12
Booth
e Brennan si spostarono
nel salone.
Camminando,
lei non poté fare
a meno di guardare per terra. Si sentiva in imbarazzo, così,
abbassare la testa
era un tipico comportamento molto frequente che si assumeva in tali
situazioni.
Di
cosa doveva vergognarsi
poi… proprio non riusciva a capirlo. Ma, irrazionalmente,
compì quel gesto lo
stesso, ed un sorriso le comparve in volto. Anzi, emise proprio un
piccolo
riso, che fu udito subito dall’uomo.
“Perche
ridi?”.
“Ho
visto… i tuoi calzini, li
trovo molto… belli”.
Una
delle caratteristiche di
Seeley Booth, oltre alla famosa cintura Cookie, era
l’indossare calzini
piuttosto orrendi, colorati e talvolta infantili.
Li
teneva poi con vestiti
classici, eleganti e monocolori. Lui stesso ammetteva che era una mania
piuttosto bizzarra. Ma ormai era impossibile farne a meno.
Ricambiò
la risata, calmando
l’aria fin troppo tesa che si era creata con
l’arrivo della donna. Per un
momento, furono più tranquilli.
Si
sedettero sul divano, e si
guardarono nuovamente negli occhi. Non volevano ricreare quel silenzio
imbarazzante. Tempe non riusciva più a vivere con tutta
quell’insicurezza, voleva
andare via da quel posto il più presto possibile.
Così…
“Ho
pianto in questi giorni”.
Esordì
lei. Ma Booth, che non
aveva ascoltato la frase pronunciata in un sussurro,
continuò a giocare,
sorridendo.
“Mi
sembra tutto così
scontato. Andiamo… io soffro, tu soffri, io ti confesso il
mio amore e tu mi
rifiuti… adesso vieni qua, e tutti si aspettano una
commovente riconciliazione,
e magari anche…”.
Si
fermò, visto che lei non
sembrava più divertita. C’era qualcosa di strano
nella sua espressione, e lui
lo notò subito, almeno quando finì la frase e la
osservò con attenzione. Non
sembrava nulla di buono.
“Io
non voglio alcuna
riconciliazione. Sono venuta solo per ringraziarti”.
Quelle
parole arrivarono
dritte al cuore, spezzandolo in mille pezzi, frantumandolo senza
pietà e
uccidendolo con alcuna pena. Cosa stava facendo? Rovinando tutto, per
caso?
Perché? Cosa non andava bene?
“Cosa
diavolo significa ‘non
voglio alcuna riconciliazione?’”.
Booth
cominciò ad adirarsi,
ma al tempo stesso desiderò placarsi. Non doveva aggravare
la situazione.
“Sei
un uomo magnifico, ti
ringrazio per tutto quello che hai fatto. Grazie Booth, lo apprezzo
davvero
tanto”. Adesso lei era in lacrime.
“Cosa
stai dicendo?? Io sono
qui, perché mi ringrazi? Ehi, perché piangi,
Bones!”.
Non
riusciva a capire il
perché di quelle parole, che tanto suonavano come un addio.
“Devo
andare. Ciao”.
Si
alzò velocemente dal
divano e si diresse verso la porta. Non voleva dare l’idea di
scappare, ma
cercò comunque di uscire il più presto possibile
dalla casa. Non le piaceva
piangere, non le piaceva il fatto che altre persone la vedessero
così debole.
Non voleva, soprattutto se si trattava di lui, l’unica
persona al mondo per cui
avrebbe fatto di tutto, in modo molto, molto… irrazionale.
Mentre
lei camminava, Booth
balzò dal divano e l’afferrò per il
braccio, stringendola a se, e impedendole
di andare via. Quasi con violenza, la teneva prigioniera della presa
possente,
negando alla donna ogni singolo movimento. Poteva solo respirare.
Non
avrebbe mai voluto
trovarsi in una situazione del genere, sperava tanto che fosse venuta
per
chiarire, e tutto si sarebbe risolto, sperava di poter toccare quelle
braccia
in modo delicato, sfiorare le sue labbra e farla sua completamente.
