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Autore: Elaeth    01/08/2012    7 recensioni
Mancano pochi giorni alla fine del settimo anno di Rose e Scorpius.
I loro anni a Hogwarts sono stati caratterizzati da sfide e provocazioni continue, mai un minuto di riposo.
La loro gara continuerà ancora in questi ultimi momenti assieme o finalmente qualcosa cambierà?
Che la partita abbia inizio, a Scorpius la prima mossa!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Questo mio tentativo di one-shot è dedicato a te, Giorgia.
Tu che ci sei sempre; tu che sei quel pallino verde
che la chat di facebook tiene sempre illuminato.
Buon compleanno, bella bimba.
Pace a amore (Y)

Scacco matto.

Come osa!
Con le sue labbra imbronciate piegate in una linea sottile, Rose Weasley fece un giro in aria senza una particolare meta.
Quasi quasi sbandò, su quella scopa che tanto amava e della quale stava stringendo con tutta la sua forza il manico, tanto era la rabbia che l'aveva invasa.
Aveva lavorato sodo per meritarsi quella scopa. Aveva dovuto aiutare sua madre per ore e ore, annoiandosi a morte, poiché l’aiuto consisteva nel fare incantesimi di pulizie tutto il giorno per ogni sala del Ministero. A quel punto, suo padre aveva sborsato con gioia i soldi necessari per l’acquisto di quell’oggetto, nonostante avesse dovuto sopportare il giorno dopo lo scuotere continuo della testa di Hermione Granger.
Ma tutti gli incantesimi di pulizie del mondo non avrebbero potuto impedire quella sceneggiata, non è così?
Rose ringhiò rabbiosamente appena vide la folla fare il tifo rumorosamente. La folla sbagliata. La folla verde.
Sbandieravano la loro sciarpa verde e argento ostinatamente, alzando in aria i loro cartelloni con quegli stupidi slogan, lanciando coriandoli verdi ovunque. Per un pelo non si strozzò con la sua stessa saliva alla vista di quella festa per una vittoria sicuramente non meritata.
Come avrebbero potuto vincere in modo giusto e leale? Non che li avesse visti con i suoi occhi barare, ma – erano Serpeverde! Loro vivevano per i trucchetti subdoli!
Ron Weasley avrebbe strangolato sua figlia con le proprie mani, continuava a ripetersi Rose.
Dopo tutto, lui era stato l'uomo che aveva giocato con lei ogni mattina fin da quando aveva sei anni, ignorando completamente i desideri della moglie. Era stato l'uomo che l'aveva portata a ''Accessori di Prima Qualità per il Quidditch'' a Diagon Alley milioni di volte, perdendosi tra i vari equipaggiamenti proprio come aveva sempre fatto lei. Era stato colui che le aveva mandato una torta enorme – fatta in casa e completamente bruciata, ma pur sempre una torta – quando era diventata Cercatore al secondo anno. Era stato colui che aveva organizzato quella festa pazzesca quando era stata nominata Capitano. Ed era anche stato colui che aveva minacciato di ucciderla nel più doloroso dei modi se avesse perso la Coppa di Quidditch quell'anno – soprattutto se contro Serpeverde.
Rose si mise a fissare la causa della sua sofferenza.
Ed eccolo lì. Quell'insopportabile e presuntuoso essere spregevole! L'unico modo grazie al quale riusciva a distinguere Scorpius Malfoy dal resto dei giocatori di Serpeverde era la sua bionda e luminosa testa. Non aveva bisogno di vedere la sua faccia per sapere com’era la sua espressione; era sicura al cento per cento che fosse l'incarnazione della soddisfazione. Non se la sentiva di scendere dalla sua scopa, dandogli così l'opportunità di rinfacciargli la sua vittoria, ma starsene da sola in aria non era nemmeno un'opzione ragionevole.
Scese lentamente, con aria abbattuta, dannatamente invogliata a commettere un omicidio.
Com’era riuscito a prendere il Boccino prima di lei?
Rose: 0 – Scorpius: 1.



Come osa!
Con il fumo che gli usciva dalle orecchie, Scorpius Malfoy si fece spazio per un corridoio affollato, diretto ai sotteranei di Serpeverde.
Molti degli studenti che ebbero il dispiacere di assistere alla collera del biondo, gli lanciarono occhiate curiose e annoiate non appena li sorpassò. Il ragazzo non prestò la minima attenzione a chi gli stava attorno; mantenne solamente gli occhi grigi puntati su ciò che stava di fronte a lui, riuscendo a vederci solamente rosso a causa dei nuovi inspiegabili eventi.
