornare nella pokeball.
Attacco
riuscito, Galvantula torna nella pokeball.
-Tocca
a te, Sigilyph!- Usai il mio pokemon Volante per terminare la lotta.
-Sigggilll!
(Come on!)- Sigilyph scattò in avanti e usò
l’attacco Baldeali per danneggiare
in via definiva l’avversario.
L’allenatore,
mio avversario, ghignò a bassa voce e usò
l’ultimo pokemon: Umbreon.
Inutile
dire che usai il mio pokemon preferito Lucario che usando la mossa
assorbipugno
completò la sfida con la vittoria del sottoscritto.
Io,
ovviamente, mi complimentai con il giovane.
-Però
sei stato bravo, di solito gli altri allenatori non sconfiggono nemmeno
uno dei
miei pokemon.- Affermai.
Qualche
ora più tardi ero arrivato alla regione dove si trovava
Lavandonia. Mentre
camminavo per un percorso ricevetti una chiamata da Aralia.
-King?
Tutto bene?-Lei sembrava un po’ turbata.
-Sì,
tutto ok! Sto attraversando il percorso che mi porterà a
Lavandonia…- Non
appena dissi questa parola il cielo tuonò.
-Accidenti,
è meglio se mi sbrighi!- Dissi io mentre affrettai il passo
e chiusi la
chiamata.
Ero
arrivato molto più in fretta di quanto mi aspettassi, il
cielo tuonava ma la
pioggia non scendeva… questo fenomeno mi era molto strano.
“Uhmmm…i
tuoni sono frequenti ma non piove.” Io decisi di proseguire e
arrivai alla
torre.
Ne
più mai mi sarei aspettato di incontrare orrori al limite
dell’umano.
Presi
dallo zaino (chi in questo mondo non lo porta?) una mappa e potei
osservare il
paesello
di Lavandonia.
-Interessante,
all’inizio vi è un pokecenter, dove posso curare i
miei pokemon.- Commentai e
pensai che la cosa più saggia fosse quella di andare a
curarli e depositarne
qualcuno dei miei.
Così
feci e lasciai Sigilyph al box. Nota curiosa: Non ho visto
l’infermiera in viso
poichè aveva la frangetta molto lunga che non si vedevano
gli occhi.
Comunque
mentre m’incamminavo per il paese un signore mi
fermò e mi diede una figura di
legno che rappresentava una lettera in alfabeto Unown. Una elle.
Man
mano che proseguivo per la torre, le persone che passavano, mi
fermavano per
darmi un pezzo di legno e ogni volta era una lettera
dell’alfabeto unown.
In
totale erano otto. E formavano una frase in inglese ma che non riuscii
ad
abbinarle il significato.
Alla
fine ero arrivato alla torre di Lavandonia. Io mi sentii male, avrei
preferito
tornare indietro ma qualcosa mi impediva di fare dietrofront.
“Sarà
meglio chiamare Belle.” Io digitai il numero ma la linea
appariva disturbata,
lo schermo era grigio e con tanti puntini. Io continuai a fissare lo
schermino
per vedere se riuscivo a prendere il segnale ma un’immagine
inquietante di uno
spettro nero che non somigliava per nulla ai pokemon conosciuti finora
mi fece
spaventare tanto che lasciai cadere il pokegear.
-Che
diavolo era quello??- Io iniziai a sudare dalla paura.
Mi
adagiai sui gradini della torre e iniziai a respirare lentamente per
fermare i
battiti accelerati del mio cuore.
“Uff…ufff…
Sarà meglio che usi la
macchina
fotografica.” Io, con le mani tremanti
per il nervoso, presi la
macchina fotografica modello amatoriale ma non troppo.
Mi
alzai dallo scalino e sentendomi pronto, varcai il portone del
cimitero. Mi
guardai in giro: era tutto maledettamente buio. Presi la torcia
elettrica,
iniziai a salire il primo piano e con la torcia illuminavo le lapidi
dimenticate. Passai attraverso due tombe e incontrai un ragazzo che era
chino
su una di esse e al suo fianco vi era un umbreon. Egli stava accendendo
un cero
per il suo pokemon defunto.
-Salve…-Cercai
di attirare l’attenzione per poter parlagli. Ma mi resi conto
di un fattore
spiacevole: era il giovane incontrato sulla nave.
