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Autore: MrBadGuy    26/07/2012    5 recensioni
Vi lascio questo prima di partire, perché effettivamente non ho altro...
Tanti auguri Mr. Taylor!
MrB.
Ps. Ringrazio Renato Zero per i meravigliosi versi che mi hanno ispirato, nello scrivere questa OS.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Freddie Mercury, Roger Taylor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se vuoi,
Resto qui.
Ricomincio insieme a te!
Vedrai, guarirai.
Ti aiuterò a sorridere, se vuoi, se vuoi…

 

Roger puntò gli occhi dentro quelli neri e profondi di Freddie, li esaminò.

Erano completamente vuoti.

Sembrava, ogni volta che lo era andato a trovare dall'uscita di Innuendo a quella parte, che Freddie sfiorisse di più, alla stessa velocità della luce.

“Quindi, a cosa servirebbero le trasfusioni?”, anche se il biondino sapeva benissimo perché quel sangue veniva introdotto a forza in quel corpo smagrito e malato

“Mi fanno stare meglio”.

Era strano ricevere una risposta così telegrafica da Freddie; la si poteva aspettare da John, ma non dalla Regina, anche se, di Regina, non gli era rimasto più niente, se non l'ego.

Vedrai, guarirai. Quando starai meglio andremo a mangiare fuori, offrirò io, okay?”,

nessuna risposta, da Freddie, Roger ottenne solo un sorriso.

 

Io e te,
Torneremo,
Quell'attimo smarrito tempo fa...

 

Come un tuono, un ricordo arrivò improvvisamente, aprendo il sipario sui ricordi di Roger.

Ricordò quanto Freddie fosse carico poco prima di salire sull'immenso palco di Wembley, lo ricordava saltellante ed energico, che dirigeva quello spettacolo mastodontico.

Da lì tutto era cambiato: un calo notevole del fisico del cantante, catalogato da egli stesso come “un po' di raffreddore”.

-Raffreddore? Non farmi ridere!- il biondino cercò di scacciare l'amaro dalla propria bocca con il sapore di una sigaretta, ne offrì una al suo amico cantante, l'altro la rifiutò: “Non posso fumare. O bere. Cerco di evitare”

“Senti, io...”

“Non parliamone più, fa' finta che io non ti abbia mai detto nulla...”

“Come la metti con gli altri?”

“Sento il dovere di proteggerli tenendoli all'oscuro. Con te non ce l'ho fatta, sono stato un...”

“Se non me l'avessi detto ti avrei ucciso”.

 

Noi, noi, noi.
Noi siamo forti, noi.
Abbiamo gli occhi chiari noi,
E un sogno in più.

Mai, mai, mai.
Non tradiremo, mai,
La verità!
Tu che sei mio fratello,
La mia donna, il mio dio.
Tu che vivi in silenzio,
Non scordare il nome mio!

 

Ogni sintomo nascosto, ogni sensazione nascosta, la verità occultata.

Che valore aveva essere amici, se alla fine non ci si confidava?

Se non si confidava nell'altro, qual era il senso di un legame fraterno?

E perché Roger non aveva capito cos'era cambiato nel suo amico, cosa lo aveva deviato per non fargli vedere, perché aveva chiuso gli occhi, li aveva serrati, di fronte al bagliore della verità?

Taylor era pieno di interrogativi, ma sembravano molto meno importanti paragonati alla presenza di Freddie, si sarebbe arrovellato il cervello a casa, da solo, senza sprecare quei preziosi attimi.

La verità era che quello era l'unico modo che il batterista aveva per arginare l'enorme emorragia di vita, gli sembrava che quelle poche parole che proferiva il suo amico, potessero restituirgli almeno un briciolo della vita che avrebbe sperperato a invecchiare senza di lui, senza il suo migliore amico, (e qualcosa di più).

Sarebbe diventato inutile.

I Queen sarebbe diventati inutili.

Roger non era Dio, o meglio, non lo era stato definito ufficialmente, ma ci andava molto vicino; tuttavia, in Dio, lui non ci aveva mai creduto, ma, in caso dovesse esserci stato qualcosa sulle loro teste da musicisti svitati, perché lasciava che una delle sue più grandi creazioni, la più grande, si spegnesse, così?

Non era giusto nei confronti dei milioni di fans, non lo era per John e Brian.

Eppure nulla fu in grado di fermare quella lenta e dolorosa malattia, quel lento declino fisico.

Né l'amore dei fan.

Né quello del resto della band.

Né quello di Roger; e lui si odiava per questo; odiava anche Freddie, per non essersi lasciato trattenere.

-Non è proprio il modo di cominciare un compleanno-, pensò Roger Taylor, mettendosi seduto, -Ma del resto io non ci posso fare molto se quel traditore se n'è andato a quarantacinque anni e io a sessantatré sono ancora qui a invecchiare.

Che mi desse tempo di arrivarci, lì su dove sta lui, lo prendo a calci in culo...

No, non potrei mai.

Lo stringerei nell'abbraccio più amorevole, amichevole e fraterno al mondo, talmente tanto da sentire persino il calore umano ravvivarci.-.

 

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Dedico questa one-shot alle mie due Taylorcentriste preferite: Midori e Cath.
Spero vi piaccia.
Sono mesi che cerco di pubblicare questa OS, ma non mi sono mai decisa... E ora eccola qui, tutta per voi.
Spero vi piaccia, davvero, l'ho scritta con tutto il cuore.
Non l'ho messa fino alla fine perché avevo qualche dubbio, ora che è mezzanotte meno dieci mi sto sbrigando come una dannata per postare in tempo, (proprio da me...).
Una volta ho discusso con Cath, riguardo al rapporto di Freddie e Roger, fu il nostro primo diverbio, ancora mi ricordo che stavo cucinando, nel mentre.
Be', ecco: questa è per dimostrarti che nel tempo ho cambiato idea su di loro...
E Midori... Spero che ti piaccia, e basta, solo perché l'ho scritta pensando anche a te, perché voglio lasciarti questa prima di partire, in modo che qualcosa ti rimanga, ok?
Vi voglio bene!
Caaaaaavolo, devo sbrigarmi a postare...
Grazie a tutti.
MrB.

 




 

   
 
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