Scorpius non poteva crederci.
Lui era il genio. Lui era l'esempio di intelligenza. Lui era l'enciclopedia ambulante. Dopo tutto, era lui dal quale tutti copiavano i compiti, no?
E i suoi compagni non avevano mai cercato di contraddirlo, no? No! Non l'avevano mai fatto! Perché avrebbero dovuto?
Beh, la risposta era semplice: nessuno aveva mai osato contraddirlo perché lui aveva sempre ragione!
Scorpius Malfoy sospirò.
Suo padre sarebbe venuto a saperlo. Avrebbe lanciato un Avada Kedavra sul suo unico figlio (nonché erede della nobile casata dei Malfoy). Cinicamente, senza cuore, crudelmente – in qualsiasi modo vogliate chiamarlo.
Draco Malfoy non avrebbe considerato quella faccenda come qualcosa su cui ridere. Non avrebbe mai riso per qualcosa che provava quanto valeva un Malfoy.
Un po' come accadde agli Ebrei, se è possibile fare questo paragone. Vennero respinti ovunque cercarono di andare, storicamente parlando, e semplicemente per il fatto di essere così discriminati in ogni posto in cui andavano, si impegnarono al massimo per essere i migliori. Dovettero combattere per smentire tutto ciò che le altre razze dicevano senza ragione.
A Draco era sempre piaciuto questo paragone – era sempre stato un piagnucolone, e ciò su cui gli piaceva di più piagnucolare era su quanto 'la famiglia Malfoy non fosse considerata alla pari come tutte le altre famiglie all'interno del Mondo Magico, anche se era addirittura migliore'.
Scorpius, d'altra parte, sapeva che tutto questo era solo un mucchio di stupidate.
Suo padre amava semplicemente mettere pressione al proprio figlio, e poi cercava di coprire il suo comportamento con milioni di teorie e parole ricercate per convincerlo a non farlo diventare una copia di suo padre. Il quale era uno sforzo inutile, in verità, poiché Draco aveva ereditato molte delle qualità di Lucius.
Forse lui era in qualche modo la versione più... moderna dell'intimidazione o di quella vecchia pazzia, ma anche senza la mania di Voldemort sulla purezza del sangue, Draco era rimasto un determinato, esigente e spregevole bastardo – che era proprio il modo in cui Lucius si comportava con Draco, non è vero? Forzare il proprio figlio ad essere il migliore in tutto?
Ora, con o senza i suoi rimpianti, Scorpius era il classico prodotto della dinastia Malfoy. L'unica differenza tra lui e suo padre era che, beh, lui batteva davvero chiunque in tutto.
Era sempre stato così, a meno che non si prenda in considerazione l'orribile e nauseante figura fiammeggiante di Rose Miseriaccia Weasley.
Okay, magari non era così nauseante – anzi, era piuttosto carina... ma comunque!
Scorpius arrivò nei sottoranei e ringhiò la parola d'ordine della sua Sala Comune tra i denti. La donna diabolica del ritratto gli lanciò una sguardo malizioso mentre apriva la porta, sguardo che Scorpius non notò, preso com'era a concentrare tutti i suoi pensieri sull'unica sfida che avesse mai conosciuto.
Si lasciò cadere sull'imponente poltrona che stava davanti al fuoco, ignorando gli sguardi indagatori che i Serpeverde intorno a lui gli stavano inviando. Con la fronte aggrottata, si mise a fissare le fiamme danzanti, facendosi venire in mente centinaia di modi per uccidere la ragazza dai capelli rossi.
Dopotutto, nessuno poteva passarla liscia se prendeva un voto più alto del suo ai M.A.G.O.
Rose: 1 – Scorpius: 1.



Rose aveva sempre avuto un sacco di motti nella sua vita.
'Il secondo posto è il primo posto dei perdenti.', per esempio. Oppure 'fallo o non farlo, non ci sono tentativi', o anche 'non smettere mai di fare domande', in onore di Einstein. 'La vita è l'arte di disegnare senza la gomma' le piaceva particolarmente. Ma erano tutti motti che, in quel momento, non le tornavano utili. Perché in quel preciso istante, Rose aveva in mente solo dieci specifiche parole.
Tieni gli amici vicini e i nemici ancora più vicini.
O almeno, questo era ciò che continuava a ripetersi mentre osservava il suo rivale silenziosamente.
