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Autore: dark_dream    01/08/2012    2 recensioni
C'era un tempo quando nessuno viveva nell'ombra e nessuno cercava di prevalere sugli altri. I popoli vivevano in simbiosi, senza chiedere agli altri niente di più di quello che fosse necessario.
Due erano i popoli, in particolare, che vivevano lontano dalla civiltà umana, che non avevano bisogno del contatto con le persone comuni, avevano bisogno l'uno dell'altro. Ma poi, tutto cambiò.
La guerrà mutò ogni cosa. Ora, è il momento che tutto ritorni come sarebbe sempre dovuto essere. [Adommy]
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui il quarto capitolo! :) Scusandomi per gli errori, vi auguro una buona lettura!!


-Oh Cristo!- voleva morderlo?!?! Diavolo, non si era fatto ore e ore di viaggio per finire divorato da qualcuno!

 

Con uno scatto si liberò dalla sua presa e lo spinse via.

Lo vide barcollare facendo qualche passo indietro, allontanandosi da lui. Poi si fermò: stava immobile, fissando il terreno, la lunga frangia bionda gli ricadeva sul volto, impedendo ad Adam di interpretare la sua espressione.

L'atmosfera era tesa, non era sicuro di come si sarebbe dovuto comportare. Dai, lo aveva appena attaccato cercando di fargli solo Dio sa cosa...doveva essere malato, avere qualche problema. Ma, dopotutto, perchè lo avrebbe salvato dal sepente se avesse voluto ferirlo?

Sentiva una parte del suo istinto che lo avvisava a gran voce di darsela a gambe, che se voleva salvarsi la pelle doveva andarsene. Gli tornarono in mente le parole del barista riguardo alle persone che non erano tornate. Forse avrebbe dovuto dargli retta....

Ma poi, vi era un'altra parte di sè, che gli impediva di muoversi. Non sapeva se fosse dovuto al fatto che gli aveva salvato la pelle due minuti prima o cosa.

Infine, cercò di ragionare: persone disperse, traumatizzate....non poteva essere tutto dovuto a un ragazzo, che poteva essere un suo coetaneo. Tuttavia, dopo la sua aggressione, non sapeva cosa fosse il caso di pensare.

Dopo quelli che gli erano parsi diversi minuti, ma erano effettivamente solo una manciata di secondi, il biondo alzo lo sguardo.

-Come hai fatto?- la voce non lasciava trasparire emozioni, ma poteva leggere la confusione e lo stupore nei suoi occhi.

Perchè si stupiva tanto? Lo aveva solamente spinto via. Dopotutto aveva una corporatura abbastanza più esile della sua, cosa c'era di strano? Eppure, non sembrava aspettarsi quella sua possibile reazione.

Lo vide muoversi, venire velocemente nella sua direzione. Troppo velocemente, come faceva? Lo schivò appena in tempo.

Ma un'attimo dopo senti un tonfo e si rese conto che stato lui stesso a causarlo:era con la schiena a terra e il ragazzo gli stava a cavalcioni bloccandolo.

In un altro momento la cosa non gli sarebbe dispiaciuta affatto, ma in quel caso era diverso.

-Come. Hai. Fatto?- scandì le parole una ad una – Come mi hai evitato- Questa volta sentiva l'irritazione nel suo tono.

-Non so di cosa tu stia parlando.- non era certo di cosa avrebbe dovuto dire. Non aveva la più pallida idea di come l'altro avrebbe potuto comportarsi.

Era spavantato, preoccupato. E forse l'altro se ne rese conto, capì che non nascondeva niente, perchè nel giro di qualche secondo l'espressione così inasprita si addolcì leggermente.

Adam provò a immaginarlo completamente rilassato, tranquillo...doveva essere stupendo, una visione.

Poi sentì una fitta al collo. Merda, lo aveva morso!

 

Tommy aveva affondato i canini nel ragazzo.

Ancora non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a scansarlo: nessun umano riesce possibilmente e tenergli testa, eppure lui lo aveva fatto, anche se per un breve momento. Lo aveva allontanato e poi evitato.

Ora sentiva il suo sangue in bocca. Era dannatamente più dolce del normale e gli stava facendo uno strano effetto, gli sembrava di starsi ubricando. Si sentiva dannatamente bene...sarebbe andato avanti per sempre, ma si rese conto di essere sazio. Aveva bevuto come se fossero passati giorni dall'ultimo sorso, rendendosi conto solo più tardi di aver superato il limite. Si staccò dalla sua vittima, convito ormai di averlo ucciso.

