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Autore: _myhappyending    29/07/2012    5 recensioni
Sebastian fa visita a David Karofsky in ospedale, Santana lo trova lì e lo stuzzica. Ma Sebastian non è andato in ospedale per Dave, ma per un altro motivo, e Santana cambierà opinione su di lui
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E se non vi eravate stancati della Sebtana, ecco qui un'altra One Shot su di loro. :3 
Li adoro troppo, non so stare senza, LOL. Non c'è NULLA di assolutamente romantico in questa OS, solo che li amo da morire, e anche il solo parlarsi e confrontarsi mi fa venir ei brividi, enjoy!


LA STORIA DI SEBASTIAN E' PURAMENTE INVENTATA.


what can I do,
what can I do,
to reach out to you?



Attraversa il corridoio dell'ospedale a passo spedito, mentre quasi tutti si girano ad ammirare la stupenda D cucina sulla giacca blu, e la cravatta perfettamente annodata che gli da un'aria più solenne.
Non ha portato niente per quella occasione, infondo non vuole bene a Dave Karofsky, è solo… Dispiaciuto.
Sospira, riconoscendo il numero sessantaquattro della stanza del ragazzo, e fa due lenti respiri prima di bussare alla porta. “Avanti” dice una voce da dentro.
Sebastian apre piano la porta, vergognandosi persino di essere lì. Si sente così male che per giorni il senso di colpa lo aveva afflitto, costringendolo a dedicare le Nazionali a lui e ai fondi raccolti per il ragazzo. E’ lì proprio per dargli quei soldi. “Sebastian?” Esclama Dave, con fare sorpreso.
“Ciao, Dave” Il francese chiude la porta, dirigendosi verso il letto con il solito passo spedito ed elegante. “Come stai?”
“Ti importa sul serio?” Domanda il ragazzo, coperto da un leggero lenzuolo celeste.
Sebastian stringe le labbra, spostando lo sguardo altrove. Non voleva rispondere, non voleva far trapelare alcuna emozione che non fosse orgoglio. “Comunque, ho dedicato le Nazionali della Dalton al tuo caso. E sono venuto a portarti i fondi che abbiamo raccolto..”
“Ed è il tuo modo di mettere a tacere la coscienza sporca, Billy Elliot?” Domanda una voce femminile, che è appena entrata nella stanza. Dave e Sebastian si girano, riconoscendo la figura slanciata di Santana che sta chiudendo la porta. “Perché in quel caso puoi benissimo sparire ed evitare di fare ritorno per sempre” Sebastian alza gli occhi al cielo, addio mattinata felice.
“Ciao Santana” La saluta David, sorridendo per smorzare la tensione.
Di tutta risposta, Santana supera Sebastian con fare provocatorio e si siede affianco a David sul lettino, dando quindi le spalle al francese. “Sono passata a salutarti, ho sentito che è venuto Kurt poco prima”
A quel nome, Sebastian sospira e incrocia le braccia. “Sì, è passato poco fa. Grazie, sto molto meglio.. Gli ultimi accertamenti e poi dovrei essere fuori”
“Oh, quindi stai bene ora?” Domanda, con fare fin troppo apprensivo.
“Certo”
“Perfetto” Dice, prima di tirargli un pugno in pieno petto. Sebastian sgrana gli occhi e alza un sopracciglio, un po’ divertito. “Sei un cretino!” urla l’ispanica, con la fronte contratta. “Che ti è saltato in mente?”
Dave la guarda come se fosse una psicopatica, e poi scrolla le spalle. “E’ facile per te. Hai fatto outing e i tuoi genitori l’hanno accettato. Io ho fatto outing e mia madre mi ha prenotato la visita dallo psichiatra, e il ragazzo che amo è impegnato con un altro. Sono un codardo, Kurt ha resistito anni ai miei scherzi, io nemmeno un’ora. Che vita è, la mia?”
Sebastian inclina il viso di lato, ripensando invece alla sua esperienza. “Dave..”
“Sta’ zitto, faccia da tricheco” Santana si gira e lo guarda. “Dio, ma alla Dalton vendono vasetti di gelatina a quintali e vi insegnano come usarlo tra un falsetto e l’altro?” Domanda, osservando i capelli composti del giovane.
A quel punto, Sebastian le manda uno sguardo che l’avrebbe uccisa se solo ne fosse stato in grado, e poi si avvicina al comodino lasciando la busta con l’assegno. “Spero bastino, Dave, e spero che tu ti riprenda” Dice, per poi lanciare un’occhiata a Santana. “E no, non è un modo per pulirmi la coscienza, è un modo educato di chiederti scusa per ciò che ti ho detto. Troverai l’amore della tua vita e sarà bellissimo” Conclude, e poi si gira per uscire dalla porta e andare via.
“Hai proprio tatto” Afferma David, rivolto a Santana.
“Fanculo” Risponde lei, sospirando appena.
 
