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Autore: Slyth    31/07/2012    3 recensioni
Avevo sempre adorato l'odore di quel libro: sapeva di antico, di posti lontani e tempi andati, di popoli conquistati e tesori accumulati, di soldati in marcia attraverso terre sconosciute, di sangue e di profumi orientali. Aveva in sé il piacevole tepore dei giardini di Babilonia e il freddo delle montagne dell'Hindukusch, il caldo afoso del deserto e l'umidità della pioggia scrosciante dell'India.
[...]
-E' ora del nostro appuntamento quotidiano, Aléxandre-, mormorai.
Un colpo di vento fece svolazzare le tende della finestra.
Aprii una pagina a caso e cominciai a leggere.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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alele °°° Bene, bene, bene.
Eccomi qua, lanciata in una delle mie fanfiction, colta da una sorta di ispirazione alle ore 02:13 della mattina.
Let's start! ...Ma prima, qualche appunto.
Questa fanfiction nasce, come al solito, da una mia passione (anche se, in questo caso, sarebbe più appropriato denominarla ossessione, o venerazione). E' un qualcosa che mi accompagna dal primo anno di scuola media, e quindi, dalla bellezza di sette anni, signori e signore: sto parlando di Alessandro Magno.
Premetto: se qualcuno è interessato a leggere quanto scriverò, gliene sarò grata e accetterò ogni tipo di critica, apprezzamento, consiglio, correzione o quant'altro.
Potete anche dirmi che sono fissata, mi è già stato riferito.
Necrofila? Mi hanno apostrofata anche così.
Il punto è che non mi importa un accidente.
Voglio scrivere questa fanfiction su Alessandro Magno, e lo farò, mettendoci, spero, il meglio di me, e, ne sono certa, tutta l'ammiazione che nutro verso di Lui.
Con la speranza che quanto scriverò vi sia gradito,
Slyth -o Lucia, come preferite-.  °°°



       
                                                                                                     .Prologo.
                                                                       Before you came in my life I missed you so much.


« Era Prometeo, un amico dell’uomo. Ha cambiato il mondo.
Prima di lui c’erano le tribù. Dopo di lui, tutto poteva essere.
D’un tratto, si percepì che il mondo poteva stare sotto il governo di un re e diventare migliore per tutti.                                       Fece erigere diciotto grandi Alessandrie: un grande impero, non fatto di terre e oro, ma più un luogo della mente. La grande civiltà Ellenica, aperta al Mondo.
Ma come posso dirlo… Come posso raccontarvi che significava essere giovani e avere grandi sogni, e credere, quando Alessandro ti guardava negli occhi, di poter fare qualunque cosa.
La sua presenza , luce di Apollo ci rendeva tutti migliori.
Davvero, ho conosciuto molti grandi uomini nella mia vita, ma uno solo immenso. E solo adesso, da vecchio, capisco chi veramente fosse questa forza della natura…
»


[Alexander- Oliver Stone]

