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Autore: Sae    14/02/2007    8 recensioni
-Lo incontreremo prima o poi. Non preoccuparti, arriverà quello giusto.- Il pennello scivolava sulla tela trasportando la materialità del rosso. Le dita sottili ed esili si muovevano silenziosamente e i suoi occhi non perdevano nessun suo gesto. L’amica la guardava, mentre scriveva qualcosa di incomprensibile su un foglio.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yamato Ishida/Matt
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Ah eccoci arrivati al

Note dell’autrice: Ah eccomi qua, con un nuovo aggiornamento…che dire, ho inserito altri due personaggi che a mio parere mancavano…o meglio mi mancavano. Magari alcuni non approveranno ma è più forte di me, mi è venuta una ispirazione all’improvviso e il mio computer mi ha sostenuto in questa pazzia!

Sono davvero Onorata per le recensioni che ho ricevuto per questa storia…^^ per questo ringrazio in primis…la mia amica Memi che mi sprona sempre ad andare avanti, sei la migliore in assoluto amica mia!(a proposito leggete le sue storie che sono una poesia meravigliosa! Riempiono l’anima!) e: Sora 89, Hikarikanna (cioè la mitica Federica!), Kecca94,Noemi, Smartgirls, Elisa, Francesca Akira 89(ma sei la stessa che frequenta il sito di Marghe?) e anche Takari fover ed Eles…spero che ho messo tutti! Bene e ora vi lscio, Buona lettura! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 Anime Intrecciate

Penultimo capitolo

 

 

Luci, voci che si accavalcano, risate che nascondono un fondo di malinconia; come i bicchieri dove un liquido passa i suoi ultimi minuti.

Iridi scure e chiare, che incontrano altre vite… che si spalancano, scrutando l’esistenza di altre anime, vicine o lontane anni luce dalla propria.

Suoni che come le onde del mare si infrangono contro timpani, destinate a un non ricordo o a rimanere impresse come l’inchiostro che impregna un foglio di carta.

 

-Non è questo il momento. Se vuoi ordina una birra o un drink… non puoi pretendere la mia persona.-

-Lo sai che suonerò qui tra un paio di giorni?-

-Si lo so.-

-Lo sai che tra un po’ è Natale?-

-Ce l’ho il calendario l’ho comprato con i miei soldi.-

Yamato sorrise.

-Lo sai che papà si chiede dove ha sbagliato e il perché tu non sei con me?-

Takero urtò una spalla di Yamazaki. Chiese scusa silenziosamente mentre fulminò il volto sfacciato del fratello.

-Perché sei così indifferente?!- Yamato sorrise lanciando quell’ultima frase. Lo stava ferendo per provocargli una reazione.

-Ah! Quello indifferente sono io?!- Takero lanciò uno straccio contro il bancone. Uscì velocemente spogliandosi dal suo compito di barrista.

Takero si avvicinò al fratello i pugni chiusi. –E TU, perché, devi sempre sottomettere tutti alla tua volontà?-

Il silenzio si parò tra i due Le voci nel bar aumentarono di colpo quella scena per le persone passava inosservata.

 

-Allora se pensi questo di me… Tra qualche giorno, sono qui in questo locale. E poi vediamo chi ha avuto davvero paura e chi tra noi due è così maledettamente testardo, chi VUOLE DIMOSTRARE AL MONDO che lui ce la fa… da solo.-

 

Takero si morse un labbro, si incamminò verso l’uscita, barcollando come se avesse ricevuto un colpo dritto al cuore.

Matt lo guardava mentre si allontanava per l’ennesima volta da lui. Era soprappensiero, quando lo raggiunsero Sora e Taichi; la prima timidamente il secondo con piena autorizzazione.

 

-Ma perché avete così tanto rancore dentro?!- Taichi fu il primo a parlare. Yamato sorrise alla figura esile della barrista.

-Non è rancore, ne rabbia…noi abbiamo solo paura che se torneremo assieme...potremmo romperci come quella che era la nostra famiglia. Per questo preferiamo evitarci… perché per gli Ishida è dura piangere, perchè noi non accettiamo le lacrime.-

Sora inconsciamente prese la mano del biondo e la strinse. Quelle parole le erano famigliari, aveva sentito Takero una volta pronunciare qualcosa del genere.

