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Autore: NowKissMe YouFool    01/08/2012    17 recensioni
OS AU per la prima giornata delle #Gaylimpiadi.
*tatto dalla storia*
Insiprai profondamente, cercando di controllare il respiro, la paura, l'angoscia. Poi riuscii ad incontrare lo sguardo d Niall.
Era ancora duro, freddo, ma c'era qualcosa in fondo ai suoi occhi simile al terrore, alla paura, al rimorso. Mosse le labbra leggermente, scosse la testa con forza. "Non fare l'idiota.." lo sentii sussurrare."
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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AAAAAAAA

Salve miei prodi. Questa è la seconda OS che scrivo per le Gaylimpiadi organizzate su #THEGAYS (che Dio li benedica!) con tematica AU Harry Potter! Lo so è lunghissima, ma perdonatemi, unire Hogwarts e i One direction mi ha fatto venire delle ispirazioni assurde xD
Spero sia di vostro gradimento, e scusate tutti gli errori di battitura, li correggerò il prima possibile.
Se volete dare un'occhiata, l'altra AU è qui









4 Settembre 1993. ora di Erbologia.

Il cielo era terso e limpido quel mattino e un sole caldo illuminava le torri di Hogwarts, il prato luccicante di brina, il lago perfettamente piatto, increspato da qualche rara onda, probabilmente causata dalla piovra gigante.
Sarebbe stato difficile rimanere chiusi nel castello in una giornata del genere, quando ancora l'odore fresco e frizzante dell'estate aleggiava nell'aria, su per i prati, lungo il limitare della foresta, fino alle aule più remote della scuola.
Per fortuna quella mattina avevamo Erbologia. Uscire dal castello era sempre una buona cosa, anche se dovevamo ignorare il richiamo dei prati, che ci invitavano a saltare un'ora di lezione, per oziare all'ombra di una quercia, sotto quel sole splendente.

"Ti vuoi muovere Zayn!" la voce petulante di Padma mi giunse all'orecchio. Era dietro di me e aspettava che entrassi nella serra. Quella era la nostra prima lezione in assoluto del secondo anno, ed eravamo un po' agitati. Ci sistemammo attorno ad un tavolo lungo, vecchio e sporco, pieno di piante di ogni genere. Mi tenni lontano dal bordo, dato che alcune di esse non avevano un aspetto per niente amichevole.
I Tassorosso entrarono subito dopo di noi. Si vedeva che erano a loro agio, forse perchè la professoressa Sprite era a capo della loro casa, o forse era solo una mia impressione, data dallo stereotipo convenzionale secondo cui, tutti i Tassorosso, sono degli assi in Erbologia.
Quel giorno dovevamo estrarre i baccelli di non so quale pianta, per preparare non so quale pozione. Fummo divisi in gruppi da quattro.

Alzai gli occhi al cielo non appena vi Padma disporsi accanto a me.
"Dai Malik, prendi un vaso, su!" mi ordinò subito col suo tono autoritario.
La ignorai e rivolsi lo sguardo ai miei compagni di lavoro, intenti ad accarezzare le foglie della pianta.
"Che state facendo?" chiesi, sorpreso.
Fu un biondino minuscolo a rispondermi. "Per farle aprire la corolla bisogna trattarla con gentilezza..." spiegò.
E infatti, dopo pochi minuti, i petali del fiore si spalancarono, con un grugnito soddisfatto, e il ragazzetto ne estrasse un baccello grosso e verde. Me lo porse sorridendo. Aveva degli occhi azzurri disarmanti ed un sorriso dolcissimo.
"Prova tu ora!" mi incitò.
Provai..e tutto ciò che ottenni fu uno spruzzo di liquido grigio dritto in faccia.
Padma scoppiò a ridere.
Il biondino mi guardò con aria colpevole, quasi come se fosse colpa sua.
"Può succedere a volte..se non sei abbastanza dolce" si scusò. Poi mi si avvicinò con un panno e mi pulì la fronte.
Scacciai la sua mano gentile, e misi il broncio. "Allora fai tu, perchè io non sono mai dolce" dissi, prendendo un vaso da sotto il tavolo.
Padma continuò a ridere per tutto il resto dell'ora. Quella sera le offrii della pasticche vomitose, tanto per vendicarmi...




