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Autore: Vanessa190    30/07/2012    4 recensioni
-Ti stavo aspettando- disse all’improvviso una voce.
Una voce che conoscevo fin troppo bene, una voce che fino a pochi istanti fa credevo impossibile sentire di nuovo.
-Non avevi promesso che saremo state insieme per sempre , qualsiasi cosa fosse successa?- replicò lei senza perdere il sorriso.
-E’ vero…- mormorai –L’ho promesso- un’ultima lacrima si fece strada sul mio viso.
-Non potrò stare qui per molto- si rammaricò lei –Ma domani tornerò se tu vuoi-
-Si!- gridai quasi –Vediamoci qui- aggiunsi poi più calma –Ogni giorno, al tramonto, al colpo di cannone-
-Promesso?- domandò
-Promesso- affermai riuscendo finalmente a sorridere.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il vento mi fischiava nelle orecchie tirandomi indietro i capelli; mi diedi un’occhiata intorno: se avessimo sorpassato la barca davanti a noi avremmo vinto.

-Tieniti la barca dritta!- gridai alla bionda seduta davanti a me passandole il timone.

-Cosa? San se non viriamo tocchiamo la barca!-

-Fidati di me Quinn!- senza aspettare la sua risposta mi legai e uscii al trapezio.

Mi spinsi più infuori possibile facendo prendere velocità alla barca.

-Santana dobbiamo virare!-

-Aspetta quando te lo dico!-

-Così li tocchiamo!-

 -Quando te lo dico Quinn!- le ripetei.

-Ancora un attimo…- mormorai tra me e me sperando che i miei calcoli fossero esatti –ADESSO!- urlai quando ormai eravamo a un soffio dalla prua degli avversari.

Quinn virò spostandosi velocemente dalla mia parte.

La barca passò per prima il traguardo,  sentii il suono della sirena che annunciava la fine della gara, avevamo vinto.

Lanciai un grido di esultanza alzando un braccio al cielo.

Mi sganciai dal cavo del trapezio e mi tuffai in acqua con una mezza capriola all’indietro.

Quando riemersi mi riavvicinai alla barca e a Quinn che si era sporta verso il mio viso sorridendo.

-Ce l’abbiamo fatta San!- esclamò.

-Ce l’abbiamo fatta!- esclamai a mia volta facendo forza con le braccia per issarmi sulla barca quanto bastava per trovarmi all’altezza del viso di Quinn.

Lei sorrise un ultima volta prima di baciarmi dolcemente.

 

 

-Sorridete- il fotografò scattò l’ennesima fotografia di me e Quinn con le medaglie d’oro in bella vista sul petto.

-Congratulazioni- disse poi riponendo la macchina nella custodia –Un’ottima gara-

-Tutto merito della mia ragazza- ridacchiò Quinn stringendosi a me –E’ lei la vera campionessa-

Risi a mia volta –Lo sai cosa dicono dei campioni?- chiesi

-Cosa?-

-Dicono che dietro ogni grande campione, o campionessa nel mio caso, ci sia una donna fantastica che li rende tali-

Sorrisi quando lei si avvicinò al mio volto per baciarmi di nuovo –Ti amo- mi sussurrò poi.

-Ti amo anche io Lucy-

Mi diede una spinta leggera quando pronunciai il suo vecchio nome per poi trascinarmi sul molo.

Appoggiò la testa sulla mia spalla mentre un colpo di cannone annunciava, come d’usanza, l’orario del tramonto.

Rimanemmo qualche istante in silenzio fissando le barche che si allontanavano dal porto.

-Dove credi che vadano?- mi domandò allora

-Ovunque… - mormorai –Un giorno partiremo anche noi- affermai poi.

-Davvero?-

-Certo- sorrisi girandomi a guardarla –Ma solo dopo che ci saremmo sposate-

-Simpatica- borbottò lei ironica

-Guarda che dico sul serio Q, voglio sposarti- replicai seria

-Abbiamo 17 anni San-  ribatté divertita.

-Aspetteremo di averne 18 allora- dissi fissandola negli occhi –Sposami-

Mi scrutò per un attimo cercando di capire se stessi scherzando –Fai sul serio?-

-Faccio sul serio-

Sorrise di nuovo, con quel sorriso che avrebbe potuto farmi dimenticare all’istante ogni problema.

Il mio cuore sembrò scoppiare quando disse –Si-

Gridò divertita quando la afferrai per la vita facendola girare.