 

-Sai avvolte anche se due fratelli sono stati lontani per molto tempo o se non hanno mai vissuto sotto lo stesso tetto…non si lasciano mai…sanno comunicare anche se le parole dicono un’altra cosa.-

--

-Kari quello è Takero, Corri presto raggiungilo!-

-Ma tu….-

-Vai, avverto io Taichi.-

-Davis!-

-Vai!-

--

 

Yolei singhiozzò un paio di volte. Ken sorrideva mentre Taichi la imitava da quando le acque si erano calmate.

-Ti sono…sembro noiosa Ken?Sigh!?- Yolei era leggermente brilla, ci voleva poco per capirlo.

-Non lo sei affatto Miya.-

-Allora perché non riesco a trovare quello giusto Ken??-

Taichi ordinò un po’ di caffè. Yamazaki sudava freddo dietro al bancone.

-Miya…tu sei speciale, hai mai pensato che hai cercato nel posto sbagliato?!-

-Uhm….effettivamente!-Yolei si appoggiò alla spalla del giovane che divenne bordeaux.

-Effettivamente…- sussurrò prima di addormentarsi.

--

“ Perché non riusciamo a stare assieme…possibile che ci diamo sempre colpe più grandi di noi?”

Il vapore del suo respiro uscì sparendo poi nell’aria.

 

-Takeroo!-

 

Una voce famigliare lo fece torcere malgrado non volesse fermarsi.

 

-Tikeiii!!-

 

Kari. Il suo cuore sorrise e per un attimo dimenticò le parole del fratello. Lei stava con lui.

Lei aveva il fiatone ma l’aveva raggiunto.

Si stupì come un bambino, nel sentire le sue dita calde stringergli la mano fredda.

 

-Hikari…-

-Sono qui.-

Un qualcosa si scatenò dentro di lui, nessuno in modo così esplicito(con una frase e con un gesto semplice) gli aveva toccato il cuore. Era così stanco dei doppi sensi che…comprese quel bisogno di sentirla sua. Quel bisogno assillante…e piacevole. Si sentiva sicuro e felice quando ce l’aveva intorno. Tre giorni appena e lui ne era affascinato.

Come in un sogno la catturò a sé, prendendola di sprovvista, e un bacio dolce e passionale si andò a posare sul suo collo non riparato dal giubbotto…Il profumo di lei gli stordì i sensi ma gli diede la forza necessaria di staccarsi e di prenderla per mano, riprendendo a camminare.

Kari lo fissò per lungo tempo, il cuore le ronzava forte in petto.

-Tra un po’ è Natale.-

Lui ruppe di nuovo quel silenzio con una semplicità sconvolgente. Lei non rispose, riusciva a capire le frasi a dar loro rigore logico; ma era ancora presa da quella sensazione e da quel calore che aveva provato al bacio tenue di lui. Si scosse e dedicò la mente e il cuore sulla sua persona.

-E non riesco a provare nulla.-

 

Kari si sentì morire a quelle parole… per non dover piangere di nuovo, lo abbracciò. Si fermarono in mezzo alla strada mentre Takero riprendeva la voglia di vivere, di parlare.

-Il mio cuore è rimasto in una casa, dentro un letto in una giornata scura.- la sua voce era fievole mentre ammetteva quella realtà.

La sorella di Taichi cercò riparo nell’incavo della sua spalla. Cercò di trasmettergli qualcosa.

-Ma quando ti ho visto, ho capito che vale la pena… soffrire, perchè così riconosci la felicità. Forse è troppo presto…Forse ti sembrerò un superficiale ma Kari…, mi piaci immensamente piccola mia.-

La sorella di Taichi alzò il capo.

-Andrà tutto bene. Io sono qui e non ti lascio.- La sua mano esile strinse la sua così grande e generosa.

-Credo che tutte le tue esperienze ti abbiamo reso quello che sei…anche se adesso non te ne accorgi. Andrà tutto bene questo Natale, Takero. Fidati di me, questo Natale sarà diverso.-

 

--

Sora si stropicciò gli occhi.

Yamazaki, un giovane con i capelli neri si posizionò davanti a lei. Indicò silenziosamente un amplificatore. Le tre di notte e lei aveva una mazza per pulire a terra.

-Va pure sarai molto stanco…dopo che oggi Takero ha avuto una piccola emergenza.-

Yamazaki fece un tenue sorriso.

-Pulisci tu tutto?-

-Si va pure.-

-Porto fuori la spazzatura allora…ah….li c’è quello là, lo mando via?-

 

Sora sgranò gli occhi non si era accorta che seduto su uno sgabello c’era ancora un cliente.

Sorrise nel riconoscere quella figura.

