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Autore: rose princess    03/08/2012    3 recensioni
Allen annuì sorridendo.
< Si, oggi arriva mia sorella! > Esclamò raggiante.
[ ... ]
A Yuu non glie ne fregava niente, dopotutto, a fatica sopportava una mammoletta, figuriamoci due!
[...]
Allen non pensava che l'arrivo di sua sorella potesse destare tanto scalpore.
Yuu intanto, li seguiva con uno sguardo scazzato. Perchè si era fatto coinvolgere?!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yu Kanda
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La visita di Ellen 
 
[ Quando vedete un dialogo tra questi segni > < è un dialogo in lingua inglese, se invece ci sono i normali < > è un dialogo in giapponese ]

Intro: Allen annuì sorridendo.
< Si, oggi arriva mia sorella! > Esclamò raggiante.
[ ... ]
A Yuu non glie ne fregava niente, dopotutto, a fatica sopportava una mammoletta, figuriamoci due!
[...]
Allen non pensava che l'arrivo di sua sorella potesse destare tanto scalpore.
Yuu intanto, li seguiva con uno sguardo scazzato. Perchè si era fatto coinvolgere?!
 
 
< Ehi Allen! > Esclamò Lavi, raggiungendo l'albino al suo banco.
 
< Ciao Lavi! > L'altro gli rivolse un sorrisone, che si spense quando vide entrare Kanda in classe. Tra quei due non scorreva buon sangue.
 
< Buongiorno Kanda. >
 
< Tsk. > Come sempre, il moro non gli rivolse la parola. Allen si accorse della loquacità del compagno, ma era troppo di buon umore per litigare. Lavi notó che l'amico non rispondeva alla provocazione-non-volontaria del moro e gli chiese.
 
< Allen, oggi sei di buon umore? >
 
Allen annuì sorridendo.
< Si, oggi arriva mia sorella! > Esclamò raggiante.
 
< Oh che bell… Ehi… Aspetta, hai una sorella? > Lavi non sapeva nulla. Fin da quando Allen era in quella scuola, il rosso sapeva che i suoi genitori avevano divorziato e lui era andato in Giappone con suo padre, mentre sua madre era rimasta in Inghilterra, il paese natale di Allen.
 
< Gemella. > Allen spiegò che in famiglia erano quattro: suo padre, Mana, sua madre, Zenette, lui e sua sorella gemella Ellen. Dopo il divorzio, i loro genitori avevano lasciato a loro due la possibilità di scegliere con chi stare; se stare con Mana e trasferirsi in Giappone o se stare con Zenette e rimanere a Londra. Allen aveva scelto Mana ed Ellen, per quanto odiasse l’idea di separarsi dal fratello al quale era affezionata, era rimasta in Inghilterra con la madre. 
Non sopportando l’idea di non vedersi, durante l’estate, ovvero dai primi di Luglio ai primi di Agosto, Ellen stava un mese in Giappone e Allen, dai primi di Agosto a Settembre*, andava un mese in Inghilterra. Si vedevano anche per natale/il loro compleanno, in cui tutta la famiglia si riuniva.
 
< Le dobbiamo riservare un soggiorno strepitoso! > Disse Linalee, unitasi alla conversazione.
 
< Ma dai ragazzi! > Rispose Allen ridendo. < E’ solo mia sorella! >
 
< E quindi? Sei il nostro amico, quindi anche lei è nostra amica. >
 
Finite le lezioni, Lavi e Linalee si offrirono per accompagnare l’albino all’aeroporto Narita, il volo Londra-Tokyo arrivava lì.
Yuu fece per alzarsi, ma venne bloccato da Linalee. 
 
< Che vuoi? > Chiese brusco.
 
< Vieni con noi a dare il benvenuto alla sorella di Allen. >
 
< No. >
 
< Si. Andiamo! O dico a mio fratello di sfrattarti dalla tua casa. >
 
---- 
 
Usciti da scuola, i ragazzi presero il bus che li avrebbe portati diretti all’aeroporto. Il telefono di Allen, squillò, gli era arrivato un messaggio.
 
< Cosa succede Allen? > Chiese Lavi, curioso.
 
< Un messaggio di Ellen. E’ iniziato l’atterraggio. Scusa Lavi, ma perché sei tanto interessato a mia sorella? >
 
< Così. Sono curioso di conoscere un altro membro della tua famiglia. > Rispose Lavi < Piuttosto, Yuu non pensavo che saresti venuto pure tu. >
 
Il ragazzo rispose con un verso stizzito, non gliene fregava niente, dopotutto, a fatica sopportava una mammoletta, figuriamoci due! Era andato solo perché Linalee lo aveva minacciato. 
Il fratello di Linalee possedeva molte case, alcune delle quali erano state affittate. Una da Yuu e dal signor Tiedoll, ovvero l’uomo che lo aveva ‘’ adottato ‘’, un’altra era in procinto di essere venduta a Mana e una terza l’avevano Lavi e suo nonno. Komui Lee di fatto, poteva sfrattarli quando gli pareva, considerato anche che aveva un amore spropositato per la sorella, per la quale avrebbe anche distrutto il mondo, a Yuu conveniva starsene buono. 
 
