CUORE DI
POTTER
Disclaimer: Niente mi appartiene tranne una mente malata, i personaggi
appartengono a J.K. Rowling,
la storia a M. Bulgakov.
Sono consapevole del sacrilegio e accetto anche le
critiche più selvagge. Fic scritta in regalo per Anna.
No offense intended.
(…)
Harry si
sveglio definitivamente a tarda sera, quando i gufi smisero di portare la
posta, e proprio nell’istante in cui la porta lascio
entrare dei visitatori. Erano addirittura in quattro. Tutti
di media età, e tutti con mantelli neri e maschere.
“Cosa vorranno
questi qui?” pensò sorpreso Harry.
Assai più ostile fu l’accoglienza fatta
ai visitatori da Albus Silente. In piedi davanti alla scrivania li guardava come un condottiero guarda in nemici. La narici del suo naso da sparviero si erano dilatate. I
nuovi venuti scalpicciavano sul tappeto.
- Siamo venuti da lei, professore,
- cominciò quello di loro che aveva dei lunghi capelli lisci e chiarissimi, -
per il seguente motivo…
- Ragazzi miei, fate male ad andare
in giro senza mantelli dell’invisibilità per la scuola, - lo interruppe con
tono ammonitorio Silente, - in primo luogo spaventate
gli studenti, e in secondo luogo potreste attirare gli auror
che da tempo non vedono l’ora di farvi a pezzi.
Il biondo ammutolì, e tutti e
quattro fissarono stupiti Silente. Il silenzio si protrasse per alcuni secondi,
ed era interrotto solo dal rumore di Silente che mangiava delle caramelle.
- Prima di tutto, noi non siamo
ragazzi, - disse finalmente il più scuro di capelli, con le palpebre pesanti.
- Prima di tutto, - lo interruppe
Silente, - lei è un uomo o una donna?
I quattro ammutolirono di nuovo e
rimasero a bocca aperta. Questa volta il primo a riaversi fu quello biondo.
- Che
differenza fa, professore? – domandò altezzosamente.
- Io sono una donna, - confessò il
giovane con le palpebre pesanti, e arrossì tutto. Dopo di lui arrossì
intensamente, chi sa perché, anche uno degli altri, un
ragazzo moro molto magro .
- In tal caso, tenga pure la
maschera, e in quanto a lei, ragazzo mio, si tolga per
favore il suo costume da carnevale, - disse autorevolmente Silente.
- Io non sono un ragazzo, - disse
bruscamente il moro togliendosi la maschera.
- Noi siamo venuti da lei, -
ricominciò il biondo.
- Anzitutto, chi sarebbe questo
“noi”?
- Noi siamo i più fedeli sostenitori
dell’Oscuro Signore, - disse il biondo con rabbia trattenuta. – Io sono Lucius
Malfoy, loro sono Rodolfus e Bellatrix
Lestrange e lui è Peter Pettigrew. E noi…
- Siete voi che ora svolgete i
compiti di Barty Crouch Jr.?
- Sì, - rispose Malfoy.
- Oh, Merlino, sarà la rovina di
Voldemort! – esclamò disperato Silente, alzando le braccia.
- Scherza, professore?
- Altro che scherzare! Sono
veramente disperato, - gridò Silente, - che cosa succederà ora con gli horcrux?
- Lei ci vuole prendere in giro,
Professor Silente?
- Per quale motivo siete venuti da
me? Cercate di farla corta: sto andando a prendere il te con la professoressa McGonagall.
- Noi, i più fedeli sostenitori
dell’Oscuro Signore, - disse con astio Malfoy, - siamo venuti da lei dopo la
riunione generale dei Mangiamorte al cimitero, nella quale
è stata sollevata la questione dell’organizzazione tra i Mangiamorte…
- Chi è stato sollevato dove? – gridò Silente, - vi pregherei di esporre le vostre idee più
chiaramente.
- E’ stata sollevata la questione
dell’organizzazione.
- Basta! Ho capito! Lo sapete che
in base alla deliberazione del 12 agosto dell’anno scorso Hogwarts
non è soggetta ad alcun tipo di influenza da parte del
ministero della magia o di chiunque altro?
