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Autore: intersect    02/08/2012    1 recensioni
‘Fanculo, Ce l’ho già duro!’ balbettò il moro perché una figura statuaria aveva appena sferzato le onde spumose, uscendo dall’acqua. Il petto scolpito, il torace, opera di un dio sicuramente gay, largo che diventava alfabeto in una V finale. Fradicio, decorato di perle umide, mentre con falcate ampie e decise riemergeva dall’acqua solcando, come la miglior visione che uno potesse avere in acido, il bagnasciuga. Liam tossicchiò ovunque la sua birra perché al costume, con disegni geometrici, incollato al pube del bagnino Harry Styles non poteva resistere neanche lui. ‘Zayn contieniti! Mi sentirò in dovere farti una sega, altrimenti!’ squittì il maggiore soffiando sul collo della sua bionda, alludendo ai frenetici movimenti con cui il moro cercava di nascondere un principio di erezione.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’asfalto sfrigolava sotto una mattina nascente, le ruote consumate della tavola oldschool friggevano velocissime sulla strada infuocata.
Quella discesa era ripida da strozzare il fiato.
Si era premuto, assicurandola, la chitarra tra il fianco e il braccio e, afferrando il grab, si era piegato sullo skate per prendere in modo aggressivo quella curva strettissima.
Trattenne un attimo il respiro ma la tavola reagì morbida come un burro; scivolava come cera nell’acqua grazie ai nuovi trucks che gli aveva montato Zayn.
Per quanto quel biondino, con le bermuda Hawaiiane tribolate dal vento, avesse desiderato farsi il lungomare, tutto in pendenza, con il vento tra i ciuffi tinteggiati, il grip abrasivo contro le piande dei piedi callose e l’adrenalina contratta nei polpacci sottili, aveva un appuntamento ben più importante.
‘Una questione di vita o di morte!’ l’avrebbe definita con accento irlandese.
Revertò appena, frenando bruscamente. Fece leva sul tale per alzarsi lo skate fra le mani lattee e, afferrando la chitarra dal manico, iniziò a correre trafelato.

Aveva accettato i denti storti, eredità della famiglia di sua madre, e anche l’iperattività, congenita da parte di suo padre, ma il gene del ritardo cronico, quello lo odiava, e neanche sapeva chi incolpare per la deformazione genetica visto che la sua famiglia, anche se irlandese, era svizzera nella puntualità.

Affondò le dita, la pianta e il carpo tra quei granelli scottati, ombra di rocce, che detestava.
Di corsa, affrettato, aveva superato le piccole dune gocciolando di sudore salato.
Si lanciò in scivolata tra gli amici seduti e rilassati su qualche telo steso.
Fiatone lecito e labbra secche aveva boccheggiato ‘E’ già arrivato!?’
Louis con il collo della Corona stretto nella bocca sottile e tonda ( avrebbe pensato male chiunque) diede, con una mano, una pacca a Zayn, per avvertirlo, mentre con un dito affusolato indicò la riva.

‘Fanculo, Ce l’ho già duro!’ balbettò il moro perché una figura statuaria aveva appena sferzato le onde spumose, uscendo dall’acqua.
Il petto scolpito, il torace, opera di un dio sicuramente gay, largo che diventava alfabeto in una V finale.
Fradicio, decorato di perle umide, mentre con falcate ampie e decise riemergeva dall’acqua solcando, come la miglior visione che uno potesse avere in acido, il bagnasciuga.
Liam tossicchiò ovunque la sua birra perché al costume, con disegni geometrici, incollato al pube del bagnino Harry Styles non poteva resistere neanche lui.
‘Zayn contieniti! Mi sentirò in dovere farti una sega, altrimenti!’ squittì il maggiore soffiando sul collo della sua bionda, alludendo ai frenetici movimenti con cui il moro cercava di nascondere un principio di erezione.

Louis lo aveva sempre detto ai suoi amici che la stella di quel ragazzo, tatuata all’interno del bicipite, gli puzzava di omosessualità piuttosto chiara.

Niall lo fissò, a bocca troppo asciutta per sbavarsi sul mento gentile, pronunciato appena, e strappò l’alcolico dalle mani di Liam per idratarsi e concedersi il lusso di bagnarsi la bocca osservando Harry.

Il tempo di scrollare i ricci, pesanti di mare, con un movimento, che in slow motion, come avevano improvvisamente il dono di vederlo un po’ tutti, faceva un certo effetto; e un orda di estrogeni in bikini gli corse vicino neanche fosse il membro di punta di una boyband!

