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Autore: Helen Lance    11/02/2007    33 recensioni
Ino strinse un po’ più forte la carta che avvolgeva i fiori che aveva in mano.
<< Sì, giusto. >>
[Perché non lo salutava, lei, Naruto?]
<< Beh, allora è proprio il caso che vada. C’è Naruto, non c’è niente di cui preoccuparsi. Guarirai presto, Sakura. >>
[C’è Naruto]
Guardò ancora una volta la sedia di fianco al letto.
[Bugiarda.]
~[Team7-centric, Malinconico, Threesome]~
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Sakura…>>
<< Non capisce, Kakashi-sensei? Io devo andare. >>
<< No, Sakura. >>
<< Non capisce? Naruto non può fare tutto da solo, così, sa, è anche mia quella felicità. La vorrei proprio, Kakashi-sensei. Non posso sempre restare a piangere in un angolo, no? E poi ci sarà Naruto, e io sono una brava ninjia, ora. Davvero, devo andare. >>
<< Non tornerà indietro, Sakura. >>
<< Non importa, Kakashi-sensei. Se deve morire, voglio almeno guardarlo in faccia, no? Davvero, Kakashi-sensei, non importa. Non ho il diritto di guardarlo in faccia un’altra volta prima che muoia? >>
<< Non dico questo, Sakura. >>
<< Ah. Beh, mi scusi, ma ci devo proprio andare. Magari non lo vedremo neppure. Magari sarà solo un’altra missione a vuoto, sensei. No? >>
<< Già. >>
<< Mi dispiace, Kakashi-sensei, ma devo veramente andare. Era anche mia quella felicità, e la rivorrei proprio, adesso. >>



~Falling Apart~


La sedia di fianco al letto non era mai vuota.
Naruto era sempre lì, e sorrideva. Sempre.
<< Come stai oggi, Sakura-chan? >>
<< Sto bene, sai? Fra un po’ mi faranno uscire, me lo hanno detto. >>
<< Davvero? >>
<< Davvero. Torneremo là, e io starò bene. >>

[Naruto era sempre così sorridente.]

<< Torneremo, Naruto? >>
<< Ma certo, Sakura-chan. >>

[Sorrideva sempre.]

Gli occhi di Naruto erano limpidi e chiari. Stava lì, seduto. Solo, la guardava. Guardava solo lei, come al centro del suo mondo.
<< E cosa succederà, dopo? >>
<< Dopo tornerà, e torneremo, noi, come eravamo prima, anche Kakashi-sensei, e non sarà cambiato nulla. >>
L’odore dell’ospedale non era poi così pungente.
<< Me lo prometti, Naruto? >>
<< Ma certo, Sakura-chan. Te lo prometto. >>
E Naruto, le sue promesse, le manteneva sempre.
[Sempre.]

[Non smetteva mai di sorridere, Naruto.]

La porta si aprì piano. Ino entrò con un piccolo mazzo di fiori in mano, incartato accuratamente, con la carta del negozio, pulito, fresco.
<< Ino! >>
<< Ciao, fronte-spaziosa. Come stai? >>
<< Sto bene, oggi, sai. Naruto mi fa un po’ di compagnia… >>
Ino guardò la sedia di fianco la letto, sorrise in un modo strano. Sakura non seppe interpretarlo. Ma infondo non importava.
<< Ti ho portato dei fiori, mia madre dice che ti saluta e ti augura di guarire presto. >>
<< Ah, grazie. Ringraziala da parte mia. I medici hanno detto che sono quasi guarita. Vero, Naruto? >>
Naruto continuava a sorridere.
<< Certo, Sakura-chan. Guarirai presto. >>

[Com’era bello, il suo sorriso. Magari, non era cambiato niente.]

Lo sguardo di Ino tornò alla sedia di fianco al letto, poi di nuovo su Sakura.
La guardava come quando erano bambine, con una fiducia che la spiazzò, per un attimo, uno solo. Poi uno strano calore.
Tutto come prima. Sarebbe tornato tutto come prima.
<< Sì, sei quasi guarita. >> fece eco, in un sussurro.
Sakura la guardava ancora in quella maniera disarmante, infantile.
<< Ora però devo proprio andare, Sakura. Mi dispiace di essermi fermata così poco. >>
Non capisci? Non ce la faccio.
<< Oh, non ti preoccupare. C’è Naruto, che mi fa compagnia. >>
Lui annuì dalla sedia di fianco al letto.
Ino strinse un po’ più forte la carta che avvolgeva i fiori che aveva in mano.
<< Sì, giusto. >>
Perché non lo salutava, lei, Naruto?
<< Beh, allora è proprio il caso che vada. C’è Naruto, non c’è niente di cui preoccuparsi. Guarirai presto, Sakura. >>
C’è Naruto.
Guardò ancora una volta la sedia di fianco al letto.
Bugiarda.
Appoggiò i fiori sul comodino bianco, di fianco al bicchiere pieno d’acqua che l’infermiera aveva messo lì la mattina, e che lei non aveva ancora bevuto.
Naruto non guardò neanche, Ino.
Solo Sakura.

[Continuava a guardare solo lei.]

<< Ciao, Ino. >>
<< Ciao, Sakura, a domani. >>
<< Chissà, magari domani sarò già guarita! >>
<< Chissà. A domani. >>
Si chiuse la porta bianca alle spalle. Fuori, Sakura non potè vederla scivolare lungo il muro fino a terra, la testa fra le braccia. Shikamaru, fuori, la guardava piangere piano, con discrezione.
Non osava nemmeno toccarla.
C’è Naruto.
Ino continuava a vedere la fiducia negli occhi di Sakura.
Bugiarda.