Arrivarono in aeroporto cinque minuti dopo dell’atterraggio. 
 
< Dai dai!! > Incitavano Lavi e Linalee, correndo. 
Allen li seguiva ridendo. Non pensava che l'arrivo di sua sorella potesse destare tanto scalpore.
Yuu intanto, camminava con uno sguardo scazzato. Perchè si era fatto coinvolgere?! Non era poi così drammatico, se Komui li avesse sfrattati avrebbero trovato un’altra casa, dopotutto, Tiedoll faceva un lavoro per cui era pagato generosamente. 
Arrivati nella ‘’ sala d’attesa ‘’, si guardarono un po’ intorno. Seduti sulle sedie vi erano: un uomo di colore, una coppia di sposini, che evidentemente andavano in luna di miele in Giappone, un uomo d’affari, che beveva tranquillo un caffè, e una ragazza, dai lunghi capelli bianchi legati in una treccia, intenta a leggere un libro con uno sguardo concentrato. Allen si avvicinò alla ragazza, la quale alzò gli occhi dal libro e con un sorriso gli si buttò addosso.
 
> Fratellone! < Esclamò la ragazza, in inglese, con una voce squillante.
 
> Ciao Ellen. Hai viaggiato bene? < Rispose Allen nella medesima lingua
 
> Splendidamente. Ah ‘sti giapponesi, come sono moderni. <  Allen prese la valigia di Ellen e si diresse verso gli altri.
 
< Ellen, loro sono miei amici. Lui è Lavi. > 
 
Lavi strinse la mano alla ragazza. < Piacere Ellen. >
 
< Piacere mio. > Rispose lei in un perfetto giapponese.
 
< Lei è Linalee. >
 
Linalee abbracciò Ellen. < Sono felice di conoscerti Ellen. >
 
L’albina si grattò la testa in imbarazzo. 
 
< E infine lui è Kanda. >
 
Ellen fissò per qualche secondo il ragazzo < Kanda… Immagino di cognome. Qual è il tuo nome? >
 
Allen, prese la sorella per mano. < Meglio andare… Papà ci stà aspettando. Ragazzi, grazie per avermi accompagnato. >
 
Linalee si avvicinò a Ellen e le chiese. < Ti và domani pomeriggio di farci un giro per Tokyo?  >
La ragazzina annuì, e, insieme ad Allen, si diresse a prendere un taxi, passando di fianco a Kanda, che non le tolse lo sguardo di dosso per un istante.
 
--- 
 
Arrivati a casa, Allen prese le chiavi ed aprì la porta. Ellen entrò, era come sempre la stessa, il salotto affiancato alla cucina e le scale che portavano al piano superiore. Mana era alla cucina e non appena la vide, corse ad abbracciarla.
 
> Benvenuta Ellen. <
 
> Ciao papà. <
 
> Come è andato il viaggio? <
 
> Bene grazie. < Ellen annusò l’aria. > Tempura? <
 
Mana annuì. > Allen, vai a mettere la valigia di Ellen in camera, tra non molto la cena è pronta. <
Ellen salì le scale, si ricordava che la sua camera era la prima a sinistra, difatti suo fratello aprì la porta e posò la valigia accanto al letto.
Nulla era cambiato, una libreria che conteneva i libri che piacevano ai gemelli, un letto con le lenzuola azzurre, sopra di esso la finestra, che dava sul cortiletto privato e la scrivania con il PC. 
 
> Grazie Allen. Hai degli amici strani. < 
 
Allen rise. > Si, è vero. < 
 
> Il rosso, Lavi se non sbaglio, continuava a sorridere come un cretino, Linalee… Lei era normale… E Kanda… <
 
> Kanda? E’ un idiota, lo devi lasciar perdere. <
 
> Però è un gran figo… < 
 
Allen credette che la sorella stesse scherzando, le arruffò un po’ i capelli.
 
> Non farti strane idee, sorellina. Lui non è adatto alla vita sentimentale. < E si diresse verso il salotto. 
< Kanda… > Ellen sorrise, le piaceva quel nome e voleva saperne di più del suo proprietario. Lo avrebbe fatto dopo cena, si disse sciogliendosi la treccia, poi si tolse la felpa. A Londra quando era partita c’erano 18 gradi, faceva caldo, ma lì a Tokyo era ancora peggio, le era sembrato di vedere 24 gradi o simile. Mise gli stivali beige accanto alla scrivania e, al posto delle collant, si mise un paio di parigine nere.  
Finito di cenare, Ellen, dopo aver aiutato a mettere in ordine, ringraziò e andò in camera, con la scusa del viaggio faticoso. Accese il computer e andò su Facebook e grazie alle sue doti di hacker, era sempre stata brava a indovinare le password dei computer, riuscì a entrare nell’account di suo fratello. 
 
