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Autore: NowKissMe YouFool    01/08/2012    6 recensioni
"I suoi occhi indagatori si insinuano nel mio animo, la sua coscienza si allarga fluendo verso la mia. Sento un leggero pizzicore alla testa. E’ lui che cerca di entrare. Lo lascio fare, percepisco la sua mente espandersi verso la mia."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono sul ciglio della strada, la notte è ormai avanzata, mi porto dietro solo una valigia e la mia bacchetta. Sospiro, la agito, smuovendo appena l’aria di fronte a me.
E un secondo dopo la quiete della notte viene squarciata da un rombo assordante. Un enorme autobus a tre piani compare davanti a me. Le porte scorrevoli si spalancano e una luce accecante mi investe in pieno.

“Benvenuto sul Nottetempo..” inizia il bigliettaio con voce assonnata. 
“Si, conosco già tutta questa cerimonia” lo interrompo subito, gli allungo un galeone e salgo senza troppi complimenti. L’uomo sembra felice di non dover ripetere la stessa solfa per l’ennesima volta. “Forse troverà un posto libero al terzo piano!” mi grida dietro, mentre già salgo le scale.

E in effetti il terzo piano e quasi vuoto. Solo tre letti sono occupati. Mi accomodo in fondo al corridoio, senza però stendermi. L’auto riprende la sua folle corsa, e io so già che non riuscirò a chiudere occhio. Non prendo il Nottetempo da quando sono bambino proprio per questo. Avere un viaggio calmo e rilassato quassù sarebbe un miracolo. Ma stanotte non ho avuto scelta.
Osservo i passeggeri del mio piano: una strega intenta a lavorare a maglia, un vecchio mago che incredibilmente ronfa come se fosse in un centro benessere, e un ragazzo, stretto nel suo mantello da viaggio, con un cappello calato sugli occhi. Ha un’aria stranamente famigliare, non riesco a capire se dorma o no.
Il mio dubbio viene risolto poco dopo. Lui solleva il cappello e mostra degli occhi scuri, profondi, paralizzanti, che riconoscerei ovunque.

“Anche tu a viaggiare con i mezzi dei poveri, Harry?” chiede con tono sprezzante, guardandomi dall’alto in basso.
“Buonasera anche a te, Zayn.” faccio in tono laconico, voltandomi verso il finestrino.

Tra tutte le persone che potevano capitarmi, proprio lui dovevo incontrare? Il mio vecchio, insopportabile compagno di scuola, il Corvonero che mi aveva umiliato davanti a tutti, stracciandomi nell’ultima partita di Quidditch del campionato; il bastardo per cui mi ero preso una cotta e che mi aveva usato come un giocattolino erotico, nelle ultime due settimane di scuola; quello che mi aveva sverginato, durante l’ora buca del sabato mattina di quasi un anno prima, tra gli alberi del parco di Hogwarts.
Non potevo essere più sfortunato.

“Allora..” ricomincia, togliendosi il mantello e sedendosi sul mio letto. “..come mai qui? Papino ti ha sequestrato la scopa?”
“Non vedo perché dovrei dirlo proprio a te” rispondo acido, mantenendomi a debita distanza. Ma lui sembra farlo apposta, si avvicina, si passa una mano tra i capelli e sorride in quel suo modo ironico, sprezzante..e dannatamente affascinante.
“Diventi sempre più bello, Harreh. Ti sei fatto crescere i capelli?”  Con aria innocente inizia a giocherellare con i miei ricci, fa scorrere le dita tra i capelli, sulla nuca e poi su fino all’orecchio. Sussulto. Quello stronzo ricorda ancora i miei punti deboli..
“E tu diventi sempre più insopportabile” ribatto, scacciandogli la mano con forza. Lui scoppia a ridere, poggia la testa contro il finestrino con aria sognante. “Sei carino quando ti arrabbi. Non ti avevo mai visto arrabbiato..”
Sbuffo. “Forse non ricordi il giorno in cui ti ho mandato la strilettera”
“Beh in quel caso ti ho solo sentito, non visto” stranamente nella sua voce c’è una nota di sconforto.

Lo guardo attentamente in faccia, per la prima volta dopo un anno. Sembra molto più vecchio di me, appare stanco, spossato, i suoi occhi tradiscono una vena di sottile tristezza. Si accorge che lo sto osservando e cerca di riprendere il controllo.
“Mi trovi ancora dannatamente sexy, eh?” dice in tono spavaldo.
Ma a me non la da a bere. “Che ti è successo, Zayn?” chiedo con voce serissima.
E mentre parlo mi accorgo che voglio davvero saperlo, che provo preoccupazione per lui..
La sua bocca trema per un attimo, lo sguardo torna vitreo e spento. Un tempo non sarebbe stato così difficile distruggere le sue difese.
Sai..” inizia a dire, guardandosi le mani “..gli ultimi tempi sono stati un po’ difficili. Essere un nato babbano non era decisamente di moda, lo scorso anno..”
Ricordo solo in quel momento che era un mezzosangue, e mi sento uno stupido per non aver capito prima cosa gli è accaduto. E’ un miracolo ritrovarlo qui vivo, seduto davanti a me, dopo ciò che è successo nell’ultimo anno.