In quel momento se ne stava seduta in biblioteca, in un grande tavolo al centro della sala, con una pila altissima di libri che la separava dal resto del mondo. Tranne che da Scorpius, ecco. Aveva sempre avuto l'abitudine di leggere lì anche lui, proprio sul lato opposto del tavolo.
Non riusciva nemmeno a ricordare la prima volta che si erano ritrovati così  – supponeva fosse successo al primo anno, quando ancora non sapevano molto l'uno dell'altra, se non che lei era una Weasley e lui un Malfoy, e che i loro genitori non erano proprio in buoni rapporti.
Rose era venuta a capo di quella faida familiare solo molto tempo dopo, quando, crescendo, si era interessata alla storia dei loro genitori. Cosa che le aveva fatto venire voglia di battere Scorpius ancora di più.
Lui era il suo più grande rivale, ed era sicura che anche lei lo fosse per lui.
In ogni caso, niente di così importante da farli astenere dal sedersi lì, a quel tavolo, al centro della biblioteca – assieme. Raramente scambiavano qualche parola in quel posto, a meno che non fosse per qualche minaccia o sfida, ma questo non era importante. Erano comunque assieme.
Quando lei spostava gli occhi per provare a guardarlo, si annoiava velocemente. Rose sapeva che il libro che il ragazzo teneva in mano – letteratura babbana russa classica – l'aveva già letto diciassette volte (non che le avesse contate). Ciò nonostante, stava davvero analizzando parola per parola come se fosse la prima volta che le vedesse.
Scorpius aveva l'abitudine di mordersi il labbro inferiore senza accorgersene quando era concentrato – notò lei in qualche modo, durante gli anni – e il modo in cui i suoi occhi scorrevano da destra a sinistra erano in un certo senso una rivelazione. Le labbra della ragazza si incurvarono in una smorfia alla vista del biondo che aveva davanti... sembrava quasi non gliene importasse nulla del fatto che fosse lì anche lei!
Okay, di solito non prestavano attenzione alla presenza dell'altro, ma quella era una situazione diversa. L'anno era praticamente finito. Non avevano nient'altro da studiare.
Sbuffò.
A Rose Weasley non piaceva essere ignorata.
"Qundi, Malfoy" ruppe il silenzio sforzandosi di usare un tono dolce. "Ti rendi conto che, per quanto tu possa studiare adesso, non riceverai dei crediti extra per i M.A.G.O., vero?"
Se era sorpreso, Scorpius non lo fece vedere. Alzò lentamente la testa, sembrando leggermente irritato per il fatto che avesse nominato la sua umiliazione. Rose per poco non ghignò soddisfatta, quando vide gli angoli della bocca del ragazzo curvarsi in un sorriso tirato.
"Non si può tornare indietro nel tempo, purtroppo. Ed è per questo, presumo, che tu non stai cercando di prendere qualche Boccino là fuori, non è così?"
Rose gli lanciò un'occhiata di fuoco, talmente minacciosa che avrebbe fatto nascondere sotto una roccia perfino il coraggioso Harry Potter.
Tuttavia, lui era Scorpius Malfoy, e non si sarebbe mai nascosto da nessuna parte. Tenne meramente quel sorrisetto tirato sul suo aristocratico volto, e ritornò con gli occhi sulle affascinanti avventure di Anna Karenina.
Rose aveva letto quel libro un bel po' di volte e, onestamente, l'amore che Anna riservava a Vronsky non era così interesante. Okay – non era esattamente corretto dire così, in quanto aveva finito le ottocento pagine in due giorni, ma cosa importava? Lei era annoiata e in cerca di una conversazione. Anche se si trattava di lui. Irritata fino alla punta dei capelli, aprì la bocca nuovamente, quando –
"Oh, Scorpius! Ti ho cercato per tuuuuutto il castello!"
Oh, no.
Rose trattenne a stento un conato di vomito. C'era solo un'unica ragazza in tutto il castello capace di storpiare le parole in quel modo. Purtroppo, la proprietaria di quella voce zuccherosa non era altri che Scarlett Rosier.
Scarlett Rosier aveva una quarta abbondante di reggiseno (che generalmente le usciva fuori dalla camicetta) e una schiera di ragazzi biondi e palestrati che la trovavano apparentemente attraente. Rose aveva sempre supposto che fosse a causa dei suoi... talenti, in quanto non era così geniale nello studio, ma a parte questo, lei semplicemente non riusciva a sopportarla.