-No, va ci penso io a lui.-

 

Yamazaki annuì e non fece rumore uscendo.

Sora si mise di fronte al ragazzo. Era così pensieroso da dare l’impressione che sulla sua fronte sarebbero ben presto comparse centinaia di rughe. *Ma tanto…quelle rughe non avrebbero cambiato quel viso d’angelo…*

-Posso esserti utile Matt?-

 

Lui alzò lo sguardo. Si guardò attorno. Era così preso a ripassare dentro di lui la nota di una canzone che…

-No.- prese la sua sciarpa appoggiata sul bancone.

-A me sembra di si.- Sora posò lo strofinaccio. –Dopotutto tu stasera mi hai aiutato con Miroku. Hai fame? Non avrai mangiato niente immagino!-

La ragazzina sparì per riemergere di nuovo dietro al bancone con un sacchetto bianco in mano.

-Prima di venire al lavoro ne compro sempre due. Uno è alla marmellata l’altro alla nutella. Aspetta che li riscaldo.-

Matt la stava a guardare, la trovava molto buffa, con quel suo modo di sorridere di mettere sempre il becco in cose che non la riguardavano.

La ragazzina mise il timer e aspetto curiosa che i cornetti fossero pronti.

Poi li prese con dei tovaglioli a mò di forcine.

Rise porgendogli quello con la marmellata.

Lei poi morse il suo sedendosi stancamente vicino a lui.

-Mangia…che aspetti! Guarda che il tuo viso risentirà della fame. O come le grandi rock star sei a dieta!?-

Matt le sorrise e la fece arrossire. Accolse quell’invito e per un po’ se ne stettero in completa serenità.

-Sei un tipo molto silenzioso. Anche tuo fratello lo è del resto.- Sora sorrise pulendosi le labbra con un tovagliolo rosso.

-Uhm…- fece lui finendo il suo cornetto.-Grazie.- disse poi fissandola.

-Ehy…non è niente di che…comunque sono sicura che andrà tutto bene!-

Matt si guardò di nuovo in giro. Il locale era ampio e grande.

-Ci impiegherai molto tempo prima di pulire tutto qui…-

-Si ma io sono speciale caro mio!- Sora fece la spavalda ma effettivamente sapeva cosa l’aspettava.

Matt si alzò e si tolse il cappotto. Prese la mazza per pulire a terra.

-Ti do una mano.-

Sora lo guardava con tanto d’occhi.

-Stai scherzando!-

-No.-

Il ragazzo si mise a canticchiare un piccolo motivetto che incontreremo più avanti nella nostra storia.

--

 

Sora afferrò il secchio.

Matt sollevava gli sgabelli.

Poi Sora trattenne il fiato…lo vide scivolare sul pavimento appena lavato.

-Yack…Yamato…attento che è bagnato!-

-Hai fatto la rima- le rispose quello fermando il suo moto e trovando la stabilità contro il bancone. La risata di Sora lo colpì e lo fece sorridere malgrado il rischio che aveva corso, malgrado il suo stato d’animo.

Sora si aggrappò alla sua mazza e volteggiò due volte prima di rigirarsi verso il biondo.

Sembrava serena…

-Non mi sono mai divertita tanto, pulendo questo posto!-

Matt annuì avvicinandosi alla sua esile figura.

-Ora ti accompagno a casa. È tardi e ho sonno.-

Sora fece uno sguardo imperioso.- Stai scherzando spero io sono fresca come una rosa!-

-Se…una rosa appena colta…-

La ragazza stava per rispondergli a tono ma sbadigliò. Matt allora spavaldo, la prese in braccio, facendola urlare.

-Lasciami, altrimenti scivoliamo tutte e due!!-

Matt la fece volteggiare prima di rimetterla a terra.

-Takenouci.- disse leggendo il cartellino.- Muoviti che ho sonno.-

--

 

-Sei sempre così silenzioso??! Non è che in realtà sei un vampiro o qualcosa del genere?-

-Ma che vai blaterando Takenouci!- inespressivo come al solito pronunciò quelle frasi.

-Vedi come sei? Sei un riccio! MI chiami così ma mi stai accompagnando fino a casa! Sei preoccupato per me anche se ci conosciamo da quanto? Da tre ore? Non mi freghi Yamato Ishida!!-

-Che vuoi dire? Guarda che ti accompagno solo perché il cornetto era buono.-

-Ah! Brutto essere unicellulare che non sei altro!-

-Che cosa?!!-

 

Matt aggrottò un suo sopracciglio, lei accelerò il passo dandoli leggermente le spalle.