“Scusa..mi ero dimenticato..” balbetto, senza sapere che dire.
“Non ho bisogno della tua compassione! “ mi risponde freddamente “..mi sono dato alla macchia per quasi sei mesi, ho vissuto con costante terrore di essere scoperto, di non poter rivedere più la mia famiglia..” serra le labbra, come per trattenersi dal dire altro “Non ho bisogno della tua pietà..” ripete “ non adesso.”

Lo guardo scioccato per un attimo. Il ragazzo tosto e sicuro di se che avevo davanti un secondo prima è solo un ricordo. “Mi dispiace..” sussurro “..se avessi saputo..”
“Cosa avresti fatto?” sorride tristemente, guardandomi negli occhi “avresti messo a rischio il buon nome della tua famiglia..per me?”
"Si” affermo, imprimendo ogni singola parte di me in quella parola.

Stavolta è lui ad essere scioccato. Scruta il mio viso attentamente, come faceva un tempo. I suoi occhi indagatori si insinuano nel mio animo, la sua coscienza si allarga fluendo verso la mia. Sento un leggero pizzicore alla testa. E’ lui che cerca di entrare. Lo lascio fare, percepisco la sua mente espandersi verso la mia. Una marea di immagini mi passano davanti agli occhi, alla velocità della luce. Dopo pochi secondi già sento la testa pesante. Sono pronto a rialzare le barriere, ad escluderlo dai miei pensieri. Ma lui sente il mio disagio ed abbandona la mia mente con delicatezza.

“Non mi credevi, eh?” sospiro, massaggiandomi le tempie.
“No..e ancora non mi pare possibile che il tuo sia sincero”
“Beh sei il miglior Legilimens che abbia mai conosciuto..non penserai che sia riuscito ad ingannarti?”
Zayn sorride per il complimento, e per un attimo ritrova il suo tono sfrontato “Su questo hai ragione”

All’improvviso, l’autobus inchioda, catapultandoci in avanti. Gli finisco addosso, sento il suo respiro sul mio collo, le sue mani intorno ai fianchi. E’ un attimo, un secondo, poi lui si alza velocemente, adagiandomi piano sul letto.
“E’ la mia fermata..” dice, sembra quasi imbarazzato. “E’ stato un piacere rivederti, Harry” mi da una pacca sulla testa e scende sotto, senza aspettare una risposta.

Appena sparisce dalla mia vista capisco che quel saluto non mi è bastato. Un senso di incompletezza, qualcosa di simile al rimpianto, mi invade l’animo. Sento il bisogno frenetico di alzarmi, di fare qualcosa, qualsiasi cosa…
E alla fine mi alzo davvero. Mi catapulto sotto, correndo a perdifiato, travolgendo il bigliettaio, e scendo appena un attimo prima che le porte dietro di me si richiudano.
Zayn è seduto su una panchina poco lontano. Guarda fisso una casa lì davanti; il giardino è incolto, il cancello inizia ad arrugginirsi, la cassetta della posta e’ aperta e vuota. La scritta Malik sul bordo e quasi illeggibile..
Mi avvicino. Mi siedo accanto a lui, e guardo l’edificio in rovina, la casa dei suoi genitori. Noto che c’è uno squarcio vicino alla parete destra; probabilmente è da lì che sono entrati..e da lì che li hanno uccisi.

“Che ci fai qui?” mi chiede con voce assente, senza nemmeno guardarmi.
“Avevo detto che ti avrei aiutato, ora sai che non mentivo”

Si volta verso di me, lo sguardo aspro e freddo “E’ troppo tardi ormai”
Poi mi afferra dal collo con forza e mi bacia.
E’ un bacio triste e violento insieme. Sento le sue lacrime che mi bagnano il volto, mentre la sua lingua si intreccia alla mia, in una spirale di insaziabile disperazione, di affannosa ricerca di conforto.
E io lo accontento, rispondo al bacio, lo attiro più vicino a me, lo circondo con un braccio, per impedire che si sfaldi sotto le mie mani. E’ fragile, lo è sempre stato, dietro quella sua corazza da stronzo.
Quando le sue lacrime finiscono di scorrere si stacca da me. Si schiarisce la gola, si pulisce velocemente il viso e torna a guardare la casa.
“Domani la demoliranno..” dice con voce atona.
Io non so che fare, se non abbracciarlo di nuovo e restare seduto su quella panchina con lui tutta la notte

   
 
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