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Autore: nightmerd    27/07/2012    9 recensioni
Dopo la loro avventura, i nostri amici si sono tutti separati.
E se l'ipotesi di Hinata, quella dove romperà la finestra della stanza di Yui, fosse come una visione del futuro?
Spero vi piaccia! ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideki Hinata, Yui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco che cominciava un altro giorno uguale agli altri. Quanto tempo era che Yui era bloccata in quel letto? Non ricordava ma sapeva di non esserci nata. Ricordava che correva, ma era molto piccola.

Successe a causa di un incidente. Non ricordava a quanti anni rimase paralizzata ma ricordava che quella botta le fece dimenticare di avere le gambe. Ogni tanto le guardava. Quelle gambe magre e pallide, che non venivano più usate. E piangeva. Ma piangere non le avrebbe fatto tornare la sua capacità di movimento.

Guardò la TV. C’era una partita di baseball. Quello sport le piaceva molto e le sarebbe piaciuto giocarci. Le piaceva anche il calcio, il wrestling e la musica. Le sarebbe piaciuto cantare e magari anche suonare la chitarra. Quando ci pensava, si concentrava sulla sua immagine che si muoveva per battere la palla da baseball, calciare un pallone, fare quella mossa potentissima di lotta libera o suonare e cantare, poteva quasi percepire quel momento. Come se l’avesse vissuto per davvero.

-Ciao Yui! Come stai?-, la salutò sua madre con un sorriso.

La ragazza sorrise e annuì. Non parlava mai ma i medici avevano visto che poteva farlo benissimo. Semplicemente, non le andava.

-Stai guardando la partita?-, chiese ancora la madre sedendosi sul letto accanto a lei e accarezzandole la testa. Osservò un giocatore in particolare e sbatté le palpebre. –Quel ragazzo somiglia a un tipo che è morto anni fa. Non si sa come sia morto. Alcuni dicono di droga, altri di un incidente stradale. O forse di un incidente stradale causato dalla droga-.

Yui aggrottò le sopracciglia. Effettivamente quel tipo aveva un viso conosciuto ma era la prima volta che lo vedeva giocare. Era anche molto bravo!

 

*

 

Ed ecco che veniva il tramonto. Yui non l’aveva mai visto dal vivo. Non usciva mai da quella stanza. Le sarebbe piaciuto fare un sacco di cose. Sport, canto, vedere il tramonto e… e Yui avrebbe voluto sposarsi. Il sogno di ogni ragazza solo che tutte potevano tranne lei. Bloccata com’era, sarebbe stato impossibile trovare l’uomo adatto a lei. E poi, nessuno l’avrebbe amata, o per lo meno, nessuno avrebbe avuto la pazienza di accudirla come faceva sua madre.

D’improvviso, questo flusso di pensieri si bloccò. Anzi venne interrotto. Una palla da baseball ruppe il vetro della finestra e finì in cima ad una mensola.

Yui non disse niente. Rimase un po’ interdetta da quell’interruzione di tranquillità. Non era mai successo prima che qualcosa rompesse il silenzio della casa.

Suonarono il campanello e sentì sua madre che apriva la porta. Poi una voce. –Mi scusi signora! Non volevo, davvero!-.

Sentì la risata di sua madre. –Non preoccuparti, non è niente di irrecuperabile-.

-Spero di non aver preso in testa qualcuno-.

-Beh in casa c’è solo mia figlia. Forse lei, ma ora andiamo a chiedere. Vieni?-.

Sentì i loro passi avvicinarsi alla sua stanza e in quel momento Yui fu presa dal panico. Che doveva fare? Avrebbe dovuto dire “ciao”? O avrebbe fatto meglio a fingere di dormire?

Troppo tardi. Sua madre entrò nella stanza e fece cenno al visitatore di entrare. Era un tipo dai capelli non troppo lunghi blu, la frangia. Gli occhi leggermente in giù, di colore viola. Era alto ed era vestito come un giocatore di baseball. Yui riconobbe quel ragazzo. Era il tipo che quella mattina aveva fatto la partita! E anche il ragazzo sembrò riconoscerla, o meglio, sembrava averla già vista.

-Yui, lui è…-, cominciò la madre poi si rese conto di non sapere il nome del ragazzo. –Come ti chiami?-.

-Hinata. Piacere signora-, e si inchinò. Poi guardò Yui e fece un sorriso di scuse. La ragazza ricambiò il sorriso. Le piaceva quel ragazzo, ma tanto sarebbe stata solo un’illusione. Lui ora se ne sarebbe andato e non sarebbe più tornato.

Si avvicinò al letto e si inchinò anche davanti a Yui.

-Ti ho colpita?-, le chiese.

-No-, rispose lei con un sorriso. Sua madre rimase un po’ interdetta. Yui non parlava da tempo immemore ormai.

-Meno male! Mi dispiace tanto di aver rotto la finestra, dico davvero-.

-Ma va’! Non preoccuparti!-, disse ancora la madre sorridendo allegramente.

-Mi sdebiterò!-, annunciò Hinata gonfiando il petto. Poi sospirò. –Mi dispiace chiederlo così, su due piedi, ma potrei riavere la palla? I miei amici mi aspettano-.

-La tua palla è lì-, disse Yui e indicò una mensola. Hinata alzò il braccio per prenderla e le sorrise. –Grazie Yui!-.

 

*

Il giorno dopo c’era un mach di lotta libera e Yui ovviamente tifava, ma in silenzio. Ed ecco la parte che preferiva: il lottatore più forte di tutti faceva la mossa che lei avrebbe tanto voluto imparare. Quando mise al tappeto l’avversario, Yui lanciò un grido di gioia e agitò i pugni in aria.

-Yui? Perché hai gridato?-, le chiese la madre sbucando dalla porta.