 

-Guarda che hai a che fare con una persona intelligente!- Lei si rigirò sorridente e camminò all’indietro squadrandolo; non si era arrabbiata allora come aveva fatto credere, voltandogli la testa.

-Per me tu sei esattamente come tuo fratello, solo che lui è meno biondo e più simpatico!-

Matt emise un grugnito che fece ridere la barrista.

 

Quando la sua risata si spense, la voce della ragazza sussurrò queste parole -Sei come ero io tempo fa.- e lo fece toccando delle tonalità così serie che malgrado il giubbotto lo fecero rabbrividire

 

Il silenzio scese tra i due e poco dopo lei si fermò davanti a un piccolo cancello colore argento.

Gli sorrise di nuovo mentre faceva scattare la serratura del portoncino e mentre sembrava aver scordato quello che si era lasciata andare.

Sentiva i suoi occhi azzurri fissarla, ed ebbe l’impressione che se avesse potuto, Yamato le avrebbe letto nel profondo…. Perciò si limitò a fissargli la maglietta mentre richiudeva il cancelletto davanti a sé. Matt appoggiò le sue dita sulle sbarre metalliche.

Un sorriso gli increspò le labbra e come se lei lo avesse sentito, i suoi occhi non poterono far altro che salire inquadrando quella linea rossa e carnosa.

 

-Quello che ti dirò ti potrà stupire Takenouci…-

Lei lo fissò rapita, come se da un momento a l’altro dovesse ricordare una massima filosofica importantissima.

Lui spavaldo fece uscire le seguenti parole:

 

-Buonanotte. Sogni d’oro.-

 

Lei si infiammò mentre lo vedeva allontanarsi. Strinse i pugni.

-Ah! Sei pure un grande filosofo a quanto pare! Ztè e io che mi stavo beccando tutta l’umidità della sera aspettando con ansia quello che IL SIGNORINO ISHIDA doveva dirmi!AH questi uomini d’oggi dove avranno la testa!- scosse il capo come se stesse interpretando un grande dramma teatrale.

 

Mentre si voltava l’eco della sua risata la accompagnò facendola fermare di nuovo sulla soglia del portone. Guardò di nuovo dove lui era sparito.

Adesso ne era proprio sicura….Yamato Ishida era come la notte.

 

--

 

-C’è un odore strano.-

-Che sta andando a fuoco qualcosa??-

In pigiama Takero e Ken si guardarono stupiti. L’uno si era appena alzato l’altro invece era sveglio già da un po’ e aveva un libro in mano….

Si avvicinano cautamente alla cucina. L’odore di bruciato si faceva più forte.

 

-Daisuke???! Ma che fai mandi a fuoco la cucina?!??!-

 

Il ragazzo indossava un grembiule a fiorellini, porse dei piatti ai suoi due coinquilini.

-Buongiorno. Vi ho preparato la colazione!Frittelle!!-

Ken guardò la sua portata.

Le sue frittelle erano più o meno accettabili. –Ah Grazie mille allora!- Poi si voltò il piatto di Takero non era come il suo… il suo pasto invece era carbonizzato. Gli venne da ridere ma provò a trattenersi.

-Ahm…immagino che queste siano le prime che tu abbia fatto…Dai.- Il biondo era sconcerto.

-Bhe…il buongiorno si vede dal mattino!-

 

Il modo di dire che voleva rompere quello scambiò di battute fece beccare a Ken quattro occhiatacce in simultanee.

-No! Ma mi sono ricordato che tu mangi molto speziato e ben cotto, Takero!-

-Ma non è un buon motivo…queste mi sembrano di più la faccia di Alì Babà!-

-Prova a fare gli occhi con il succo d’acero! Vedrai ti piaceranno!- il moro sogghignò prese un tubetto e lasciò cadere sul piatto una sostanza violacea. Il fratello di Yamato cominciò a capire il motivo di quel piatto. Sorrise e diede una pacca sulla spalla al suo amico ed eterno rivale.

-Bhe devi scontarla in qualche modo.- Davis ammise la ripicca e sospirò.

-E lo vuoi fare avvelenandomi?-

-Ci posso provare!-

I due si misero a ridere. Ken li guardava sorpreso.

-Ah…state parlando di Kari!!- il suo cervello capì con un nome quello scambio veloci di battute.

Daisuke sorrise al biondo e Takero ricambiò. Ken continuava a guardarli.

