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Autore: bloodingeyes    31/07/2012    3 recensioni
Per quanto fosse un nuotatore premiato e famoso non poteva più nuotare in mare, solo nelle piscine chiuse e sicure. Il mare gli era stato negato per sempre: se avesse provato a tornarci sarebbe sicuramente morto. Perché, anche se nessuno lo sapeva, lui non era un essere umano ma un tritone.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            Una nuova medaglia nella bacheca, un nuovo trofeo sulla credenza. Ian li guardava allineati a fare bella mostra di loro e li odiò profondamente. Avrebbe dato qualsiasi medaglia e trofeo, ogni suo più grande traguardo per passare di nuovo un ora in mare.

            Per quanto fosse un nuotatore premiato e famoso non poteva più nuotare in mare, solo nelle piscine chiuse e sicure. Il mare gli era stato negato per sempre: se avesse provato a tornarci sarebbe sicuramente morto. Perché, anche se nessuno lo sapeva, lui non era un essere umano ma un tritone. Una pozione gli aveva fatto perdere la coda e le branchie, insieme a tutta la sua vita passata.

            Ian era nato come principe di un regno sommerso popolato solo da sirene e tritoni come lui ma un giorno degli altri tritoni che venivano da molto lontano li hanno attaccati e decimati. Il re, padre di Ian, aveva visto il suo regno perduto e il figlio in pericolo mortale: era infatti risaputo che gli invasori non concedevano misericordia neppure ai bambini. Così il padre di Ian l’aveva portato lontano, in un posto in cui i nemici non l’avrebbero potuto avere: sulla terra ferma. Gli aveva fatto bere una pozione e gli aveva proibito di tornare in mare, se l’avesse fatto il nuovo re tritone l’avrebbe sicuramente trovato e ucciso. Il re se ne era poi dovuto andare, la pozione non bastava per entrambi e non ce n’era un'altra dose. Da allora Ian non l’aveva più rivisto.

            Una pattuglia di polizia aveva poi trovato il piccolo Ian che vagava sulla spiaggia e, dopo un lungo iter burocratico, una coppia di novelli sposini l’aveva adottato.

            Crescendo Ian non aveva potuto fare a meno di rimanere vicino al mare, o per lo meno di nuotare. Così le piscine erano diventate la sua seconda casa ma non bastava mai. Desiderava il sapore e l’odore del mare più di qualsiasi altra cosa al mondo.

            Sapeva quale rischio sarebbe stato per lui tornare a nuotare nell’oceano ma la sua casa gli mancava così tanto da fargli persino male. Così un giorno convinse i suoi genitori adottivi a portarlo a nuotare in un mare differente, il più lontano possibile dalla spiaggia dove il suo vero padre l’aveva abbandonato tanto tempo prima. Si allontanò da quelle coste e, dopo un intero giorno di viaggio, arrivò ad un altro mare. Aveva un colore, un odore e un aspetto completamente differente da quello del suo mare. Ian si svestì e lasciò tutto sulla spiaggia, correndo fino al bagnasciuga ma si fermò appena prima di mettere i piedi in acqua. Voleva entrare in acqua, tuffarsi e non tornare mai più a riva, ma allo stesso tempo aveva paura di farlo. E se l’avessero scoperto e trovato? Cosa ne sarebbe stato di lui?

            Fece un passo e un onda spumò attorno al suo piede facendolo sorridere. Fece un altro passo e poi un altro ancora, con il cuore leggero e un sorriso sul viso sentì nuovamente la sensazione familiare e rassicurante dell’acqua di mare che lo avvolgeva. Arrivò ad immergersi fino allo stomaco e poi i suoi genitori adottivi lo richiamarono

            -Ian! La crema solare!- gli urlò la sua madre adottiva, sventolando il flacone di crema come una bandiera. Nonostante fosse un nuotatore provetto e passasse la maggior parte della vita in acqua, Ian aveva la pelle chiara che si bruciava molto facilmente al sole e sua adottiva madre si preoccupava sempre per lui. Ian guardò l’acqua e, a fatica, decise di uscire. Era lontano dal suo mare, non sarebbe successo niente di male e lui avrebbe potuto tornare a nuotare nelle sue amate acque. Corse dalla sua madre adottiva e si spalmò la crema solare sulle spalle e sul resto del corpo mentre lei gliela metteva sulla schiena

            -Sei felice?- chiese la donna dolcemente

            -Non immagini neppure quanto- gli rispose Ian per poi tuffarsi nuovamente in acqua. I suoi nuovi genitori non avevano mai capito perché, fin da bambino, smaniasse per nuotare ma non volesse mai andare al mare. Gli psicologi avevano tutti convenuto che fosse dovuto ad un qualche shock subito prima di essere trovato. Ian non aveva mai detto a nessuno della sua vera natura, sapeva che l’avrebbero tutti preso per pazzo se avessero saputo. Aveva finto per anni di non ricordare nulla del so passato ma la realtà era che non poteva dire niente a nessuno. La realtà superava di gran lunga qualsiasi fantasia.

Ian e la sua famiglia adottiva dovevano passare cinque giorni al mare e i primi tre passarono veloci e piacevoli. Nessun mostro marino o tritone cattivo venne a prendere Ian e lui rimaneva tutto il tempo possibile in acqua, nuotando e fantasticando di tornare ad essere un tritone di nuovo. Ma le sue gambe non tornarono una coda e i suoi polmoni non gli permisero di respirare sott’acqua di nuovo. La pozione che gli aveva dato suo padre non perdeva il suo effetto.

Il quarto giorno Ian uscì di casa che era ancora l’alba e andò di nuovo in mare. Sapeva che erano gli ultimi giorni per lui e voleva sfruttare ogni istante rimasto a nuotare. Si allontanò dalla riva e sentì il cuore scoppiargli ancor più di felicità quando raggiunse gli scogli frangionde e il mare aperto si aprì davanti a lui. Solo un infinita distesa di acqua e cielo. Il vento fresco e salmastro a scompigliargli i capelli gli portò anche una voce.

Non la riconobbe subito, all’inizio le parole gli arrivavano fioche e insensate, ma si faceva via via più forte e decisa mentre dalle profondità marine apparve una figura ben nota

-Ian mi hai disubbidito- gli disse suo padre, ormai vecchio e stanco

-Padre! Non pensavo che qui mi potessero trovare, pensavo di essere al sicuro… - cercò di difendersi il ragazzo

-Non lo saresti stato- gli rispose gravemente suo padre –ma gli invasori ora sono stati sconfitti e il nostro regno è libero-

-Non ci sono più? Quindi posso tornare a casa?- gli chiese il ragazzo entusiasta

-Vuoi tornare indietro?- gli chiese stupito suo padre –sei umano ora non dovresti volerlo, hai vissuto più tempo sulla terra ferma che in mare, non ti biasimerei se non volessi tornare-

-Padre io ho vissuto sulla terra ma il mio cuore è in mare, non desidero che tornare alla mia vera forma, fra i miei simili, nel mio elemento… stare lontano dal mare mi spezza il cuore-

-Allora vieni, torniamo a casa insieme-

 

Nei giorni seguenti i genitori adottivi di Ian lo fecero cercare in lungo e in largo, sia sulla terra che in mare. Nel loro cuore si attanagliava il terrore che loro figlio fosse uscito a nuotare e che fosse annegato. Il giovane o il suo corpo non furono mai ritrovati e il mondo pianse il giovane nuotatore, scomparso per sempre.

   
 
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