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Autore: Sbasby    30/07/2012    2 recensioni
Tutti conosciamo la versione di Harry su come si sia svolta la battaglia di Hogwarts.
Ma i suoi amici?
Ron, ad esempio, cos'ha pensato mentre scendeva nelle profondità del castello per recuperare i denti del basilisco?
"La battaglia continuava a non so quanti piani sopra la mia testa.
L’ultima volta che ero entrato lì dentro avevo dodici anni.
E adesso, cinque anni dopo, tutto sembrava ancora più inquietante di allora.
Quella volta non ero riuscito ad entrare per davvero, per l’ennesima volta non ero io il protagonista dell’impresa, anche se consisteva nel salvare mia sorella."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Alla sua ombra

La battaglia continuava a non so quanti piani sopra la mia testa.
L’ultima volta che ero entrato lì dentro avevo dodici anni.
E adesso, cinque anni dopo, tutto  sembrava ancora più inquietante di allora.
Quella volta non ero riuscito ad entrare per davvero, per l’ennesima volta non ero io il protagonista dell’impresa, anche se consisteva nel salvare mia sorella.
I corridoi erano freddi e bui, era il luogo più orribile che avessi mai visto.
Non so come riuscii a ricordarmi cosa avesse detto Harry per aprire quel dannatissimo Horcrux, ma in qualche modo eravamo riusciti ad entrare.
Camminavamo in fretta, stando attenti a non fare troppo rumore, come se quell’orrendo serpentone potesse essere ancora vivo.
La Camera dei Segreti aveva più che altro l’aspetto di una fogna, un intreccio di bui cunicoli dove una volta abitava un serpente gigantesco che ti uccideva solo guardandoti negli occhi.
Avevamo bisogno di tornare là sotto.
Era una necessità, se non lo fosse stata, probabilmente non mi sarei mai azzardato a tornarci.
O prendevamo i denti del basilisco, o eravamo tutti morti.
Quelli erano l’unica cosa in grado distruggere gli ultimi pezzi dell’anima di Voldemort.
La cosa assurda era che quell’idea fosse venuta solo a me.
Per una volta non era stata Hermione, con uno dei suoi colpi di genio, o Harry.
Ero stato io.
Hermione camminava al mio fianco, il viso sporco di polvere a causa della battaglia.
Dalla sua espressione, capii che anche lei era stupita, non avrei saputo dire se per la mia geniale idea, o per il senso d’inquietudine che lasciava quel posto.
La cosa che, in tutta quella situazione, mi stupiva di più era il fatto che, per la prima volta dopo tanto tempo, proprio in quel momento, io non avevo nessuna paura.
La guerra era cominciata, orribile e spietata, come mai mi sarei potuto immaginare.
Eppure, tutte le persone che avevo visto nel castello, i nostri compagni, i professori, addirittura gli studenti più piccoli, stavano combattendo.
Non si erano fermati a pensare se era o meno la cosa giusta.
Non si erano nemmeno dati il tempo per avere paura.
Per la prima volta in tanto tempo, Hogwarts era davvero unita, non importava la tua casa di appartenenza.
Addirittura, anche qualcuno dei Serpeverde si era schierato contro i Mangiamorte.
In quel momento noi, tutti noi, stavamo combattendo per difendere ciò che era nostro di diritto.
Harry probabilmente pensava che stessimo combattendo per lui, e in parte era vero, ma in realtà stavamo lottando per noi stessi.
A noi non importava che lo scopo di Voldemort fosse uccidere Harry.
Sì, l’avremmo difeso con le unghie e con i denti, ma la verità era un’altra.
Noi, in quel momento, combattevamo per la libertà, per il nostro futuro, per quello che, in realtà, ci sarebbe sempre appartenuto.
Combattevamo per gli amici, quelli che avevamo perso, quelli feriti e quelli che cercavamo disperatamente di proteggere.
Per una volta, non era solo Harry l’eroe.
No. Perché, in quel momento, tutti noi stavamo rischiando la nostra vita, per difendere ciò che era nostro di diritto: la libertà.
In quel momento, non esisteva solo il Grande Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, l’unico che è riuscito a sconfiggere l’Oscuro signore, in quel momento nessuno di noi veniva considerato inferiore ad Harry.
In quel momento, per la prima volta non mi ero sentito solo l’amico stupido di Potter, perché tutti in quella guerra avevamo il nostro ruolo, ugualmente importante.
Lì decisi che, mai più, mi sarei sentito inferiore al mio migliore amico.
Mai più sarei stato l’amico stupido di Potter.
Mai più avrei avuto paura di non essere alla sua altezza.
Mai più mi sarei sentito umiliato dai successi di Harry
Decisi che mai più sarei rimasto alla sua ombra.
  
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