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Autore: Jules_Black    31/07/2012    7 recensioni
Duncan/Gwen | Courtney/(Duncan) | One-shot| AU
Courtney è una Serpeverde misantropa e potenzialmente pericolosa che tenta di fermare Duncan, alle prese con una relazione sconveniente con una strana Corvonero, il tutto mentre ad Hogwarts si sta svolgendo il Torneo Tremaghi.
"Courtney velocizzò il più possibile la preparazione del suo Distillato della Morte Vivente quel pomeriggio, tentando di uscire dall'aula di Pozioni almeno un quarto d'ora prima. Il professor Hatchet definì la sua pozione da Eccezionale - il liquido era di una trasparenza incredibile- e le consentì di uscire prima dall'aula; fortunatamente né Duncan né Gwen frequentavano il corso per ottenere un M.A.G.O. in Pozioni. Trent sì, e la guardò uscire dalla stanza sotterranea con un sorriso compiaciuto sul viso mentre i suoi compagni Tassorosso gli chiedevano insistentemente come avesse fatto a conquistare la bella - e misantropa- Serpeverde. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Non potrei non dedicartela, G.

 

I have died everyday waiting for you.
 

 
La luce verdastra della Sala Comune di Serpeverde illuminava tetramente il volto livido di Courtney che stava con le braccia conserte, immobile, accanto al camino. Aveva appena smesso di passeggiare nervosamente e di inveire contro gli slip di Merlino; Heather infatti le aveva gentilmente ricordato che Duncan non avrebbe smesso di frequentare quella Corvonero mortalmente pallida se lei fosse rimasta dentro quel buco di serpi a maledire tutti dall'alto delle sue convinzioni. Fulminò con lo sguardo un ragazzino del primo anno che stava tentando, invano, di stregare un cappello e si avviò verso l'uscita, temendo di poter perdere il controllo e maledire qualche bambino appena arrivato ad Hogwarts. Il corridoio di pietra era appena illuminato da qualche fiaccola accesa e la temperatura era davvero bassa; il Natale era quasi alle porte e l'atmosfera di eccitazione era palpabile in tutta la scuola. Tutti aspettavano il Ballo del Ceppo come se fosse una benedizione, dopo che il Ministero si era deciso a riproporre l'evento dato che Tom Riddle sembrava essere morto - questa volta realmente. La ragazza si avvolse la sciarpa verde-argento intorno al collo e proseguì nel camminare lungo il corridoio di pietra, giocherellando con la spilla da Caposcuola che faceva bella mostra di sé sul suo maglione nero. 
- Principessa- lo salutò il ragazzo che veniva dalla direzione opposta, inchinando appena la testa. Courtney repressa a stento la voglia di assalirlo lì, in quel corridoio scuro; cercando di dosare il nervosismo, lo prese per un gomito e lo scaraventò contro la pietra viva.
- Viscida serpe che non sei altro, come puoi pensare che sia anche minimamente opportuno uscire con quella Corvonero idiota proprio durante il Torneo Tremaghi?- lo aggredì lei, puntandogli un dito contro il petto, lì dove solitamente campeggiava la spilla di Capitano della Squadra di Quidditch di Serpeverde.
- Non vedo dove sia il problema, mia cara- rispose, per nulla spaventato dalla reazione di Courtney. La ragazza si fece indietro di un passo.
- Il problema- riprese, con voce stridula- sta nel fatto che è una Corvonero e, per giunta, sembra adorare quelle francesine di Beauxbatons.
- Anche tu ti sei data alla macchia con un orso nordico, mi pare- rispose lui, facendo allusione alla presunta "amicizia" tra Courtney e il Campione di Durmstrang. Courtney sfilò lentamente la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e se la rigirò tra le dita.
- Potrei maledirti all'istante. Tuttavia, no. Io e Igor non abbiamo nessuna relazione- spiegò lei, ruotando la bacchetta così che dalla punta spruzzassero delle scintille rossicce. Duncan osservò timoroso i suoi movimenti.
- Ah no?- si decise a chiedere dopo qualche istante, quando lei ebbe finalmente riposto la bacchetta nella tasca dei pantaloni neri.