- Lo sappiamo, - rispose Malfoy, - ma
l’assemblea generale dei mangiamorte, dopo aver esaminato il suo caso, è giunta alla conclusione che, tutto sommato, a Hogwarts si trovano troppe persone a conoscenza dei piani
dell’Oscuro Signore. Davvero troppe. Oltretutto lei ha
trovato ben due horcrux.
- Sì, ho trovato due horcrux, - rispose Silente, - e vorrei
averli trovati tutti e sette.
I quattro ammutolirono.
- Tutte e sette! Eh-eh-eh, - esclamò il ragazzo moro che si era tolto
maschera, - mica male.
- Inaudito! – esclamò il giovanotto
che si era rivelato essere una donna.
- Il diario di Tom Riddle – uno, l’anello di Serpeverde – due. Insomma, non
basta… E di quelli che di persona conoscono Voldemort solo due, Harry Potter e
il professor Piton. Del resto non ha importanza. Voglio che Hogwarts resti libera da qualsiasi interferenza, e non se
ne parli più. Posso andare a prendere il te?
- Chiedo scusa, - disse il quarto
che assomigliava ad un ratto.
- Chiedo scusa, - lo interruppe
Malfoy, - è proprio per Potter e Piton che siamo venuti a parlarle. L’assemblea
generale la prega di voler rinunciare volontariamente, in conformità con lo
stato di guerra, a Piton. Nessuno in Inghilterra ha dei professori di Pozioni.
- Neppure l’Oscuro Signore, - gridò
con voce squillante la donna.
A Silente successe qualcosa per cui il suo volto diventò di un tenue color porpora, e
non fiatò, aspettando il seguito.
- E anche
a Potter, - continuò Malfoy, - Potter potrà benissimo essere sostituito con Paciock.
- Uhm, - disse Silente con voce
strana, - e chi secondo voi toglierà i punti agli studenti?
- Hagrid, - risposero i quattro in
coro.
- Il rossore di Silente assunse un sfumatura grigiognola.
- Hagrid toglierà i punti, - disse
con voce lievemente strozzata, - la professoressa McGonagall
pulirà il letame dei Thestral, Flitwick
preparerà la pozione antilupo, e io porterò a spasso Mrs Norris. Può darsi benissimo
che Lord Voldemort faccia proprio così. Può darsi. Ma
io non sono Lord Voldemort!... – sbraitò
all’improvviso, e da rosso divenne giallo. – Piton continuerà a togliere i
punti e Potter continuerà ad infrangere le regole della scuola! Riferirtelo
all’assemblea generale, e vi prego vivamente di tornare alle vostre faccende.
- Allora, professore, data la sua
ostinata opposizione, - disse concitatamente Malfoy, - presenteremo un reclamo
all’assemblea dei genitori.
- Ah, ah – disse Silente, - è così?
– e la sua voce assunse un tono pericolosamente cortese.
– Vi pregherei di aspettare un attimo.
“Lui sì, è un
mago in gamba, - pensò entusiasta Harry, - Mi somiglia proprio. Uh,
adesso li schianta, uh, come gli schianta! Non so ancora in che modo, ma gliela
farà vedere!... Dai suonagliele… r-r-r…”
Silente gettò della polvere nel
camino e disse:
- Per favore… sì… grazie. Mi chiami Tom Ridde, per piacere, parla
il professor Albus Silente. Tom Riddle?
Molto lieto di avervi trovato. Bene, grazie, la ricerca dei vostri horcrux è annullata. Come? E’ annullata definitivamente. Come d’altronde anche l’istruzione degli studenti Serpeverde. Ecco perché: lascio definitivamente il
mio lavoro ad Hogwarts, e in
generale in Inglilterra… Poco fa sono entrati da me
quattro individui, tra cui una donna travestita da uomo, armati di bacchette, e
mi hanno terrorizzato nella mia scuola allo scopo di sottrarmi Il Ragazzo
Sopravvissuto e Colui Di Cui Entrambi Ci Fidiamo.
- Permetta, professore, - cominciò
Malfoy, cambiando espressione.