-Vabbhe vado a fare la spesa…oggi non ho lezione come voi due del resto…quindi…-

Il suo momento di deconcentrazione gli fu fatale…Daisuke e Takero contemporaneamente schiacciarono sul volto di Ichijouji le frittelle bruciate e colorate.

-BUONGIORNO KEN!!!!!- gli urlarono dopo in simultanea mentre iniziava un nuovo giorno…

--

-Izumi, buongiorno!-

-Ciao Taichi!-

 

Il castano si sedè dietro al bancone aveva un vassoio in mano. Lavora part-time in un negozio di dischi da un bel po’. Il rosso, il suo compagno di vendite, se ne stava appiccicato al computer vecchio modello di quel posto. Poi Taichi gli porse un caffè che aveva appena zuccherato .

-La nostra fortuna è avere un bar qui vicino, se non ci fosse non riuscirei a ingranare la giornata!-

-Allora come va? Sei agitato Per l’antivigilia in musica?-

-No.-

Izumi sorrise notò con piacere che Taichi aveva mentito leggermente.

-Bene.-

Il castano a un certo punto fermò il suo bicchiere. I suoi occhi inquadrarono di nuovo la figura del suo amico.

-Ehy Izzy!-

Quello si voltò sorpreso.-Eh?-

-Mi è venuta una grande idea!-

--

 

-Devo proprio andare alle nove…?…Uffa però beate te che lavori qui! Sempre facce nuove! E… ah mi spieghi perché cavolo sei venuta qui?! Di mattina il Blue Sky se non sbaglio è chiuso!-

-Devono venire dei musicisti per vedere il locale, devono montare gli strumenti eccetera, eccetera…!Te l’ho già detto ieri sera! È per questo che non sono neanche andata all’accademia…ah se continuo così…e poi beata te che hai l’opportunità di navigare tra velluti e stoffe! Io devo volare tra bicchieri e tra pezze per lavare a terra!-

 

La donna sorrise leggermente, i capelli castani morbidi le scendevano sulle spalle sottili, incorniciandole il volto. Il trucco appena accennato metteva in risalto i zigomi e gli occhi grandi e scuri. Impegnata tra un corso di cucina e un negozio di abbigliamento…questa è Mimi Takikawa. Che vive insieme alla Takenouci e di cui conosce la storia da tanto di quel tempo…da confondersi e intrecciarsi con la sua.

 

-Però ieri mi hai anche detto della tua nuova fiamma! Incredibile amica mia!! Ti sei appena lasciata con Miroku e già il tuo cuore batte come mai prima! Mentre io…sono legata a un antico ricordo!.-

La barrista del Blue Sky sorrise e prese posto vicino alla sua compagna.

-Dai…amica mia…tra noi due in fondo sei tu la sognatrice ed io la realista, lo sai bene! Questo è il mio difetto e il tuo è il più grande pregio!-

-Ma che dici! Anche tu ti illudi come me…solo che io oh bhe…Un amore non svelato ti rimane dentro per sempre… ed è come se io a vivessi ancora, nutrendomi di questa speranza!è come se fossi una lasagna senza besciamella e la sognassi costantemente!-

Sora scoppiò a ridere.

-Si vede che la tua passione sono i fornelli!-

-Si e poi lo sai che io amo la cucina italiana!-

Le due interruppero la loro conversazione, le loro risate riecheggiavano perdendosi nel vasto posto in cui si erano rinchiuse.

-Ah…comunque sono fiduciosa…qualcosa succederà vedrai!-

-Si guarda io rincontrerò prima o poi il mio compagno di classe, il mio migliore amico di cui ho perso le tracce e di cui ero perdutamente innamorata…incontrerò il mio Izumi Koushiroh…-

La porta bussò ed ogni colpo era un motivetto inconfondibile. Qualcuno attendeva e Sora che non potè consolare un altro po’ la sua coinquilina.

–Chi è?- chiese prima di far scattare il lucchetto consumato.

-Taichi e il tecnico delle luci!!!-

Sora aprì…si chiese rapidamente dove era finito Yamato.

-Buongiorno, mia cara!-

-Ciao!-

-Ciao…-aggiunse Mimi all’entrata del moro. Quest’ultima sgranò gli occhi e si alzò reggendosi a malapena sopra i tacchi che aveva sempre calzato alla perfezione.

Un’altra figura illuminò la stanza; si mosse assieme al pulviscolo atmosferico; oltre a quello strano bipede con una capigliatura castana del tutto particolare. Sora la guardò incredula e scrutò l’amico del musicista.

Ci fu un momento di silenzio.

