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Autore: LovleySev394    03/08/2012    6 recensioni
Fanfiction su Roger Collins, su cosa io penso che sia successo dopo che Roger prese quel taxi dopo aver abbandonato la famiglia.....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli alberi scorrevano velocemente davanti a Roger. Li vedeva apparire e sparire mentre passavano davanti al finestrino del taxi che acquistava velocità. Riusciva a distinguere i vari alberi del bosco che circondava CollinsWood che conosceva così bene. Nel bagagliaio del auto sentiva sbattere la quattro grandi valige che contenevano tutti i suoi averi. Due erano piene di soldi e gioielli che tintinnavano ad ogni buca. Il taxista era silenzioso, rifletteva su quale sarebbe potuta essere la storia di quel uomo che aveva fatto chiamare il suo taxi in quella villa gigantesca, che aveva fatto caricare quattro enormi bauli. L'uomo che aveva atteso prima di salire qualche secondo davanti a un bambino che piangeva e senza dire una parola era salito in fretta sul taxi e alla domanda: “Dove la porto signore?”, aveva risposto: “Per ora il più lontano possibile...”. Roger era nervoso. Ficcò una mano dentro il suo zaino e ne estrasse un pacchetto di sigarette. Con le mani tremanti tentò di estrarne una e lanciò un ingiuria mentre metà delle sigarette cadevano fuori. Estrasse l'accendino dalla tasca interna della giacca e nervosamente tentò di accenderlo. Il taxista notando le sue mosse dallo specchietto disse: “Mi dispiace signore, ma non si fuma in taxi”. “Al diavolo questo taxi e le sue stupide regole...se le da fastidio apro il finestrino”, rispose Roger accendendo la sigaretta e iniziando a inspirare il fumo velocemente: “No signore, devo insistere la spenga subito”. Roger seccato si girò verso la propria valigia e estrasse mazzi di banconote che incominciò a lanciare contro il taxista: “Prenda, prenda e mi lasci fumare in pace che ne ho abbastanza!”. Sospirando il taxista acconsentì silenziosamente. Roger sempre più nervoso si accese un altra sigaretta. “Sei il solito cretino Roger!”, si stava dicendo, “stai abbandonando la tua famiglia per andare a vivere la tua avida e schifosa vita da un altra parte! Sei un fallito, la tua vita non ha alcun senso...non lo ha mai avuto...”. Così dicendo Roger chiuse gli occhi e ripensò alla sua infanzia: aveva avuto la fortuna di nascere in una famiglia ricca come i Collins, ma era sempre stato considerato la pecora nera del gruppo. Scappò di casa a 14 anni per andare a giocare al casinò i soldi che aveva rubato a sua madre, speranzoso di vincere una fortuna e poter andarsene in giro per il mondo. Ovviamente perse tutto perché era sempre stato un fallito, ma anche quando tornò a casa senza i soldi i suoi genitori lo perdonarono e cominciarono a viziarlo, sempre di più, sempre di più....ogni suo desiderio era un ordine. Si sentiva il re del modo, sentiva di avere tutto hai suoi piedi. “Che stupido”, si disse spegnendo la sigaretta, “credevo di avere tutto, ma non ho mai avuto niente”. E Roger continuò a essere viziato finché l'azienda di famiglia che già da un po' era schiacciata dalla concorrenza dovette chiudere definitivamente e i soldi incominciarono a sparire. Ma lui non poteva accettare di non avere tutto quello che desiderava così iniziò a rubacchiare in giro, prima cose di poco conto, ma poi entrò in brutto giro e fece il suo ingresso nel mondo del fumo, del alcol e della droga, come giovane rampollo di una famiglia ormai decaduta. Ormai non stava più a CollinsWood, ma girava da un casinò al altro mettendo in scena ogni genere di loschi trucchi per vincere e guadagnere soldi che poi spandeva in macchine, alcolici e in locali notturni. La sua famiglia inorridita dal suo comportamento lo scacciò di casa quando aveva 23 anni ordinandogli di non tornare. La vita gli andò discretamente bene per un paio d'anni finché il casinò in cui giocava fu svaligiato e rubarono tutti i soldi. Lui fu accusato del furto visto che si sapeva facesse parte di un brutto giro, ma non poterono arrestarlo in mancanza di prove contro di lui. Ed era normale perché non era stato Roger a commettere il furto, ma la gente credeva così e lentamente iniziò a crederlo anche lui. Nessuno lo voleva più, nei locali lo cacciavano e la sua famiglia lo rifiutavano. Con i soldi che gli rimanevano partì per l'Italia dove pensava di trovare rifugio per iniziare una nuova vita. Qui si presentò come il figlio di una ricca famiglia di commercianti Americani e fu subito inserito nei giri più esclusivi. Conobbe Laura Bellini, una ragazza di una famiglia Veneta benestante. Decise di sposarle, non perché l'amasse, era una donna silenziosa e riflessiva, non particolarmente bella, ma con un conto in banca molto alto. Neanche lei lo amava era un vero e proprio matrimonio combinato. Laura espresse il desiderio di andare a vivere in America nella villa dei Collins e quando Roger si presentò con lei alla famiglia, essi non poterono rifiutarlo speranzosi che fosse cambiato e che avesse perso le cattive abitudini. Quando i suoi genitori morirono Roger prese di malavoglia le redini della famiglia che poi era composta da sua sorella Elizabeth, la moglie Laura e la figlia piccola di Elizabeth: Carolyne. Poco dopo anche lui ebbe un figlio della moglie che chiamò David. Un creaturina che non aveva mai sopportato. Lui e la moglie non litigavano mai, anche perché non parlavano quasi mai. Un giorno quando lui e Laura stavano facendo una passeggiata sulla scogliera lei iniziò a rimproverarlo perché fumava sempre in presenza del figlio e quella che era partita come una piccola discussione si trasformò in un tremendo litigio in cui vennero fuori tutte le tensioni che si erano create in quegli anni. Roger travolto dall'ira l'aveva buttata giù dalla scogliera. Così. A tutti raccontò che si trattò di un terribile incidente e che aveva visto la moglie inciampare e cadere tra i neri fluttui. Solo elisabeth sapeva la verità. Roger chiuse il finestrino pieno d'odio per se stesso e per la sua ripugnante vita. Era andata così. Ora che aveva deciso di lasciare nuovamente la famiglia e il figlio squilibrato sarebbe di nuovo decollato verso la rovina. No, non poteva finire così di nuovo....era stanco di tutto, stanco della vita. Disse secco: “Si fermi”. Il taxista stupido accostò il taxi a un lato della strada. “Scenda”. “Ma signore...”. “SCENDA!” gridò lui estraendo un piccolo coltello che portava sempre con se. Il conducente scese tremando. Roger salì al posto di guida prese un respiro profondo e si mise sulla strada. Premette l'acceleratore e guardò gli alberi che scorrevano davanti a lui. Prima era ben distinti poi iniziarono a sfumare sempre di più, sempre meno distinti, sempre più astratti, finché non divennero macchie verdi che si mescolavano con l'azzurro del cielo e il nero della strada. I colori guizzavano, sfrecciavano, si muovevano, si mischiavano e si staccavano, sparivano, si affievolivano, brillavano....finché sotto il vuoto...il cielo e il vuoto.

  
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