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Autore: lar185    28/07/2012    1 recensioni
A che ora devo essere pronta! Ricordate che io non ero pronta. Mi dissero, alle undici. Alle undici c’è la cerimonia! E io iniziai a scervellami. Come mi vestivo? Vestito bianco? Vestito rosso? Inizia a spazzolarmi i capelli, erano biondi e lucenti, perfetti. Mio fratello giocava a pallone nel giardino, ignorando i tavolini per il ricevimento di Claudia.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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sposa

Non ero pronta ma avrei dovuto esserlo, perché Claudia si sposava quel giorno. A casa sua c’era una grande fermento e mia madre le correva incontro per abbracciarla, radiosa. Era finalmente arrivato il suo momento, Claudia ormai non aveva più vent’anni e non ne aveva neanche trenta. Ma perché io non sapevo niente? Mi ero svegliata quella mattina e mia madre mi aveva detto: “Avanti, preparati, oggi Claudia si sposa!”, ma io parevo aver dimenticato, o forse nessuno me l’aveva mai detto. Non aveva organizzato nessun ricevimento particolare, c’erano dei tavolini disposti nel giardino, era lì che avrebbe intrattenuto gli ospiti dopo la cerimonia. C’era un gran fermento intorno a lei, ma riuscii a notare gli occhi di sua madre, un po’ tristi. Claudia se ne sarebbe andata e lei avrebbe vissuto da sola. Era il suo destino, in effetti nessuna madre s’aspetta che la figlia resti a vivere con lei per sempre, ma lei un po’ c’aveva anche sperato, confessiamolo pure, era l’unica dei suoi sette figli che dopo i trent’anni aveva continuato a vivere con lei e sperava non l’abbandonasse mai. Ma Claudia non la stava abbandonando, non stava abbandonando nessuno: mi sorrideva come per dirmi che anche se si stava per sposare, niente sarebbe cambiato tra di noi. Potevo andare tranquillamente a trovarla come facevo prima, chiederle aiuto per lo studio, telefonarle. Insomma, lei avrebbe continuato a fare quello che faceva sempre, soltanto che avrebbe cambiato casa. Adesso avrebbe vissuto con un uomo. A proposito, ma chi era il fortunato? Un medico, mi dicevano, un medico assai gentile ma un po’ snob. Non l’avevo mai visto e non me lo immaginavo. La madre di Claudia assumeva una diversa espressione quando si parlava di lui, era come per dire, ecco, se non fosse comparso, lei rimarrebbe ancora con me. Ma il medico, il medico-marito, doveva essere davvero un brav’uomo, o Claudia non l’avrebbe sposato. Mia madre era contenta, i suoi occhi dicevano: “Ecco, adesso non avrà più nessun problema economico”, perché si, Claudia ne aveva avuti in passato, non aveva mai trovato un vero lavoro nonostante la laurea, nonostante la preparazione, nonostante fosse una persona squisita. Ma il con medico accanto, quali problemi ci sarebbero potuti essere? Lui guadagnava bene. Era un medico e chissà dove l’avrebbe portata a vivere. A Claudia pareva non importare che due dei suoi fratelli non ci sarebbero stati quel giorno. Io ero indignata. Ma come? Non si può mancare ad un giorno così importante, e poi per Claudia era particolarmente importante. Ma i suoi fratelli non c’erano, uno si era fratturato due costole e non poteva muoversi, e l’altro chissà in che diavolo di guaio si era cacciato. Ma per me non c’erano scusanti, avrebbero dovuto alzarsi dalle poltrone e venire. Ma per fortuna Claudia aveva altri fratelli e sorelle, per cui non notava la loro assenza, non l’avrebbe notata.

Poi tutti s’avviarono verso la Chiesa ed erano appena le dieci. A che ora c’è la Messa, gridai. A che ora devo essere pronta! Ricordate che io non ero pronta. Mi dissero, alle undici. Alle undici c’è la cerimonia! E io iniziai a scervellami. Come mi vestivo? Vestito bianco? Vestito rosso? Inizia a spazzolarmi i capelli, erano biondi e lucenti, perfetti. Mio fratello giocava a pallone nel giardino, ignorando i tavolini per il ricevimento di Claudia. Mi chiedevo ancora perché non avesse affittato un ristorante, dopotutto il marito era un medico, no? Quale sarebbe stato il problema?

Andarono tutti via, restai da sola con mio fratello e la madre di Claudia, che s’era imbellettata anche lei. La presi sottobraccio e uscimmo anche noi in giardino, aprimmo il cancello e fummo in strada. Eccoci, la strada spianata dinanzi a noi, verso la cerimonia.

“Dov’è che andate?” chiese mio fratello.

“Al matrimonio. Fa’ in fretta, o farai tardi”

“Ma chi è che si sposa?” domandò confuso, mentre un ciuffo sudaticcio gli scendeva sulla fronte.

“Claudia. Claudia si sposa”

“Ma cosa dici? Claudia si sposa?”

 

 

Note:

Storia senza senso da un sogno che ho fatto. Spero vi abbia fatto sorridere nonostante mi renda conto non ha molto senso.

Lara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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