> Vediamo… Scuola… Liceo Black Order, eccolo! < Uscì dal sito e cercò sul motore di ricerca la scuola in cui studiava Allen. Le apparve il sito ufficiale della scuola, cliccò sulla casella ‘’ Lista di studenti ‘’ ma si rese conto di dover fare il login. Mise il nome di Allen e la password, suo fratello aveva le password tutte uguali, cercò la lettera K e le apparve ‘’ Kanda Yuu ‘’. Un sorriso si aprì sul viso della ragazza.
 
> Sei tutto mio Yuu < Si chiese perché le interessasse tanto quel ragazzo, forse perché non appena lo aveva visto le era sembrato un tipo attraente. 
Ellen rimase al computer per un’ora a leggere di quel ragazzo, così strano eppure così interessante, fino a che qualcuno non bussò alla porta. La ragazza nascose la pagina web e disse.
 
> Si, avanti. <
Allen entrò in camera della sorella. 
 
> Ehi, sei ancora sveglia. < 
 
La ragazza annuì. L’albino si sedette sul letto, con uno sguardo pensieroso, Ellen se ne accorse.
 
> Qualcosa ti turba fratello? <
 
> Beh… Il fatto che tu sia così interessata a Kanda. Credi che non mi sia accorto del fatto che hai hackerato il mio account? <
 
L’aveva scoperta. Allen la conosceva bene… Beh, era suo fratello gemello. > Non ti starai trasformando nel fratello iperprotettivo, spero… < Chiese lei.
Allen fece un mezzo sorriso. 
> No, no. E’ solo che non vorrei che ti facessi strane idee… Kanda è il classico tipo al quale non gliene frega niente di nessuno.  E io non voglio che tu ci rimanga male, ok? <
 
> Allen, ho diciotto anni. Non ti devi preoccupare per me. <
 
L’albino, si tirò su e si diresse verso l’uscita della stanza.
 
> Ehi fratello... <
 
L’albino, sentendosi chiamare, si girò. 
 
> … Grazie. <
 
Allen sorrise, chiudendosi la porta alle spalle. > Buona notte Ellen. <
 
- - - -
 
La mattina seguente Ellen si alzò alle 8:30, ma, arrivata a colazione, notò che suo fratello era già uscito per andare a scuola. Sì, perché nel mese in cui Ellen era in Giappone, Allen doveva ancora andare a scuola. Tanto più quell' anno che aveva l'esame finale.
 
> Ciao Ellen < La salutò Mana, non appena si fu seduta.
 
> Buongiorno pa' <
 
> Allen è già andato. Mi ha chiesto di riferirti che ti aspetta alle 12:30 davanti alla sua scuola <
 
> Ok. Oggi pensavo di andare in biblioteca <
 
> Si. Per che ora? <
 
Ellen finì il caffè > Beh... Penso che uscirò per le 10... <
 
> Perfetto. <
 
Finito di fare colazione, Ellen salì in camera sua e accese il pc. Sua madre, Zenette, le aveva mandato una e-mail.
 
" Ciao tesoro. Come stai?                                                                                                                       Il viaggio è andato bene? Allen e Mana stanno bene? Qui a Londra piove... Tanto per cambiare! Lì a Tokyo il tempo è bello? Hai già conosciuto qualche ragazzo o ragazza? Perdonami, ti sto facendo una specie di terzo grado… Ma sono curiosa. Sto già preparando la casa per quando verrà giù Allen. Lo so, lo so, manca un mese, ma sai come sono fatta!
Baci. Mamma "
 
Ellen cliccò sull'icona " rispondi " e le mandò una mail di risposta.
 
" Ciao mamma. Io sto bene. Il viaggio è stato lungo, ma non ho avuto problemi. Per fortuna c'era un cielo accettabile! Papà e Allen stanno entrambi bene. Il fratellone mi ha fatto conoscere i suoi amici. Dovresti vederli! Uno, Lavi, ha i capelli rossi e una benda sull'occhio destro, Linalee, l'unica femmina, credo abbia un attaccamento morboso a me e Kanda, che non è amico di Allen... Credo che si odino... Beh... Kanda è il classico samurai giapponese... È un tipo di poche parole... Anzi, nessuna parola!
Il tempo qui è bello, ma fa caldissimo! Ci sono 24 gradi. Mi raccomando, non esagerare.
Ciao!
Ellen "
 
La ragazza mise in stand-by il computer e andò a farsi una doccia. Continuava a pensare a Kanda, non capiva come potesse interessarle uno a cui mai aveva rivolto la parola? Aveva persino hackerato l'account di suo fratello e un sito internet pur di sapere qualcosa su di lui! Allen le aveva detto di non stare a farsi strane idee su di lui, probabilmente era solo una sceneggiata da fratello maggiore.
Uscì dalla doccia e si asciugò i capelli. Poi si vestì, si fece la treccia e uscì, salutando suo padre.
Adorava la biblioteca, Ellen, perché adorava leggere e leggere, per la ragazza, era un modo per viaggiare rimanendo comodi.
 