24 Dicembre 1995. Ore 19:30.

"Demelza?Sei pronta?" gridai di nuovo oltre la porta di legno massiccio.
"Solo un secondo tesoro!" rispose da dentro.
Sbuffai e mi appoggiai al muro. Teoricamente non avrei dovuto nemmeno essere lì, nella torre del dormitorio femminile, ma ero riuscito a sorpassare indenne i gradini a trabocchetto e ora mi ritrovavo nel corridoio ad aspettare la mia ragazza.
Oddio, non è che fosse proprio la mia ragazza. Mi aveva chiesto lei di andare al Ballo del Ceppo insieme, qualche giorno prima (gran faccia tosta) e io avevo accettato, perchè non avevo in programma niente di meglio da fare per la vigilia di Natale.
Non mi ero neanche impegnato nella ricerca di una dama, non capivo tutta l'esaltazione e la frenesia che si andava creando dietro quell'evento, alle fine era solo un ballo...
La porta si spalancò e Demelza uscì. Era carina nel suo abito di tulle bianco e con i capelli raccolti sul capo. Carina, ma niente di che.
"Andiamo!?" chiese con voce eccitata, prendendomi sotto braccio.
Scendemmo. La sala grande non era mai stato così straordinariamente bella; rimasi per un attimo senza fiato, guardando le decorazioni, e dopo un po' capii che quelle sarebbero state l'unica cosa positiva della serata, dato che Demelza aveva iniziato a presentarmi tutti i suoi amici.
Dopo il primo ballo, con la scusa di prendere da bere, uscii fuori, sfuggendo al suo tentativo alquanto goffo di baciarmi.
In giardino l'atmosfera era decisamente più tranquilla. Respirai l'aria umida e fresca della notte. In quel momento avrei tanto voluto una sigaretta, l'unica invenzione dei babbani che non mi sembrava del tutto inutile. Erano sicuramente meglio delle pipe che fumava mio padre, ma lui non mi permetteva di comprarle.
Mentre già immaginavo il sapore del fumo in bocca e pensavo ad un incantesimo per trasfigurare un rametto in una sigaretta, un rumore tra i cespugli attirò la mia attenzione.

"Pensavi che saresti riuscito a sfuggirci, dato che è Natale?" Quella voce provocante e beffarda proveniva da dietro una siepe. Mi avvicinai cautamente per dare un'occhiata.
"Prova ad avvicinarti e ti spacco quella faccia da culo che hai.."  rispose un ragazzetto biondo, schiacciato con le spalle contro la siepe, la bacchetta tremante in mano, un taglio obliquo sulla fronte, da cui usciva appena una goccia di sangue.
I due ragazzi più grandi che gli stavano davanti risero alle sue parole. "Che vuoi fare piccolo mezzosangue figlio di puttana? Andrai a piangere da quella schifosa babbana di tua madre?"
Uno di loro, il più grosso, sollevò la bacchetta, mentre il biondo stringeva i denti e si preparava a contrattaccare. Non ce l'avrebbe mai fatta contro quei due.
Lo capii appena in tempo per agitare la mia di bacchetta, senza dire nemmeno una parola, e far volare quelle dei due simpaticoni nelle mie mani.
Tutti e tre si voltarono scioccati verso di me.