- Scusi… Non me la sento di
ripetere tutto quello che mi hanno detto. Non mi piacciono le assurdità. Basti
dire che mi hanno proposto di rinunciare al professor Piton, in altre parole
affidare la sottrazione dei punti a chi fino a questo momento aveva il compito
di aggiungerli. In queste condizioni, io non solo non posso, ma non ho nemmeno
il diritto di lavorare. Perciò cesso la mia attività,
chiudo la scuola e me ne vado in Francia. Posso lasciare le chiavi a Malfoy. Che li cerchi lui gli horcrux.
I quattro erano impietriti. I cappucci
di mantelli erano scivolati loro dalla testa.
- Che ci
vuole fare… Dispiace molto anche a me… come? Oh no, Tom.
Basta, così non si va più avanti. E’ forse colpa mia che hai dimenticato dove
hai nascosto gli altri horcrux? Come? Hm… Come vuole. Magari. Ma ad una condizione: come vuole,
quando vuole, quello che vuole, ma che ci sia un
incantesimo per cui, né Malfoy né nessun altro, possa neanche avvicinarsi al
mio professore di pozioni. Un’incantesimo definitivo. Effettivo. Valido. Come un’Avada
Kedavra! Sì, sì. Faccia pure. Aha…
Bene. Ora lo faccio avvicinare. Prego, - disse Silente a
Malfoy, - desiderano parlarle.
- Permetta, professore, - disse
Malfoy, ora avvampando, ora spegnendosi. – Voi avete sovvertito le nostre
parole.
- La prego di non usare simili
espressioni.
Malfoy, smarrito si avvicino al
camino e disse:
- Vi ascolto. Sì… Lucius Malfoy. Ma abbiamo agito secondo le norme… La posizione del
professore è già di per sé del tutto
eccezionale… Sappiamo del suo lavoro… Gli avremmo lasciato la Fenice. Va bene…
Bene.
Rosso come un gambero sputò nel
camino e si voltò.
“Come lo ha svergognato! Che mago! – pensò Harry pieno di ammirazione.
Dopo questo io da Hogwarts non mi muovo. Fatemi
quello che volete, io da qui non mi muovo.”
I tre, a bocca aperta, guardavano
Malfoy.
- E’ un vero scandalo, - disse lui,
esitante.
- Se ora
su Hogwarts ci fosse stato il Marchio Nero, -
cominciò la Bella inquietandosi e arrossendo, - io dimostrerei all’Oscuro
Signore…
- Chiedo scusa,
non intende mica metterlo ora il Marchio Nero? – chiese educatamente
Silente.
Gli occhi della donna brillarono di
rabbia.
- Capisco la sua ironia,
professore, ce ne andiamo subito… Ma io come
ex-detenuta di Azkaban…
- Evasa, - la corresse Silente.
- Vorrei proporle
– a questo punto la donna trasse dalle tasche alcuni amuleti, - di
prendere qualche amuleto a beneficio dei figli dei dissennatori.
Un galeone l’uno.
- No, non li prendo, - Rispose
laconicamente Silente dopo aver guardato sottecchi gli amueti.
Un profondo stupore si dipinse sui
volti, e la donna diventò di brace.
- Perché
rifiuta?
- Perché
non voglio.
- Non le fanno compassione i figli
dei dissennatori?
- Sì, mi fanno compassione.
- Le rincresce spendere un galeone?
- No.
- E allora
perché?
- Perché
non voglio.
Ci fu un momento di silenzio.
- Sa, professore, - disse Bellatrix con un profondo sospiro, - se lei non fosse un
luminare su scala mondiale, e se non fosse protetto nel mondo più scandaloso –
Malfoy la tirò per la manica, ma lei lo scostò col
braccio – da certe persone che, ne sono sicura, non si rendono della gravità
della situazione, lei meriterebbe un’Avada!
- E per
quale motivo? – chiese incuriosito Silente.
- Lei odia la magia nera! – disse
orgogliosamente la donna.
- E’ vero, non amo la magia nera, -
assentì tristemente Silente e suonò il campanello. Si aprì la posta del
corridoio.
- Minerva, - gridò Silente, - versa
pure il te. Permettete, ragazzi?
I quattro uscirono in silenzio
dallo studio, scesero giù per le scale e si udì la grande
porta d’ingresso chiudersi pesantemente dietro di loro.
(…)