----
 
Quando l'orologio della biblioteca batté le 12, Ellen ripose i libri negli scaffali e uscì per prendere la metropolitana. Pochi minuti dopo era già arrivata di fronte alla scuola di suo fratello, un edificio alto, di colore rosato con un cortile esterno.
Mentre osservava l'edificio, si sentì chiamare. Si girò e vide Linalee, seguita da Lavi e Allen, che le veniva incontro.
 
< Ciao Ellen! >
 
< Ciao ragazzi. Come è andata la mattinata? >
 
< Bene... > Allen, ridacchiando osservò Lavi < Per noi. >
 
< Oh smettila Allen! > Rispose Lavi sorridendo. < Dopotutto è solo un 60 in matematica! >
 
Linalee spiegò alla ragazza che avevano fatto, la settimana prima, una verifica di preparazione all'esame. Lei aveva preso 70 e Allen 90.
 
< Fratello, sei un secchione. > Rimbeccò Ellen. Tutti si misero a ridere.
 
In quel momento, dalla scuola uscì Kanda. Ellen si sorprese a fissarlo. La fedele coda orientale, ricadeva sulla schiena e faceva venire voglia a Ellen di passare le mani in mezzo a quella cascata nera, dalla camicia bianca con i primi due bottoni aperti si vedeva la pelle chiara del collo.
Linalee notò che Ellen stava fissando Kanda con un accenno di sorriso e le sventolò un fazzoletto di fronte agli occhi. La ragazza si ridestò e fissò la mora.
 
< Che c'è Lina? >
 
< Cosa ne pensi? >
 
< Di cosa? >
 
< Di quello che ti ho detto. >
 
< Ehm... >
 
Allen ripeté ciò che la ragazza qualche secondo prima aveva detto.
< Linalee ha detto che oggi ti porta in centro. Solo tu e lei. >
 
< Oh... Scusa Linalee. Si, per me va bene! >
 
Linalee porse il braccio alla gemella di Allen e le chiese:
< Andiamo? >
 
---------
 
Le ragazze si fermarono in un manga cafè in centro. Linalee spiegò a Ellen che i manga cafè erano dei bar in cui si potevano leggere i manga. La ragazza lo sapeva, ma non aveva mai messo piede in un posto simile. Mentre leggeva tranquilla, Linalee, sdraiata su un puf, si avvicinò.
 
< Ehi Ellen, era l'edificio che guardavi o Kanda? >
 
Ellen arrossì, non le piaceva che le venisse sbattuto in faccia un fatto simile, tanto più  perché non aveva ancora capito cosa provasse.
 
< E... Ecco io... >
 
< Oh beh, Kanda è così carino! >
 
< Se lo dici tu... > Ellen provò a riprendere la lettura del manga, ma venne interrotta di nuovo.
 
< Secondo me sareste carini come coppia! >
 
< Seh certo. > Rispose l’albina arrossendo, nascondendosi poi il volto con il manga che stava leggendo.
 
< Ah-ah! Beccata, dai ammettilo. Ti piace? >
 
< Linalee… L’ho visto solo una volta. Come fa a … >
 
< Due volte. > La corresse l’amica. < Oggi a scuola lo hai ben visto. > 
 
< Vabbè! Dicevo, come fa a piacermi se l’ho visto solo due volte? >
 
< Si chiama ‘’ colpo di fulmine ‘’. Quando sei insieme alla persona che ti piace non riesci più a ragionare e senti le farfalle nello stomaco. > 
 
< Allen mi ha detto che è inutile sprecare tempo con lui… >
 
La mora si mise a ridere, Allen non sopportava proprio Kanda, ne era una prova il fatto che avesse parlato male di lui alla sorella. Aveva paura di ritrovarsi il samurai in famiglia.
< Allen ti ha detto così perché loro due si odiano a morte. >
 
< Ah si? >
 
< Si, probabilmente è convinto che Kanda non abbia un lato ‘’ buono ‘’ >
 
Ellen chiuse il manga, lo ripose nello scaffale e si alzò.
< Andiamo Linalee? >
 
 La ragazza mora insistette per pagare lei. Ellen si sentiva un po’ in imbarazzo, non le piaceva che le offrissero da mangiare e da bere, a parte se ad offrire erano i genitori. 
Uscite, Linalee la portò a fare qualche giro per il centro e, finiti i soldi, si fermarono in un parco. Si sedettero su una panchina a osservare il via vai della gente, bambini che giocavano, signori anziani che si riposavano, studenti che facevano pisolini sui prati, signori che portavano a spasso i cani e gente che faceva attività fisica. 
Quel posto, a Ellen, ricordava Hyde park, il parco di Buckingham Palace e tanti altri che si trovavano a Londra, con la piccola differenza che Londra e i suoi parchi erano più piccoli della grande Tokyo. 
 
