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Autore: MaggieMary    29/07/2012    4 recensioni
Due ragazzi.
Il primo è alto, bello e perfetto; il secondo è un giovane dal viso effeminato.
Un amore a prima vista.
L'unico ostacolo?
Un imbarazzante costume da panda!
[MyungJong ≈♥ con accenni WooGyu. Più altre OTP] ≈
[SONO 55 I CAPITOLI! Non 56 come c'è scritto ] [COMPLETA] ; n ;
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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 ❥ La storia sta venendo anche tradotta in spagnolo da Luhiessi ( che non smetterò mai di ringraziare♡ ) ❣ 

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You’re my panda.


 

 
 
C’è un limite alla perfezione?

Fino a 3 mesi prima pensavo che la risposta più ovvia fosse “Si”.

Eppure dopo averlo incontrato, cambiai opinione.

Quel ragazzo con corti capelli scuri, fisico a dir poco invidiabile e un paio di occhi sottili che non facevano altro che accelerare il battito del mio cuore, per me era il massimo della perfezione.

Con quel carattere distaccato sembrava volersi tenere lontano da tutto e da tutti, ma era inevitabile che con quell’aspetto attirasse un gran numero di ragazze.

Prima dell’amore, credo venne l’invidia.

Invidiavo come quel ragazzo con così facilità attraesse chiunque.

Io che invece avevo dovuto combattere anni e anni con il mio aspetto, ritenuto troppo effeminato, non potevo far altro che riconoscere in lui l’ideale di ragazzo che avrei voluto essere.

Bello, affascinante e … assolutamente perfetto.

Da quando i miei occhi incontrarono la sua figura, qualcosa in me scattò.

Da quel momento avevo deciso qual’era il mio obbiettivo.

Qual’era il mio scopo.

Assomigliare in tutto e per tutto a quel ragazzo.

--
 
La prima volta che lo avevo incontrato era stato al mio primo giorno di lavoro.

Quella mattinata era cominciata nei peggiori dei modi, eppure la visione di quel ragazzo non poté far altro che rallegrare la mia giornata.

Odiavo il mio lavoro part-time, ma era l’unico disponibile per il momento e me lo dovevo far piacere.

Però, nonostante tutto, non era così male: potevo stare tutto il giorno a fissare quel ragazzo, seduto al bar di fronte al negozio dove lavoravo, senza che lui se ne accorgesse.

Si, perché il mio volto era nascosto da un assurdo travestimento che quel lavoro in un negozio di bambini mi imponeva di indossare.

Un travestimento ridicolo.

Un travestimento da panda.

Eh, già. Passavo le mie giornate con a dosso quel costume ad intrattenere madri e bambini che venivano lì alla ricerca di qualche bel giocattolo da comprare.

Se il ragazzo che ammirava era alto, bello e perfetto, io era 179 cm di pura “pandosità”.

--
 
Non se esattamente dirvi il giorno in cui i miei sentimenti si sono trasformati.

Non ricordo l’esatto momento in cui i miei occhi, di cui andavo tanto fiero, smisero di guardare quel ragazzo con invidia.

Non conosco l’esatto momento in cui mi innamorai di lui.

So solo che, a poco a poco, andare a lavorare e indossare quell’assurdo costume da panda smise di essere per me una sofferenza.

La mattina mi alzavo di buon ora, nel piccolo appartamento che avevo comprato con i miei soldi per vivere indipendentemente, e non vedevo l’ora di andare in quel negozio colorato.

Speravo di rivedere quel ragazzo seduto al solito tavolo del bar di fronte, e ogni volta era così.

Con un caffè fumante in una mano e un libro in un’altra, se ne stava seduto in quel posto che dava sul negozio di giocattoli.

Lentamente beveva il contenuto della sua tazzina e sfogliava le pagine bianche, come se non avesse nient’altro da fare.

Passava gran parte in quel bar dal parquet di legno scuro, ma alle cameriere non sembrava certo dispiacere.

Quando vedevano entrare quel ragazzo perfetto la mattina presto, cominciavano a squittire felici mentre io potevo solo mordermi le labbra coperte da quella testa di panda, invidioso di loro.

Quanto avrei voluto essere, anche per pochi minuti, una di quelle ragazze dalle voci squillanti solo per vedere da vicino quel ragazzo.