"Hey, Scarlett" la salutò Scorpius, il quale, a quanto pareva, non condivideva le opinioni di Rose.
La ragazza si ostinava a tirarsi i capelli dietro ad una spalla. "Devi chiedermi qualcosa?"
Un'innata curiosità crebbe dentro Rose.
"Beh, sì." Se lo stava immaginando oppure Scorpius le aveva appena rivolto un'occhiata? "Mi chiedevo se volevi venire al Ballo del Diploma con me!"
La bocca di Rose si spalancò vertiginosamente.
"Oh, certo che voglio andarci con te!"
Fantastico. Uccidetemi adesso, vi prego.
Rose: 1 – Scorpius: 2.



A Villa Malfoy, gli elfi domestici avevano sempre preparato il caffè per i problemi di fuso orario di Scorpius. Lui lo amava in quel modo – amaro. Niente zucchero che potesse nascondere il suo reale sapore.
Quando si sentiva giù di morale, paragonava la sua vita a quel caffè, e improvvisamente si sentiva subito meglio. Ma in realtà la sua vita era molto più simile a quello di Hogwarts: di un colorito marroncino con chili e chili di crema.
Scorpius aveva sempre odiato la crema, ma ripensandoci in quel momento, si rese conto che gli sarebbe mancata una volta tornato a casa. In qualche strana, nostalgica e simbolica maniera.
Aveva diciassette anni, i suoi anni a Hogwarts stavano ufficialmente volgendo al termine, e stava per condividere il suo ultimo evento lì con Scarlett Rosier.
Non le piaceva nemmeno, a dire la verità.
Certo, aveva un petto grazioso, era desiderata dal settantacinque per cento della popolazione maschile della scuola, ed era addirittura carina... ma dannazione!
La ragazza non riusciva a concludere una frase senza ridacchiare, e ogni volta che ridacchiava un neurone dentro la sua testa si suicidava – questo spiegava la totale mancanza di materia grigia nel suo cervello.
Non aveva neanche programmato di invitarla (voleva solo chiederle come stava sua madre, dato che non era stata bene nell'ultimo periodo), ma era semplicemente... successo. Era terribilmente arrabbiato con Rose per ovvi motivi, e sapeva che lei odiava Scarlett (non che glielo avesse mai detto, ma i suoi occhi sputavano fuoco ogni volta che lei le era attorno), così aveva accettato solo per innervosirla, probabilmente.
Non sapeva spiegarsi perché gli era interessato così tanto, ma diamine, il suo sguardo era stato senza prezzo.
Oltre al fatto che amava semplicemente essere il migliore, vederla così alterata era stato fantastico.
Come lo era stato il sabato precedente, quando aveva preso il Boccino durante la loro ultima partita a Hogwarts. Non aveva nemmeno dovuto girarsi a guardarla per sapere che era furiosa.
Aveva notato che quando Rose si arrabbiava, le sue guance diventavano del colore dei suoi capelli, e i suoi occhi color oceano brillavano ancora di più di quanto facessero di solito. Scorpius non aveva la più pallida idea del perché gli piacesse così tanto, ma continuava a rispondersi che fosse dovuto al fatto che vederla così colpita gli dava il brivido di averla superata.
Per quello, e forse anche perché la sua voce fioca diventava più aspra e acuta, cosa che si poteva definire alquanto sexy. Niente a che vedere con l'urlo estremamente stridulo e fastidioso di Scarlett.
Non che lui avesse mai detto una cosa del genere a voce alta, intendiamoci.
"Thomas! Thomas!"
In una frazione di secondo, Scorpius alzò lo sguardo. Si girò di lato – sebbene delicatamente e con fare vago, ovviamente – per vedere chi la familiare ragazza dai capelli rossi stesse chiamando. La trovò in piedi vicino a dove stava lui, di schiena, affianco al tavolo di Corvonero. I suoi riccioli ramati erano costretti in una coda di cavallo, che gli dava la vista del suo collo magro.
"Oh, ciao, Rose!"
Aha. Quel Thomas. Thomas il Prefetto di Corvonero. Thomas non-aspetto-altro-che-entrare-nelle-mutande-di-Rose-da-sempre-ma-sono-troppo-sfigato-per-riuscirci. Rose non aveva mai mostrato particolare interesse per quel ragazzo, perciò Scorpius si chiese cosa avesse di così importante da dirgli.
Perché avrebbe dovuto avere bisogno di lui? L'unica cosa in cui era bravo era lo studio, e anche se avesse avuto un problema con quello (cosa praticamente impossibile), gli esami erano finiti. Scorpius prese un sorso del suo caffè e attese.