"E Tu chi diavolo sei?" chiese uno di quelli, rosso in viso per la rabbai.
"Lo spirito dei Natali passati.." scherzai, alzando gli occhi al cielo. Quei due ebeti non capirono l'allusione. Forse solo a me interessava la letteratura babbana..
"Siate buoni su, è Natale" dissi poi in tono conciliante, rigirandomi le loro bacchette tra le dita.
"Se mi restituisci la bacchetta prometto che non ti spezzo il collo" minacciò il più grosso dei due.
E in effetti, a giudicare dalla circonferenza dei suoi bicipiti, sembrava davvero in grado di farlo. Ma dopotutto io avevo tre bacchette a mio favore.
Sospirai e mi preparai ad affrontarlo, mentre il suo amico mi guardava trucemente e il ragazzo biondo sembrava ancora troppo scioccato per proferir parola.
Probabilmente avrei vinto io, o forse mi avrebbe spezzato il collo. Non lo seppi mai, perchè da dietro la siepe, proprio in quel momento, spuntò il professo  Vituos, con un strega alta accanto
"Che succede qui?" trillò, con la sua voce acuta e penetrante.
"Niente!" rispondemmo tutti  e quattro in coro. Il biondo si affrettò a coprirsi la ferita sulla fronte. Nessuno di noi voleva finire in castigo la notte di Natale.
"Bene, allora sloggiate!" fece il professore, trascinando la sua dama in un posto più appartato dietro la siepe.
Non me lo feci ripetere due volte. Corsi dritto filato fino all'entrata, abbandonando le due bacchette su una panchina.
Mi accorsi fin da subito che dei passi mi seguivano.
Mi voltai, sconsolato, pronto a ricevere una bella batosta da quei due.
Invece mi ritrovai il ragazzo biondo praticamente addosso. Incespicò nel suo abito da cerimonia e finì dritto sul mio petto.
"Hey " esclamai. Lo afferrai dalle spalle e lo rimisi in piedi. Era di parecchio più basso si me.
"Scusa.." farfugliò arrossendo e posando i suoi occhi su di me.
Lo riconobbi all'istante. Quegli occhi azzurri così luminosi, quelle guance così colorite, sarebbero state  difficili da dimenticare. Era il Tassorosso che faceva Erbologia con me il secondo anno...
Anche lui mi riconobbe, credo, perchè il suo sguardo si fece più caldo e sicuro, una volta che ebbe osservato attentamente i miei lineamenti.
"Ti volevo ringraziare.." iniziò a dire, mentre entravamo insieme nel castello.
"Figurati!"
Notai che aveva ancora quel brutto taglio sulla fronte. Lo sfiorai appena con la bacchetta e quello sparì all'istante.
Lui spalancò la bocca per la sorpresa, e poi si passò una mano sulla fronte. "Me ne ero quasi dimenticato.." sussurrò.
"Devi tornare al ballo?" chiesi, una volta che fummo di fronte alla sala grande.
"No..io sono del terzo anno" sorrise amaramente, avviandosi verso le scale.
Avrei tanto voluto seguirlo, restare con lui, conoscerlo, parlare tutta la notte...ma Demelza mi aveva già intercettato da in fondo alla sala e si avviava verso di me a passo di carica. Imprecai.
"Scusa..io devo andare"  dissi mestamente.
"Ok..ci vediamo" mi sorrise e iniziò a salire le scale.
"Comunque..io sono Zayn!" gridai, quando ormai era arrivato in cima.
Si girò, e il sorriso sul suo volto sembrò cancellare per un attimo tutto il resto del mondo.
"Io Niall!" mi rispose, prima di scomparire nel corridoio.




