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Autore: HarleyQ_91    30/07/2012    6 recensioni
Se i protagonisti delle storie più belle della Disney fossero catapultati nel mondo reale e precisamente nel mondo scolastico di un semplice liceo di una semplice cittadina degli Stati Uniti? Anche il quel caso, con tutti i problemi adolescenziali dei giovani d'oggi, potranno raggiungere il loro "Per Sempre Felici e Contenti"?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 
  All In Town sorgeva isolata dalle altre città, in un’ampia valle circondata da alte montagne. Per quanto grande fosse, la gente del luogo si conosceva più o meno tutta e i luoghi di ritrovo erano sempre gli stessi, la tavola calda, la chiesa e poi c’era il posto più odiato e amato della città: il liceo.
  L’All In High School presentava una struttura imponente e all’avanguardia che pochi licei negli Stati Uniti potevano vantare. Aveva laboratori per ogni tipo di esperimento, campo da gioco per ogni tipo di sport e aule attrezzate per ogni tipo di studio. Tutti sognavano di entrare in una scuola come quella, tutti, ma non Cole Thunder.
  Il ragazzo mingherlino portava il proprio zaino in spalla con un andamento un po’ ricurvo, come se così facendo fosse potuto passare inosservato, ed entrò nell’aula magna.
  Ogni anno il primo giorno di scuola il preside faceva il suo bel discorso di fronte a tutto il corpo studenti e docenti, Cole prese un bel respiro e si sedette in fondo alla sala, immobile. Fin da piccolo ogni suo movimento era causa di danni, a casa non si contavano più gli oggetti che aveva rotto per sbaglio, se però fosse stato completamente fermo, avrebbe evitato di fare figuracce.
  “Ehi, moccioso, spostati”. Un ragazzone muscoloso con addosso una maglietta da football diede un calcio alla sua sedia, rischiando di farlo cadere. Aveva i capelli neri, leggermente allungati dietro le orecchie, e il mento pronunciato. Il suo seguito era composto da un nanetto cicciottello col naso a patata e da tre ragazze bionde che non smettevano di fissarlo. Cole inarcò le sopracciglia.
  “Mi hai sentito, scricciolo? Fammi passare”. Ribadì il bullo.
  “C-certo, ecco”. Cole si alzò dalla sedia e lasciò spazio a quel prepotente con i suoi seguaci. Come primo incontro nel suo nuovo liceo non era il massimo, ma almeno non era finito nei guai.
  Due colpetti sopra ad un microfono fecero partire un fischio dalle casse che si propagò per tutta l’aula, provocando i lamenti della maggior parte degli studenti.
  “Ehm, prova, prova”. Disse un uomo sul palco. Era alto e magro, il volto allungato colorato solo da una leggero pizzetto nero. Portava uno strano cappello, forse per nascondere il fatto che fosse calvo, ma non ci riusciva molto bene. “Ragazzi, gradirei un po’ di silenzio”. Continuò l’uomo, con tono un po’ scocciato. “Sono il vicepreside, Jeffry Vizier, e gradirei un po’ di atten…”
  Qualcosa di appiccicoso colpì l’uomo in pieno volto, interrompendolo nel suo discorso. Cole non riuscì bene a vedere chi fosse l’artefice di quel misfatto, ma sentì parecchie risatine provenire dalle prime file.
  “Tu, moccioso…” Esclamò il vicepreside. Evidentemente aveva individuato il colpevole. “Anche quest’anno cominci a dare rogne dal primo giorno, vuoi subito un reclamo disciplinare?”
  Il signor Vizier stava per scendere dal palco, quando un altro uomo gli poggiò una mano sulla spalla e gli prese il microfono dalla mano, Cole si irrigidì all’istante.
  “Jeffry, avanti, ancora l’anno scolastico non è iniziato, dai a questi ragazzi un po’ di tregua”.
