Ami Kawashima, meravigliosa modella tremendamente famosa, non avrebbe mai pensato che, un giorno, sarebbe dovuta essere lei, a regalare del cioccolato ad un ragazzo. Solitamente, avveniva sempre il contrario. Tutti la desideravano, era perfetta, aveva un corpo perfetto ed anche una maschera, perfetta.

Si rigirò la scatolina, decorata con una carta rossa con dei nastrini, fra le mani, nervosa. Davvero lei, che aveva posato per alcune fra le riviste più famose del Giappone, si sentiva in ansia per una simile sceneggiata?

Sbuffò, annotò mentalmente che mai più avrebbe tentato di dichiararsi a qualcuno, se questi era un assurdo ritardatario.

Si sedette su una delle panchine del parco, accavallando le gambe. Poi lo vide comparire. 

Kitamura Yusaku stava correndo verso di lei trafelato, i soliti occhi vitali e sorridenti. 

Ami sorrise impercettibilmente.

Le si fermò accanto, chinandosi e tenendo una mano sulla pancia per riprendere fiato.

«Ce l'hai fatta, pensavo mi avessi dato buca.» commentò la modella con tono acido.

«Ho ritardato per colpa del consiglio.» spiegò il ragazzo.

Alzò il busto e si ritrovò faccia a faccia con lei, Kitamura sorrise.

«Allora, perché mi hai chiesto di incontrarci qui?» chiese poi, spontaneo.

Ami gli porse il pacchetto con i cioccolatini, leggermente imbarazzata.

«Se si fossero squagliati, sarebbe solo ed unicamente colpa tua. Yusaku, impara ad arrivare in tempo agli appuntamenti!» gli rispose lei, con tono arrabbiato. 

«Cos'è?» chiese ingenuamente il presidente.

«Un regalo.» 

Le stampò dolcemente un bacio sulla fronte.

«E quello cos'era?» chiese lei.

«Un regalo.» 

Kitamura sorrise, Ami sorrise. 

Dopotutto, non era stato poi così sbagliato dichiararsi ad un assurdo ritardatario come Yusaku.