3 Febbraio 1997. Ore 15:30

"Dovevamo restare al castello oggi" sbottai, coprendomi il volto con la sciarpa. Il vento glaciale e freddo di Hosgmade mi sferzava la faccia, mi congelava le membra e mi faceva strizzare gli occhi.
Aveva finito da poco di nevicare, e ne avevamo approfittato per sgusciare fuori dai Tre manici di scopa, come sempre affollatissimo e fare un visita veloce a Mielandia.
E adesso, Niall passeggiava allegramente accanto a me, saltellando agilmente sui cumuli di neve, un lecca lecca gigantesco in mano, il cappello nero di lana che lasciava scoperte le orecchie rossissime e qualche piccola ciocca bionda e un sorriso così sereno e spontaneo che lo faceva sembrare quasi un bambino.
Non capivo come facesse ad avere tanta energia, io per poco non morivo assiderato...
"Ne vuoi un po'?" chiese, ficcandomi davanti una busta di dolci. Voleva farsi perdonare per avermi costretto ad uscire quel giorno.
Tutti i Tassorosso erano rimasti al castello, e a mio sincero parere, avevano fatto più che bene.
Presi una caramella gommosa e la infilai tra le labbra gelate.
"Io vorrei uno burrobirra veramente.." mi lamentai, svoltando nella stradina a destra. Era deserta. Tutti dovevano essere seduti davanti al fuoco, al calduccio, in qualche locale.
"Ma l'abbiamo presa neanche un'ora fa!" si oppose Niall.
"Se sto ancora un po' qua fuori mi congelerò i piedi, Nialler!"
Lui ignorò le mie parole, mi afferrò dal polso e mi trascinò dalla parte opposta, portandomi verso una radura.
"No, ti prego!" piagnucolai, mentre lo vedevo sedersi su un masso, ad una ventina di metri dalla Stamberga Strillante.
"Non fare il vecchio, Zayn" mi disse, sorridendo.
Quello era un colpo basso. Sapeva che quando mi sorrideva in quel modo così innocente, sincero, adorabile, non potevo fare a meno di accontentarlo. Da quando eravamo diventati amici avevo imparato anche a temere quel sorriso, quasi quanto lo amavo. Ero consapevole che stava diventando un'arma contro di me, che mi avrebbe potuto convincere a fare qualsiasi cosa per lui, che un giorno mi avrebbe portato alla pazzia..perchè non era poi così tanto normale essere incantato dal sorriso del tuo migliore amico.

"Bravo cucciolo" esclamò scherzosamente, quando mi sedetti accanto a lui. Mi accarezzò i capelli e poi mi lanciò un caramella in bocca. Appena questa toccò la mia lingua la sputai a terra, disgustato. Sapeva di vomito.
"Cazzo, ti avevo detto di non comprare quelle gelatine! Che schifo!"
Lui scoppiò a ridere. Ed anche in quel caso la mi rabbia scemò, lasciando il posto alla contemplazione di quel suono fresco, cristallino, quasi fatato. Si, amavo anche la sua risata. e anche questo non era del tutto normale...
"Scusa, è che tu non hai il coraggio di provarle..quindi ti devo costringere in qualche modo" affermò, per poi mettersene tre o quattro in bocca. "Non sono tanto male.."
Alzai gli occhi al cielo. Qualsiasi cibo per lui "non era tanto male".
"Mi sto ghiacciando il sedere a stare seduto qui.." mi lamentai di nuovo "..perchè non torniamo a castello?"
"Perchè se torniamo dovremmo dividerci nelle sale comuni" sbuffò lui, guardandomi triste.
Sorrisi. "Non puoi stare un pomeriggio senza di me?" scherzai.
Poggiò il mento sulle mani e mi guardò. I suoi occhi di ghiaccio trafissero i miei, facendomi rabbrividire
"Veramente..no" rispose, la voce tesa, lo sguardo serissimo.
Capii che non stava scherzando, e non sapevo se la cosa fosse lusinghiera o inquietante.
"E durante le vacanze come hai fatto?" continuai, mantendendo un tono ironico.
Lui sospirò. " Ho immaginato questo momento.." sussurrò con un filo di voce.
Quelle parole non avevano alcun senso per me, ma quando lo vidi avvicinarsi, quando sentii il suo respiro dolce sulle labbra, la sua mano che mi si infilava tra i capelli, le sue labbra fredde che toccavano le mie..allora capii.
Rimasi pietrificato, mentre mi baciava dolcemente, muoveva la bocca con delicatezza contro la mia, mi sfiorava le labbra con la lingua.
Non chiusi nemmeno gli occhi quando spalancai la bocca  e lo lasciai entrare, permettendogli di giocare con la mia lingua, di morderla, succhiarla, avvolgerla con la sua.
Mi sembrava un sogno. Ero come fuori dal mio corpo, incapace di pensare, incapace di muovermi. Non stava succedendo proprio a me, non era possibile...
Dopo quelli che mi parvero secoli, Niall si staccò. Aveva gli occhi lucidi, le guance rossissime, il petto si alzava e si abbassava convulsamente.
Vidi il mio riflesso nelle sue pupille chiare; non sarei potuto apparire più stravolto.
Restammo lì a fissarci negli occhi per un tempo infinito, nessuno dei due parlò, nessuno dei due abbassò lo sguardo per l'imbarazzo, nessuno dei due si arrabbiò o si scusò.
Semplicemente rimanemmo lì, insieme, finchè le ombre degli alberi iniziarono ad allungarsi sulla neve, e i piccoli fiocchi luccicanti iniziarono a cadere dal cielo scuro.




