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Autore: viktoria    25/07/2012    0 recensioni
I passi dell’uomo dietro di lei si erano fermati. Il suo respiro era calmo. Anna sorrise e si voltò verso di lui con un’espressione pacifica. Andreij non sarebbe venuto a salvarla era inutile cercare di vincere contro il destino.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Affari di Famiglia'
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Ragazzi è una super storia nonsense, non fate caso al fatto che in Russia non ci sia più la monarchia e fate finta che tutto ciò che leggete sia vero.
Buona lettura

- adesso amore mio mi devi promettere una cosa, devi badare a Sam, devi fare in modo che non gli succeda nulla e tu devi restare qui finché non verrà a prendervi il papà.- baciò la fronte del bambino di appena 5 anni, era piccolo e tremava di paura mentre stringeva tra le braccia il suo fratellino, Samuele. Lui aveva solo un mese. Anna chiuse l’alta dell’armadio dove aveva chiuso i due bambini, i suoi bambini, i più piccoli e scappò via di nuovo, rimase solo una leggera impronta di sangue, aveva la mano ferita a causa di una caduta. Ripresa a correre cercando di nascondersi nella grande casa piena adesso di nemici. Non correva più come prima adesso che Sam e Dean erano al sicuro non sapeva più per cosa lottare.

Tutti i suoi figli erano via, erano al sicuro da qualche parte, Andrea…non voleva pensare a dove fosse Andrea. Ecco lì la sua vita. si reggeva tutta sulle gambe stanche e affaticate di una donna che a 35 anni sentiva ormai di aver vissuto completamente la sua vita. o di non averla vissuta affatto.

Ma ormai non c’era più tempo.

Aveva ormai raggiunto il giardino, cercava di correre ma si sentiva lenta come se corresse sulla sabbia, come se ogni passo le costasse una fatica troppo grande per il suo fisico ormai debilitato. Per il suo cuore spezzato.

Sentì avvicinarsi dei passi dietro di lei. Dei passi forti, insistenti. Dei passi che correvano mentre lei adesso aveva preso a camminare.

Aveva un’andatura composta e piano piano avanzò fino ad entrare nella fontana davanti a lei ancora spenta dopo la notte. Sentiva l’acqua fredda sotto i piedi nudi e tagliati e le dava una piacevole sensazione di calma. Aveva le braccia lungo i fianchi e la leggera sottoveste di chiffon che le ondeggiava attorno mossa dal vento. Lo sguardo fisso in un punto che era vicino e allo stesso tempo lontano, lontanissimo.

Ricordava.

Ricordava il momento in cui aveva dato alla luce Riccardo, aveva solamente 13 anni. Ricordava quando aveva sposato Andrea per la prima volta. Ricordava di aver scoperto il suo tradimento con sua sorella, aver visto il ventre di lei rigonfiarsi dolcemente come aveva fatto il suo tre anni prima. Un figlio. Un figlio di Andrea. Ricordava la prima volta in cui aveva visto il viso di suo padre quando era venuto a salvarla dall’ex principe azzurro. Ricordava di aver pianto come mai in vita sua quando aveva detto addio al suo ometto, al suo principino per lasciarlo nelle mani della nuova mamma. Ma il re adesso aveva un’altra moglie. Come Enrico VIII lui si era liberato di lei. Ricordava il buio, il freddo e la tristezza della Russia, dei palazzi dorati che per lei erano una gabbia. Ricordava la dolcezza velata dall’arroganza di Andreij. Ricordava il matrimonio con Aleksandr Romanov. Ricordava gli anni da zarina e l’ascesa al potere di suo padre. Ricordava di essere stata salvata dall’annullamento dalla sua guardia del corpo, migliore amico e anima gemella. Andreij l’aveva salvata in tutti i modi in cui una persona poteva essere salvata. Ma alla fine chissà perché era tornata tra le braccia del re assassino. Aveva preferito lui alla sua anima gemella. Vedeva ancora gli occhi verdi di Andreij che la imploravano di rimanere a casa loro, con il bambino che avevano avuto insieme. Ma lei era andata via. Aveva abbandonato Andreij e Alekseij per un uomo che adesso era via. Chissà dove. Chissà con chi.

I passi dell’uomo dietro di lei si erano fermati. Il suo respiro era calmo. Anna sorrise e si voltò verso di lui con un’espressione pacifica. Andreij non sarebbe venuto a salvarla era inutile cercare di vincere contro il destino. L’uomo somigliava tantissimo al suo migliore amico. Avevano lo stesso taglio di capelli. Un agente russo, lo stesso viso segnato dalla stanchezza e privo di espressioni. Chissà se quell’uomo sapeva di poter ancora provare dei sentimenti. Magari un giorno una donna sarebbe riuscita a sciogliere il cuore di ghiaccio che aveva davanti.

Ma a lei non sarebbe stato concesso il tempo per scoprirlo.

Aprì appena le braccia, sembrava una Madonna. Sorrise. L’uomo alzò la pistola - Простите, Ваше Величествоmi spiace vostra maestà e sparò. Un colpo secco che le perforò il cuore. Non sentì nessun dolore.

In quegli istanti pensò che fosse normale, aveva sofferto troppo. Eppure nello stesso momento provò felicità e dolore. Felicità per aver salvato i suoi figli. Dolore per aver condannato Andreij a morte. Ma l’ultimo pensiero, l’ultimo sorriso era soltanto per lui. Il suo amato carnefice.

  
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