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Autore: Fed    13/02/2007    4 recensioni
Amore non corrisposto?
Sembrerebbe, lettore, ma non ingannarti.

Non credere nemmeno che questa storia abbia un lieto fine, però, perché tutto sommato non ho intenzione di raccontare nulla che possa avere un fine, né azione alcuna. Forse questa più che una storia è una narrazione. Ti va lo stesso di proseguire?

* Blaise/Theodore *
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiamatela pure licenza poetica

By Fed

 

 

 

 

 

Theodore Nott era, a tutti gli effetti, quello che viene comunemente chiamato dalle masse festanti il solito, banalissimo ed invidiatissimo “Bello e impossibile”, assimilazione non dissimile da “Quello che crede di avercelo solo lui” e da “Quello che è così figo da poterselo permettere”.

 

Castano, occhi verdi e busto esile, gambe slanciate, nessuno avrebbe potuto definirlo alto né mascolino: ma forse erano proprio quei suoi lineamenti così androgini ad aver fatto sì che la maggior parte delle ragazzine di Hogwarts perdesse la testa per lui.

Forse, invece, era il suo modo di parlare, candido ma misurato, aiutato dalla gestualità confusa di un bambino troppo ben educato, ad averlo reso così popolare.

 

Fatto sta che orde di studentesse, alcune delle quali davvero niente male, di tutte le case gli correvano dietro fin dal primo anno; ovvio che, già dal secondo, lui aveva iniziato ad approfittarne di buona lena.

Al quinto, cambiando prospettiva, aveva avuto la conferma che, sì, sedurre persone di sesso maschile gli era assai più congeniale e che, tutto sommato, lo divertiva anche parecchio di più.

 

 

 

Se è pur questa la visione che la scuola aveva di Theo, io vorrei divertirmi a mostrartene anche un’altra, caro lettore, sempre cercando di tediarti il meno possibile.

 

 

 

Theodore Nott, nel suo intimo, si era da sempre definito un vile: era un tredicenne quando aveva scoperto il suo poco interesse per le donne, ma aveva continuato ad approfittar di loro finchè l’età non gli aveva imposto – ahi lui – di dimostrare in modo più carnale il proprio riconoscimento.

A dire il vero, anche quand’era così piccolo il serpeverde aveva capito di essere innamorato ed era caduto nel banale errore di pensare che si potesse trovare lo stesso calore di un sentimento ricambiato nel corpo di qualche sconosciuto dal viso carino.

Cercava di creare disordine, di alzare polveroni attorno alla propria figura di Ragazzo In per attirare l’attenzione di LUI.

Sì, proprio di LUI che, a veder bene, era l’unico a fregarsene altamente di Theo.

 

 

 

Amore non corrisposto?

Sembrerebbe, lettore, ma non ingannarti. Non credere nemmeno che questa storia abbia un lieto fine, perché, tutto sommato, non ho intenzione di raccontare nulla che possa avere un fine, né azione alcuna.

Forse questa più che una storia è una narrazione. Ti va lo stesso di proseguire?

 

Bene, mi fa piacere.

Sappi però che appariranno qui soltanto dei punti di vista, talvolta contrastanti, e che è impossibile che due punti di vista facciano sviluppare un’azione, se rimangono solo semplici punti di vista.

Tutt’al più, essi stanno alla base delle Rivoluzioni; ma basta divagare…

 

 

 

Blaise Zabini (Oh! Ecco chi era il LUI di Nott; hai indovinato, lettore!) si era sempre dimostrato un mancato corvonero: molto studioso e asociale per indole, era sempre piuttosto freddo nei modi, ed era questa la sua caratteristica più serpeverde, oltre alla sua spasmodica ricerca di essere il migliore in tutto ciò che avesse una certa priorità e, a conti fatti, nessuno era in grado di sconfiggerlo in questo.

Nessuno a parte la Granger, certo, ma secondo il miglior amico del diciassettenne, tale Draco Malfoy, i mezzosangue non contavano.

 

Zab riteneva di avere un unico difetto, un difetto piuttosto bello ma anche decisamente fastidioso che (so che te lo aspetti, lettore) rispondeva al nome di Theodore Nott.

 

 

 

Bene lettore, ora hai le basi per capire dove io voglia andare a parare: due ragazzi che si amano l’un l’altro e si ricercano senza saperlo. Due giovani che si comportano spesso in maniera assurda, con l’altro, proprio perché si tratta dell’altro.

 

 

 

Blaise e Theodore fanno parte di quel gruppo di innamorati che si dicono “Ti Odio” invece che “Ti Amo”, che litigano per cose già dimenticate prima di esser ripetute e battibeccano per banalità astruse. Come stavolta, come due giorni fa.

Ecco, ora questa insana narrazione si pone l’assurdo proposito di diventare storia.

Vi va di osservare oltre il sipario che si sta aprendo?

 

 

 

Zabini è in guferia, che si sistema sul naso gli occhiali dall’esile montatura nera, per poi scompigliarsi svogliatamente i capelli, mentre osserva da una finestra della stanza il giardino sottostante ed il campo di Quidditch, in lontananza.

Nott sta salendo le scale che portano alla guferia, quando si accorge della presenza del coetaneo.

Guardalo, lettore! Fa per andarsene, ci ripensa; prende a guardare la schiena dell’altro, gli si avvicina, comincia a parlare.

 

“ Blaise! ”

 

Il moro si volta di scatto, conscio di chi si ritroverà di fronte tra un solo istante.

Arrossisce, poi si riprende.

Respira.

 

Sorride sincero, quindi, notando che Nott è più agitato persino di se stesso.

 

 

Il sipario s’è già chiuso, ma poco importa, vi pare? E brutto leggere di un dialogo come un altro quando la parte più interessante si è già conclusa, quando si è già spento il sorriso più bello che Theo (torniamo forse ai punti di vista?) ha mai osservato in vita sua.

 

Non dubitare, in questa storia, questi due ragazzi arriveranno a capirsi meglio, ma non è questo il momento per raccontarlo.

 

 

Da cattivo narratore mi impongo il gusto di tagliare l’azione a metà, in modo da potermi godere l’espressione dei due serpeverde in quel momento, colorando lo sfondo del mio teatrino con colori romantici e a tratti stilnovisti, coprendo poi tutto con un sipario nero dal gusto decadente.

 

 

 

 

E’ bello poter pensare che l’amore più puro è quello racchiuso nel sorriso di una storia raccontata a metà.

Chiamatela pure licenza poetica.

 

 

 

 

 

OWARI

 

 

 

 

Oooops, l’ennesima fic sconclusionata…

…ehm… prometto che credevo venisse su meglio, prometto che adoro questi due personaggi e questo pairing, anche se l’ho appena trattato tanto male, prometto di fare un buon sugo con i pomodori che mi state tirando…!

 

Coff…

Vi ringrazio per la lettura, mi spiace per il disturbo.

 

Per tutti gli insulti potete anche recensire, in fondo non vi vorrò male lo stesso.

 

 

Grazie a Stateira, ad anaizz e a mezzosecolo per i commenti alla mia scorsa storia, ve ne sono davvero molto, molto grata.

 

 

 * scompaio, agitando la mano *

 

 

 

 

 

DISCLAIMER: I personaggi non sono, ovviamente, i miei. Concedetemi Blaise anche per una sola una notte e potrete dire di aver fatto la felicità di una donna. Grazie a mamma Jò per averci illuminato con simili elementi.

  
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