- No, decisamente. In ogni caso, è meglio che tu la smetta di uscire con Gwendolyn- riprese il discorso lei. Duncan alzò un sopracciglio.
- Temi che possa sabotare il Torneo?- indagò lui, non arrivando a capire il motivo delle preoccupazioni di Courtney. Lei sbuffò.
- Temo che possa sabotare Bridgette, in effetti. E' già parecchio avanti...
- Parli di sabotaggio proprio tu che hai costretto quel leccapiedi di Cody a sparare un Confundus contro Heather per vincere la finale e diventare la nuova Presidentessa del Club dei Duellanti?- rispose a tono lui, con un sorriso sarcastico dipinto sul viso. Courtney rimase per un attimo spiazzata, ma si ricompose dopo pochi secondi.
- Come fai a saperlo?- sbottò, sfoderando di nuovo la bacchetta.
- Heather che non schiva uno Stupeficium? Ma dai!- esclamò lui, sardonico. Courtney ringhiò rabbiosa. Un lampo di luce rossa colpì in pieno Duncan, che cadde per terra con un tonfo sordo.
Innerva- sibilò dolcemente Court, rianimandolo. Duncan aprì gli occhi, confuso.
- Vipera malefica...
- La prossima volta ti conviene non parlare così alla Presidentessa del Club dei Duellanti. Potrei reciderti qualche parte del corpo, se capisci cosa intendo- rispose lei, con un sorriso falso, voltandogli le spalle e andando via.
***
Courtney non aveva altro per la testa che non fosse effettivamente il Ballo del Ceppo; anzi, a dire il vero, tutti non avevano in testa altro. Il Ballo rappresentava l'opportunità perfetta per svestire quelle divise nere e tutte uguali, per concedersi dei vezzi che a Hogwarts non erano concessi - come una pettinatura particolare- o, semplicemente, per passare una serata non in Sala Comune, con l'alone verdastro del Lago Nero, e con le solite persone. Il problema era trovare qualcuno con cui andare; il Ballo era aperto a tutti gli studenti dal quarto anno in su, come da regolamento, ma specialmente studentesse del terzo anno tentavano di conquistare seducenti cavalieri del settimo anno, ricorrendo perfino a Pozioni illegali. Courtney guardava quei pallidi tentativi di corteggiamento con aria di superiorità, come se fosse estranea a quel traffico di emozioni che ogni giorno occupava i corridoi. In effetti, in quel senso, non aveva problemi; sarebbe bastato dire di si ad un tipo qualsiasi per andare al Ballo accompagnata. E, in tutta onestà, ci sarebbe andata perfino da sola, tanto per rimarcare ancora una volta la distanza, dilatatasi enormemente, tra lei e il resto del mondo. Era persa in questi pensieri, quando qualcuno la urtò per il corridoio, facendole perdere momentaneamente l'equilibrio. Sfoderò la bacchetta.
- Chi ha osato...?
La domanda fu interrotta alla vista di quella ragazza strana e pallida che si stava rialzando davanti a lei.
- Gwendolyn, quale onore- la salutò Courtney con un sorriso perfido che già si allargava sul viso. Magari tra dieci secondi la bella Corvonero si sarebbe ritrovata appesa al candelabro che penzolava sopra di loro. La ragazza sorrise in risposta e si sistemò una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio.
- Oh, Courtney Anderson, la Presidentessa del...
- E' inutile che elenchi tutti i miei titoli, non voglio che si faccia sera. Cosa ci fai da queste parti?
I Sotterranei erano notoriamente territorio dei Serpeverde, così come il settimo piano era dei Grifondoro e la Biblioteca dei Corvonero.
- Stavo cercando Duncan...- rispose prontamente lei. Arrossì appena; la pelle chiara, chiarissima, si tinse di una lontana sfumatura rosata.
- Duncan è nella nostra Sala Comune- spiegò Courtney, con un sorrisetto compiaciuto.
- Mi aveva detto che ci saremmo visti qui- mormorò lei, facendo un'alzata di spalle.
- Evidentemente non vuole vederti- esclamò decisa la Serpeverde, roteando la bacchetta tra le mani.