Ma,
stranamente, stava
succedendo l’esatto contrario. La fissò dritto
negli occhi. Aveva uno sguardo
serio ed imponente, gelido come nessun’altra cosa. La
fissava, magneticamente.
Stava vedendo tutto ciò che voleva… andare via.
E
Brennan… per la prima
volta, non aveva parole da dire.
Lei
si dimenava, cercando di
liberarsi dalla presa, e ci riuscì, Seeley non voleva
trattenerla con la forza,
non l’avrebbe mai fatto, con nessuna donna.
Tuttavia,
lei continuava a
piangere, furiosamente.
Stava
lì, impalata, senza
muoversi, senza emettere alcun suono, lo guardava soltanto, come se
quella
fosse stata l’ultima volta in cui l’avrebbe visto.
Lui
la prese di nuovo, con
dolcezza. Non riusciva a staccarsi da lei. Il desiderio gli bruciava
dentro, e
la stessa cosa valeva per la sua partner.
I
loro sguardi, poi…
Quasi
con rabbia, la baciò,
premendo a forza le labbra contro quelle della donna. Solo il tempo di
quel
contatto, e subito il bacio venne ricambiato, in modo passionale e
travolgente.
Le lingue arrivarono a toccarsi per lungo tempo, senza lasciarsi mai.
Le
mani della donna andarono
a toccare la schiena dell’uomo, saggiandone la consistenza,
verificando che
quello non fosse un sogno, bensì la realtà.
Una
fantastica realtà.
Erano
pronti a far esplodere
il loro amore e, in pochi minuti, si ritrovarono spogli di tutti i
vestiti.
*
* *
Una
nuova carrellata di ossa invase
il Jeffersonian, che sembrava completamente vuoto. O meglio, privo
degli
elementi portanti del laboratorio.
C’erano
più di cinquanta
comparse sparse per tutto l’edificio, si divincolavano avanti
e indietro, molto
probabilmente senza meta.
L’ultimo
caso di omicidio era
ancora fermo, e senza Temperance a dare ordini era difficile andare
avanti. Misteriosamente,
mancava anche Angela.
Hodgins
era assente, visto
che aveva chiesto il permesso per un giorno libero. Permesso che gli fu
accordato, al costo di una giornata extra di lavoro.
Booth
ormai mancava da
settimane e, comunque, per quanto fosse bravo, il suo aiuto non sarebbe
servito
a molto per l’esaminazione dei cadaveri.
Era
strabiliante come tutti
potessero assentarsi senza farsi scoprire o avere problemi, in modo
assurdo tra
l’altro.
Rimaneva
solo Zack, il quale,
giostrandosi tra le ossa, cercava di essere il più operativo
possibile. Proprio
lì, faceva congetture ed esaminava resti, adattandosi alle
circostanze.
*
* *
Angela
asciugò le lacrime.
Si
voltò, rivolgendosi verso la
finestra ancora aperta del suo appartamento. Sentì il vento
carezzarle la
pelle, i capelli fluttuare nell’aria e le goccioline
d’acqua arrivare fino al
collo. Quella lettera… non avrebbe mai voluto riceverla.
Non
avrebbe mai voluto
credere che Tempe potesse scrivere quelle cose… che certe
cose potessero
accadere veramente, d’improvviso, quando tutto sembrava
andare per il meglio,
quando tutti potevano essere felici. Nella sua testa, cominciarono ad
emergere
vecchi ricordi, momenti passati con la sua migliore amica, momenti che
adesso…
al solo ricordo, l’avrebbero uccisa.
*
* *
L’appuntamento
non si rivelò
così catastrofico.
Marianne
era una grande
rompiscatole a volte ma, se scoperta a fondo, appariva come una bella
persona.
Condivideva
diversi interessi
con Hodgins, e ciò sorprese molto l’uomo.
A
Jack venne in mente una
stupida frase che lesse tempo fa: a volte,
l’amore nasce dagli errori più stupidi. Che
potesse essere quello il suo
errore fortunato?
Provava
ancora qualcosa per
Angela, non poteva negarlo, ma forse, molto probabilmente, avrebbe
voluto
percorrere una strada completamente sconosciuta, prima di tornare su
quella vecchia.