< A cosa pensi? > Chiese ad un tratto Linalee, convinta che l’amica stesse pensando a una lunga coda orientale nera.
 
< A Londra. Pensavo che questo parco mi ricorda molto Hyde Park e altri posti inglesi. >
 
< Mi piacerebbe tornare a Londra, sai, ci sono stata quando avevo dieci anni e me ne sono praticamente innamorata, perché mi ricordava Hong Kong, la mia città natale. >
 
< Sei cinese, Linalee? > Ellen pensava che tutti gli amici di Allen fossero giapponesi.
 
Linalee annuì.
< Io sono cinese, Lavi, non lo sappiamo, sai lui viaggia molto e si sposta in continuazione, nemmeno lui si ricorda più di che luogo è, ma ha origini asiatiche e Allen, come sai, è inglese. Di noi, solo Kanda è giapponese puro. >
 
< Oh capisco… > Asserì l’albina < Beh, se vuoi tornare a Londra, ti posso ospitare a casa mia. >
 
< Lo faresti? >
 
< Certamente! >
 
< Grazie Ellen! > La cinese guardò l’orologio. < Ehi, è ora di tornare. Sono le sei. >
 
L’albina rimase sorpresa, era passato così tanto tempo? Lo chiese a Linalee e lei, sorridendo, rispose che a Tokyo, se ci si divertiva, il tempo volava. 
Si avviarono verso una stazione della metro e si fermarono di fronte alla mappa. Le ragazze dovevano prendere due metropolitane diverse, Linalee non abitava nello stesso quartiere di Ellen e Allen. 
Il primo treno che arrivò fu quello di Linalee, Ellen dovette aspettare altri cinque minuti prima che arrivasse il suo treno. Quando arrivò, il fatto che era vuoto, la preoccupò non poco, con tutta la gente che c’era nelle strade, ma lasciò perdere e salì. Sul vagone c’erano un paio di ragazzoni, poco raccomandabili, un uomo d’affari, quella città era piena di uomini d’affari e un tipo magro e slanciato che aveva una felpa con un cappuccio in testa, dal quale si vedeva la parte inferiore del viso, con quel caldo una felpa non era una scelta saggia, ma, contento lui. 
Ellen si sedette accanto alla porta della metro. Ad un tratto, i ragazzi poco raccomandabili si alzarono e le si piazzarono di fronte. 
 
< Ehi bellezza, che combini? > Chiese uno.
 
< Cosa ci fa una ragazza da sola a quest’ora? Non lo sai che ci sono molti tipi cattivi qua in giro? > Continuò l’altro, posandole una mano sulla coscia.
 
< Toglimi le mani di dosso. > Disse la ragazza spostando la gamba.
 
< Ah, grintosa la ragazza… E se ti dicessi di no? >
 
< Voi due. > Il tipo con il cappuccio in testa aveva parlato, ma non si era minimamente mosso. < Piantatela, mi state dando fastidio. >
 
Il primo ragazzo, un energumeno di almeno ottanta chili, si avvicinò al tipo e lo afferrò per il collo della felpa.
< Ehi, fatti i cazzi tuoi. > Sollevò una mano per tirare un pugno, ma l’uomo, dopo aver fatto un ghigno, che Ellen notò, afferrò il polso dell’energumeno storcendoglielo. Il ragazzo mollò la presa e barcollò all’indietro, tenendosi il polso e lanciando uno sguardo assassino all’uomo. L’affarista in tanto, si era spostato e osservava la scena dal fondo della carrozza.
Il secondo ragazzo, scattò contro il tipo incappucciato, che era girato, preparando un  gancio destro. 
 
< Attento! > Urlò la ragazza al tipo, che, con una piroetta degna di un ballerino, bloccò il gancio facendo ribaltare il ragazzone, che finì rovinosamente in terra. 
 
Il primo ripartì all’attacco, ma un calcio in pieno stomaco lo bloccò. I due si rialzarono e, dopo che le porte si furono riaperte, scapparono.
Con un verso stizzito il tipo si risedette, Ellen si avvicinò.
 