13 Ottobre 1998. Ore 23:45.

Correvo a perdifiato nel corridoio del secondo piano. La luce  spettrale della luna illuminava a tratti il mio cammino. Passando attraverso le grandi finestre lungo il muro. Tenevo la bottiglia stretta in una mano, e nell'altra la bacchetta.
Sentii i passi dietro di me farsi più lievi, per poi scomparire. Con un sospiro, mi infilai nel corrodoio successivo, raggiunsi il grande dipinto di frutta, feci il solletico alla pera..ed entrai nelle cucine.
Niall era lì ad aspettarmi, gli elfi domentici lo attorniavano. Lo stavano assillando, offrendogli continuamente da bere, da mangiare, senza badare minimamente ad uno di loro, steso a terra, con orrenda ferita sul braccio, su cui Niall era chino.
"Sono qui!" ansimai, inginocchiandomi accanto a lui.
"Signore vuole mettersi vicino al fuoco?"
"Il signore vuole qualcosa da mangiare?"
"Il signore vuole un té?"
Le voci stridule e insistenti degli elfi iniziarono a farmi venire il mal di testa.
"Il signore non vuole niente, state zitti!" gridò Niall, con una rabbia che non gli apparteneva.
Era la seconda volta che lo vedevo, quell'anno. Sinceramente, dato gli ultimi provvedimenti presi contro le famiglie dei nati babbani, avevo pensato che non si sarebbe presentato affatto a scuola.
Invece era arrivato, con un mese di ritardo, e per il momento l'unico luogo in cui l'avevo incontrato era stato prima che lo rinchiudessero nella cella punitiva per una settimana.
Il nuovo regime di Hogwarts era molto rigido, se poi erano i nati babbani a violare le regole, poteva diventare addirittura sadico.
Una prova era proprio lì davanti a noi. Alecto se l'era presa con quel povero elfo, che ora stava sul pavimento, sanguinante, con gli occhi lucidi e terrorizzati.

"Dammela!" disse Niall, con voce decisa.
Gli porsi la boccetta di dittamo. Il biondo ne versò una goccia sulla ferita, e quella iniziò a rimarginarsi sotto i nostri occhi.
Gli elfi intorno iniziarono a battere le mani, entusiasti.
"Bene, così dovrebbe andare!" affermò, prima di risollevarsi.
Era molto cresciuto dall'ultima volta che ci eravamo visti; era alto quanto me, aveva le spalle più larghe ed era dimagrito  a vista d'occhio.
"Come mai non sono riusciti a curarlo loro? Gli elfi hanno poteri più forti di no.." domandai in un sussurrò.
"Gli era stato ordinato di non farlo" rispose con amarezza lui, prima di voltarsi verso la porta.
"Adesso è meglio se andiamo, o subiremo un castigo addirittura peggiore di lui"
Ci avviammo insieme verso la porta. Per sbaglio gli sfiorai la mano col dito. Lo vidi sussultare. Ma non arrossì, si scostò leggermente, e mi precedette nel corridoio.
Dopo il bacio nella radura avevamo preso strade diverse, ci eravamo allontanati senza quasi rendercene conto, ed adesso provavo quasi imbarazzo a stare con lui.
Invece Niall sembra non curarsene: era freddo, cinico, pragmatico, tutto il contrario del ragazzo che avevo lasciato l'estate prima.
Pensai che doveva essergli successo qualcosa di orribile, talmente orribile che non avevo il coraggio di chiedergli cosa..