"Hey, mi chiedevo... vorresti venire con me al Ballo del Diploma?"
Per poco non sputò tutto il suo caffè sul tavolo. Diamine, era davvero seria?
"Certo, Rose. Sarà un onore accompagnarti!"
Oh, accoltellatemi con un cucchiaio.
Rose: 2 – Scorpius: 2.




Rose non aveva mai speso così tanto tempo ad occuparsi del suo aspetto.
La cugina più femminile che aveva, Lily Potter, era giunta nel suo dormitorio con una scatola piena di prodotti, libri zeppi di incantesimi di bellezza, e centinaia di vestiti. Tre ore dopo, Rose Weasley non sembrava più la stessa.
Okay, si vedeva che era lei, ma vogliamo parlare di quella pelle lucente che non poteva essere più definita lentigginosa? E quel mascara ed eye-liner che le ingrandivano gli occhi a dismisura? Quei capelli che ricadevano setosi lungo le spalle invece di essere raccolti in una cespugliosa coda? Quella figura piena di curve sostenuta da un bellissimo vestititino blu invece che da una vecchia divisa scolastica o da un maglione consumato e dei jeans a vita bassa? E quei tacchi che la slanciavano a dismisura al posto delle sue consuete scarpe da ginnastica?
Sì. Sicuramente non era lei.
Ciò nonostante, doveva ammettere che era assolutamente favolosa. E apparentemente, così pensavano anche il resto dei suoi compagni di scuola, dato che tutte le teste presenti in sala si girarono appena fece il suo ingresso in Sala Grande accompagnata da Thomas Smith.
Era leggermente imbarazzante condividere un momento del genere con lui, ma, beh, c'era di peggio. Era stata una stupida ed impulsiva decisione quella di invitarlo, guidata dall'odio verso Scorpius e Scarlett, ed ora era costretta ad affrontare la realtà.
"Forse siamo un po' in ritardo." Disse il ragazzo dispiaciuto. "Stanno tutti già ballando."
Rose lanciò un'occhiata al centro della sala. I tavoli erano stati spostati, ovviamente, e proprio come Thomas le aveva fatto notare, la maggior parte degli studenti stava girovagando e ballando sotto all' impressionante tetto incantato. Invece delle centinaia di candele che solitamente fluttuavano nell'aria, il soffitto era stato modificato in modo da simulare una notte stellata, con meravigliose e brillanti stelle.
Il corpo insegnanti aveva sicuramente svolto il proprio lavoro magnificamente, pensò Rose meravigliata. Dopo essersi persa ad osservare le decorazioni, lasciò vagare nuovamente i suoi occhi sulla folla.
Dove poteva mai essere? Lui era sempre puntuale, molto raramente in ritardo. Quindi, perché non riusciva a vederlo tra l'ammasso di studenti?
Scuotendo la testa per quel pensiero così poco da lei, Rose si girò verso il suo accompagnatore. "Era un tentativo di invito?"
"Beh, non sono un grande ballerino, ma se vuoi posso provarci..."
"Non lo sono neanche io, ma penso che potremmo provarci, no?"
Dire che entrambi erano pessimi ballerini era un complimento. Non appena misero piede sulla pista da ballo e Thomas passò un braccio attorno al suo fianco, fu chiaro a tutti che nessuno dei due aveva la minima consapevolezza dei propri movimenti. Erano già due canzoni che ballavano, e se il ragazzo le avesse pestato i piedi ancora un'altra volta per sbaglio, Rose avrebbe mandato al diavolo anni di educazione e lo avrebbe lasciato lì da solo in mezzo alla pista davanti a tutti.
"Sai, mi sto divertendo!" Disse Thomas improvvisamente, sorridendo come un idiota.
Rose fece del suo meglio per non rispondergli con qualche commento sarcastico ed estremamente offensivo, e disperatamente cercò di farsi venire in mente qualche risposta carina e neutrale che non sarebbe necessariamente dovuta passare per un complimento. Ma poi –
"Ti dispiace se ti rubo la ragazza per un secondo?"
Quella voce.
Senza che potesse controllarlo, un brivido ghiacciato attraversò la schiena di Rose al suono di quella voce strascicata che aveva cercato per tutta la sera. Si bloccò tra le braccia di Thomas, senza che lui se ne accorgesse. Il ragazzo infatti si limitò a stamparsi in viso una strana espressione – non era un segreto che Scorpius Malfoy fosse davvero intimidatorio – e ritrasse velocamente le mani dal corpo della ragazza, dicendo a Scorpius che per lui andava bene.