- Dovevamo definire i dettagli del Ballo, mancano solo due giorni- bofonchiò lei, per nulla intimorita dal tono astioso della rivale. Courtney fece un sorriso sprezzante.
- Non siete voi che per un diavolo di cervello pennuto credete di essere al di sopra del mondo?- sibilò, assumendo una posa sempre più composta e sempre più simile a quella di chi sta per attaccare.
- E voi non siete quelli che ancora andate declamando la purezza del vostro sangue come se fosse oro colato?- rispose la ragazza, sempre meno interessata alla compagnia dell'altra.
- Tesoro, potrei maledirti senza troppi complimenti.
- E io avvelenarti il succo di zucca che bevi tutte le mattine e farlo passare per un incidente.
Courtney strinse appena la bacchetta nella mano destra; un bell'incantesimo non-verbale avrebbe ridotto ad un foruncolo umano la bella Corvonero che ostentava tanta superiorità. Alzò la bacchetta, pronta a sferrare il colpo, talmente rapida che Gwen non riuscì a sfoderare la sua in tempo.
Protego!
Lo scudo ceruleo di Duncan si dilatò tra loro con forza, destabilizzandole. Courtney si rialzò più in fretta dell'altra e si voltò verso Duncan, statuaria, pronta all'attacco. 
Serpensor-...
Protego horribilis!
Il potente Sortilegio Scudo di Duncan deviò l'incantesimo di Courtney che subito si riprese, tentando di sorprendere l'avversario. Gwen si mise in mezzo a loro.
- Basta, ora basta!- urlò, disarmando entrambi, colti di sorpresa dalla sua reazione improvvisa. Le loro bacchette volarono nella sua mano, ma lei le restituì subito.
- Gwen, io volevo difenderti da questa vipera!- spiegò Duncan, avvicinandosi alla Corvonero e afferrandole un braccio. Courtney si spolverava il maglione tentando di mantenere un minimo di dignità.
- Lo so, lo so- lo rassicurò lei con un enorme sorriso. Duncan la abbracciò. 
***
Courtney tornò in Sala Comune con il morale sotto i piedi, borbottando tra sé in una lingua che faceva molto pensare al Serpentese. Heather la aspettava seduta su una poltrona nera, sfogliando un libro.
- Com'è andata? La Corvonero ha mollato?- chiese innocentemente. Courtney si lasciò cadere su una poltrona lì accanto, guardandola con astio.
- Duncan l'ha abbracciata! Abbracciata!- urlò, come se in quella parola potesse essere racchiuso tutto il suo dolore. Heather rimase ad osservarla, interdetta.
- Non vedo dove sia il problema- spiegò, risistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Heather, l'ha abbracciata- scandì Court, come se la Serpeverde fosse sorda. 
- E dunque?
- Con me non l'ha mai fatto, non mi ha mai guardato in quel modo, non mi ha mai difeso.
- E tu, tu l'hai fatto?- la incalzò Heather, mentre Courtney si massaggiava le tempie, distrutta.
- Io? Io l'ho ripreso sulla Torre di Astronomia quando voleva buttare giù quel Corvonero sfigato, Harold! Io ho quasi rischiato l'espulsione perché aveva finto che avesse riaperto la Camera dei Segreti, sebbene quel Basilisco sia morto da anni!- esplose la Serpeverde, e strillò così tanto che un paio di ragazze del quarto anno le diedero della matta.
- Evidentemente questo non fa di te il suo grande amore- mormorò Heather, annoiata.
- Heather, io ci sono stata quando sua madre è morta! Io ci sono stata quando è stato accusato del furto di quel cimelio nell'ufficio del Preside! Io! Non lei!
Le ragazze del quarto anno ora ridacchiavano, impressionate dal repentino cambiamento di Courtney.
- Questo evidentemente non cambia le cose.
- Heather, sono sette anni che ci sono stata per lui, tra altri e bassi! Sette. E tra sette mesi, quando sarà tutto finito, chi ci sarà, eh?
- Gwen?- ironizzò Heather, con un sopracciglio alzato.
- Io! Da me verrà sull'Espresso, me cercherà!
- Come fai ad esserne così sicura?
- Perché sette anni non si cancellano in un mese!- esclamò Courtney, come se quella fosse un'ovvietà.