Solo per potergli stare accanto.

Solo per poterlo osservare bere il suo caffè e leggere un libro.

Volevo potermi avvicinare a lui in un qualche modo, anche solo per salutarlo.

Ma in un tutto questo c’era un ostacolo che mi impediva di farlo: un ingombrante costume da panda.

Le giornate passavano e io continuavo a fissare con quel ragazzo perfetto, mentre un sentimento che andava ben oltre la semplice ammirazione stava nascendo in me.

--
 
Certe volte mi chiedevo se non avesse nient’altro da fare.

Quel ragazzo dal viso perfetto andava tutti i giorni a quel bar, e non sembrava far nient’altro se non starsene a leggere oppure osservare il cielo autunnale.

Arrivava la mattina presto, poco dopo il mio arrivo, e se ne andava la sera tardi quando le prime luci venivano accese nei negozi e nelle case di quelle città.

Invidiavo il suo far niente.

Avrei voluto sapere dove abitava, ma se l’avessi seguito mi sarei di certo sentito uno stalker.

Chissà dove abitava?

In una spaziosa casa in centro…?

In un appartamento come il mio?

Magari con la sua ragazza…

Più volte avevo pensato a questo.

Più volte mi ero chiesto se magari non fosse già fidanzato.

Questo avrebbe spiegato il motivo per cui era così schietto con il resto delle ragazze.

Al solo pensiero, il cuore mi si stringeva provocandomi un leggero dolore alla parte sinistra del petto.

Era la prima volta che ero così preso da qualcuno.

In passato era stato innamorato. Poche volte. Ma nonostante tutto, non avevo mai provato simili sentimenti.

Era questo che le persone chiamavano “amore a prima vista”?

Perché era proprio a prima vista!

Non conoscevo nulla di quel ragazzo perfetto. Nemmeno sapevo quale fosse il suo nome.

Eppure i miei pensieri e i miei sogni erano sempre incentrati su di lui.

Era un chiodo fisso nella mia mente che non riuscivo a scacciare in nessun modo.

Era colui che riusciva a rallegrarmi la giornata, nonostante non l’avessi mai visto sorridere.

Mi piaceva pensare che sorridesse solo davanti a chi voleva davvero bene, rendendo così i suoi sorrisi più preziosi del dovuto.

Se probabilmente l’avessi visto sorridere a qualcun altro, non sarei riuscito a sopportarlo.

--
 
L’inverno era alle porte ed ero, per la prima volta, davvero felice di indossare quel costume da panda.

Almeno mi proteggeva da quel freddo!

Il lavoro procedeva e, nonostante ne avessi trovati altri meno imbarazzanti di quello, non avevo avuto il coraggio di abbandonarlo.

Mi piaceva stare a contatto con i bambini. Sembravano essere continuamente felice quando entravano in quel negozio che per loro equivaleva a un vero e proprio paradiso.

Avendo notato il profondo affetto che provavo nei confronti di quei piccoli, il proprietario di quel posto aveva deciso di affidarmi un altro incarico.

Così verso tardo pomeriggio, mi ritrovavo a dover leggere qualche favola a quei bambini nel retro del negozio, dovendo così smettere di ammirare il ragazzo del bar.

Ma vedere i volti felici di quei piccoli, quando raccontavo loro di mondi e viaggi incredibili, mi rendeva fiero di quel lavoro.

--

Una sera finii prima di lavorare.

Tolto il costume da panda, ritornai a essere il solito ragazzo di sempre ed uscii dal negozio.

L’aria lì fuori sapeva di freddo e pietanze fumanti.

Pensare che in quel momento altre famiglie se ne stavano al caldo delle loro case a preparare la cena, mi faceva ripensare al tempo in cui vivevo ancora a casa… la mia casa natale.

Scossi la testa per scacciare il pensiero: avevo deciso di vivere da indipendente e per nulla al mondo sarei tornato indietro.

 
Uscito dal negozio, gettai un occhio al bar, sperando di vedere il ragazzo perfetto di sempre, ma il tavolo era vuoto.

Sopirai avvilito e proseguì per la mia strada verso il mio appartamento, con le cuffie alle orecchie e il volume della musica al massimo.

Riuscivo solo a sentire il forte rumore della batteria, mentre i rumori circostanti della città mi erano completamente estranei e distaccati.

