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Autore: Rei Hino    02/08/2012    1 recensioni
William Shatner/Leonard Nimoy. Post TOS, Pre Motion Picture. Fine anni '70.
Una paginetta di sentimentalismo sfrenato e gattini arcobaleno.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Boh, non so quando è ambientata né che senso ha XD
Il titolo è una canzone dei Queen ovviamente U.U

Save me

 
“Dovresti cercare di reinventarti, guardarti intorno, fare altro, vagliare altre ipotesi”
Quante volte Leonard glielo aveva ripetuto in quegli anni? Ormai quasi un decennio era passato da quando avevano detto addio a Star Trek, non rinnovato per una quarta stagione, com’era facilmente prevedibile. Da allora, a parte le poche sessioni di doppiaggio che avevano fatto insieme per la serie animata, nelle quali si erano anche molto divertiti, si erano potuti vedere molto poco.
Leonard era stato impegnato, ed era tuttora impegnato, in mille fruttuose attività; aveva registrato dischi, per quanto opinabili, scritto libri, fatto comparsate a destra e a manca, aveva anche presentato dei programmi e cosa più importante, aveva lavorato in teatro e in televisione, assiduamente. Ma riusciva sempre a ritagliarsi del tempo, intere giornate, per stare con lui, sempre. Era una necessità alla quale non poteva rinunciare.
La carriera di Bill, dopo Star Trek, ma anche da prima, era invece andata a rotoli molto velocemente. Non aveva quasi più lavorato, limitando i suoi impegni a poche parti in film di serie B, o peggio. Eppure sembrava non dare poi molta importanza alla cosa, nemmeno il vedere così poco le sue bambine sembrava colpirlo poi così tanto, nonostante il grande amore che portava loro, Bill semplicemente non era fatto per la vita familiare e men che meno matrimoniale.
“Pensi che non ci abbia provato?”
William rispose con noncuranza continuando a sorseggiare la sua birra, seduto scompostamente sulla poltrona, sbuffando di tanto in tanto. L’amico dai capelli scuri, seduto sul divano di fronte a lui, si tirò avanti col busto e incrociò le braccia al petto
“Hai pensato a cambiare agente?”
Bill ridacchiò
“Secondo te è facile? Non servirebbe a molto”
“Perché mai?”
Il canadese sbuffò sonoramente posando la bottiglia di birra sul tavolinetto accanto alla poltrona e continuò a guardare un indefinito punto dinanzi a sé, evitando accuratamente lo sguardo scuro del compagno. Uno sguardo che recava forse una pietà della quale non aveva assolutamente bisogno
“Vado per i cinquanta ormai, Len”
Leonard aggrottò le sopracciglia, rimanendo in silenzio, sapendo in realtà cosa passasse per la mente turbata dell’amico ma non volendo accettare quel muto sconforto nel quale si era rinchiuso.
“Andiamo, sappiamo tutti e due che non è certo stato il talento recitativo ad avermi aperto le porte del cinema e, com’era ovvio che fosse, il tempo è passato anche sulla mia bella faccia”*
Sorrise. Un sorriso amaro, un sorriso inquieto e uno sguardo malinconico velato da una patina lucida. Uno sguardo che si andava costruendo in quegli anni e che lo avrebbe, da lì in avanti, sempre caratterizzato.
Uno sguardo che a Leonard non piaceva, che non riusciva ad accettare e che si sarebbe da allora sempre impegnato per cancellare.
 
