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Autore: crissya    03/08/2012    3 recensioni
Tutto accadde molto velocemente: daggerman aveva piantato un pugnale dritto nel petto di Steve, era arrivato Hulk che aveva afferrato l’uomo e lo aveva scaraventato giù dal palazzo. Ai piedi di Steve si formò una pozza scura. (non finisce male, ve lo garantisco!)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-DON’T LEAVE ME, STEVE!
-vi ho convocati qui per un unico e semplice motivo: Daggerman.- disse Nick Fury intrecciando le dita delle mani e guardando gli avengers riuniti.
-da giorni, decine di persone stanno morendo per colpa di questo tipo che si diverte a tirare pugnali contro gli innocenti. La stupidità umana è fuori ogni limite.-
-quando attacchiamo?- chiese Capitan America riducendo gli occhi di ghiaccio a due fessure.
BAM!
-ADESSO!- gridò Fury e tutti gli avengers si precipitarono fuori alla caccia di Daggerman.
Ci fu una fusione di colori che si muovevano velocissimi: Clint scoccava frecce cercando di colpire l’uomo misterioso che si spostava con una velocità straordinaria; Natasha e Bruce tentavano di agire insieme, Thor provava a stordire l’uomo con i suoi fulmini mentre Capitan America e Ironman si muovevano quasi in sincrono, si coprivano le spalle a vicenda poiché nessuno poteva permettersi di perdere l’altro. C’era una relazione tra loro che non seguiva il filo di colleghi di lavoro o di amicizia ma seguiva il filo rosso dell’amore. Se prima erano come i poli opposti della terra, ora l’uno non poteva fare a meno dell’altro. Si amavano e si proteggevano.
-lo vedo!!- comunicò Tony.
-attacca da destra!!!- rispose Steve  riparandosi dai pugnali con il suo scudo.
Ironman spiccò il volo lanciando attacchi celesti alla figura nera ma puntualmente questi andavano a vuoto. L’ombra del super cattivo era troppo veloce.
-Thoooor!!! Prova a bloccarlo!!- gridò Steve
-Ci sto provando! È troppo veloce!- rispose Thor che lanciava fulmini ovunque ma senza successo.
La grande ombra nera si fermò su di un palazzo mettendosi a braccia conserte.
-Ma guarda un po’ chi abbiamo. Tutta la famiglia si supereroi riunita qui..che bel quadretto.- gracchiò la sagoma scura.
-voi avete ucciso il mio maestro!- alzò le mani dalle quali uscirono 4 pugnali per ciascuna. Le lame scintillavano alla luce del sole talmente forte da abbagliare gli avenegrs.
-vi fate chiamare “i vendicatori”- canzonandoli- ma sarete voi a subire la mia Vendetta!- urlò e una cascata di pugnali affilati si scagliò su di loro.
I supereroi li evitavano abbastanza bene cercando anche di avvicinarsi il più possibile alla fonte di quella cascata appuntita.
Ironman volava attorno evitando i pugnali e lanciando forti raggi per distruggerli ma erano troppi e più di una volta venne colpito.
Steve correva proteggendosi con lo scudo quando gli venne un’idea. Daggerman si trovava molto vicino ad una antenna e muoveva la testa per rendersi conto di chi gli si avvicinava.
PERFETTO!
-Bruce!!!! Dai un colpo al palazzo!!!- Hulk il grande mostro verde prese la rincorsa e colpì il palazzo con una spalla. Questo tremò come se avesse ricevuto una scossa. La figura scura dell’uomo vacillò e Daggerman fu costretto ad aggrapparsi all’antenna per non scivolare giù.
-THOR LANCIA UN FULMINE ADESSOOO!!!- gridò Steve all’amico il quale protese il martello verso il cielo scagliando un potente fulmine.
L’uomo fu colpito e vibrò di una luce violetta. Ebbe una crisi per qualche secondo, poi cadde a terra.
Tony arrivò da Steve prendendolo in braccio e portandolo sulla terrazza in modo da valutare se il suo piano avesse funzionato.
-l’arrosto è servito- scherzò Tony che non perdeva mai il suo piglio.
-non perdi mai il tuo senso dell’umorismo?-
-e tu non perdi mai la tua serietà?-
Steve scosse la testa e si avvicinò alla sagoma nera sommersa dal fumo.
Si piegò appena ma improvvisamente…
Tutto accadde molto velocemente: daggerman aveva piantato un pugnale dritto nel petto di Steve, era arrivato Hulk che aveva afferrato l’uomo e lo aveva scaraventato giù dal palazzo. Ai piedi di Steve si formò una pozza scura.
-STEEEEEEVEEEEE NOOOOOOOOO!- gridò Tony raggiungendolo e prendendolo tra le braccia.
-ghroolghroogll- Steve sputò sangue accasciandosi sul petto di Tony.