- Potrebbe darsi che Gwen...- iniziò Heather, con un sorrisetto mellifluo.
- Ma vai a quel paese, te e le mutande a pois di Merlino! Me lo riprenderò- decise istantaneamente Courtney, avviandosi verso il Dormitorio femminile. Mentre saliva la scala a chiocciola, la raggiunse la voce di Heather.
- A te ha mai detto di amarti?- urlò Heather, ridacchiando subito dopo. Quant'era bello vederla soffrire?
***
Courtney passò il giorno successivo senza proferire parola con nessuno; per i corridoi sembrava un fantasma; per i pasti, scendeva nella Sala Grande prima di tutti e se ne andava via prima che potesse riempirsi e qualcuno potesse vederla in quelle condizioni. Non aveva retto al colpo: Duncan aveva detto a Gwen di amarla? Amarla? Poteva sentire il dolore al centro del petto, la rabbia, lo sconforto, la delusione; li aveva incontrati lungo il corridoio del quinto piano mentre chiacchieravano dietro un'armatura, ma non aveva avuto il coraggio nemmeno di fare qualche battuta sarcastica. Perché aveva visto davvero come Duncan la guardava, come la idolatrava - come se il resto del mondo non esistesse.
- Ehi, Courtney Anderson!
Era il sacrosanto giorno del Ballo del Ceppo - e lei non aveva un accompagnatore- quanto la voce di quel banale Tassorosso interruppe il flusso dei suoi pensieri.
- Tu saresti...?- chiese, guardando il ragazzo dalla mascella volitiva e dai capelli neri scompigliati. Aveva vagamente intuito che potesse essere l'ex ragazzo di Gwen; l'amore della sua vita o come diavolo potesse essere identificato.
- Sono Trent, piacere!
Il ragazzo le tese una mano forte e lei la strinse un poco restia.
- Il ragazzo di Gwen...- spiegò lui, con un sorriso.
- L'ex ragazzo di Gwen- sottolineò accuratamente lei. Il sorriso di Trent si smorzò lentamente.
- Proprio io- assentì, cercando di apparire più sicuro di quello che fosse in realtà. Courtney lo osservò attentamente, mentre il viso del tipo si colorava di nove gradazioni di rosso differenti.
- E cosa spingerebbe un timido Tassorosso a parlare con una Serpeverde abbastanza famosa?- chiese, ironica, lei.
- Vuoi venire al Ballo del Ceppo con me?
Trent, con una sicurezza che era bel lungi dal possedere, rivolse la fatidica domanda a Courtney e lei rimase sconvolta.
- Perché tu dovresti voler venire al ballo con me?- sibilò, quasi adirata.
- Perché voglio riprendermi Gwen e tu Duncan. Mi sembra una motivazione sufficiente- spiegò lui, con un sorrisetto che la diceva lunga. Courtney metabolizzò con calma le sue parole.
- E poi, sei una delle streghe più talentuose del settimo anno. Un paio di incantesimi e la loro serata insieme potrebbe essere rovinata- mormorò; sembrava ancora insicuro del suo stesso piano.
- Trent, sai con chi stai avendo a che fare, vero?- bisbigliò lei, cercando di non spaventarlo più del dovuto.
- Con una terribile Serpeverde che potrebbe appendermi a questo lampadario senza che io me ne renda conto?- disse, indicando i cristalli che pendevano sopra la sua testa. Courtney sorrise compiaciuta.
- Esattamente. E se davvero vuoi mettere in atto questo piano, sappi che né giocherò pulito né potrei garantire l'incolumità della tua ragazza- spiegò, iniziando a pensare a un paio di incantesimi simpatici.
- A che ora inizia il Ballo?
- Alle otto in Sala Grande- risponde prontamente lei. A Trent scintillavano gli occhi scuri. 
- Allora, siamo d'accordo?- chiese, tendendole una mano. Lei la afferrò.
- Sicuro. Ti aspetto all'ingresso dei Sotterranei per le otto meno un quarto. Non voglio entrare da sola.