“Preparo qualcosa da mangiare”
Aggiunse Bill mormorando, alzandosi in piedi per recarsi in cucina, ma l’alta e magra figura di Leonard lo seguì, ed era confortante, sempre, sentire la sua essenza alle proprie spalle.
Essenza che lo avvolse in un caldo, caldissimo abbraccio e lo strinse a sé, quasi con forza, possesso, e Bill si abbandonò con sollievo sul torace del compagno, non ricercando altro che il suo calore, chiudendo gli occhi e come spesso, o sempre, era accaduto, quell’abbraccio aveva il potere di portare via ogni dolore, ogni dubbio, ogni paura, da entrambi.
In una magia quasi surreale che un Dio o il destino aveva per loro deciso, in quella loro naturale armonia, null’altro esisteva all’infuori di quelle mani che ci cercavano, di quelle labbra che si accarezzavano e di quei cuori che ormai da anni battevano l’uno per l’altro.
E con l’elegante e magro viso di Len tra le delicate mani, Bill lo baciò ancora, e ancora, stringendosi a lui, ringraziando mentalmente Dio o il fato stesso, perché nonostante tutta la sua vita fosse andata irrimediabilmente a rotoli, qualcosa aveva posto quell’uomo sul suo cammino e, malgrado tutto il resto, questa rimaneva la cosa più importante.
A dispetto di tutto lui era grato al cielo di poter essere stretto in quell’abbraccio e non c’era niente ad essere altrettanto vitale.
“Che ci fai ancora qui con me?”
Mormorò poggiando la fronte sulla sua, alzandosi leggermente sulle punte dei piedi. Lo domandò con un dolce sorriso sulle labbra.
Tante volte si era domandato perché, nonostante tutti gli impegni, nonostante Leonard stesse anche cercando di ricostruirsi un futuro con un’altra donna, trovasse ancora del tempo per lui e qualche volta balenava nella sua mente il terribile pensiero che un bel giorno semplicemente non ci sarebbe più riuscito, o non avrebbe più voluto riuscirci.
Ma lo stesso sorriso dolce e sereno apparve sulle sottili labbra dell’uomo bruno e la sua risposta fu quasi immediata
“Io appartengo a te…”
Era l’unica risposta che gli sovvenne, l’unica che in realtà si attendessero.
Era l’unica verità.
 
Leonard si tirò indietro al bacio istintivo del compagno e le sue sottili labbra scesero sul suo mento e sul suo collo, dove lasciarono qualche piccolo morso che ottenne, come sempre, immediatamente, di far accelerare il respiro e il battito cardiaco di Bill. Leonard sorrise, conosceva oramai a memoria tutte le reazioni del compagno, ad ogni suo gesto. Le reazioni istintive di quel corpo che si scioglieva subito a lui, ancora, come fosse la prima volta.
“A…asp… non avevi fame?”
Riuscì infine a bofonchiare Bill, allontanandosi quanto bastava per guardarlo in viso, godendosi non poco quel sorriso dolce e sensuale al contempo che Len mostrava solo a lui
Ho fame…”
Precisò Leonard alzando un sopracciglio, diminuendo quella distanza
“…del resto ho l’uomo più affascinante della terra tra le braccia”
Bill ridacchiò serenamente, quando quelle parole uscivano fuori dalle labbra di Len assumevano tutta un’altra connotazione e sembravano quasi reali.
Ricambiò l’espressione lasciva e si mosse sinuosamente tra le sue braccia catturandogli di nuovo le labbra, per appena qualche istante che, eppure, bastò a destabilizzare momentaneamente la postura del compagno
“Della galassia vorrai dire, non mi sottovalutare Len. Hai William Shatner tra le braccia!”
Rispose, spavaldo, sorridendo sulla sua bocca, prima di trascinarlo con sé, prendendogli le mani, verso la camera da letto.
 
E qualunque cosa fosse accaduta nella sua vita, nel suo futuro, l’avrebbe accettata, perché quell’uomo, il suo uomo, sarebbe rimasto al suo fianco. Sempre.
Di questo era certo. Questo leggeva chiaramente nei suoi taglienti occhi scuri, che non si staccavano dai suoi, quando facevano l’amore.
E non c’era più paura. Mentre Leonard si abbandonava in lui, il futuro non era più una preoccupazione.
 
 
________ 

*Non serve che lo dico ma lo dico comunque, ovviamente è solo quello che ‘penserebbe’ Bill in un momento un po’ triste, non è affatto la mia opinione personale ci mancherebbe! Giudico Shatner oltre che un uomo veramente bellissimo, ma bello bello bello in modo assurdo (tuttora all’età di 81 anni, mamma mia che gli farebbi!), un bravissimo attore purtroppo sempre molto sottovalutato da questo punto di vista. Oltre che un bravissimo regista, scrittore, papà, nonno, marito e cantante U.U

Mamma mia il mio sentimentalismo non si tiene a bada quando si tratta di questi due -__-
   
 
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