  L’uomo che parlava era di una stazza imponente, la sua figura riempiva l’intero palcoscenico, come la sua barba bianca ricopriva tutta la sua mascella. Eppure, nonostante il fisico minaccioso, sfoggiava un sorriso benevolo e simpatico, un sorriso che Cole conosceva bene.
  “Bene, molti di voi già mi conoscono”. Continuò l’uomo, questa volta rivolto alla platea. “Invece, per chi è la prima volta che mette piede in questo liceo, io sono il preside Thunder, e vorrei augurare a tutti un buon inizio anno, specialmente a una persona…” Fece una pausa e allungò il collo verso l’orda di studenti, come stesse cercando qualcuno. Qualcuno che infine trovò. “Ah, eccolo lì. Cole, ti sei messo in fondo, eh?”
  Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, dopodiché provò a farsi piccolo piccolo sulla sedia, nel tentativo di nascondersi, ma era tutto inutile. Aveva sperato, aveva pregato che ciò che stava succedendo non accadesse, ma a quanto pareva chiunque abitasse lassù nei cieli non gli dava mai ascolto e faceva sempre come gli pareva.
  “Quel ragazzo che vedete lì è mio figlio”. Informò il preside. “Da quest’anno sarà un vostro compagno. È un po’ timido, perciò se magari poteste farvi avanti per diventare suoi amici…”
  Cole si sentiva ancora più umiliato. Suo padre lo stava descrivendo come uno sfigato asociale con disperato bisogno di compagnia. Non che non fosse vero, però detto davanti all’intera scuola suonava ancora più deprimente.
  “Ehi, Cole, rendi fiero il tuo vecchio, mi raccomando!” L’uomo gli sfoggiò un bel pollice all’insù, dopodiché cominciò a dedicarsi alle sue mansioni da direttore scolastico e il ragazzo poté tirare un sospiro di sollievo. Fantastico, il suo primo giorno di liceo era rovinato, anzi la sua reputazione – che ancora non aveva – era già stata distrutta in partenza.
  “Ma guarda, così sei il figlio del preside”. Il ragazzone che solo qualche minuto prima gli aveva preso a calci la sedia si rivolse a lui con tono divertito e sguardo beffardo. “Sarà bella la vita per te qua dentro, visto che hai un padre famoso”.
  Cole non era certo se quel ragazzo lo stesse prendendo in giro o parlasse sul serio. Nel dubbio preferì non rispondere e far finta di niente.
  Scelta sbagliata.
  “Ehi, che fai, mi ignori?” Tuonò il bullo, alzandosi in piedi. “Nessuno ignora Gas Stone, capito?” Con uno strattone prese Cole per il colletto della maglietta e lo portò all’altezza della sua faccia.
  “Mi… mi dispiace… io non…”
  Cole era convinto che lo avrebbe picchiato, si portò entrambe le mani davanti al volto, attendendo i colpi e il dolore che ne sarebbe seguito, ma non accadde nulla. Anzi Gas Stone lo mise giù all’istante e si risedette al suo posto.
  Che diavolo era successo? A lui andava benissimo così, ma avrebbe voluto sapere a cosa era dovuto quel cambio repentino di atteggiamento.
  “Scusami, è libero questo posto?”
  Cole si voltò all’istante e vide una ragazza chiedere della sedia accanto a lui.
  “Sì, prego, siediti”.
  La ragazza lo ringraziò sfoggiando un dolce sorriso, aveva i capelli castani, legati in una coda stretta e dei libri in mano. Non erano tomi scolastici, ma romanzi. Evidentemente amava molto leggere.
  “Sono arrivata un po’ in ritardo”. Disse poi lei, rivolgendosi ancora a Cole. “Hanno detto qualcosa di importante?”
  Il ragazzo si strinse nelle spalle e scosse la testa. Almeno una persona in quella scuola che non aveva sentito il discorso imbarazzante di suo padre c’era, forse i suoi anni di liceo non sarebbero stati così disastrosi come credeva.
