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Autore: Kim_HyunA    28/07/2012    2 recensioni
Kibum voleva un amore come quello dei film, in cui le coppie si incontrano per caso in un bar o in un parco e si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. Voleva credere che qualcosa del genere potesse esistere veramente
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kim Kibum si riteneva il ragazzo più fortunato di tutto il mondo. L’estate si stava ormai avvicinando, si sentiva in pace con se stesso e aveva il ragazzo dei suoi sogni. Non poteva chiedere altro.
 
Non c’era un giorno che non avesse il sorriso sul volto e doveva ammettere che Choi Minho ne era la causa principale.
 
Era quasi un anno che i due stavano insieme e quei mesi erano stati splendidi, per Kibum erano stati i migliori della sua vita. Finalmente aveva trovato qualcuno che lo amava, che lo coccolava, che si prendeva cura di lui e che lo rispettava. Era tutto ciò che aveva sempre cercato.
 
A volte Minho gli sembrava troppo perfetto. Troppo perfetto non solo nell’aspetto (i suoi occhi grandi, i suoi capelli mossi e lunghi, le mani possenti e il fisico scolpito), ma anche, e soprattutto, nel carattere.
 
Era una persona pacata, che a volte poteva sembrare di poche parole, ma Kibum ormai lo conosceva e sapeva che quando erano tra di loro o con i loro amici, la sua personalità subiva una trasformazione di 360°.

Era così innamorato di lui che ogni volta che lo vedeva si sentiva le farfalle nello stomaco.
 
 
 
 Kibum si risvegliò tra le braccia di Minho, come tutte le mattine.
 
Amava aprire gli occhi e vedere prima di ogni altra cosa il profilo del suo volto e i suoi occhi ancora chiusi. Amava sentire la sua mano che, dopo tutta la notte, era ancora stretta intorno alla sua vita. Amava tutto di Minho.
 
Portò una mano al suo petto, accarezzandoglielo con leggerezza, non voleva svegliarlo. O forse sì. Kibum non ne era certo.
 
Sorrideva teneramente mentre gli solleticava il torace con le dita.
 
Minho iniziò ad aprire gli occhi, accecato dalla flebile luce che filtrava attraverso le fessure della tapparella.
 
-Ben svegliato- lo salutò Kibum e Minho gli sorrise ancora assopito.
 
Gli diede un veloce bacio sulle labbra, continuando ad accarezzargli il petto.
 
-Dormito bene?- gli chiese con voce addormentata.
 
Kibum annuì.
 
-Bene- constatò Minho e si poggiò su un fianco per poterlo baciare. Gli strinse una mano intorno alla spalla e la fece poi scorrere lungo il braccio.
 
Quando Minho si mise più comodo su di lui, Kibum gli avvolse le braccia intorno alla schiena, facendo incollare i loro corpi.
 
Kibum gemeva nel bacio, estremamente sensibile a quell’ora del mattino. Allargò leggermente le gambe per permettere all’altro di sistemarsi meglio ed iniziò a muovere i fianchi contro i suoi, perché sapeva che non sarebbe stato il solo ad apprezzare quel movimento.
 
-Vorrei che fossimo così anche tra dieci anni- disse Kibum ad un tratto.
 
-Sempre qui in questo letto?- gli chiese Minho sorridendo.
 
-Anche in uno diverso, basta che ci siamo io e te- gli rispose, dandogli un bacio sulla guancia.
 
Una linea sottile comparve tra gli occhi di Minho.
 
-Hey, tutto bene?- chiese Kibum subito preoccupato, notando la sua espressione lievemente corrucciata.
 
-Sì, sì, ho solo mal di testa- replicò sbrigativamente, alzandosi dal letto ed infilandosi i pantaloni.
 
Kibum lo guardò mentre usciva dalla stanza. La sua schiena muscolosa non mancava mai di farlo rimanere senza fiato.
 
Non lo richiamò indietro; Minho aveva lavorato fino a tardi la sera prima, non lo sorprendeva che volesse rimanere un po’ solo e che si sentisse ancora stanco.
 
Si sdraiò sul letto, tendendo braccia e gambe per svegliare i muscoli.
 
Sospirò felice.
 
Amava Minho.
 
 
 
Kibum aveva deciso di tornare a casa prima quel pomeriggio, voleva avere qualche ora in più a disposizione per preparare ogni cosa come si doveva. Era il loro primo anniversario. Un anno intero passato con Choi Minho gli sembrava come una benedizione. Non poteva chiedere niente di meglio: Minho era un ragazzo premuroso e affettuoso che lo ricopriva di attenzioni e lo faceva sentire importante.
 
Aveva guidato con un sorriso fino al piccolo supermercato vicino all’appartamento che condividevano. Aveva comprato qualche candela profumata, dei petali di fiori e i cibi preferiti di Minho. Voleva creare un’atmosfera romantica e rendere quella serata indimenticabile. Solo per loro due.
 
Un brivido di felicità lo percorse.
 
Pieno di entusiasmo aveva comprato anche uno di quei bagnoschiumi dall’odore caldo e sensuale, progettando un bagno rilassante insieme a Minho.
 
Quasi camminando senza peso, come se fosse sospeso da terra, Kibum arrivò davanti alla porta del loro appartamento, chiedendosi se anche l’altro gli avesse comprato qualche regalo e già immaginando il corso della serata.
 