Ancor prima che potesse realizzare la cosa, Rose passò dalle braccia di un ragazzo a quelle di un altro. La prima cosa a registrarsi nella sua mente fu il dolce profumo che le invase i sensi, la seconda il suo aspetto.
Scorpius Malfoy era un bellissimo studente diplomato.
Dovette ordinare a se stessa di non spalancare la bocca. Aveva sempre saputo che Scorpius fosse un ragazzo carino, ma non si era mai accorta della perfetta struttura ossea del suo volto, o di quanto i suoi occhi grigi sembrassero brillare, o di quanto soffici e belli fossero i suoi capelli ossigenati. Indossava uno smoking nero, che Rose immaginava dovesse essere terribilmente costoso, comportandosi come se lo indossasse da tutta la vita.
"Pensavi di essere divertente quando hai chiesto a quello sfigato di venire al ballo con te, non è vero?"
Alzò un sopracciglio, ricambiando lo sguardo con occhi beffardi. Il suo respiro le solleticò il naso, forse perché ora Rose stava indossando i tacchi e finalmente raggiungeva la sua altezza. Era abituata a vederlo torreggiare su di lei, nonostante non fosse una ragazza bassa.
"Terribilmente divertente." Rose roteò gli occhi. "Un po' come per te e Scarlett, a dire il vero. A proposito, dov'è lei?"
Scorpius la strinse più vicino a sé, guidandola nei movimenti in una maniera in cui Thomas non aveva fatto. Rose pensò che doveva aver imparato tutta quella roba a casa e, anche se non sarebbe stato per niente una scontro equo, diventò terribilmente gelosa del fatto che fosse più bravo di lei.
O meglio, sarebbe stato così se non fosse stata così orribilmente distratta dall'odore della sua acqua di colonia e dal modo in cui la luce delle stelle gli illumiva il viso.
"Non lo so e non mi interessa." Scrollò le spalle. "E comunque mi sembra giusto non sapere dove sia, Rose. Tu hai preso un voto più alto del mio ai M.A.G.O."
"Sì, dopo che tu hai vinto la nostra ultima partita di Quidditch!"
Scorpius le rivolse uno splendido sorriso. "Quello è stato piuttosto magnifico, non trovi?"
Rose gli colpì una spalla scherzosamente. "Forse. Ma la settimana prima di quello, il professor Lumacorno, il direttore della tua Casa, ha detto che sono io il suo studente preferito, davanti all'intera classe!"
"Ottimo lavoro, Rose." Le disse, apparentemente non colpito dal suo gesto. "Ma sono io quello a cui Madama Pince ha dato un biglietto di addio, no?"
"Blah, blah, blah" Rose cantilenò petulante. "L'ha fatto solo perché una volta le hai detto che sembrava giovane. Ed era un biglietto stupido in ogni caso. Almeno io sono diventata Cercatore prima di te, e io ho vinto il premio in Pozioni al quinto anno, e io – "
Scorpius guardò la ragazza di fronte a lui con uno sguardo divertito.
Riusciva ad immaginare un solo e unico modo per far tacere quella sua piccola bocca fastidiosa.
" – ho avuto un ragazzo che mi ha cantato una canzone d'amore una volta, e sono io quella che non è mai stata in punizione, e io –"
Ma quello che Rose Weasley stava per dire, nessuno l’avrebbe mai saputo.
Perché fu in quel momento che Scorpius Malfoy decise di baciarla.
Rose sgranò gli occhi dalla sorpresa, richiudendoli poco dopo, non appena sentì le morbide labbra di lui sulle sue. Gli allacciò le braccia attorno al collo automaticamente, attirandolo ancora più vicino.
Si perse per un po' dentro alle travolgenti sensazioni che stava provando – il battito imperioso contro al suo petto, le rivoluzioni dentro al suo stomaco – fino a quando improvvisamente non realizzò che...
"Bastardo!" Sbottò, colpendolo con forza all'addome.
Sorpreso, Scorpius si scostò ancora intontito, guardandola con diffidenza. "Che c'è?"
"Non è giusto! Volevo batterti io! Volevo essere io la prima a baciarti, e –"
"Rose?"
"Cosa?"
E fu così che si chinò su di lei e la baciò ancora.
Rose: 2 – Scorpius: 99.

-Regina colpita. Scacco matto.

  
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