  “Oh, non mi sono presentata, io sono Belle Stevenson”.
  “Cole”. Tralasciò il cognome, per evitare ogni riferimento a suo padre.
  La ragazza sorrise leggermente e fece un cenno con la testa, dopodiché aprì uno dei libri che teneva in mano e si mise a leggere. Lei e Cole non si scambiarono più una parola per il resto dell’assemblea e, anche una volta che tutti i professori ebbero parlato, Belle continuò a tenere gli occhi ben fissi sulle pagine del suo romanzo, mentre si alzava dalla sedia e si dirigeva fuori dall’aula magna.
  Era una tipa piuttosto strana, pensò Cole, ma almeno aveva saputo distrarlo un po’ da quel clima di tragedia in cui stava versando il suo primo giorno da liceale.
  Il ragazzo si ritrovò schiacciato nella calca di studenti che usciva in corridoio. Ad un certo punto pensava davvero di soffocare, se una mano grossa e muscolosa non lo avesse preso per il colletto e trascinato in un aula.
  “Stammi a sentire, pivello!” Cole sgranò gli occhi. Forse era meglio se fosse rimasto nella folla ad asfissiare, perché lo sguardo di Gas Stone e quella vena che pulsava dal suo collo non promettevano nulla di buono.
  “Non avrai messo gli occhi su quella ragazza, eh?” Continuò l’energumeno. “Belle non si innamorerebbe mai di uno come te, soprattutto se può avere uno come me”.
  Cole alzò un sopracciglio, quel ragazzo non doveva avere tutte le rotelle a posto.
  “Io non… non ho messo gli occhi su nessuno”. Si difese, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. “Non sapevo… che quella fosse la tua ragazza”.
  Gas sembrò tranquillizzarsi e mollò la presa dal colletto di Cole, poi incrociò le braccia al petto, mettendo ben in evidenza le sue spalle possenti e i suoi bicipiti allenati.
  “Oh, tra me e Belle ancora non è ufficiale, ma è solo questione di tempo”. Disse sogghignando. Poi il suo volto tornò scuro e puntò il dito indice proprio al centro perfetto del petto del mingherlino, facendolo barcollare.
  “Perciò vedi di girare a largo”. Continuò Stone. “Se non vuoi che ti riduca in poltiglia”.
  Cole annuì meccanicamente e pensò bene di sgattaiolare su per le scale prima che quel bullo cambiasse idea e decidesse di rompergli il naso in quell’istante.
  Come inizio anno era stato un vero disastro, era stato umiliato, deriso e minacciato nel giro di mezz’ora, senza contare poi che suo padre aveva grandi aspettative su di lui, il che lo poneva ancor più sotto pressione.
  Qualcosa gli diceva che gli anni del liceo sarebbero stati i più duri della sua vita.


NOTE D'AUTORE
 

E dopo settimane di convincimento da parte dei miei amici, ecco qui che pubblico il primo capitolo della mia nuova fanfiction. Tutta targata Walt Disney (che emozione!!!xD)
Come penso si sia già capito, sono un'amante a livelli patologici della Disney (sono anche appena tornata da Disneyland Paris, perciò sono proprio carica) e deduco che, avendo scelto di leggere questa Fanfiction, anche voi lo siate!^^
Comunque spero che non troviate questa storia "blasfema", ho cercato di mantenere i caratteri dei personaggi originali e anche qualche nome (alcuni li ho dovuti cambiare per renderli più "umani").
Purtroppo il secondo capitolo riuscirò a pubblicarlo solo a fine Agosto, quando tornerò dagli Stati Uniti (naturalmente andrò anche a DisneyWorld!xD) e ammetto che non sono ancora certa di farlo. Voglio prima vedere come va col primo capitolo, per decidere se continuare la storia o meno!^^
Beh, mi pare di aver detto tutto!
Fatemi sapere le vostre impressioni.

Bye Bye,
*HQ*

  
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