-Santana! Mettimi giù!-

Quando la riappoggiai a terra mi sorrise dolcemente –Ti amo-

-Questo l’hai già detto- risi

-Ci sposeremo davvero -davvero?- chiese titubante facendomi ridere ancora di più

-Davvero-davvero , staremo assieme “finché morte non ci separi”- dissi in tono solenne.

Mi diede un’altra spinta –Non ce la fai proprio a essere seria per più di cinque minuti vero?- sbuffò senza però smettere di sorridere.

La baciai dolcemente –Te lo prometto Quinn- dissi poi –Ti prometto che staremo assieme per sempre, qualsiasi cosa succeda-

 

 

-Andiamo San, dobbiamo andare a quella festa!-

-Perché? Non ti diverti qui con me?- domandai afferrandole i fianchi per avvicinarla a me.

-Perché abbiamo finito il liceo e questa festa è l’ultima occasione per stare tutti assieme - disse tirandomi un braccio per farmi alzare - Senza contare che dobbiamo festeggiare per la tua borsa di studio- aggiunse orgogliosa.

-E’ solo una borsa di studio per la vela Quinn- borbottai

-E’ solo una festa San- ribatté lei –Non moriremo se ci andiamo- mi guardò supplichevole.

-E va bene- mi arresi –Prendo le chiavi-

 

 

-Faremo tardi per colpa tua- borbottò Quinn qualche minuto dopo fissando l’orologio

-Perché deve sempre essere colpa mia?-

-Sei tu che sta andando a 30 all’ora-

-Sto andando a 60 Quinn, rispetto i limiti di velocità -

Mi fece una linguaccia –Rallenta guidatrice provetta, quello davanti a noi si è fermato-

-L’ho visto Bionda, al contrario di te io guardo davanti a me quando guido- ribattei rallentando.

Sentii un rumore di freni, vidi nello specchietto retrovisore la macchina dietro di noi cercare di fermarsi in tempo, non riuscirci e tamponare il fianco della mia macchia mandandoci fuori dalla nostra corsia.

-Santana!- esclamò Quinn terrorizzata

Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere, l’ultimo ricordo che ebbi furono le due luci abbaglianti  del camion che travolse in pieno la nostra macchina.

 

 

-Santana…-  mormorò Quinn flebilmente.

La strinsi di più a me cercando di ignorare il dolore delle ferite –Andrà tutto bene Q, andrà tutto bene-

Non andava per niente bene, la nostra macchina era capovolta sulla strada, il sangue e i vetri rotti si mischiavano tra loro mentre l’eco di una sirena mi arrivava sempre più debole.

-Santana… mi fa male- la voce di Quinn era sempre più debole.

-Andrà tutto bene- mormorai ancora, come una cantilena.

-Ti amo- sussurrò Quinn, ma forse me lo ero solo immaginata.

I miei occhi si chiusero mentre il buio mi avvolgeva e qualcuno fuori dalla macchina gridava un “Tiratele fuori da li!”

 

 

-E’ andata Shuester, sprechi tempo con lei è una causa persa-

-Non esistono cause perse!-

Cercai di aprire gli occhi ma le mie palpebre sembravano macigni.

Intravidi l’immagine sfocata di un uomo riccio con la divisa da paramedico prima di ripiombare nel nulla.

-Libera!-

Una scossa.

-Libera!-

Un’altra.

-Libera! Puoi farcela dannazione, puoi farcela!-

L’ultima scossa sembrò allontanare la nebbia che mi offuscava il cervello, di colpo spalancai gli occhi trovandomi a fissare il soffitto di un’ambulanza.

-Ben tornata tra noi- mormorò lo stesso riccio di prima con un sorriso triste ed esausto sul volto.

-Quinn…- biascicai cercando di articolare le parole.

Poi lo vidi. Un corpo steso su una barella accanto alla mia, coperto da un telo.

Un braccio era caduto fuori e pendeva immobile nel vuoto.

-Quinn!- cercai di alzarmi ma riuscii solo a stingerle la mano.

Era fredda.

-QUINN!- aspettavo che rispondesse alla mia stretta ma sapevo già che non lo avrebbe fatto.

Mai più.

-QUINN! QUINN!- delle mani cercarono di rimettermi sdraiata –NO! LASCIATEMI! QUINN!-

Sentii qualcosa, un ago probabilmente, pungermi il braccio.