Voleva che tutto fosse perfetto.
 
Mise le chiavi nella serratura e rimase sorpreso nel vedere che non riusciva a girarle; abbassò la maniglia e la porta si aprì. Strano, non ricordava di averla lasciata aperta quella mattina quando era uscito.
 
Posò le borse della spesa al tavolo ed andò verso il bagno per rinfrescarsi il volto. Faceva un caldo pazzesco anche se non era ancora estate, era un’afa insopportabile che rendeva subito la pelle appiccicosa.
 
Sulla soglia della porta del bagno, Kibum lanciò un’occhiata in fondo al corridoio. Ancora più strano, non ricordava nemmeno di aver chiuso la porta della loro stanza, la lasciava aperta tutte le mattine. Probabilmente tutte quelle dimenticanze erano dovute alla euforia con cui si era svegliato quella mattina, il pensiero del loro anniversario era tutto ciò che aveva occupato la sua mente.
 
Si sciacquò le mani sotto l’acqua corrente, buttandosene un po’ sul viso. Era proprio piacevole sentire quel fresco contro la pelle bollente e sudata.
 
Sospirò ed alzò il volto verso lo specchio, un sorriso emozionato si rifletteva contro la superficie lucida. Sì, era proprio contento di passare del tempo con Minho quel giorno; una serata romantica con una cenetta a lume di candela, tante parole dolci e tante coccole stretti l’uno all’altro. Il solo pensiero gli fece sentire le farfalle nello stomaco.
 
Si chiese se anche Minho fosse in trepidante attesa come lo era lui.
 
Uno scricchiolio proveniente dalla camera richiamò la sua attenzione e Kibum si avvicinò cauto pensando che potesse esserci un qualche ladro.
 
E quello che sentì gli fece rimpiangere che non si trattasse davvero di un ladro o di un assassino.
 
Dei gemiti rochi e dei respiri affannati si susseguivano al di là della porta. Kibum si sentì ghiacciare il sangue nelle vene.
 
-Dio, sei così brava, ah, non fermarti-
 
Kibum spalancò gli occhi inorridito riconoscendo la voce di Minho e si sentì mancare la terra da sotto i piedi.
 
Non riusciva a muoversi, voleva scappare via, ma il suo corpo era immobile, non voleva rispondere ai suoi comandi; lo sguardo vuoto puntato contro quella porta.
 
-Ahahah, dai oppa, smettila~.
 
Kibum voleva vomitare.
 
Senza che se ne accorgesse, una lacrima gli aveva percorso una guancia e non aveva nemmeno la forza di asciugarla.
 
Gli faceva male deglutire, stare in piedi, sbattere le palpebre, respirare.
 
Avrebbe dovuto andarsene, lo sapeva, ma una sorta di sadico masochismo gli impediva di allontanarsi.
 
Ogni gemito, ogni parola, ogni suono che lasciava quella stanza equivaleva ad un pezzo del suo cuore che veniva strappato.
 
Si sentì un idiota per tutto quello che aveva sperato, per quello che aveva organizzato, ci aveva creduto fino in fondo, mentre Minho… Minho non se n’era curato minimamente.
 
Fece un respiro profondo, sentendosi girare la testa e, nonostante il suo cervello gli stesse urlando che non doveva farlo, la mano di Kibum aveva abbassato la maniglia della porta della camera. Masochista.
 
E quello che vide lo fece sentire ancora più male.
 
Erano avvinghiati nel loro letto, tra quelle lenzuola sotto le quali lui e Minho si addormentavano sempre insieme.
 
Il pensiero gli fece venire la nausea.
 
Li guardava disgustato, non si erano nemmeno accorti della sua presenza, fino a quando quella biondina non urlò spaventata vedendo quell’estraneo in camera.
 
-Cos…- si voltò Minho confuso e quando vide Kibum, lì, davanti a loro, la sua espressione divenne vuota. Lo guardò attonito, la bocca aperta e gli occhi spaventati, senza trovare le parole da dire.
 
La ragazza si era coperta con il loro lenzuolo e Kibum avrebbe voluto strapparglielo dalle mani con forza.
-Kibum, io pos…-
 
-..spiegarmi tutto? No, grazie, risparmiamelo- lo interruppe, girando i tacchi e pronto ad uscire dalla stanza.
 
-Aspetta!- fece Minho alzandosi e cercando di rivestirsi.
 
-Conosco la strada, continua ad intrattenerti con quella troia- sputò quella parola con ribrezzo, guardando con puro disgusto quell’essere che osava ancora stare nel loro letto.
 
-Tanto ho notato che vi stavate divertendo- concluse, richiudendo la porta della camera dietro di sé e andando verso l’ingresso.
 
Decise di recuperare le borse che aveva lasciato sul tavolo; Minho non meritava nulla di quello che aveva comprato per lui con tanto amore, sarebbero state più utili in un bidone della spazzatura.
 
 
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A/N: eccomi finalmente con una storia a capitoli! È la primi mini-long che pubblico, quindi sono un po’ agitata e non so che dirvi ahahah mi limito soltanto a dire che spero che vi piaccia e soprattutto di non aspettarvi chissà quale capolavoro XD se non c’è nessun cambio di programma, dovrei postare il prossimo capitolo martedì, quindi.. a presto! =)

  
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