-Salve…anche
tu sei qui per pregare per i defunti.- La voce suonava come un lamento
disperato e cupo.
-No,
sono qui per investigare.- Risposi, ero stupito dal fatto che non mi
avesse
riconosciuto.
-Oh…capisco.
Tu vuoi dirigerti spontaneamente alla pazzia.-La frase già
inquietante per sé
lo era ancor di più per via del tono calmo.
Il
ragazzo si alzò in piedi e si girò.
-AAAhhh!-Io
urlai dal terrore. Aveva due buchi vuoti al posto dei bulbi oculari,
aggiunsi
con sgomento:-Cosa diavolo ti è successo?-
Lui
mi sorrise e rispose:-Un allenatore molto potente mi ha ucciso la mia
Mawile e
ora io sono qui per trovarla.-
Io
non riuscii a capire:-Chi è questo allenatore?-
-L’ho
incontrato sulla nave, mi ha sconfitto e Mawile è morta a
causa delle
scottature.- Mi spiegò senza sapere che io,
l’assassino del suo pokemon, ero di
fronte a lui.
-Come
hai fatto a cavarti gli occhi?- Io iniziai a perdere la
lucidità.
-Lui
me li ha cavati… affinché non vedessi gli altri
morti.-Lui era fuori di sé… o
lo ero io?
Io
non risposi ma scappai al secondo piano, deglutii la saliva e cercai di
stare
calmo.
-Ciao
King.- Io mi rizzai il pelo.
Con
la torcia illuminai una delle lapidi. Su di essa sedeva unadonna
in kimono bianco.
-Chi
c’è?- La donna dai capelli neri mi sorrideva e
aveva uno sguardo folle.
-Benvenuto
King, fra non molto morirai…- Il tremolio della candela
faceva apparire i suoi
occhi ancora più grossi e penetranti.
“Ah
si? Molto consolante…” Io senza perdere tempo
presi la macchina fotografica e
le scattai una foto. Il flash fu così forte che io stesso
rimasi accecato.
Senza
perdere tempo andai a vedere nella galleria delle immagini
scattate… un alone
blu era presente nella foto… uno spettro?
“È
assurdo!” Pensai a questo e un’altra cosa
accadde…
Un essere
fatto di fumo nero e gli occhi e il sorriso bianchi
si presentò. Era
lo stesso del pokegear.
Io
non me ne accorsi proprio e lui approfittò di questo per
usare vuototetro e
incubo insieme.
-Ma
che…- Crollai a terra addormentato.
Quanti
minuti o ore erano passati? Non riuscivo a capire ciò che
era accaduto, l’unica
cosa che ricordavo era quella massa nuvolosa nera…scossi la
testa e una fitta
sulla fronte mi fece mugolare dal dolore.
“Che
diavolo? La fronte mi sanguinava.” Mi passai la mano sulla
fronte e vidi le
dita leggermente rosse.
-Devo
essere caduto…- Non trovavo una risposta più
razionale.
Mi
guardai in giro e ciò che vidi era la mia torcia accesa.
Allungai la mano,
l’afferrai e iniziai ad illuminare i dintorni.
Un
piccolo esemplare di Riolu giaceva a terra. Io, che adoro i pokemon
aura
scattai per vedere come stava.
-Ehi?
Tutto ok? Non ti senti bene?- Io lo strinsi tra le mie braccia e,
istintivamente, misi una mano dietro la mia schiena per prendere un
revitalizzante
e curarlo ma mi accorsi poi, che non avevo lo zaino con me e nemmeno i
pokemon!
-Maledizione!-Imprecai
per la rabbia, continuai a cercare un modo per curare il piccolo
cucciolo.
-Riioo
(King… sono io.)- Il piccolo Riolu alzò una zampa
come volesse avere un piccolo
gesto di conforto.
Io
gliela strinsi… avevo capito quello che era
successo…
-Lucario…sei
tornato ad essere un Riolu. Com’è
successo?-Ovviamente non potevo avere la
risposta.