< Grazie. >
 
< Tu e tuo fratello siete proprio uguali. Moyashi. >
 
< Come fai a…? >
 
Il tizio si levò il cappuccio, una cascata di capelli neri ricadde sulla schiena, gli occhi scuri la osservavano. Avrebbe riconosciuto quei tratti ovunque.
 
< K… Kanda… M… Ma cosa ci fai qui? >
 
< Torno dalla palestra. > Rispose indicando con la testa una borsa, per l’appunto, da palestra.
 
< Oh… > La ragazza sentì che all’altoparlante stavano annunciando il capolinea, nonché la sua fermata. Kanda si alzò, dirigendosi alle porte, e lo stesso fece lei.
 
< Scendi anche tu qui? > Chiese lei, dimenticatasi completamente che… 
 
< Ovvio. E’ il capolinea. >
 
‘’ Ecco… Ho detto una cretinata. Brava Ellen. ‘’ < Giusto… Eh eh eh… > ‘’ Ma che cavolo mi prende?! ‘’ La presenza di Yuu le stava mandando in pappa il cervello, si stava rendendo ridicola. 
 
< Si chiama ‘’ colpo di fulmine ‘’. Quando sei insieme alla persona che ti piace non riesci più a ragionare e senti le farfalle nello stomaco. > 
 
Le tornarono in mente le parole di Linalee al manga cafè. Effettivamente era il modo in cui si sentiva lei con Kanda accanto, non riusciva a controllare i pensieri, difatti dalla sua bocca uscivano frasi idiote, e, ora che ci pensava, sentiva qualcosa dentro di sé… Come se tante farfalle si stessero agitando. In più, in quella metro faceva terribilmente caldo. Sì, forse si era presa una cotta per Kanda. 
Lo guardò per qualche istante, nei quali il tempo rallentò paurosamente. Notò che la felpa era leggermente aperta e sotto di essa non c’era nessuna maglietta né canottiera, ecco perché non aveva caldo. Osservò, come quando lo aveva visto la mattina a scuola, la pelle chiara che si intravedeva tra i lembi di stoffa e si ritrovò ad arrossire, pensando a quanto le sarebbe piaciuto toccarla… La presenza di Kanda la stava facendo diventare pazza e formulare pensieri che non avevano né capo né coda.
Quando le porte si aprirono Ellen si fiondò fuori, respirando a pieni polmoni. Si incamminò verso l’uscita, notando che Yuu la stava seguendo. No, stava solo camminando nella sua stessa direzione. Dopo qualche metro, la ragazza era quasi arrivata davanti a casa sua, osservò che l’altro era esattamente dietro di lei. 
 
< Kanda, mi stai seguendo? >
 
Lui alzò un sopracciglio. < No. La mia casa è quella. > Rispose indicando l’abitazione di fianco a quella di Mana e Allen.
 
< Sul serio? >
 
< No, ti sto prendendo per i fondelli. Certo che lo è! >
 
< Scusami… Non so che mi sia preso… >
 
< Sembra che questa sia la tua prima conversazione. >
 
< E’ la più lunga conversazione che io abbia mai avuto con uno sconosciuto.  O… Ora devo andare… Ancora grazie per avermi aiutata. >
 
< La verità è che quei tizi mi davano fastidio. Non farti strane idee, Moyashi. > Disse lui, andando verso la sua casa. 
Ellen, non appena l’altro ebbe varcato la soglia di casa, tirò un sospiro di sollievo e suonò alla porta di casa sua. Le venne ad aprire Allen, in accappatoio.
 
> Ciao El… <
 
> Ma ti sembra il modo di venire ad aprire la porta?! <
 
> Eh? … Oh, scusami. Entri? <
La ragazza entrò, salutò suo padre e andò in camera sua. Erano successe un po’ di cose quel giorno, prima Linalee, poi i giri in centro, poi i ragazzoni e infine aveva scoperto che il ragazzo che le piaceva era il suo vicino di casa. Accese il pc, trovandoci una mail di sua madre.
 
‘’ Oh, e questo Kanda è una persona interessante? Da quanto mi hai scritto sembra che ti piaccia. A me puoi dirlo tesoro, sono stata ragazza anche io. ‘’
 
Ellen sorrise, si alzò e andò ad aprire la finestra della sua camera. Una sottile brezza entrò, accarezzandole i capelli, che intanto aveva sciolto dalla treccia. Un movimento nella casa di fronte a lei la incuriosì, dopo aver realizzato cosa effettivamente fosse il movimento, si girò rossa come un pomodoro. In Giappone il pudore esisteva? Ne dubitava.
Prima suo fratello che le apriva la porta in accappatoio, poi Kanda, il suo caro vicino di casa, che rientrava un camera con addosso solo un paio di pantaloni. Ellen credeva che il Giappone fosse un paese di persone per bene, dopo gli avvenimenti del giorno però, iniziava a dubitarne. Spinta da chissà quale curiosità, si rigirò. Kanda era seduto alla scrivania di fronte alla finestra, su di essa vi erano vari libri aperti, preparazione per l’esame, si disse la ragazza. 
Lei l’esame lo aveva già fatto e era uscita con un buon voto, ma non era stato per niente facile superarlo. 
Ad un tratto, Yuu alzò la testa, incrociando lo sguardo di Ellen. Lei lo salutò con la mano, ma lui non se ne curò e ritornò ai suoi studi. La ragazza tornò al computer e rispose a sua madre.
 