Era da parecchio che camminavo e fra poco sarei arrivato al caldo di casa mia.

Mi strofinai le mani cercando di farmi caldo, maledicendomi per aver scordato i guanti a lavoro.

Feci per attraversare la strada, guardandomi svogliatamente a destra e a sinistra.

Camminai per quel tratto in cui pensavo non ci fossero macchine all’agguato, non riuscendo a sentire –per colpa della musica- gli avvertimenti di un ragazzo alle mie spalle.

Solo quando vidi due fari illuminarmi il volto e sentire qualcosa cadermi a dosso, ritornai alla realtà.

Tenevo gli occhi stretti, mentre la batteria della canzone stava smettendo di suonare.

Quella era la mia morte?

Sarei dovuto morire in quel assurdo incidente, quasi più ridicolo del costume da panda che indossavo quotidianamente?

Sarei dovuto morire senza aver mai rivolto la parola a quel ragazzo perfetto?

No,… non poteva essere così! Non volevo assolutamente!

Prima che potessi fare nient’altro, come sbattere le palpebre, qualcuno mi tolse le cuffie dalle orecchie, riportandomi alla realtà.

Mi guardai intorno rendendomi conto solo ora di essere ancora vivo e steso sul marciapiede di quella strada.

Solo dopo un attenta osservazione mi accorsi di essere schiacciato da qualcosa o meglio qualcuno…

-Ma che … sei cretino?! – cominciò a rimproverami la persona sopra di me che mi aveva salvato da quel possibile incidente –Nessuno ti ha insegnato ad attraversare la strada?!

Mi morsi il labbro inferiore, sollevato che lo sconosciuto non potesse vedere la mi faccia.

Ero stato un incosciente, ne ero consapevole, e ora stavo sprofondando nella vergogna.

Il ragazzo sbuffò per poi alzarsi, facendo così in modo che potessi rimettermi in piedi anche io.

Lo sconosciuto mi diede una mano, cercando di aiutarmi ad alzare.

L’afferrai senza fissarlo dritto negli occhi, ancora tremendamente in imbarazzo.

-Allora…- cominciò a dire il ragazzo con più dolcezza di prima- …stai bene?

Annuì, decidendo finalmente di alzare lo sguardo verso il mio salvatore.

Appena incontrai quel volto, quegli occhi, quelle labbra, il mio cuore cominciò a battere velocemente.

Se poco prima ero scampato alla morte, questa volte nessuno sarebbe riuscito a salvarmi da un infarto!

Quello che pensavo fosse uno sconosciuto, era tutt’altro.

Probabilmente era il ragazzo che conoscevo meglio di chiunque altro.

Quel ragazzo era colui che occupava i miei pensieri, i miei sogni e il mio cuore.

Era il ragazzo perfetto del bar di fronte al negozio dove lavoravo.


 

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~Note dell'autrice~

Annyeong? *si sotterra*
Allora, salve a tutte le Inspirit (o non) che si sono cimentate nella lettura della mia prima fan fiction sugli Infinite!
Lo so… questa storia è il massimo della demenzialità! Ma sembra che mi sia impossibile scrivere una storia romantica (perché dovrebbe essere romantica…! ..v.v..) con un minimo di serietà! Aish! >.< La mia fissa per i panda è arrivata a livelli da ricovero! -.-“ LOL
Tutta colpa di un sogno che ho fatto! +_+
Oltre a essere la mia prima FF sugli Infinite, è anche la mia prima MyungJong! ^O^
Ho notato che ci sono pochissime storie su questa coppia che io adoro alla follia! >3<
E poi AMO SungJong!! <3 <3 <3
Quindi ho deciso di scriverne una, pensata inizialmente come una OS…
Sarà invece una mini-longfic di 2 o forse 3 capitoli, che spero apprezzerete! :3
Non ho ancora specificato chi è chi nella FF, ma credo si siano capiti dalle descrizioni, no?
Beh, non faccio spoiler! XD
Spero davvero di ricevere vostre recensioni in modo che sappia le vostre impressioni e se vale la pena continuarla! ^O^
Grazie a chi ha letto questa prima parte! <3
 
Chu ~
Maggie
 
Ps. Mi scuso per eventuali (e possibilissimi! -.-“) errori grammaticali!
A presto *saluta con la manina* ^O^ 

   
 
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