-Riooo…(addio.)-
Il Riolu chiuse debolmente gli occhi… la zampa perdeva
forza…
-Riolu…-Scie
di lacrime solcarono le mie guance… provavo un dolore
indicibile, il mio primo
compagno, amico e fratello era morto. Singhiozzai con violenza, non
riuscivo a
respirare per l’aria che non riusciva a passare per la gola.
Le gocce lavarono
il viso tondo del cucciolo.
Io
non volevo lasciarlo… ma qualcosa attirò la mia
attenzione: una parola scritta
con il coltello e con inchiostro rosso sangue.
-Corri!-Io
lessi la parola… ma non riuscivo a capire il
significato… perché dovevo
correre?
Sentii
il rumore di una parete che crollava. Io mi alzai di scatto e
stringendo il
Riolu tra le mie braccia iniziai a scappare.
La
cosa che mi inseguiva era una mano bianca…
I
miei occhi erano rivolti in avanti… non guardai mai
indietro, le mie gambe
seguivano un’andatura da corridore olimpionico.
“Corri,
corri, corri!” Ripetevo mentalmente mentre le mie gambe
iniziavano ad
arrossarsi… poi sentii i dolori ai muscoli e sentivo che mi
scoppiava il cuore
nel petto.
Il
corridoio, da rosso, divenne sempre più nero. La luce della
torcia non
illuminava più nulla…
Ogni
fibra del mio corpo mi supplicava, mi minacciava, mi urlava di
fermarmi… ma io,
testardo, correvo.
Fino
a che… il corpo si rifiutò di muoversi e caddi
come un sacco.
Al
petto stringevo come un tesoro il mio Riolu.
Mi
girai con il corpo per vedere la mano bianca. Quella mano…
era sparita.
Tirai
un sospiro di sollievo… ero salvo. I miei occhi erano
pesanti… troppo pesanti.
Mi addormentai.
Aprii
gli occhi qualche minuto dopo… e notai che ero su una
barca… il dolce cullare
dell’acqua mi spinse a non domandare e
passare…l’ultima cosa che vidi era una
gardevoir… un po’ diversa da come le ricordavo che
era al timone e una sua mano
stringeva un remo.
Il
mio corpo si era finalmente ripreso… le forze mi tornarono.
Aprii
gli occhi e quello che vidi era di nuovo quella gardevoir che avevo
visto poco
prima.
“Il
mio nome è Charon… tu sei stato chiamato da
qualcuno…” La
gardevoir
mi parlava telepaticamente.
Io
non riuscivo a capire… ma come disse Virgilio a Dante:
Vuolsi così colà dove si
puote / ciò che si vuole, e più non dimandare. Io
non chiesi niente e seguii la
pokemon.
Un
enorme stanza… una sola tomba. Io lasciai Charon e andai a
leggere le parole
scolpite sul loculo marmoreo: Qui dorme in pace King, eccellente
allenatore.
Amato dai suoi pokemon e da coloro che lo conobbero e lo stimarono.
Il
mio viso divenne di ghiacciolo, la data riportava la data di oggi.
Dalla
tomba uscì fuori quel essere di cui conoscevo solo il nome:
Buried Alive.
-Ciao…vuoi
combattere contro di me? Sono triste e mi sento molto, molto solo!- Il
sepolto
vivo, aprì le pokeball che aveva nel suolo e
iniziò la lotta.
-Aspetta!
Come combatto? Non ho pokemon con me!- Protestai.
Ma
lui fece finta di non sentirmi e usò due pokemon
inquietanti: Pikachu e Eevee…
perché inquietanti? Non erano sorridenti come sempre ma
avevano il muso triste
e ciò mi rendeva molto sconvolto.
-Accidenti!-Io
dovetti cercare di evitare i loro attacchi che si basavano su colpi
fisici ed
elettrici. Ma per quando avrei resistito?
Un
altro colpo e caddi a terra con una slogatura alla gamba
sinistra…
-Dannazione…-Non
volevo morire!
Un
pokemon altresì noto come Celebi era apparsa per
aiutarmi… lo capii dalla magia
che lei usava… non ricordo il nome, era uno scampanellio. La
ferita sparì e io
volevo usare il pokemon rosa per lottare contro il mio avversario.
Ma
notai che il pokemon era orrendamente tranciato a metà.
Avevo la mente piena di
continui orrori che vedevo.