‘’ Mamma! Beh, oggi mi ha aiutata sulla metro e ho scoperto che è il vicino di casa di Allen. Se devo dirti la verità, forse un pochino mi piace… ‘’
 
Come la sera prima, qualcuno bussò alla porta della camera.
 
> Si? <
 
> Ellen, < La voce di Allen > La cena è pronta. Vieni? <
 
> Si. Arrivo <
 
Ellen scese a cena. Parlarono di cosa lei avesse fatto, e raccontò della chiacchierata con Linalee, disse anche di aver incontrato Kanda in metro, ma non raccontò dei ragazzoni e del fatto che il giapponese li avesse praticamente stesi con mosse degne di una spia o un assassino. Allen fece un versetto di stizza quando seppe che Ellen aveva avuto un incontro ravvicinato con quell’idiota, ma non disse nulla. 
Poi la ragazza chiese ad Allen a che punto fosse con gli studi per l’esame, lui disse che non aveva problemi. 
Finirono di cenare, Allen si ritirò a ripassare, Mana doveva finire del lavoro e lei andò in camera. Si sarebbe guardata dei film su internet. 
 
-------- Due settimane dopo --------
 
Erano oramai passate due settimane dal giorno in cui Ellen si era resa conto di cosa provasse per Kanda, da quando l'aveva aiutata sulla metropolitana. Allen e gli altri avevano ormai finito gli esami e Linalee si era scatenata portando la ragazza in giro per ogni angolo di Tokyo.
Ogni volta che andava a scuola per raggiungere suo fratello, si fermava per qualche secondo a osservare il giapponese e, inevitabilmente, le tornava in mente la volta in cui lo aveva visto a torso nudo in camera sua.
Una sera, dopo aver cenato, Ellen si rintanò in camera sua. Rispose alla solita e-mail di sua madre, chattò con un suo amico su Facebook e si sdraiò sul letto per leggere, quando, sul terrazzo di fronte, vide il classico movimento di Kanda. Aprì la finestra e uscì sul balconcino, di fronte a lei, sul balcone esattamente davanti a lei, c'era il giapponese. Portava una canotta blu a collo alto aderente, che metteva in mostra dei muscoli da fare invidia, e un paio di pantaloni beige stile orientale. Ma, cosa che lasciò sconvolta Ellen fu la mancanza della fedele coda, difatti, i capelli neri del ragazzo erano sciolti.
Per qualche istante si fissarono, poi Kanda alzò un sopracciglio facendole un gesto con la testa, che poteva essere un saluto o un insulto.
 
< Ciao Kanda. >
 
< Ciao. >
 
< Ehm... > Ellen non aveva la più pallida idea di cosa dirgli. < C... Come è andato l'esame? >
 
< Mpf, che scema. > Disse abbozzando una parvenza di sorriso... O almeno, così sembrava a Ellen.
Kanda indietreggiò, prese la rincorsa, saltò appoggiando le mani sulla ringhiera e, aggrappandosi all'albero, piombò di fianco a Ellen.
 
< Ma... Come hai fatto? > Chiese incredula la ragazza.
 
< Palestra e kendo. E poi non sono così distanti i terrazzi. >
 
< Tu non sei normale. Sei un ninja? Una spia? >
 
< Un semplice spadaccino. >
 
< Un semplice spadaccino salta in quel modo? >
 
< Qui in giappone si. >
 
Ellen rise. Allen le aveva detto che Kanda era un tipo burbero e scontroso, ma a lei sembrava solo una persona che sà farsi gli affari suoi, ma è pronto ad aiutarti... Ok, non era convinta della sua ultima affermazione.
 
< Cosa stai guardando? > Chiese lui. Ellen arrossì, non so era accorta che si era imbambolata e stava fissando Kanda con uno sguardo che lo avrebbe trapassato.
 
< Eh? I... Io... > " E ora cosa dico? Pensa Ellen! " < Io.... Stavo guardando... >
 
< Guardavi me? >
 
< N... No! >
 
< Mh. >
 
Improvvisamente a Ellen le venne in mente un argomento di cui parlare.
< Kanda, cosa significa il tatuaggio che porti sul petto? >
Lo aveva visto qualche tempo prima, quando, una sera, lui si era sporto dalla finestra a torso nudo, pensando che nessuno lo vedesse, un tatuaggio all'altezza del cuore.
 