Iniziammo a risalire con passo felpato le scale. Lui era molto più vicino alla sua sala comune.
"Grazie Zayn.." mormorò, quando arrivammo al bivio " Mi dispiace di averti chiesto una cosa così rischiosa.."
"Per te..l'ho fatto volentieri" Non so dove trovai la forza di dire quelle parole.
Un'ombra dell'antico sorriso tornò sul suo volto, e per un momento dimenticai le sofferenze, la distruzione, le ingiustizie che stavano invadendo il nostro mondo. Per un momento l'unica cosa importante per me, fu solo quel sorriso..

"Ma che bella rimpatriata!"
La voce mellifua e glaciale di Amycus Carrow ci costrinse a voltarci.
"Bene, mia sorella sarà felice di sapere che ne ho trovati due al prezzo di uno.."




Dieci minuti dopo eravamo nei sotterranei, nello studio dei Carrow. Amycus ci fece inginocchiare a terra con uno spintone, mentre Alecto ci passeggiava davanti, gli occhi piccoli luccicanti, un ghigno malvagio a deformarle il volto.
"Allora.." iniziò, trascinando i piedi davanti a noi "..credevate di poter andare in giro per la scuola di notte, indisturbati, a fare i guaritori per elfi domestici?"
Il fratello rise alle nostre spalle. Noi non rispondemmo. Niall teneva lo sguardo inchiodato a terra. Invece i miei occhi si soffermarono sulle catene appese al muro, insieme ad altri strumenti di ferro per niente rassicuranti. Rabbrividii.
"Non avete tanta voglia di parlare, eh?" continuò la donna.
Un altro minuto di silenzio passò nella stanza.
Poi lei si inginocchiò di fronte a Niall, e sue mani si chiusero come un artiglio sui suoi capelli, costringendolo a sollevare la testa.
Sentii un morsa dolorosa allo stomaco a quella vista.
"Tu.." gli sputò in faccia Alecto "..tu, Horan! Ci sei sempre in mezzo tu, stupido rognoso mezzosangue! Ti ho punito in tutti i modi possibili! Vuoi costringermi ad ucciderti..è questo che vuoi?"
I suoi occhi iniettati di sangue puntarono in quelli azzurrissimi di lui. Anche stavolta Niall non disse una parola. Rimase a fissarla, impassibile, con uno sguardo di saccente ribrezzo e disgusto sul volto.
"Odio quando qualcuno non mi risponde" affermò Alecto lasciandolo andare.
Una parte di me avrebbe tanto voluto credere che ci stesse graziando, invece Amycus spinse Niall a terra, costringendolo a sdariarsi e poi mi fece alzare.
"Tu invece sei..?" fece la sorella, con aria noncurante.
"Malik." risposi con la mascella serrata.
"Ah diavolo, Malik! Tuo padre non sarebbe molto contento di sapere che te la fai con questa feccia" commentò Amycus, sputando poi in direzione di Niall.
"Beh non dovrà saperlo per forza.." Alecto mi si avvicinò, mettendomi in mano la mia bacchetta. "Questa è la tua punizione, caro. Un bell'allenamento sulla maledizione Cruciatus, con una cavia umana compresa nel prezzo"
Entrambi i fratelli sghignazzarono. Amycus fece mettere di nuovo in ginocchio Niall.
Lui sollevò lo sguardo verso di me; era fiero, spavaldo, duro. Serrò la mascella, strinse i pugni e mi fece un cenno deciso col capo. Era pronto, pronto a farsi torturare..da me.
Lo guardai scioccato per un secondo, le labbra tremati, gli occhi che mi pizzicavano di lacrime di rabbia. Poi, con un gesto secco, buttai la bacchetta a terra.
"Non lo farò!" gridai con quanta forza avevo in corpo.
Alecto non parve soresa dalla mia reazione. Si mise davanti a me, mi sollevò il mento con le mani fredde e sussurrò.
"Se non lo fai, sarai anche tu a subirla!"
Inspirai profondamente, cercando di controllare il respiro, la paura, l'angoscia. Poi riuscii ad incontrare lo sguardo d Niall.
Era ancora duro, freddo, ma c'era qualcosa in fondo ai suoi occhi simile al terrore, alla paura, al rimorso.  Mosse le labbra leggermente, scosse la testa con forza. "Non fare l'idiota.." lo sentii sussurrare.
"Il tuo amico ha ragione..non fare l'idiota" suggerì Alecto, lasciandomi il mento.
Ma appena mi mollò, mi inginocchiai, con gambe tremanti, accanto a Niall. Sostenni lo sguardo dei due fratelli, che mi osservavano increduli, e di Niall, che sospirò, rassegnato.
"Come vuoi!" fece Amycus, sfoderando la bacchetta.
Io chiusi gli occhi. Sentii la mano di Niall chiudersi con forza attorno alla mia, prima che un dolore lancinante invadesse il mio corpo, impedendomi di pensare.