-MIMI???-

-IZZY!!!-

 

--

 

Yamato si ritrovò di fronte il cartello “Torniamo subito!” poi i suoi occhi azzurri inquadrarono un’altra scritta sotto: “Se sei Matt, siamo al Blue Sky!!”

Yamato grugnì leggermente. Chissà cosa aveva in mente quello strampalato dell’amico. Si avviluppò meglio la gola con la sua lunga sciarpa verde.

-Ah…signore…- sospirò senza accorgersene.

Matt si ritrovò la porta aperta al Blue Sky.

Entrò e una scena singolare si svolgeva davanti ai suoi occhi.

Una castana alta stringeva le mani al cassiere del negozio dove lavorava Taichi. E il suo migliore amico parlava con la ramata che in compenso lo riconobbe subito e agitò la mano.

-Che succede?- il suo tono non ammetteva giri di parole.

-Ah! Non sai!- Taichi come al solito usò il suo tono raggiante- Ho trovato contemporaneamente il tecnico delle luci e l’amore di Izumi!!!-

 

--

-Ehy tu, Takenouci.-

Sora stava chiudendo la sara cinesca che di li a poco si sarebbe rialzata di nuovo.

Si voltò verso il biondo con annessa sciarpa verde.

-Che vuoi?- grugnì quasi senza accorgersene, infastidita per il tono che aveva usato.

-Qualche mattina mi serve il locale per provare.-

-E allora? Che vuoi da me?-

-Sarai tu ad aprirmi.-

Deciso, categorico e probabilmente non avrebbe accettato risposte di alcun tipo.

-Va bene Ishida…ti sopporterò io!-

 

--

 

-Ma dai che sai chi è! L’hai visto una volta mentre entravano nel negozio dove lavora mio fratello!-

-Ah…Izumi quello timido…accidenti è assurdo come certe persone si rincontrino tra di loro.-

Kari sorrise raggiante.

-A quanto pare non si vedevano da molto tempo e siccome Izzy si era trasferito per un po’ in un'altra città, dalla nonna che era ammalata…lei ne aveva perso le tracce.-

-Ah un’altra storia finita bene almeno!-

-Spero che anche Takero e Yamato riusciranno a stare insieme questo Natale!.

-Sei preoccupata per lui?-

-Bhe….si perché so che vuol dire avere un fratello che ti protegge e che ti ama! Non voglio che si senti più solo!-

-Siete proprio fatti l’una per l’altra!-

-E tu?!? Ken Ichijouji mi sembra si sia preoccupato per te!-

-CHE FIGURACCIA! Ero sbronza e non so cosa posso averli detto! Yack! Non oso immaginarlo!!!-

 

--

 

-Bhe questo è tutto quello che mi è capitato!-

Due figure in un bar, in un pomeriggio nuvoloso.

-MI è dispiaciuto perderci di vista….avrei dovuto avvisarti Mimi…-

-Anche io avrei dovuto cercarti di più!-

La castana sorrise il cuore le batteva forte in petto. Lei era cambiata grazie a lui. Una volta era frivola, pensava solo ad un mucchio di sciocchezze…poi incontrando quel rosso con gli occhi più neri della pece qualcosa le era scattata dentro. La sua sensibilità così spiccata forse le aveva fatto capire le cose importanti della vita.

Ricordava ancora quando si era confidato con lei in un pomeriggio assolato. Quando lui le aveva raccontato la storia della sua infanzia. Izumi Koushiroh era stato adottato i suoi genitori erano morti in un incidente stradale e lui si era salvato. Ricordava ancora la sua voce tremante chiederle… “ perché io ne sono uscito indenne e loro invece no!?” e non l’aveva dimenticato Ricorda ancora che anche lei era scoppiata a piangere e che aveva cercato di consolarlo tirando in ballo il destino…

Per questo, i trucchi, l’ultima moda o l’ultima pazzia che voleva fare le era sembrata così futile da sentirsi in colpa, perché lei era già fortunata.

-Non importa…ora siamo qui, siamo assieme.-

 

Il rosso le sfiorò la mano e il cuore le ricordò bombardandole il petto, che lui non era più un sogno. Soprattutto le fece capire, che la persona che ha continuato ad amare per tutto questo tempo, era la stessa meravigliosa creatura che ricordava.

-Si. Questo è ciò che conta.-

Le foto si ingialliscono, il tempo passa…le cose cambiano, le persone evolvono…ma l’amore quello resta per sempre.

 

 

 

 

 

  
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