< E tu come lo hai visto? >
 
< Ehm... Una sera. > Rispose l'albina rimanendo sul vago. < Allora? Cosa significa? >
 
< Cosa ti importa? >
 
< Oh, ma come sei scortese! È solo una domanda! >
 
A Ellen sembrò che il ragazzo ghignasse, le piacevano i suoi ghigni. Le si avvicinò, le prese la mano e la posò sul suo petto, ancora coperto dalla maglietta aderente.
 
< Lo vuoi vedere? >
 
Ellen arrossì, odiava arrossire, la faceva sentire debole, e Yuu prese il mutismo della ragazza come un " Si ". Molto lentamente, si sollevò la maglietta... Ma da dove usciva quella sua personalità provocante? Non si era mai reso conto di averla, eppure alla presenza della gemella del Moyashi, il suo odiato rivale, usciva a piede libero. La cosa che Kanda faticava a credere era che uno come lui, che per quanto riguardava autocontrollo ne possedeva a palate, non riuscisse a contenere questa sua nuova natura.
Prese una mano fresca di Ellen e se la posò sul tatuaggio. Dopo i primi momenti di imbarazzo, Ellen iniziò a tracciare i contorni dello strano segno che Kanda portava tatuato sul petto, sorridendo ai brividi dell'altro.
Yuu allora, smanioso delle carezze di quella ragazza, le prese l'altra mano e la condusse sul suo petto, sospirando al contatto. Ellen fece correre le sue dita sulla pelle calda del ragazzo, appoggiandoci la fronte e passandoci la punta del naso.
Non si chiesero il perché, ne il per come, erano attratti l'uno dall'altra. Kanda prese il viso di Ellen tra le mani e si avvicinò fino a che le labbra non premettero contro le altre. La ragazza, dopo qualche secondo, chiuse gli occhi ricambiando quel bacio che mai si sarebbe aspettata da Kanda, nonostante lo avesse sognato negli ultimi giorni. La treccia di Ellen venne sciolta e i capelli bianchi le ricaddero lunghi sulla schiena.
Che combinazione, Kanda aveva i capelli neri e lei bianchi!  Quando il respiro divenne affannoso e le mani del ragazzo si infilarono sotto la maglietta che ancora Ellen portava, lei si separò, sentendo subito la mancanza di quel calore.
 
< No... >
 
< Cosa? >
 
< Io... Noi... Non l'ho mai fatto e... >
 
< Moyashi, fidati di me. Se non vuoi, capirò. >
 
< Io lo voglio... Ma ho paura... >
 
I tratti di Kanda si addolcirono, ma non sorrise, la baciò di nuovo.
< Stai tranquilla.  >
 
< Da dove ti è uscito questo lato tenero? >
 
< Tsk. Stai zitta. >
 
< Ora ti riconosco! >
Ellen cinse le spalle di Yuu e indietreggiò, fino a rientrare in camera, arrivati, ripresero a baciarsi con passione e foga.
 
Allen rientrò in camera sua. Aveva visto tutto, ma per fortuna i due non lo avevano notato. Alla fine Ellen e Kanda si erano capiti. Ce ne avevano messo di tempo! Lui si era reso conto dei sentimenti della sorella verso il samurai da quando lei aveva raccontato che Kanda era sulla metro con lei. L'albino aveva notato gli occhi di sua sorella abbassarsi e la bocca piegarsi in un sorriso. Ogni volta che Ellen parlava di qualche sua cotta, faceva sempre quei movimenti.
Sospirando si mise al computer, iniziando a scrivere la sua musica.

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*Le vacanze estive giapponesi durano, diversamente dalle nostre che durano tre mesi, un solo mese.

 
Salve, sono sempre io, Rose princess ^^
Un paio di chiarimenti, giusto così per… Allora, sia Allen che Ellen hanno diciotto anni, lo so, nel manga Allen ne ha quindici, quasi sedici, ma per fare in modo che stessero tutti in classe insieme, ho aumentato l’età di Allen e Linalee.
Ellen fa tre mesi di vacanze estive, come noi in Italia. Perdonatemi ma non so veramente quanti mesi di vacanza facciano in Inghilterra, così ho lasciato le vacanze estive italiane.
Gli amici di Allen, come spiegato nella storia, non sono giapponesi, ma mantengono le origini del fumetto ( Linalee e Komui sono cinesi, Allen è inglese, Kanda è giapponese e Lavi non si sa bene… )
 
Vi ringrazio anche solo per aver letto ‘sta roba melensa che non so da dove mi sia uscita. Se vi và di recensire, io ne sarò felice <3 
 
++++ Rose++++
  
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