***
Courtney velocizzò il più possibile la preparazione del suo Distillato della Morte Vivente quel pomeriggio, tentando di uscire dall'aula di Pozioni almeno un quarto d'ora prima. Il professor Hatchet definì la sua pozione da Eccezionale - il liquido era di una trasparenza incredibile- e le consentì di uscire prima dall'aula; fortunatamente né Duncan né Gwen frequentavano il corso per ottenere un M.A.G.O. in Pozioni. Trent sì, e la guardò uscire dalla stanza sotterranea con un sorriso compiaciuto sul viso mentre i suoi compagni Tassorosso gli chiedevano insistentemente come avesse fatto a conquistare la bella - e misantropa- Serpeverde. Courtney sfrecciò velocemente verso la Sala Comune con un unico desiderio in mente: essere perfetta. Non badò alla chiacchiere di quattro sgualdrine del sesto anno che stavano discutendo sulla scollatura più o meno adatta dei loro vestiti e nemmeno all'espressione incredula di Heather, invitata da uno studente francese di origine spagnola. Si rifugiò nel Dormitorio e, con un incantesimo di Appello, disseppellì il suo vestito dal baule perfettamente in ordine. La seta verde sfrusciò sul parquet con un delizioso suono. L'abito, dallo scollo a cuore, era verde con ricami argentati, perfettamente intonato con i colori della sua Casa. Si chiuse in bagno prima che arrivassero le sue compagne strepitando. Una Tricopozione Lucidante, molto trucco e qualche ritocco al vestito dopo, poteva dirsi pronta. Scese la scala a chiocciola con una certa regalità, mentre il rigido bracciale a forma di serpente scintillava intorno al suo polso. Aveva supplicato sua madre di mandarlo, aveva spedito perfino una Strillettera per averlo e finalmente era suo; un serpente di smeraldi costato galeoni su galeoni che da tempo desiderava sfoggiare.
- Trent!- salutò il giovane Tassorosso non appena raggiunse l'ingresso dei sotterranei; nel tragitto un paio di ragazze avevano lanciato occhiate desiderose al suo abito e qualche ragazzo aveva tentato di invitarla all'ultimo secondo. Il Tassorosso le porse il braccio che lei accettò.
- Posso dirti che sei splendida?- le chiese retoricamente Trent, con un grosso sorriso.
- Se proprio devi...- scherzò lei, tentando di farsi piacere la compagnia del tipo. Varcarono una Sala Grande arredata a festa mentre ancora stavano scherzando e ridendo delle prese in giro reciproche.
- Allora, da dove iniziamo?- domandò Court, stringendo la bacchetta con forza.
- Prima dobbiamo trovarli- rispose Trent, indicando la massa di studenti in abiti da cerimonia che ballava nella Sala Grande; Gwen e Duncan non si vedevano da nessuna parte. I numerosi tavolini tondi, che avevano sostituito le quattro tavolate delle Case, già si stavano velocemente occupando. Courtney guidò Trent fino a un tavolino molto vicino a quello dei Campioni e dei loro accompagnatori. Dopo qualche minuto le porte della Sala Grande si aprirono e le tre coppie entrarono scortate dal Preside McLean. Bridgette era accompagnata da un giovane studente di Beaxbatons che tutti chiamavano Geoff, per quanto fosse francese. Il campione di Durmstrang, l'Igor con cui Courtney si era intrattenuta, portava sottobraccio un'incredula Beth, una Tassorosso del quinto anno; il Campione di Beauxbatons, tale Justin, era invece accompagnato da Lindsay, Grifondoro del sesto anno con più attributi fisici che non cervello.
- E i nostri amici non si vedono- sospirò Trent, mentre i Campioni aprivano le danze prima della cena. Courtney sbuffò, mentre leggeva svogliatamente il menù sontuoso che aveva davanti. Sarebbe bastato dire il nome della pietanza prescelta ad alta voce per vederla apparire nel piatto.
- Arriveranno- sibilò lei, osservando la Sala magnificamente addobbata e le coppie che danzavano allegramente.
- Tu non hai partecipato al Torneo?
- Il Calice non mi ha scelto- rispose lei, alzando gli occhi al cielo. Certo, Bridgette era coraggiosa e leale; ovvio che avrebbe scelto lei.