-Ora calmati Santana- mormorò una voce facendosi sempre più lontana.

-NO! QUINN! TI PREGO QUINN!- le lacrime mi pizzicarono gli occhi, le mie palpebre diventarono di nuovo pesanti.

-Quinn- mormorai di nuovo prima di cadere in un nuovo oblio.

“Chiamate il 911 per incidente sulla statale” sentii dire “Un ferito e un morto”

 

 

-…Accetta le nostre preghiere a suffragio dell’anima della tua serva che ci ha lasciati, e concedile di entrare nel tuo paradiso di luce e gioia in compagnia dei tuoi Santi-

Sentivo a malapena le parole del pastore, guardavo fissa davanti a me incapace di abbassare lo sguardo sulla bara  li vicina.

-Oh padre misericordioso che hai voluto richiamare a te l’anima di questa tua serva concedi a noi, che stiamo ancora compiendo il nostro pellegrinaggio, di camminare sempre fermi nella tua gloria sempiterna…-

Sbattei gli occhi  un paio di volte, era impossibile che avessi visto per davvero quello che pensavo.

Ma eccolo di nuovo; era stato un attimo ma ero certa di averlo visto.

L’orlo del vestito color crema che Quinn indossava quella sera sparire dietro una lapide.

-Amen- concluse il pastore, nemmeno lo sentii.

Avevo appena visto una chioma bionda sparire dentro al bosco.

“E’ impossibile che sia lei Santana” provò a convincermi la mia parte razionale “Quinn è morta! Guarda:  la sua bara è a pochi centimetri da te”

-Santana?- mi richiamò il pastore costringendomi a riportare l’attenzione su di lui –Se vuoi deporre il fiore dovresti farlo ora-

Guardai la rosa che avevo in mano come se ce l’avesse messa li qualcun altro qualche istante prima.

In lontananza il colpo di cannone che segnava il tramonto giunse fino a me facendomi sussultare.

-No…- mormorai –Non posso-

“Non posso dirle addio, non posso”

-…Devo andare via- mormorai più a me stessa che a un possibile interlocutore.

E poi corsi, verso il bosco, lontano da quella bara, ignorando gli sguardi straniti delle persone riunite al funerale.

Corsi verso dove avevo visto sparire quella chioma bionda.

Corsi fino a non sapere più dove ero.

Corsi fino a inciampare.

Caddi a terra, rotolai nella polvere stringendomi la testa fra le mani mentre le immagini dell’incidente riaffioravano nella mia mente.

La rosa mi scivolò via dalla mano rotolando qualche metro più in la.

Non mi rialzai a riprenderla ma rimasi stesa a piangere nella terra, il dolore era semplicemente troppo.

-Ti stavo aspettando- disse all’improvviso una voce.

Una voce che conoscevo fin troppo bene, una voce che fino a pochi istanti fa credevo impossibile sentire di nuovo.

Mi sollevai in ginocchio alzando lo sguardo incredula.

E lei era li.

-Quinn…- sussurrai incapace di credere a quel miracolo.

Lei sorrise raccogliendo la rosa da terra e avvicinandosi a me.

Quando mi lasciò una carezza sul viso, quando sentii la sua mano, mi convinsi che non stavo sognando.

Un sorriso incredulo si fece timidamente spazio sul mio volto –Sei qui…-

-Non avevi promesso che saremo state insieme per sempre , qualsiasi cosa fosse successa?- replicò lei senza perdere il sorriso.

-E’ vero…- mormorai –L’ho promesso- un’ultima lacrima si fece strada sul mio viso.

-Non potrò stare qui per molto- si rammaricò lei –Ma domani tornerò se tu vuoi-

-Si!- gridai quasi –Vediamoci qui- aggiunsi poi più calma –Ogni giorno, al tramonto, al colpo di cannone-

-Promesso?- domandò

-Promesso- affermai riuscendo finalmente a sorridere.

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Ok, so che è un inizio un po’ confuso (e un po’ deprimente) spero vi piaccia lo stesso.

Questa storia è un po’ un esperimento, volevo provare a scrivere qualcosa di più “serio” (spero che serio non diventi noioso)

Fatemi sapere che ne pensate, anche se vi fa schifo liberissimi di dirlo : )

ps:la storia è ispirata (molto ispirata) al film "Segui il tuo cuore" ma cercherò di rendere la trama un po' diversa.
  
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