Come si stava per allontanare, però, sentì un lieve lamento provenire dalle sue labbra. Com'era possibile che fosse vivo?? Lo doveva aver quasi prosciugato del tutto. Forse se lo era immaginato.

Un'altro lamento, più forte del precedente, provenne dal moro. Nessun umano poteva resistere....ma allora com'era possibile? Un sospetto gli si insinuò nella mente. Non poteva essere. Non poteva essere uno di quei dannati traditori, sembrava troppo innocente, troppo ingenuo. Quando gli si era avvicinato non aveva letto nessuna sensazione nei suoi pensieri che gli potesse far pensare a una cosa del genere.

Sembrava però essere già sul punto di riprendersi. Quindi quante altre spiegazioni c'erano?

Si sedette lì accanto e attese pazientemente che riacquistasse lucidità. Aveva bisogno di avere conferma delle sue supposizioni, anzi, per meglio dire, sperava in una smentita.

 

La notte era ormai calata, dopo un paio d'ore e il ragazzo si stava lentamente riprendendo: le ferite sul collo si erano già rimarginate, mentre Tommy poteva sentire il suo respiro profondo, che spezzava regolarmente il silenzio delle tenebre.

Si alzò, decidendosi ad andare a cercare dove aveva lasciato le sue cose, magari aveva anche una coperta o un giubbotto, iniziava a fare freddo.

Si allontanò senza fare rumore, augurandosi che non si svegliasse mentre lui era lontano.

Era buio pesto, ma essere un vampiro aveva anche i suoi vantaggi: riusciva a muoversi senza troppi problemi anche nel buio. Si aggirò per un po' prima di trovare, non molto lontano, dove aveva lasciato la sua roba. Sembrava che il ragazzo girasse leggero: c'era solo un borsone. Lo prese e tornò indietro.

Lo ritrovò come lo aveva lasciato, che dormiva come un bambino. Si chinò accanto a lui e iniziò a frugare nel borsone.

Sarà anche stato un idiota a venire in quel posto, ma almeno si era portato un sacco a pelo. Tommy lo aprì e glielo distese sopra come fosse una coperta, poi gli mise una giacca dietro il capo.

Ma che sto facendo? Mi sembra di essere la sua babysitter! Imprecò mentalmente, osservandolo. Aveva sempre cercato di evitare di uccidere le sue vittime, a meno che non ne avesse strettamente bisogno, ma addirittura preoccuparsi che non prendessero l'influenza? Ma per favore! Non aveva idea di cosa gli fosse preso per comportarsi così.

Tornò a sedersi dov'era prima e portò il borsone con sè, magari conteneva qualcosa che spiegasse cose ci facesse lì un ragazzo di città. Chi diavolo si sarebbe avventurato là senza una motivazione decente?

Tirato fuori il sacco a pelo e la giacca, quello che era rimasto era pressoche nulla. Trovò un coltellino sviezzero, dell'acqua, un panino, dei vestiti e per ultimo, sul fondo, pescò un piccolo foglio, che riportava solamente una frase:

Ricorda Adam, l'amore supererà l'odio e tutto sarà perfetto, di nuovo. Non smettere di crederci.

Cosa sarebbe dovuto significare? Si rese conto che al tatto il foglio era più lucido sull'altro lato, era una fotografia.

-Hey, che stai facendo?- il ragazzo si era svegliato e Tommy lo poteva vedere seduto un paio di metri da lui. Ma quello che non capiva era come lui potesse vedere cosa stava facendo, lì, nel buio pressoche totale.Che fosse davvero...?

Si stava alzando per venirgli incontro, ma Tommy capiva perfettamente che non aveva ancora recuperato le forze necessarie, per quanto cercasse di non darlo a vedere.

Nel tentativo di restare in equilibrio barcollò un paio di volte, prima di ricadere a terra. Senza darsi per vinto, ritentò. Di certo gli avrebbe dato un punto per la tenacia, peccato che quella non fosse sufficiente.

Era ancora instabile, ma questa volta, il vampiro si mosse e lo afferrò in tempo prima che toccassse il suolo.

-Sei davvero un idiota! Non hai le forze per muoverti. Stai fermo e riposa.-

-Perchè mai dovrei fare come mi dici?! -scoppiò il moro -Dopotutto se tu che....che....- sul suo volto comparve un'esspressione confusa, sembrava incapace di continuare. Tommy non capiva se fosse perchè non ricordava, o perchè non riusciva a crederci.

Fissò il vuoto per qualche istante, probabilmente pensando, finchè non sentì una fitta al collo.

-Sì, sono io che ti ho morso.- ammise senza troppe cerimonie e tatto.

Immediatamente, lo potè veder spalancare gli occhi incredulo.

 

   
 
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