- Mi dispiace…- mormorò Trent, tornando a osservare la Sala - … Lo sai che ancora non si sono baciati?
Quella notizia scosse Courtney dal proprio silenzio.
- Davvero?- esclamò, del tutto sconvolta, come se quella notizia fosse di vitale importanza. 
- Sì, me l'ha detto Leshawna di Grifondoro, non so se la conosci... E' la sua migliore amica.
Courtney annuì, ma era davvero in trepidazione: Duncan baciava sempre le ragazze. Perché non avrebbe dovuto baciare proprio quella che diceva di amare?
- In ogni caso non siamo qui per fare pettegolezzo!- decise Courtney, alzandosi di scatto.
- Cosa vuoi fare?
- Sono appena entrati e ho intenzione di iniziare a lavorare- sibilò, prendendo per mano Trent e trascinandolo verso la porta.
***
Il Pietrificus Totalus scagliato contro Gwen impedì a quest’ultima di muoversi per almeno cinque minuti; tutte le ragazzine del quarto anno risero di lei, immobile come uno stoccafisso, che tentava di parlare. Duncan non sospettò nulla, dato che Courtney era un asso degli incantesimi non-verbali e sapeva benissimo Disilludersi con maestria. Trent era rimasto a bocca aperta quando la ragazza era scomparsa sotto il velo del suo stesso incantesimo. 
- Dio, Court!- esclamò Trent, davvero colpito, chiedendosi se un giorno sarebbe stato in grado di destreggiarsi come lei negli incantesimi non-verbali: era scomparsa, prendendo la consistenza e il colore di un albero di Natale, tornando vittoriosa dieci secondi dopo. Un colpo di bacchetta ed era tornata normale.
- Sei stata grandiosa!
Trent la stava riempiendo di complimenti, mentre Duncan si aggirava per la Sala come un cacciatore in cerca della sua preda. Gwen lo seguiva triste, come se quello non fosse stato proprio l'inizio che aspettava per la sua serata d'incanto. 
- Formidabile!- continuò a dire Trent per dieci minuti buoni mentre gustavano pollo arrosto e aspettavano il momento propizio per giocare un brutto tiro alla coppia. Gwen, nel suo scintillante abito blu notte, stava sorseggiando succo di zucca accanto a Duncan qualche metro più avanti.
- Non cantiamo vittoria troppo presto- lo redarguì Courtney, sicura che la serata fosse ancora lunga.
- Come si fa a non vincere con una strega come te?- si domandò Trent, addentando una patata al forno. Courtney arrossì appena.
- Ehi, si stanno alzando per ballare!- esclamò Courtney, drizzandosi e infilandosi tra una coppia innamorata.
- Cosa vuoi fare?
- Farla inciampare o farle arrivare una caraffa di succo di zucca addosso; o entrambe le cose- rispose semplicemente lei, appostandosi dietro una scultura di ghiaccio a forma di putto.
Spedendole contro un Tarantallegra, Gwen si ritrovò a volteggiare per la Sala senza avere più il controllo delle gambe. Courtney annullò velocemente l'incantesimo così che lei cadde distesa. Un secondo dopo, una caraffa di zucca, resa offensiva con un Oppugno, le finì contro e le sporcò tutto il vestito. Courtney rise di gusto, mentre Duncan tentava di calmare la bella Corvonero ad un passo dalle lacrime.
- E adesso?
- Trent, fidati di me!
Courtney si avvicinò alla scena del crimine e osservò con aria fintamente stupita quello che lei stesso aveva creato. Si avvicinò a Gwen, tentando di assumere un'espressione contrita. 
- Gwendolyn, tutto bene?- chiese, accovacciandosi accanto a lei. Duncan la allontanò bruscamente.
- Cosa credi di fare, eh?- strillò, incurante delle centinaia di persone presenti.
- Nulla, volevo aiutarla.
- Aiutarla? Dopo che le hai distrutto la serata? Credi che non sappia che sia stata tu?- la accusò, puntandole contro il petto la bacchetta.
- Io?
Una cospicua folla si stava raggruppando accanto a loro, perfino qualche insegnante stava curiosando.
- Sei un emerito idiota! Gratta e netta!