-Steve no…no ti prego- gli estrasse il pugnale bloccando la ferita con le mani. –non puoi lasciarmi…-
Steve aprì piano gli occhi che perdevano la loro vitalità, sputò ancora un po’ di sangue e con la bocca appena più libera disse –Ti amo..Tony- accennò un sorriso e poi per lui ci fu solo buio.
 
 
Steve si sentiva decisamente male. Come quando era stato sepolto dal ghiaccio. Dolore, bruciore, impotenza e buio… c’era sempre quella dannata oscurità che lo accompagnava nei momenti peggiori e lui si trovava in uno di quelli. I suoi fantasmi del passato erano tornati ad assalirlo trascinandolo in un baratro di sofferenza. Un vortice dal quale non riusciva a uscirne e tutto quello che cercava erano gli occhi di Tony. Quei splendidi occhi color nocciola che lo scrutavano, quegli occhi che potevano trafiggerlo e arrivare fino al suo cuore. Tony… dov’era quell’uomo capace di rasserenare l’animo di un soldato catapultato nel ventunesimo secolo, l’unico che nel suo distacco con gli altri aveva capito la persona più complessa di tutta l’America. Steve cercava le sue labbra, il sorriso beffardo che era sempre stampato sul viso di Tony. I fantasmi e il vortice lo trascinavano sempre più giù verso il buio quando un piccolo bagliore azzurro comparve davanti a lui.
-segui la luce..- si disse il soldato. Gli sembrò di combattere, di correre,di nuotare persino! Sapeva che quella luce aveva a che fare con Tony..era così familiare,così forte.. lui DOVEVA raggiungere quel cuore.
Tony aveva Steve tra le braccia, gli avevano medicato la ferita ma aveva perso molto sangue e i valori non erano stabili ma qualcosa in lui sapeva che Capitan America ce l’avrebbe fatta. Lui avrebbe sicuramente rivisto gli occhi di Steve. Quegli occhi cristallini, tanto limpidi da potersi specchiare, quegli occhi che lo avevano trovato tra miliardi di persone e lo avevano preso dal profondo. Gli occhi che si illuminavano ogni volta che sorrideva mostrando una schiera di denti perfetti come perle protetti dalle labbra rosee che contraeva invece quando era arrabbiato. Faceva un espressione buffa perché le labbra erano contratte ma le sopracciglia si piegavano verso il basso come quando era triste. Alle volte invece, Steve gli riservava un espressione tutta sua. Alzava il sopracciglio destro  socchiudendo appena gli occhi, rimaneva così per qualche secondo poi accennava un sorriso e scuoteva la testa. Quell’espressione la faceva quando Tony dicva qualcosa di stupido o inappropriato, era come se Steve volesse dire “Tony… sei il solito”
Lo avrebbe rivisto, ne era certo.
Steve riuscì piano ad aprire gli occhi che furono colpiti dalla luce azzurra del reattore/cuore di Tony. Sbattè  le ciglia più volte per abituare gli occhi, quando i colori gli furono più chiari, riconobbe il volto di Tony.
-hey ghiacciolino.. settant’anni di sonno non ti bastavano?- disse il moro con la voce bassa.
-mi serviva una pausa dalle tue battutacce- rispose Steve con voce fievole tentando di dar vita a un sorriso.
Tony sospirò rumorosamente portandosi le mani al viso e massaggiandoselo.
-credevo che non ti avrei rivisto… la prossima volta che ti avvicini a un tipo apparentemente morto, sarò io a chiuderti in un congelatore..e dirò a J.a.r.v.i.s. di non ascoltare le tue suppliche.- gli si avvicinò un poco- mi hai fatto preoccupare tantissimo.
-non sei il solito genio, miliardario, playboy, filantropo di un tempo. Vedo l’ombra di un cuore.-
- e io vedo che il pugnale non ha attaccato il tuo lato umoristico.-
-ti amo- disse Steve cercando di arrivare a quelle labbra.
Tony si piegò e lo baciò con molta delicatezza come se quella pelle di porcellana potesse rompersi.
-ti amo anche io, Steve.-
La porta si aprì ed entrò Natasha che appena vide Steve sveglio gli corse incontro abbracciandolo.
-ci è mancato il nostro Capitano..Tony non ha fatto altro che vegliare su di te- disse con una punta di malizia-
-si bè…volevo solo fargli capire il vero significato di Fondue prima che andasse nell’aldilà..- rispose Tony secco ma si sentì stringere la mano da Steve.
Poco dopo arrivarono tutti gli avengers ad assicurarsi che Capitan America stesse realmente bene. Thor aveva addirittura preparato una Fonduta deliziosa.
Passate alcune ore Tony e Steve rimasero nuovamente da soli.
-adesso riposati…devi recuperare energie-
-rimani qui con me, vero?- domandò il biondo.
-rimarrò qui tutto il tempo che vorrai..- gli diede un bacio sulla fronte.
-ti amo- disse Steve.
-ti amo- rispose Tony.
  
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