Di una cosa era certo: quello, era solo un inizio.
Brindarono,
con una coppa di
champagne alzata al cielo.
*
* *
Booth
dormiva beato nel
letto.
La
notte trascorsa con Temperance…
era stata un’esperienza che difficilmente avrebbe
dimenticato. Un ricordo
bellissimo, che l’aveva persuaso completamente. Si era
finalmente congiunto con
la donna che amava, con quell’amore che poteva rivelarsi il
più importante
della sua vita.
Quell’unione,
quell’emozione
profonda, l’orgasmo reciproco, aveva soddisfatto entrambi. E
la sensazione che
avrebbe potuto provare nello svegliarsi e ritrovarsi accanto a
lei… era troppo
forte per dormire ancora.
Aprì
gli occhi, lentamente.
Si accorse di essere completamente nudo, con tutte le coperte sparse
per il
pavimento. Ridacchiò, e girò il volto per vederla.
Era
calmo e rilassato, almeno
finché non si accorse di essere solo.
Si
alzò sulla schiena, e si
guardò attorno.
Lei
non c’era. E nemmeno i
suoi vestiti. Non c’era più niente.
*
* *
Alla
stazione, correva voce
che il treno avrebbe subito un ritardo nell’arrivare.
Così,
si sarebbe verificato
un ritardo anche all’arrivo. La cosa infastidì
terribilmente i passeggeri
impazienti, i quali chiedevano informazioni ovunque.
Era
uno strano mezzo di
trasporto che poche volte aveva usato.
Brennan
si appoggiò sulle
scomode sedie marroni, aspettando che il veicolo arrivasse.
Sperava
presto, perché non le
piacevano i ritardi, e non voleva trattenersi ancora lì.
Soprattutto adesso,
che non aveva più tempo da perdere.
Alcune
nuvole coprirono la
visuale del cielo. Sembrava completamente offuscato.
Angolo
dell’autore
E
così termina questa storia (?).
In
verità, no, perché sono sicuro che
chiunque abbia letto il finale vorrebbe cercarmi e darmele di santa
ragione.
Effettivamente, non avete tutti i torti! Soprattutto, se teniamo conto
delle
ultime situazioni, che sono solo piccoli prologhi a quello che
verrà dopo… si,
la questione: mentre cercavo di dare una degna conclusione alla fic, mi
sono accorto
che ci sono troppi elementi che avrei potuto sviluppare, magari anche
parecchio
interessanti. Al tempo stesso, però, sentivo che una parte
del racconto era già
conclusa, perciò continuare sarebbe stato inutile e avrebbe
tradito le premesse
iniziali della fic. In definitiva, ho deciso di scindere le trame, e
ambientare
il continuo delle vicende in un secondo titolo, un seguito. Ho inserito
“il
mistero di Brennan” solo nelle ultime modifiche, anche se
alla fine sarà il
nocciolo del (prossimo) racconto.
Perciò,
cosa ha costretto la nostra
antropologa a scappare da tutti e compiere un gesto tanto irrazionale?
Cosa c’è
scritto nella lettera che ha ricevuto Angela? Come si
rapporterà Hodgins con la
sua nuova conquista? Come prenderà la notizia Booth?
Lo
scoprirete, ma non adesso!
Tempi:
prometto che non farò passare
un’eternità per pubblicare la continuazione, credo
che se ne riparlerà dopo
l’estate, a settembre. Anche perché non vorrei far
scocciare nessuno per la
lunga attesa.
Prometto
anche capitoli più corposi e
ricchi di colpi di scena.
Spero
che troviate l’idea non troppo
malvagia!
Pertanto,
vorrei ringraziare le persone
che hanno recensito questa storia: Fras,
Defunkt, Radiolina_936, CCSerena89,
Roby_Marauder e in particolare Beckett66,
presente assiduamente dall’inizio alla fine.
Ringrazio
di nuovo Defunkt per aver inserito
la storia tra i preferiti.
Inoltre,
ringrazio tutte le persone che
hanno messo la storia tra le seguite: Beckett66,
CCSerena89, chachot, Fras, harlem, Radiolina_936, ReiraIchinose99,
wchicco95.
A
presto!