L'incantesimo ripulì il vestito di Gwen perfettamente, ma lei non accennò a fermare il flusso delle lacrime.
- Senti, Courtney, stai esagerando ora! Io la amo! La amo- urlò lui, mentre Gwen, tremante, si alzava e si appoggiava al suo braccio. Tutti gli studenti sembravano essere interessati solo a quello che succedeva lì e il Preside McLean si godeva lo spettacolo con un sorriso mellifluo. Courtney respirò profondamente.
- Anche io amo te!- disse, semplicemente, sebbene lo pensasse ormai da una vita e si fosse nascosta tante volte. Duncan impallidì.
- Per tutto questo tempo tu...
- Io ti ho amato e ho fatto finta di nulla quando avevi bisogno di me solo per sesso e non per amore. Ho fatto sempre finta di nulla- rivelò, mentre il viso le si tingeva di rosso.
- Perché?
- Perché? Ti rendi conto di quante ne abbiamo passate insieme? Ci sono stata sempre, fingendo che fossi solo un amico.
- Io ti volevo, Court, sinceramente.
- Sono stata felice quando mi hai baciato tre anni fa dopo quel disastro notturno che avevamo combinato; credevo di avercela fatta- continuò lei, ad un passo dalle lacrime.
- Ti ho baciata perché mi piacevi.
- E ho continuato ad essere felice, prima del bacio, dopo il bacio. Quando abbiamo, abbiamo… Quando abbiamo fatto l’amore, una volta, due, tre, senza mai stare insieme.
- Avevo paura.
- E ho fatto finta di nulla, ho incassato il colpo. Mi sono detta che un giorno ti saresti reso conto che la nostra relazione necessitava di una svolta- disse, abbassando di colpo il tono di voce.
- Ho incontrato Gwen poi…
- E tutto è sfumato via, lo so! Io ti amo, ti amo da una vita; da quando mi hai parlato per la prima volta sull’Espresso, dicendo che sarebbe stato fico se fossimo finiti nella stessa Casa.
- E me lo dici solo questa sera?- sbottò lui.
- Quando altrimenti, se non nel momento esatto in cui sto per perderti?
- Potevi dirmelo prima! Potevi evitare!
Gwen non osava intromettersi in quello scambio di battute così personale; si sentiva così estranea. 
- Evitare l'inevitabile? L'avresti amata comunque- mormorò lei, prima di fuggire via, verso il parco dove alte siepi formavano un labirinto in cui avrebbe tanto desiderato perdersi per sempre.
***
- E' finita, vero?- le chiese Trent mentre piangeva su una panchina del parco.
- Si amano, sì. E' finita- rispose glaciale lei, accarezzando le pieghe del vestito mentre il trucco si scioglieva lungo il suo viso.
- E' quasi mezzanotte e tra poco il ballo finirà. Vuoi tornare dentro?- le domandò Trent, porgendole una mano. Lei la prese e si incamminò con lui verso l'ingresso. Dalla Sala Grande proveniva la musica dell'ultimo lento. Courtney entrò nella Sala Grande a testa alta, incurante del suo stato. Trent la guidò al centro della pista e la strinse a sé.
 
"I have died everyday waiting for you,
darling don't be afraid, I have loved you,
for a thousand years,           
I'll love you for a thousand more.
All along I believed I will find you,
time has brought your heart to me, I have loved you,
for a thousand years,
I’ll love you for a thousand more."
 
Duncan e Gwen si stavano baciando sulle note della canzone e Courtney appoggiò la testa contro il petto di Trent, continuando ad amare Duncan in silenzio.
 
 
 
NdA:
La canzone inserita nel testo è "A thousand years" di Christina Perri. Ho scoperto con orrore che è stata scritta appositamente per "Breaking Dawn", ma è davvero bella e mi ha accompagnato per tutta la stesura del testo.
Sono inseriti molti dettagli tipicamente Potteriani che spero cogliate in pieno dato che mi è costato un sacco di fatica scrivere la storia.
E no, Courtney non starà con Trent alla fine, ma non è detto che non potrà riprendersi Duncan prima o poi. Lascio a voi immaginare.
Jules

 
   
 
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