La figlia rimase in silenzio e indicò la TV. Sua madre capì e sorrise. Il campanello suonò e la donna corse ad aprire. Subito dopo si sentì una voce conosciuta. –Salve signora! Come va?-.

-Oh Hinata! Che piacere vederti. Entra, prego-.

-Ho portato una cosa per sua figlia. È di la vero?-.

-Certo-. Pochi attimi dopo, dalla porta sbucò Hinata, tutto sorridente.

-Ciao Yui! Come stai?-.

-Bene grazie. Tu?-.

-Un po’ stanco. Guarda che ti ho portato-, tirò fuori dalla busta una mazza, un guanto, un cappello e una palla da baseball. Con delicatezza, le infilò il guanto sulla mano e le mise il cappello, che le stava grosso.

-Ahaha povera Yui-, rise Hinata. –Sai, erano i miei. Ti ho voluto portare questo piccolo regalo perché tua madre mi ha raccontato che ti piace il baseball-.

-Grazie Hinata, apprezzo molto il tuo pensiero-.

-Figurati, per me è un piacere! E ora togli il cappello o ti nasconde il viso-, glielo tolse dalla testa, mostrando i capelli rosa di lei tutti spettinati.

Scoppiò a ridere e si sedette sul letto. –Posso vero?-.

-Certo. Senti Hinata, come mai sei venuto a trovarmi?-.

-Non so, mi dispiaceva scomparire così. E domani tornerò, te lo prometto-. Si scambiarono un sorriso allegro poi la madre di Yui comparve sulla porta. –Hinata, vuoi restare a pranzo qui?-.

-Oh, la ringrazio signora!-.

-Non devi avvertire tua madre?-.

-Beh mia madre lavora tutto il giorno e a pranzo sono sempre solo quindi non importa-.

-Va bene. Che volete per pranzo ragazzi?-.

-Io mangio tutto-, rispose Hinata.

-Carne-, fece Yui.

-Va bene, Hinata, se faccio la carne?-.

-Certo!-, e guardò Yui sorridendo.

Dopo pranzo, il ragazzo andò in cucina a parlare con la madre poi tornò in camera della ragazza. –Su Yui, alzati a sedere, ti porto a fare un giro-.

-Eh?!-.

-Non fare quella faccia, non sta bene a una carina come te-. La aiutò a sedersi poi le mise una giacca e la prese in braccio. La fece sedere sulla sedia a rotelle ed uscirono.

-Dove vuoi andare?-.

-Ovunque-, rispose lei, ammaliata dalla freschezza dell’aria, dal sole, dall’odore delle foglie del parco.

Hinata rise. –Allora ti porterò ovunque-.

 

*

Era passato quasi un anno che Hinata andava a trovare Yui. Le aveva portato altri regali come un DVD di un incontro di lotta libera famosissimo, dei CD musicali o filmati di concerti Live, la portava sempre a vedere le sue partite di baseball (dove le dedicava sempre i punti che faceva), a vedere il tramonto. Sua madre era molto felice che Yui avesse trovato qualcuno che si prendesse cura di lei, al di fuori della famiglia. Un bravo ragazzo, tranquillo, simpatico. Il miglior amico di Yui.

Ormai Hinata veniva la mattina per poi stare a pranzo, oppure dopo il pasto per stare poi di pomeriggio e a cena. Spesso, quando non poteva farli a scuola, si portava i compiti, e li faceva in camera di Yui, in compagnia della ragazza.

Un giorno Hinata andò a trovarla ma era serio.

-Kiku-, disse Hinata alla madre di Yui. –Sono venuto per chiedere una cosa importante a Yui-.

-La trovi sempre di là-, rispose la donna, stupita. Il ragazzo entrò in camera della figlia e si sedette sul letto vicino a lei.

-Yui-, la chiamò scuotendola leggermente per una spalla. La ragazza lo guardò con i grandi occhi rosa e sorrise. –Hinata-.

-Yui, sono venuto a dirti una cosa importante-.

-Oh no… Non dirmi che parti! Che vai via! Ti prego, non dirmelo, non lo sopporterei!-, le salirono le lacrime agli occhi. Lui sorrise.

-No, non devo partire. Come potrei andare via se qui ho tutto quello di cui ho bisogno? I miei amici e… colei che vorrei diventasse mia moglie-.

-Mh? Chi è? Me la farai conoscere?-. Yui era felice per lui ma al contempo le dispiaceva che si sposava. Quel ragazzo che amava tanto...

-Sai, credo che tu la conosca molto bene-, sorrise.

-Come si chiama?-.

-Sono sicuro che la conosci. È molto bella, o per lo meno, io ne sono innamorato. Ha lunghi capelli rosa, grandi occhi dello stesso colore, ha un sorriso che adoro. Sai, è costretta a stare in un letto ma lei vorrebbe cantare, giocare a baseball, fare la lotta libera. Ha un gran bel caratterino ma è per questo che mi piace. Credo…-, accarezzò la guancia di Yui con la mano mentre alla ragazza salivano le lacrime agli occhi. –Credo che mi sarei innamorato di lei in qualsiasi vita avrei fatto. Si chiama Yui-.

Lei rimase in silenzio con le lacrime che scivolavano sul viso e il ragazzo proseguì. –Quindi, mi piacerebbe che Yui diventasse mia moglie-, sorrise. –Accetti?-.

La ragazza gli gettò le braccia al collo. –Sì, sì!-.

Lui la strinse a sé, affondando il viso nella sua spalla mentre gli scivolava una lacrima lungo la guancia.

–Grazie Yui-.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE: Ok, non so se sono stata molto, diciamo, romantica ma non importa, spero comunque vi sia piaciuta :3 Grazie a tutti quelli che hanno letto!

Liz    

  
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