Il più grande fra loro infilzò la bottiglia di vetro in quella chiarissima cenere di scoglio, e con un balzo elegante era già in piedi nel suo slip più allusivo.
Nessuno si risparmiò di notare lo sguardo del riccio incollarsi sulla camminata sfacciata del maggiore.

Niall sospirò perché, Louis, i maschi che si tatuavano stelline sul corpo, se li era fatti se non tutti, quasi.

E mentre Zayn borbottava a Liam qualcosa circa il corpo del liscio, Niall si chiedeva se anche la sua timidezza, limite alla sua vita sessuale, potesse essere un fattore ereditario.

Sbuffò abbracciando la sua chitarra scura e osservando accigliato il riccio flirtare con il suo amico.
Già detestava quei granelli fastidiosi che facevano squadra con il suo sudore appiccicandoglicisi addosso, in più la sua infatuazione velenosa, unica ragione che lo spingeva lontano dalla strada verso il mare, stava per essere sbattuta nel cabina doccia più vicina per finire tra le mani svergognate di Louis.
Ansia, quell’elemento in cui era seduto gli metteva angoscia, tutto infido e microscopico pronto a fondersi con la pelle di ceramica allergica all’abbronzatura.
Dita leggere sui tasti legnosi della sua bambina; musica, skate, sterrati lisci e lunghissimi su cui scivolare erano sempre state il pallino del biondo, ma il bagnino si era fatto largo nella breccia dei suoi pensieri con mani grandi, sorrisi aperti, e delle spalle da paura.

‘Al posto di angosciarci con questa lagna, vai al bar a prendere altre birre!’ esclamò il moretto tutto affaccendato a rollare una cartina sbavata.
Niall sgombrò le mani nodose dalla sua chitarra e, avendo perso di vista la sua baywatch fantasia preferita, la adagiò con cura al suo fianco e si alzò, infastidito, bisbigliando alla propria coscienza qualcosa su come i pronostici pornografici di Liam e Zayn sarebbero stati con probabilità altissima rispettati.

Zompettò schizzinoso verso il bar, con espressione abbattuta, fuori totalmente dalle sue corde, dalla sua faccia innatamente simpatica.
‘Barista, tre birre!’ disse con voce noiosamente cupa, e sbragandosi con gli avambracci sul bancone lanciò uno sguardo blu alla distesa biancastra sotto i suoi piedi.
‘Vuoi ubriacarti? Di prima mattina?’ una voce roca aveva interrotto i suoi pensieri spregiativi, contro le miriade di granelli chiarissimi, quel ragazzo alto e riccio.
Sguardo eccitatissimo, emozionato, come se avesse incontrato per caso la sua popstar preferita, e in un soffio, arrossito sulle guance, sussurrò tra i denti esaltati ‘No, emh…sono anche per i miei amici’

Il giovane Harry, il bagnino più sexy dell’universo, gli aveva sorriso con una guancia bucata, abbassando incerto lo sguardo lucido, e con la bocca arricciata, almeno quanto i suoi boccoli semi asciutti, aveva emesso un verso cortese d’assenso.
I suoi zigomi, da vicino, erano morbidi e infantili e il biondo provo un’insensata smania di accarezzarli e stingerli come si fa con un bambino monello, di quelli che scappano subito via, agitatissimi.

E come un libro non si giudica dalla copertina Harry Styles non si giudica dagli addominali da cornicione del sedicesimo piano.
Gli tese la mano grande con riservatezza e un scintillio intraprendente, che dominò le sue iridi verde acqua, lasciò Niall, stupito per la sorpresa e sconvolto per la rinuncia del riccio a quella che, da parte di Louis, era una limpida offerta, sessualmente parlando.
‘Ti ho sentito suonare, sei bravo!’ enfatizzò il più piccolo, entusiasmando anche il biondo che, guance vermiglie, si era allargato in denti ormai aggiustati.

E quando Harry Styles, il bagnino, quello bello che il biondo immaginava correre al tramonto con il salvagente rosso tra le mani forti, gli buttò lì con sguardo complice ‘Magari un giorno suoniamo insieme!’, Niall per la prima volta, con gli occhi di cielo in tempesta, aveva pensato che dopo tutto la sabbia era quasi meglio dell’asfalto.
   
 
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