2 Maggio 1998. Ore 00.17

Un altro rombo scosse il castello. Evitai i pezzi di tetto che rischiavano di cadermi in testa e attraversai il corridoio devastato, pieno di gente che cercava di difendersi e mettersi al riparo. Urla strazianti provenivano dal prato, dove la battaglia era più attiva.
"ZAYN!" mi gridò Padma, indicandomi con un sguardo terrorizzato le scale. Enormi, giganteschi ragni neri avanzavano macchia d'olio nel corridoio stretto, lo scricchiolio delle zampe veloci mi fece venire la pelle d'oca.
Afferrai la ragazza per una spalla e l'aiutai a salire sul piedistallo di un statua semidistrutta. Non eravamo al sicuro, ma almeno da lì riuscivamo a colpire meglio quegli orrendi animali.
Ne uccidemmo almeno dieci, riuscendo a rimanere miracolosamente icolumi, mentre tutti gli altri continuarono a percorrere indisturbati il corridoio.
Con in fiato corto, saltai giù dal piedistallo, ma fu un errore. Un ragno, più piccolo degli altri, era rimasto nascosto nella nicchia di una statua, e mi fu subito addosso. Sentii le sue tenaglie chiudersi intorno al mio braccio, mentre Padma gridava a più non posso sopra di me.
Cercai di svincolarmi, ma l'essere mi aveva ormai avvolto con le sue orride zampe.
Pensai che sarei morto, pensai che era finita..quando un accecante bagliore giunse da dietro il corpo peloso dell'animale, e lo fece saltare in aria, scaraventandolo a più di venti metri di distanza.
Mi accasciai a terra, sfinito, e vidi Niall venire verso di me, la bacchetta levata. Lo sguardo severo e lucido, il volto tumefatto da infiniti lividi e tagli.
"Che..cavolo ci fai qui?" gli urlai contro, mentre mi aiutava a rialzarmi. Sapevo che gli alunni del sesto anno erano stati tutti evacuati almeno un'ora pirma.
"Non ti lamentare..ti ho appena salvato il culo" rispose, per poi trascinarmi dietro un muro. Una maledizione ci passò proprio accanto, e colpì una colonna, mandandola in frantumi.
Padma ci raggiunse, e insieme iniziammo a salire le scale
"Dove stiamo andando" chiesi, affannosamente.
"Alla torre nord, è rimasta scoperta. Da lassù avremo più difese e più possibilità di attaccare"
"Ma è stata danneggiata..potrebbe crollare" intervenne Padma, terrorizzata.
"Tutto in questo dannato castello potrebbe crollare!" ribattè Niall, spalancando la porta della torre e iniziando a salire.
Io lo seguii subito, Padma ci venne dietro dopo un pò.
Arrivammo in cima tra scossoni e forti boati.
L'aria martoriata della notte ci investì, appena fummo fuori. C'erano altre persone lassù, intente a mirare verso il prato, come in un vero e proprio assedio. Il pavimento era disseminato di corpi. Difficile dire chi fosse ancora vivo.
Mi affacciai appena da dietro il muro. Da lì la visione era allucinante. Hogwarts era in fiamme, i resti delle sue mura erano sparsi per la collina, dove una mare di gente combatteva nel caos più assoluto; i cancelli all'entrata erano stati divelti, i cinghiali alati sgretolati sotto i i piedi dei giganti, che si andavano avvicinando alla scuola.
"Oh Dio" sussurrai incredulo.
All'improvviso una mano mi costrinse ad abbassarmi, e la maledizione che avrebbe dovuto colpirmi in testa finì dritta contro il muro.
"Non addormentarti proprio adesso!" mi gridò Niall, lasciandomi la spalla per continuare a lottare.
Ma, incredibilmente, dormire era proprio quello che desideravo fare. Mi sentivo le braccia stanche, le gambe deboli, la testa pesante.
Mi appoggiai contro il muro, affondando il viso tra le braccia, sperando che quel terribile capogiro passasse.
Invece, caddi steso a terra. Non mi sentivo più le mani, la vista iniziava ad annebbiarsi.
"Zayn!" sentii qualcuno urlare, da un posto che sembrava lontanissimo.
Il braccio destro era l'unica parte del corpo che riuscivo a percepire. Pulsava in modo disgustoso.
Vidi il volto di Niall chinarsi su di me. Era così bello..
"Ti ha morso..?" gridò lui, tastandomi il braccio gonfio. Vidi i suoi occhi riempirsi di puro terrore. "Padma! Il ragno L'ha morso!"
Quelle furono le ultime parole che udii, prima che il veleno mi facesse svenire.