Sebastian esce dalla stanza con passo svelto e arrabbiato, diretto verso l’ascensore. Sa benissimo il piano in cui andare, perché ormai è quello che visita da cinque mesi. Pigia il tastino numero quattro, che si illumina e fa muovere l’ascensore fino al piano di cardiologia.
Segue il corridoio come aveva fatto poco prima, ma si ferma solo quando incontra la camera tredici. Sta per aprire la porta, quando un’infermiera lo chiama. “Signore?”
Sebastian si gira e la guarda. “Che succede?”
“Niente, è che la bambina sta dormendo sotto farmaci. Non è il caso che lei entri, si è sottoposta stamattina ad un esame, potrebbe essere ancora influenzata dai raggi, mi capisce, vero? Il dottore ha consigliato l’isolamento finchè non si sveglia..” la faccia addolorata dell’infermiera, che probabilmente ha migliorato col passare degli anni, fa annuire Sebastian con fare convinto.
Il francese si appoggia alla finestra, osservando la sorellina dalle tapparelle semichiuse. I capelli biondi, lunghi e lisci, ripresi dalla madre, gli occhi verdone chiusi, e l’orsacchiotto azzurro regalatole da Sebastian stretto tra le mani.
“Mh, mi sembrava troppo amorevole che tu fossi venuto apposta per Karofsky” La voce di Santana fece sobbalzare Sebastian, immerso nei pensieri.
“Che diavolo fai qui?” Domanda, guardandola male.
“Forse ti ho seguito” Dice lei, facendo spalline.
“Vattene” biascica, ritornando a guardare la bambina.
Santana sospira e si affianca a lui, guardando tra le tapparelle. “Chi è?”
“Mia sorella” L’ispanica si volta di scatto a guardarlo, ma lui non fa una piega e rimane dritto nella sua fiera compostezza. “E’ malata di cuore” Continua, come se lei glielo stesse chiedendo.
“Mi dispiace” Dice sinceramente. “Quanti anni ha?”
“Sei” Sebastian appoggia le mani sulla piccola sporgenza del marmo, stringendole in un pugno. “Quando ho fatto outing, i miei hanno deciso di trasferirsi in Francia visto che lì ero.. ‘etero’, ma in realtà non avevo ancora fatto outing. Poi Aurore si è ammalata, e non potevamo spostarci” Continua, senza staccare lo sguardo dalla sorellina. “Qualche settimana fa i medici hanno detto che sarebbe stata in grado di viaggiare, e mio padre ha chiesto il trasferimento alla Dalton”. Santana sgranò gli occhi. Sebastian era l’usignolo che si era impegnato più di tutti per vincere le Nazionali. “Il preside lo ha pregato di aspettare le Nazionali, e lui ha detto che non avrebbe aspettato oltre. Ma a casa, mia madre lo ha convinto che se avessi vinto, lui mi avrebbe fatto diplomare alla Dalton per il mio ultimo anno, e in cambio io avrei preso Giurisprudenza all’Università, per seguire le sue orme di Ministro..”
Santana si morde un labbro, mentre piano piano cominciano a venire a galla tutti i motivi per le cose cattive che aveva fatto Sebastian al McKinley, pur di vincere. Smania di vincere? Egoismo? Protagonismo? No.. Solo voglia di essere accettato. “Sebastian..” Comincia lei, ma lui non la fa continuare.
Per la prima volta, lo sguardo di Seb incontra quello di Santana. “Sai perché te lo sto dicendo? Perché abbiamo perso, e io sto per preparare le valige. Ma tu, tu sei stata accettata e hai una ragazza che ami. Sei così… stronza, a volte, eppure so che infondo non lo sei. Blaine continuerà a pensare che sono un bastardo, Kurt penserà che non valgo niente, ma la verità la so io, e adesso la sai anche tu. Quindi smettila di attaccarmi, e la prossima volta che incontri qualcuno come me, chiediti il perché di alcune cose e poi giudica. Infondo, non dirmi che nella tua vita hai giocato sempre pulito”
Santana deglutisce, facendo spalline. “E ora andrai via?”
“Pare proprio di sì. Ci si vede tra qualche anno, Lopez” Sorride lui, e poi la supera per andarsene, ma a un certo punto si blocca e si gira. “Se dici a qualcuno ciò che ti ho detto, ti farò diventare il nulla”
Santana aggrotta la fronte. “E perché? Ti piace apparire così stronzo?”
“Almeno quanto piace a te” risponde, per poi girarsi definitivamente e andare via, per chissà quanto tempo. 

   
 
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