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Autore: SurviveYou    28/07/2012    0 recensioni
Questa storia l'ho immaginata una notte che non riuscivo a dormire, e così la mattina dopo presi un foglio e comincia a scrivere. Adesso voglio farvela leggere, spero vi piaccia. Buona Lettura!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due non si incontrarono per un po' di giorni, neanche il giorno della consegna dell'auto. Venne Robert, sempre vestito perfettamente e con quell' aria da superiore.
Quel giorno all'officina venne Michael, il miglior amico di John.

"Ehi amico, stasera usciamo!" affermò entrando
"E chi te l'ha detto?" domandò sarcastico John,
"Margaret, la mia fidanzata,vuole andare al cinema e porterà anche una sua amica, quindi mi serve una spalla" spiegò Michael su di giri
"No non mi va" John non amava uscire, infatti le ragazze che aveva avuto prima l'avevano lasciato proprio per questo motivo.
"Eddai, ti divertirai, la sua amica è molto carina!" continuava ad insistere e John odia Michael quando assumeva quel atteggamento,
"E va bene, ma sappi che lo faccio controvoglia!"
"Bene! Ti passo a prendere alle 8"
"Si, ciao!" lo salutò mentre se ne andava saltellando.

John sperava che la ragazza che doveva accompagnare fosse almeno simpatica, perchè le amiche di Margaret che aveva conosciuto non erano esattamente il suo tipo. Il suo unico chiodo fisso, era Camille. Quella ragazza era così delicata ma al tempo stesso energica, le ragazze con cui usciva di solito erano tutte rock' n roll mentre lei era...leggere, spensierata.
Il turno di John finì e così corse a casa a cambiarsi. Si infilò un paio di jeans, una maglietta a maniche corte bianca. Dopo neanche 2 minuti, partì con Michael.

"Eccole lì, sono loro!" gridò il ragazzo.

Ci avvicinammo e quando la "mia ragazza" si girò rimase di stucco.

"Tu!?!" affermò Camille
"Ciao Camille!" la salutò lui.
"Dato che vi conoscete già, possiamo entrare" gli disse Michael prendendo per mano Margaret.

I due piccionini si sbaciucchiarono per tutto il tempo, mentre John e Camille guardavano il film divertiti. John adorava la risata della ragazza, pensava a quanto fosse carina anche con le lacrime agli occhi dal ridere. A lui, bastava guardarla...anche solo per un secondo, e la sua vita tornava serena anche dopo un giorno di pioggia. Quella sera, aveva i capelli biondi e un po' mossi che gli scendevano dolcemente sulle spalle, dei bellissimi occhi verdi e delle labbra sottili e molto delicate.
Finito il film, Michael e Margaret li piantarono davanti al cinema.

"Ti va di fare un giro a piedi ?" chiese innocente il ragazzo
"Si, a patto che non mi salti addosso, ho uno spray al peperoncino nella borsetta!" disse sorridendo lei
"Tranquillo, non ne avrei il coraggio...non sono quel tipo"
"Lo so!" affermò lei fissandolo negli occhi.
"Dai, vieni, ti porto nel mio posto speciale" i due si incamminarono.

Lungo il tragitto i due chicchieravano, cantavano e ridevano come pazzi. Chi li sentiva pensava fossero matti!
Finchè non arrivarono al mare, più precisamente su una panchina affacciata sul mare.

"Questa panchina, mi ricorda mia madre" tornò serio John
"Perchè?Dov'è tua madre?"
"E' morta quando avevo 10 anni..."
"Mi dispiace" sussurrò Camille mettendogli una mano sulla spalla
"Ogni volta che posso vengo qui, mi siedo e penso in silenzio"
"E' un posto molto bello, da qui si vede tutto!" disse alzandosi e mettendo le mani sulla ringhiera che c'era davanti alla panchina, era come una specie di balcone sul mondo.
"Sono venuto qui, dopo averti portata a casa..."
"Perchè?"
"Perchè non riuscivo a capire come fossi entrata nella mia vita"
"Io credo sia stato il caso"
"A me piace pensare che sia tutto merito della mia mamma, dato che mi diceva sempre che accanto a me avrebbe voluto una ragazza come te"
"Come me, come?"
"Bè, carina, così delicata ma allo stesso tempo una forza della natura, intelligente e socievole..."
"Anche tu sei strano...cioè nella mia scuola i ragazzi sono tutti figli di papà che pensano solo allo sport e alle ragazze, tu sei diverso...ti piace aiutare gli altri e sei intelligente, cioè ti interessi di poesia!"

Dopo pochi secondi, il ragazzo guidato da un impulso, si alzò e la baciò. Il bacio fu dolce, leggero e così innocente.
Appena realizzò quello che stava facendo, John, si staccò.

"Scusami..."
"Non scusarti, anzi rifallo ancora, ancora e ancora. Sei l'unico machio che mi fa sentire donna!"

A quelle parole,John, si riavvicinò sorridendo. I due si scambiarono una serie di baci intensi ma sempre delicati, quasi a sfiorarsi le labbra. Lei aveva un gusto così dolce, quasi alla vaniglia.

"Senti...ti va di essere la mia fidanzata? Cioè se non vuoi ti capisco, io sono povero e poi ci conosciamo da poco..."
"Sta zitto, sciocchino! Certo che lo voglio!"









  
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