***

[C’era così tanto sangue. Così tanto.]
E c’era Naruto, per terra.
Stava lì, magari riposava, per terra.
[C’era così tanto sangue.]
Non sarebbe morto, Naruto. Non poteva morire, no?
Sasuke-kun lo guardava con gli occhi rossi che diventavano più rossi.
[Più rossi?]
Sasuke-kun, ora guardava lei.
Avevano così tanto da fare, loro tre, insieme.
[E c’era così tanto sangue.]

***

<< Naruto? >>
<< Sì? >>
<< Come vanno i tuoi allenamenti? >>

[Naruto non smetteva mai di sorridere.]

<< Oh, non ti preoccupare, Sakura-chan. Vanno bene, veramente. E poi non avrò bisogno di essere forte, per riportarlo indietro. >>
<< Saremo forti tutti insieme, vero? >>
<< Certo. Tutti insieme. >>

[Davvero, mai.]

Sakura lo guardava in silenzio. Lui ricambiava, e non c’erano ombre nei suoi occhi azzurri.
Sereno, guardava solo lei. Così tranquillo, sembrava felice.
Anche Sakura era felice.
Presto sarebbe guarita e sarebbero tornati là, da Sasuke-kun.

[Avevano ancora tante cose da fare, loro tre, insieme. ]

L’avrebbe guardata di nuovo e, stavolta, le avrebbe sorriso.
Sì, lo avrebbe fatto.

***

[Stava solo riposando Naruto.]
Sasuke-kun la guardava, con i suoi occhi rossi.
[Più rossi di prima?]
Sasuke-kun non avrebbe mai potuto uccidere Naruto.
[Stava riposando, Naruto. Era solo stanco.]
La guardava, di nuovo, per la prima volta da molto tempo.
[Sasuke-kun sarebbe tornato, con loro.]
Sasuke-kun la guardava.
<< Mangekyou Sharingan. >>

***

Erano lì in silenzio, da un po’. Era bello guardar sorridere Naruto.
Davvero.
La porta bianca si aprì piano.
<< Sakura-san, è tardi. Ha bisogno di riposo. >>
<< No, no, non ho sonno. >>
E non lo vedeva, l’infermiera, Naruto?

[Era così sorridente.]

Sarebbe stato maleducato mandarlo via.
<< Sakura-san… >>
<< Davvero, sto bene. Finisco di parlare con Naruto, e poi dormo. >>
Era così bello, il sorriso di Naruto.
Non lo capiva, l’infermiera, che non poteva mandarlo via?
Naruto sorrideva, tranquillo.
L’infermiera non osava guardarla negli occhi. Sakura si chiedeva perché.
Guardò la siringa con aria interrogativa.
Quando si sentì pungere la spalla destra, sentì la mente annebbiasi.
Naruto, seduto sulla sedia di fianco al letto, sorrideva, tranquillo.
Non smettere mai, Naruto. Per favore.

***

<< Saremo forti tutti insieme, vero? >>
<< Certo. Tutti insieme. >>

Sakura palava. Era felice. O, almeno, lo sembrava.
Quando l’infermiera uscì dalla camera, Kakashi entrò, piano, dalla finestra. Era diventato buio. Sakura dormiva, e sorrideva.
Ino aveva lasciato dei fiori sul comodino.
<< E poi ci sarà Naruto. Sono una brava ninjia, ora. >>
Lui aveva solo guardato tutto quello che aveva disfarsi e cadere pezzo per pezzo.
E, pezzo per pezzo, affondare piano.
Il petto di Sakura si abbassava e alzava con regolarità.
Prese la cartella medica e le diede una scorsa veloce e disattenta.
In caratteri neri e ordinati, perfetti, il nome del Mangekyou Sharingan gli danzava davanti agli occhi.

Uscì dalla stanza con un sospiro. L’aria era fredda persino attraverso la maschera.
Ogni cosa si era disfatta, rotta, ed era caduta.
E quella pietra era sempre fredda, lo era sempre stata.
[Sei un codardo, Sasuke.]
Pur di non doverla affrontare di nuovo, mai, guarda, guarda, dove ci hai portato.

Se fosse stata una benedizione o una fuga, Kakashi non avrebbe saputo dirlo.
Dubitava perfino ci fosse più differenza.
[Codardo.]
La pietra dei caduti del villaggio era fredda e scura.
Non importava, ora, se il suo occhio fosse umano o no.
Di nuovo, era rimasto solo lui.
Quei nomi, incisi nella roccia scura, non avrebbe mai smesso di vederli.
mai

mai

mai



[Obito Uchiha]

Ogni cosa, era caduta a pezzi.
[Perdonami, ti prego.]

[Naruto Uzumaki]

La sedia di fianco al letto di Sakura, all’ospedale, era sempre stata vuota.





Piccolo studio sul Team7 che mi ha occupato un po' di tempo che avrei dovuto dedicare alle drabble... Scusatemi, ma l'avevo in testa e avevo bisogno di scriverlo °.°
È… un po’ strano, ecco. Pazienza.

IMPORTANTE: l'ultima parte sul monumento ai caduti ricorda la fine della one-shot di Suzako "Quante altre volte, Sakura?" (--- > link) e ringrazio moltissimo Suzako per avermelo fatto tenere così com'è in questa fic. E ringrazio anche la consulenza di Solarial che mi ha aiutato con un dubbio sulla pubblicazione.

Ancora grazie, ragazze ^__^



Helen



  
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