Show must go on


L’orologio sul tavolo scoccò le undici e mezza.
Jacqueline sobbalzò violentemente e la piccola borsetta di perline finì sul pavimento con un tonfo stridulo.
Strinse il pugno e si chinò per raccoglierla; nella caduta, la chiusura aveva ceduto e l’impugnatura argentata della pistola aveva brillato sotto quell’unico, flebile raggio di luna che penetrava nella cabina oscura.
Ancora pochi minuti e l’oscurità avrebbe invaso anche il suo animo.
Non permetta al male di entrare dentro di lei, perché egli vi farà la sua dimora.
Che sciocco, quel Poirot. Lui non capiva, non poteva capire.
Jackie doveva farlo, ma non per lei. Per Simon.
Simon aveva bisogno di lei, aveva sempre avuto bisogno di lei e poco importava che la loro stella li conducesse alla catastrofe o all’ergastolo. Lei l’avrebbe seguita, anche all’inferno, se necessario.
La lancetta segnò altri cinque minuti avanti e Jackie sentì l’ansia dentro di sé farsi sempre più vorace, divorarla come una fera carnivora.
E poi, per quale motivo non avrebbe dovuto continuare? Per Linnet, forse?
Se Jackie avesse pensato che Linnet non l’avrebbe meritato, forse si sarebbe fermata o, almeno, avrebbe cercato di convincere Simon a non oltrepassare i limiti.
Ma Linnet, quella stupida, lei lo meritava; e come, se lo meritava.
La loro amicizia sarebbe valsa da sola come freno per Jackie se si fosse dimostrata tale, ma Linnet aveva distrutto quel sentimento con la sua avarizia, con la sua ingordigia. Abituata sin dall’età di due anni ad ottenere sempre quello che desiderava, si era vista davanti l’unica cosa che le mancava, l’unica cosa che Jackie aveva: l’amore. Così aveva annientato, con lo stesso gesto, Jackie e Lord Wildlesham, abbacinando Simon con la sua volgare opulenza e conducendolo ad un matrimonio che era diventata la sua gabbia.
Lei ancora non sapeva quanto fosse epico l’inganno in cui era caduta, la ragnatela che aveva tessuto con i suoi stessi artigli e che adesso l’aveva intrappolata: quello era il momento della verità.
Finalmente, l’orologio segnò le undici e quaranta.
Jackie si alzò dalla sedia e aprì la porta della cabina, avviandosi a passo spedito verso il salone principale.
Un sorriso folle le incurvò le belle labbra scarlatte, illuminando i suoi occhi d’azzurri di uno scintillio irragionevole.
Lo spettacolo poteva avere inizio. 




























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Buonasera :)
Eccomi con una stupidaggine su uno dei miei argomenti preferiti, le storie di Agatha Christie *-* 
Quella donna è una fonte d'ispirazione pazzesca, non credo che esista una scrittrice capace di farmi impazzire come fa lei *__________*
Questo piccolo raccontino s'ispira, in parte, anche al film - Assassinio sul Nilo - con Peter Ustinov, davvero molto bello ed emozionante, anche se sappiamo tutti che il libro è sempre un'altra cosa <3
Il personaggio che racconta è l'autrice del delitto, Jacquilne - Jackie - de Bellfort, il mio personaggio preferito in assoluto di quel libro *-*
Il punto che ho descritto è quello immediantemente antecedente al delitto, quando Jackie pensa al gesto che sta per compiere, si chiede se è giusto e se Linnet - la sua migliore amica Linnet - debba davvero subire questa fine. 
Adoro sia il libro sia il film e spero di aver reso, almeno un po', giustizia ad entrambi *-*
L'avvertimento 'Movieverse' è dovuto alla citazione di Poirot, in corsivo ;)
Un bacio e alla prossima!
Mary