5 Maggio 1998. Ore 10:35. Ospedale San Mungo.

Un leggero odore di caramelle mi arrivò alle narici. Era dolce, fresco, invitante. Ebbi il desiderio di afferrarle, di mangiarle. Mi accorsi di riuscire a percepire il mio braccio; comandai al cervello di muoverlo in avanti, e incredibilmente, lo fece.
Mi resi conto di riuscire a sentire anche le palpebre, serrate sulla pupilla. Le volevo aprire, lo volevo con tutto me stesso...
E ci riuscii. La luce accecante che vidi di fronte a me non mi diede fastidio; era bella, solare, gioiosa...
"Finalmente.." un sospiro di sollievo accanto al mio letto mi fece voltare.
Niall era lì, il volto segnato dalle cicatrici, il braccio appeso al collo con una benda, gli occhi azzurro cielo che mi guardavano con tenerezza.
E quel sorriso, quello splendido, infinito, disarmante sorriso...
Era troppo perfetto, troppo bello. Dovevo essere morto, e quello era il paradiso..
"Mi hai fatto preoccupare..sai" mi sussurrò, chinadosi su di me.
All'improvviso ricordai tutto. Mi sollevai, scostandolo,  iniziando a balbettare freneticamente.
"Hogwarts..la battaglia, la torre nord..che è successo?"
Il sorriso di Niall si fece ancora più grande. "E' tutto finito. Abbiamo vinto.."
Lo guardai scioccato. Poi una felicità pura, incontrastata, senza limiti, si impossessò del mio animo. Mi sentii libero, leggero, forte.
Afferrai il viso di Niall tra le mie mani e lo baciai, con tutta la gioia, l'esaltazione e l'amore possibile.
Lui sorrise contro le mie labbra, accarezzandomi i capelli con dolcezza.
"Mentre eri svenuto.." sussurrò contro la mia pelle "..immaginavo questo momento."

























   
 
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