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Autore: Lights    31/07/2012    6 recensioni
Harry e Hermione, ma se non fosse più così?
Oblivium, uno degli incantesimi più tristi che esiste nel mondo magico, perchè cancellare i ricordi della propria vita ti lascia un grande vuoto e non è detto che un giorno si possa colmare, e allora si vaga alla ricerca del passato per dare un senso al presente.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Esattamente un anno fa abbiamo iniziato questa iniziativa del BirthDay-A del gruppo “Cercando chi dà la roba alla Rowling” un po’ in sordina in occasione del BDA di Viki-chan, ed è bello oggi chiudere il cerchio proprio con il suo compleanno.

 

Viki-chan una volta mi hai scritto “Anche io voglio un bel capitolino strong tutto per me.. *mette il muso*. Non me ne sono dimentica. Anzi, l’appunto è rimasto bello vivido nella mente.

Bene, mia piccola Viki-chan, non solo un capitolo ti dedico, ma bensì tutta la storia.

Un doveroso grazie a quel genio della mia Roxy che mi ha promptato l’idea di “Remember me

 

 

 

 

 

A te, che vivi nel mondo parallelo al mio

Buon Compleanno

 

 

 

 

 

1. Oblivion

 

 

 

 

 

 

Oblivion

- No! - L’urlo disperato si espande nell’aria ma non può fare niente contro l’inevitabile.

Le immagini si fanno sempre più pallide e di loro rimane solamente un vago ricordo.

Tutto sfugge e scompare, lasciando al suo posto solo il vuoto.

 

 

 

 

 

 

Ho letto in qualche libro che quando si perde la memoria è come se l’anima fosse immersa nella nebbia. Tutto è avvolto in una soffice e morbida nuvola. Una calma apparente conforta il proprio Io mentre l’anima continua a vagare nel nulla, fino a quando non arriva in quel punto dove incontra una tiepida luce: la realtà.

Ed è proprio in quel momento che l’anima avverte, come se fosse la prima volta, il fisico a cui appartiene.

Piano piano l’Io riprende confidenza con esso e i muscoli assopiti si risvegliano lentamente.

Le palpebre pigramente si aprono e la tiepida luce, quasi minacciosa, intima l’anima di tornare indietro, di non abbandonare quel luogo protetto.

Così il corpo reagisce; la ragione si impone sulla nebbia che avvolge il cervello. L’istinto di volere rivedere il mondo diventa più forte della sicurezza che trasmette quel luogo ovattato, dove si è rifugiata l’anima. Perché tornare alla vita, dopo quel lungo viaggio affrontato per ritrovare la luce, è ormai un’esigenza necessaria, se non addirittura vitale.

Solo la voce di chi aspetta, che ha guidato il cuore durante il peregrinare in quel vuoto, impedisce all’anima di fermarsi e proseguire.

E allora lei resiste e, quasi con timore, alla fine riesce ad aprire gli occhi. Il silenzio predomina, lo stato di confusione in cui la mente si ritrova, non permette di parlare. Il cervello ha come l’impressione di avere difficoltà ad abbinare i nomi ai volti delle persone che gli occhi hanno di fronte. È uno sforzo che la memoria non sa se riuscirà a sopportare, ma alla fine, come per magia, tutto si ricompone.

 

 

- Ron, - pronunci timidamente il suo nome, come se avessi paura di sbagliare, riportandomi di nuovo in quella stanza e interrompendo le mie riflessioni.

Ron si avvicina al tuo letto, ti accarezza il capo e delicatamente ti appoggia le labbra sulla fronte.

- Ben tornata, Hermione, - sussurra, guardandoti dritta negli occhi, come se avesse paura che il tono della sua voce possa spaventarti.

Ti guardi attorno curiosa e disorientata. Osservi con attenzione ogni singolo dettaglio della stanza e finalmente arrivi a me.

Sorrido appena. Rimani in silenzio, forse aspetti una mia mossa?

Ma io non faccio niente, resto fermo. C’è qualcosa nel tuo sguardo che mi ammutolisce. Attendo che pronunci il mio nome, ma non lo fai, perché?

I tuoi occhi. Sono strani, diversi, non so spiegarmelo, ma ho come la sensazione che abbiano perso qualcosa. E se quel qualcosa fossi proprio io?

- Harry.

Pronunci il mio nome ed io finalmente mi rilasso, scacciando via tutte quelle insicurezze che erano nate dentro di me.

Come se la tua voce mi avesse risvegliato, mi muovo rapidamente, ti siedo accanto e accolgo la tua mano nella mia. Il pollice accarezza il dorso, ed è bello sentire nuovamente la vita in te. Mi sorridi per un istante, ma poi volgi di nuovo lo sguardo verso Ron. Lo scruti, proprio come prima hai fatto con me.

- Sto bene. - La solita Hermione, anche nei momenti difficili pensa a rassicurare gli altri.

- Felice giornata. - Luna entra in stanza con il suo stile radioso. Si avvicina a Ron e lo abbraccia contenta. - Ben tornata, Hermione.

Li guardi. I tuoi occhi si muovono rapidamente dal loro abbraccio ai loro visi. Sei disorientata e quasi incredula.

Che succede? Non riesco a interpretare la tua reazione.

È un attimo, ti porti le mani alla testa, e ti copri gli occhi. Ti chini in avanti sopraffatta dal dolore.

- Hermione! - urliamo insieme, mentre Luna corre a chiamare il dottore.

Sei rigida, il dolore non ti lascia in pace.

Ti aggrappi alle braccia di Ron. - Perché?

Il tuo sguardo è ferito. Lui mi guarda interdetto, senza capire.

Riusciamo a farti distendere e lentamente ti rilassi.

- Hermione, - Ron ti accarezza il capo. - Ora sei qui, con noi. Tutto è passato.

Lo guardi. Non stacchi mai gli occhi dal suo viso. Hai un’espressione seria sul volto come se cercassi nella tua testa di razionalizzare quello che sta accadendo.

- Perché, Ron?

A quella domanda ferita, lui si allontana di qualche passo da te. Mi guarda con la speranza che io possa suggerirgli una risposta corretta.

- Hermione, - inizia piano, indeciso su quali siano le parole migliori da usare. - Va tutto bene, è Luna… - ma si ferma, incapace di proseguire. Aggrotta la fronte. Non sa cosa dirti e in realtà neanche io. Siamo completamente spiazzati.

- Luna? E noi?

Silenzio. Io odio il silenzio, soprattutto in questi momenti.

- Hermione, - La mia voce interrompe quell’attimo. Vibra nell’aria e arriva alle mie orecchie come una supplica, perché, forse, ho capito che cosa c’è che non va. - Che cosa ricordi?

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

 

Ed eccoci qua. Chi l’avrebbe detto che avrei iniziato una nuova long, ma dovete ringraziare la Roxy, che mi ha fornito l’idea.

Una gigantesca statua va a Sophie, che ha superato a pieni voti l’esame di lucese antico. Se questa storia la potete leggere, voi che non conoscete questa bellissima lingua, è merito solo suo.

Grazie a Kia e Jaybree per la revisione supplementare.

Bene, il prossimo capitolo è in lavorazione *lega Sophie alla sedia* quindi ci vedremo presto, salvo imprevisti.

   
 
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