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Autore: stillyna    03/08/2012    12 recensioni
Mio secondo lavoro pubblicato in questo fandom.
E' una riflessione generale di Leonard sulla sua infanzia.
Estratto:
"Riconduce tutto quanto alla stessa persona, forse l’unica vera grande colpevole del mio vuoto esistenziale e della mia solitudine precoce. Mia madre." 
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ripenso spesso alla mia infanzia.
Ero un bambino curioso ed intelligente, amante dei fumetti.
Non amavo l’educazione fisica, né tantomeno gli sport di squadra : era il mondo della Scienza ad affascinarmi più di qualsiasi altra cosa. Impegnava tutto il mio tempo, e molto spesso consumava tutte le mie energie.
Ero anche molto timido. Mi sarebbe piaciuto stringere molte amicizie, ma nonostante i miei sforzi non riuscivo a relazionarmi con gli altri.
Mi consideravano troppo strano e diverso, e molto spesso venivo preso in giro.
E rientrando in casa, la situazione non migliorava più di tanto.
Se c’era una cosa di cui avevo davvero bisogno, era l’affetto dei miei familiari.
Sapere che mi avrebbero sempre sostenuto, nonostante tutto.
Sentirmi apprezzato per quello che ero.
Non chiedevo poi chissà cosa. Mi sarebbe bastato un abbraccio ogni tanto, una carezza. Avere qualcuno che mi dicesse “Ti voglio bene Leonard”, o “Sei speciale figliolo.”
La Scienza era davvero la mia unica amica. Mi ero rifugiato in un mondo tutto mio, lontano da tutto il resto.
Mi sentivo talmente triste e solo da costruirmi una macchina che mi abbracciasse, in modo da rassicurarmi. E il fatto che anche mio padre la utilizzasse, lascia capire parecchie cose.
Riconduce tutto quanto alla stessa persona, forse l’unica vera grande colpevole del mio vuoto esistenziale e della mia solitudine precoce. Mia madre.
Era lei la mente diabolica della famiglia.
Lei, che con le sue argomentazioni psicologiche tormentava la mia esistenza.
Lei, che con la sua freddezza raggelava tutti i miei sogni, le speranze, l’immagine di un mio io futuro felice e realizzato.
Lei, che con la sua netta preferenza per mio fratello contribuiva a farmi sentire ancora più piccolo ed insignificante, schiacciando e triturando la mia già microscopica autostima.
Ancora non riesco a comprendere: prima ti concepisce, poi rende la tua vita un inferno!
Che rabbia! Quanta rabbia mi fa sapere che se solo fosse stata più amorevole, se solo avesse avuto un tipo di approccio differente con me, se solo fosse stata una madre normale, forse la mia infanzia non sarebbe stata poi così tanto traumatica.
Forse adesso sarei una persona completamente diversa.
Più sicura, più decisa, più serena. Più tutto.
Ricordo ancora un episodio.

E’ la festa della mamma. I miei coetanei sono in pieno fermento, eccitati dall’idea di rallegrare le proprie madri. L’insegnante ci aiuta a decorare i nostri bigliettini d’augurio, dicendoci come sarà divertente dedicare parte del nostro tempo alla mamma. Non sono molto convinto, ma lei sembra così entusiasta…
Apro la porta di casa, quasi la rompo per l’euforia.
“Auguri mamma! Guarda, ti ho fatto un regalo stupendo. Un biglietto d’auguri, ti piace? Sai, visto che oggi è un giorno speciale magari potremmo uscire per festeggiare e…”
Mi interrompe, senza nemmeno lasciarmi finire la frase. Mi ringrazia per il gesto carino, ma secondo lei è inutile festeggiare una ricorrenza del genere.
Nei miei occhi, solo lacrime amare.








Angolo dell'autrice:
Allora, la storia della macchina per gli abbracci è vera, ne parla Leonard in un episodio.
L'episodio della festa della mamma l'ho inventato io.
Mi frullava da un po' di scrivere sull'infanzia di Leonard. E' il mio personaggio preferito, a volte mi fa tenerezza.
Spero che abbiate apprezzato.

stillyna

  
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