-Sei
ancora vivo nonostante la ferita…- Notai questo mentre lui
si volatizzava via…
Io
allora compresi… se volevo uscire, dovevo morire…
-E
sia, diamo un taglio a tutto questo!- Io strinsi i pugni e mi gettai ai
miei
carnefici…
Sentivo
dolore ovunque… non potevo vedere, sentire e nemmeno
gridare… Avevo gli occhi
chiusi, persi la sensibilità delle mie braccia e delle mie
gambe…
Al
loro posto vi erano pezzi tranciati… un fiume di sangue
uscivano dalle ossa
mozzate e io non dicevo nulla pregavo solo di
morire…morire… è un po’ come
vivere.
Sentivo
una voce… ma non riuscivo a capire chi fosse.
Aprii
gli occhi… quest’immagine ancora oggi la ricordo
come la vidi la prima volta.
“Red…”Lo
riconobbi subito… era il leggendario allenatore della prima
generazione. Era
ridotto allo stesso modo.
I
simboli
unown che avevo portato con me… pensavo fossero solo pezzi
di legno… mi
sbagliavo.
Essi
erano neri e lucidi… vivi… erano vivi! Si misero
in fila e girarono intorno al
corpo di Red sempre più rapidamente e infine si
fermarono…
LEAVE
NOW
“Si…”Io
pensai solo a questo mentre il mio cervello pulsava continuamente per
il grande
sforzo di rimanere lucido…
Questo
non aveva senso… era una pazzia!
Qualche
secondo dopo, milioni e milioni di unown diedero vita a una creatura.
Era composta da tanti simboli unown che, attraverso un fenomeno noto
come
magnetismo, erano tutte salde tra di loro.
Essa
molto diversa da quelle che conoscevo, mi colpì con un
artigliata e… i miei
occhi videro solo un bagliore bianco il bianco.
Quanto
tempo era passato? Sentivo alcuni versi… erano i versi dei
miei pokemon.
Aprii
gli occhi e mi guardai in giro… tutti erano vicini a
me… Lucario, Dusknoir,
Houndoom, Galvantula e gli altri.
Mi
toccai la testa… un attimo… ho le braccia e le
gambe al loro posto! Ero
scappato da quella dimensione!
O
forse… era stato un sogno? Un bruttissimo sogno?
La
mia mente si annidò di dubbi…
I
miei pokemon stavano bene, io ero vivo… il pokegear
squillò.
-Pronto
King?- La conobbi la voce… era Aralia.
-Sì?-
-Sei
arrivato a Lavandonia?- Lei non sembra essersi accorta che io avevo lo
sguardo
stanco.
-Sì…adesso
sto tornando.- Risposi. I miei pokemon mi guardarono con
l’aria interrogativa…
-LLuuu
(ma non siamo ancora arrivati! Perché… )-
-Hooounnd (hai mentito?)-
-Niente
discussioni! Andiamo a casa che, per una settimana, vi lascio
divertire.- La
proposta bastò per i miei amici che non aggiunsero altro e
tornarono nelle
pokeball.
Poco
prima di salire su Sigiliph vidi alcune foglie muoversi e andai a
controllare.
-Oh,
un piccolo eevee…- Il pokemon era rimasto impigliato in
alcuni arbusti e non
riusciva a liberarsi.
Io
lo liberai e decisi di consegnarlo alla professoressa Aralia una volta
arrivati.
Aralia,
al mio ritorno disse che il file che conteneva quella musichetta era
scomparsa
e al suo posto era apparsa una schermata che io riconobbi molto bene: MissingN0
aveva cancellato
tutto!
Io
salutai la professoressa e decisi che avrei indagato per conto mio.
Feci una
terribile scoperta...
FINE
Eccoci al finale, che cosa avrà mai scoperto? Questa domanda resterà senza alcuna risposta e molti giovani che lessero questa storia decisero di indagare e sta a voi scoprire ciò che era accaduto a King. Alla prossima!
P.s.
Ecco i link della musica e una spiegazione molto esauriente del mistero di Lavandona:
1) http://www.youtube.com/watch?v=MK2iLnTR9V8&feature=related
2) http://www.youtube.com/watch?v=gSSbgc13MgE
Dopo averli visti la vita non potrebbe essere più la stessa...