Ok,
questo capitolo è stato scritto prima di vedere il nono
episodio della seconda stagione, quindi Victoria
“MatiteAssassine” Argent è
ancora viva e Allison non ha ancora intenzione di far fuori Derek.
Inoltre,
come nella maggior parte delle fanfiction su Teen Wolf qui il branco
è in una
specie di situazione idillica in cui i componenti invece di volersi
sgozzare a
vicenda riescono a stare nella stessa stanza per più di
venti secondi ed
uscirne –quasi- incolumi. Buona lettura! (Ah, non
potrò aggiornare per un po’ perché
vado in vacanza, ma tornerò presto! Grazie a quelli che
hanno aggiunto la
storia alle seguite e alle preferite!)
If
I die young
Luck runs out
Crawl from the
wreckage one more time
Horrific memory
twists the mind
Dark,
rugged,
cold and hard to turn
Path
of destruction, feel it burn.
(All
Nightmare
Long – Metallica)
04#
Derek Hale
Se Derek fosse
stato il tipo da reagire alle situazioni disperate con della sana
ironia, del sarcasmo,
o anche più semplicemente un po’ di umorismo,
doveva ammettere che in quell’esatto
momento si sarebbe buttato a terra rotolandosi dalle risate per
l’assurdità di
quello che stava accadendo.
Non era un genio
della matematica – non aveva neanche finito il liceo a dirla
tutta – ma non
credeva che le probabilità di morire in un incendio nella
stessa, identica casa
in cui poco meno di un decennio prima era morta la sua famiglia
potessero
essere così alte. Ergo, doveva esserci qualcuno o qualcosa
che evidentemente lo
detestava dal profondo del suo essere e che continuava a mandargli
segni del
fatto che lui sarebbe dovuto morire insieme agli altri quella notte.
Beh, se Derek
non era esattamente il tipo più divertente che potevi
incontrare, era
sicuramente uno dei più irritabili. E in
quell’istante, mentre cercava di farsi
strada fra il fumo penetrante che gli annebbiava i sensi e i pezzi di
legno
marcio che cadevano dal soffitto in fiamme, l’alfa era
decisamente furioso. Con tutte le
volte in quegli
anni in cui si era chiesto perché era ancora vivo, che si
era detto che non era
giusto e che sarebbe stato molto meglio se fosse morto soffocato in
quel
dannatissimo incendio, Derek non poteva assolutamente accettare di
morire in
quel momento. Non proprio quando si era finalmente costruito, trovato
una nuova
famiglia. Non poteva morire e lasciarli soli perché
onestamente non credeva
fosse mai esistito un branco più disastrato del suo nella
storia dei lupi
mannari e loro avevano bisogno di lui per sopravvivere. Una volta,
durante una
delle riunioni del branco, Stiles – che diamine aveva quel
ragazzino che
sembrava impedirgli di restare fermo per più di cinque
secondi? – aveva
improvvisamente guardato tutti i presenti seduti in cerchio in quello
che una
volta era stato il salone di casa Hale e si era messo a ridere:
“Mi sembra di
far parte di uno di quei gruppi di recupero per alcolisti.” E
sebbene Derek non
avesse fatto altro che grugnire per risposta, pensava che in effetti la
definizione calzasse a pennello. Per questo, per tornare dal suo
branco,
avrebbe lottato con tutte le sue forze, e sarebbe uscito da quella casa
sano e
salvo a tutti i costi.
Cominciava a
sentirsi disorientato, mentre cercava una via d’uscita fra le
fiamme con il
dolore che aumentava a dismisura e le ferite che bruciavano per il
sudore
salato. Il crepitio delle fiamme si era fatto sempre più
forte nella sua testa
e ormai suonava come un fischio continuo nelle sue orecchie. Spostava
lo
sguardo annebbiato dal fumo ovunque intorno a sé cercando di
trovare una
scappatoia, ma non vedeva nient’altro che fiamme e il suo
corpo affaticato non
avrebbe resistito ancora a lungo.
Si sentiva
febbricitante ed era abbastanza sicuro che la sua mente non riuscisse a
percepire la realtà in modo lucido e concreto. Era
l’unico modo in cui riusciva
a spiegarsi come Laura potesse essere davanti a lui in quel momento,
visto e
considerato che sua sorella era morta da un pezzo. Laura gli mancava
più di
tutti nella famiglia; lei sapeva sempre tutto, sapeva sempre cosa fare.
E aveva
avuto ragione fin dall’inizio su Kate. Se solo Derek
l’avesse ascoltata, se
solo non fosse stato così cieco e stupido e incredibilmente
ingenuo, la sua
famiglia sarebbe stata ancora viva. Laura diceva che Kate era
“diversa”, e
Derek non capiva. Si arrabbiava con Laura e le diceva che solo
perché Kate era
umana non significava che lui non poteva frequentarla, diceva che se
sua
sorella avesse conosciuto Kate come la conosceva lui non
l’avrebbe odiata così
tanto perché Kate era fantastica, era
semplicemente giusta per lui. Ma ora
Derek capiva quello che Laura intendeva dire; Stiles e Allison erano
umani, ma
il loro odore non era “diverso”. Loro odoravano di
branco e di famiglia e di
casa e con Kate non era mai stato così.
Improvvisamente
Laura sparì da davanti a lui e Derek si accorse con orrore
di non essere più in
piedi. Guardò il proprio braccio steso di fronte a
sé e cercò di ordinargli di
muoversi con tutte le forze che aveva in corpo, ma ottenne solo un
debole
tremolio della mano. Provò ancora e ancora,
perché doveva assolutamente uscire
di lì – quello non poteva assolutamente essere il
suo momento di morire -, ma il
suo corpo era troppo stanco per riuscire ad alzarsi e portarlo via in
salvo.
I suoi respiri
si facevano sempre più spezzati e irregolari, sentiva il
proprio intero corpo
andare a fuoco e vide di nuovo Laura. Sorrideva e gli tendeva la mano,
e
accanto a lei c’erano suo padre e sua madre e persino suo zio
Peter, com’era
prima che impazzisse e diventasse un pazzo omicida. La sua famiglia sorrideva e lui si sentiva
scivolare come succede
nei momenti prima di addormentarsi e lentamente le fiamme intorno a lui
svanivano per lasciare posto alla sua casa, la casa in cui era nato e
cresciuto
prima che quell’incendio venisse appiccato.
Le ultime fiamme
stavano svanendo e lui quasi non percepiva più niente mentre
ancora lottava
inutilmente per restare sveglio. L’ultima
cosa che sentì prima di addormentarsi per sempre fu la voce
di Laura, calda e
familiare, che diceva “Bentornato a
casa.”
FINE.