__________________________________________________________________

Lessi il Suo nome per la prima volta la bellezza di sette anni or sono.
E fu la luce nell'oscurità.
Vi farò un breve resoconto di come avevo vissuto fino a quel momento: Lucia, undici anni appena compiuti, al primo anno di scuola media. Ragazzina insicura, problematica, sopraffatta da mille ansie, decisamente solitaria. Intelligente -così si diceva in giro-, ma poco interessata ad apprendere.
Il punto era che non avevo una cazzo di voglia di apprendere proprio un bel niente. Leggevo molto, e ciò che leggevo bastava a soddisfare la mia sete di sapere.
Ma poi Lui arrivò.
Immagino che sarebbe arrivato comunque, in ogni caso. Qualunque alunno possegga la fortuna di avere (o di avere avuto) un insegnante con un minimo di competenza, potrà dire 'sì, ho studiato Alessandro Magno'.
Il punto è che Alessandro per me non fu un capitolo spiegato sommariamente in un libro di scuola della prima media. Non fu un'interrogazione sostenuta a fatica, con i compagni a mormorare suggerimenti sconnessi, camuffati in colpi di tosse. Non fu ''hey, quel tipo era forte, proprio un vero duro. Ora però molla quel libro di storia e andiamo a divertirci, eh?''.
Fu la salvezza di un'undicenne con tanti sogni per la testa e troppa poca forza per realizzarli.
Dentro di me avevo sempre saputo che non sarei potuta restare una debole per sempre. Stavo semplicemente aspettando Lui.
E Lui era lì, il Suo nome era stampato in inchiostro nero su delle pagine stropicciate dalle troppe volte che avevo sballottato il volume qua e là; era lì, era reale, la sua storia era reale. La storia di un uomo che fu molto più simile ad un dio; la storia di un uomo che frantumò i confini del possibile e del conosciuto, e si avventurò verso l'ignoto, verso la gloria, verso il sogno di un'intera esistenza.
Me ne innamorai? Sì, è possibile.
Alessandro era tutto quello che io non avevo il coraggio di diventare, ma che -dio- avrei dato qualsiasi cosa per poter essere.
Banalmente, divenne, come si suol dire, 'la stella polare' del mio mondo.
Come posso spiegare cosa provai a prendere fra le mani quel tomo di mille e più pagine chiamato 'Alèxandros', e rendermi conto che era contenuta la Sua vita, e che io avrei potuto viverne le imprese, conoscerne le gioie, i dolori, assaporare le sue vittorie e contrariarmi delle sue -pur rare- sconfitte?
A cosa posso paragonare la gioia che mi scosse quando potei leggere la descrizione, in altre documentazioni, del suo aspetto, del suo carattere, delle sue abitudini? Di come inclinasse leggermente la testa a sinistra, quando prestava molta attenzione a qualcosa; di come la sua pelle profumasse costantemente di rose; dell'assurdo colore dei suoi occhi -l'uno azzurro, l'altro nero-; del suo sguardo penetrante, quello sguardo che fu spettatore di tante battaglie, ed altrettante vittorie. Quello sguardo che, si dice, appartenesse al figlio di Zeus.
Ero strana? Forse. E forse lo sono tutt'ora.
Non c'è niente di male, mi dicevo. Le mie compagne fantasticavano sui protagonisti di telefilm per adolescenti, io fantasticavo su di Lui. Ma ero davvero così strana? Era davvero così inappropriato preferire un personaggio davvero esistito -un re, un guerriero, un valoroso- ad un personaggio fittizio? Non me ne inportava, nemmeno un po'.
Grazie ad Alessandro, a dodici anni da poco compiuti, presi una decisione che ancora oggi porto con me come l'obiettivo principale da raggiungere nella mia vita: sarei diventata un'archeologa, a qualsiasi costo.
Mi spinse ad amare la storia antica, a provare passione per quelli che erano stati il Suo mondo, le Sue abitudini, i Suoi usi. Mi ritrovai a considerare la sua terra come se fosse stata la mia terra natìa.
E fu ancora una volta mossa dalla mia ammirazione irrefrenabile per Alessandro che, a quattordici anni, compilai il modulo di iscrizione per quello che sarebbe stato il trampolino di lancio verso il mio futuro: il liceo Classico.

°°°


Alessandro mi fissava con sguardo severo, il mento alto, la mascella contratta.
Era splendente, nella sua armatura tirata a lucido, la spada ben stretta nella mano destra. Il mantello cremisi lo avvolgeva per metà, solcato da piccole pieghe che creavano un piacevole effetto di chiaroscuro.
Lo fissai a mia volta, con aria colpevole.
-Che c'è?- lo apostrofai, sbuffando sonoramente verso il suo ritratto appeso all'anta del mio armadio. -Non ci riesco, ok? Potresti darmi una mano, invece di startene lì impalato-.
Continuò ad osservarmi, i lineamenti impressi sulla carta da stampa.
Chiusi con un gesto secco e sgraziato il quaderno di greco, lo gettai sul letto, poi mi diressi verso la piccola libreria affianco al comò.
Scorsi ad uno ad uno con la mano i titoli dei volumi che avevo ordinatamente riposto in ordine di grandezza, e mi bloccai non appena le dita sfiorarono quello del libro che stavo cercando. Lo sfilai con delicatezza dal ripiano e me lo portai al naso. Avevo sempre adorato l'odore di quel libro: sapeva di antico, di posti lontani e tempi andati, di popoli conquistati e tesori accumulati, di soldati in marcia attraverso terre sconosciute, di sangue e di profumi orientali. Aveva in sé il piacevole tepore dei giardini di Babilonia e il freddo delle montagne dell'Hindukusch, il caldo afoso del deserto e l'umidità della pioggia scrosciante dell'India.
Sapeva di Lui, e di tutto ciò che era stato, e di tutto ciò che aveva visto.
E lo avevo sfogliato così tante volte, ed ogni volta era stata come la prima.
Lentamente, lo rivoltai tra le mani, e come sempre, il volto di Alessandro scolpito nella pietra mi scrutò dalla copertina.
Sorrisi.
'Aléxandros'. Il titolo, in lettere dorate, spiccava sulla carta ruvida. Vi passai sopra una mano.
-E' ora del nostro appuntamento quotidiano, Aléxandre-, mormorai.
Un colpo di vento fece svolazzare le tende della finestra.
Aprii una pagina a caso e cominciai a leggere
  
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