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Autore: jas_    04/08/2012    32 recensioni
Quando Niall mi aveva raccontato la sua idea, a primo impatto gli ero scoppiato a ridere in faccia, Holmes Chapel non mi mancava per niente ma abbandonare Londra, la mia Londra..
Poi però pensandoci bene un po' di tranquillità non avrebbe fatto altro che giovare e nonostante mia madre e il mio patrigno mi dicessero sempre che appoggiavano la mia scelta il cuor mio sapevo che non era così fino in fondo.
Non avevo intenzione di sparire dalla circolazione, scappando in una qualche isola dispersa nell’oceano e Dublino mi era parsa la scelta migliore. Non troppo popolata ma nemmeno diversa da come ero abituato a vivere. Dopo averci riflettuto su una notte, avevo chiamato Niall e gli avevo chiesto se gli andava di avere un coinquilino: ovviamente lui mi aveva accolto a braccia aperte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Harry 



«Quanto credi che sia una buona idea da uno a dieci?» mi domandò Niall, prendendo con fatica il suo bagaglio dal nastro trasportatore dell'aeroporto in cui ci trovavamo.
«Sinceramente? Zero.»
«Allora perché mi stai accompagnando?»
«Perché sono il tuo migliore amico, perché mi sono stancato di Londra e perché mi piace Dublino. E l'accento irlandese. Ora però ho io una domanda: perché non Mullingar?»
«Perché io amo Dublino. E poi perché anche qua c'è Nando's» scherzò.
Scossi la testa divertito mentre uscivamo insieme dall'aeroporto e l'aria umida e appiccicosa tipica anche di Londra ci invadeva. L'asfalto era ancora bagnato, segno che aveva appena piovuto, e nessuno di noi aveva un ombrello ma il tempo irlandese sembrava volerci dare una tregua almeno fino a quando non avremmo trovato un taxi.
«Sai, fa strano» esordii, seduto sulla mia valigia mentre Niall metteva fuori un braccio cercando di fermare una macchina che tuttavia continuò per la sua strada.
«Che cosa?»
«L'ultima volta che sono stato in questo posto non ho avuto nemmeno la possibilità di guardarmi in giro talmente tante erano le fan che ci aspettavano, e poi c'era una macchina ad aspettarci all'uscita pronta per portarci in albergo. Ora invece, siamo qua ad aspettare che passi un taxi proprio come due comuni mortali.»
Niall trattenne una risata, «perché cosa saremmo noi scusa, alieni?» 
Arricciai le labbra in segno di disappunto, «non in quel senso» farfugliai, «ma ogni tanto non ti manca il successo? Le fan? Tutta quella marea di gente che è lì solo per te?»
Niall alzò le spalle, «a volte sì, ma è stata una scelta nostra quella di smettere, ci stavano spremendo come limoni. Ci siamo solo presi una pausa, non tirarti tutti questi pacchi e goditi la tranquillità che rimpiangerai quando torneremo alla riscossa.» 
Trattenni a stento una risata, non era la prima volta che discutevamo sull'argomento e ripetevamo le stesse cose. 
«Sai come la penso» obiettai, «secondo me non saremo più quelli di prima, anche se pubblicheremo ancora qualcosa non sarà uguale» borbottai, ma Niall non mi prestò molta attenzione perché un taxi si era appena fermato davanti a noi. 
Dopo che i bagagli furono caricati nel baule, porsi all'autista un biglietto con scritto l'indirizzo dell'appartamento in cui avremmo vissuto io e Niall per un tempo ancora non definito. Aveva deciso di trasferirsi a Dublino così su due piedi, per staccare un po' dalla sua famiglia che stava a Mullingar che non approvava la "pausa" che ci eravamo presi e dagli amici di Londra, conosciuti quando eravamo all'apice del successo. Quando Niall mi aveva raccontato la sua idea, a primo impatto gli ero scoppiato a ridere in faccia, Holmes Chapel non mi mancava per niente ma abbandonare Londra, la mia Londra.. Poi però pensandoci bene un po' di tranquillità non avrebbe fatto altro che giovare e nonostante mia madre e il mio patrigno mi dicessero sempre che appoggiavano la mia scelta il cuor mio sapevo che non era così fino in fondo.
Non avevo intenzione di sparire dalla circolazione, scappando in una qualche isola dispersa nell’oceano e Dublino mi era parsa la scelta migliore. Non troppo popolata ma nemmeno diversa da come ero abituato a vivere. Dopo averci riflettuto su una notte, avevo chiamato Niall e gli avevo chiesto se gli andava di avere un coinquilino: ovviamente lui mi aveva accolto a braccia aperte.
Inforcai gli occhiali da sole mentre iniziai ad osservare le numerose villette a schiera, non molto diverse da quelle inglesi, che si susseguivano veloci davanti ai nostri occhi.
«Avete scelto una bella zona per abitare» esordì il tassista, rallentando in vista di un semaforo.
Io sorrisi distratto mentre Niall intavolò una conversazione.
«Me l'ha consigliata un mio amico, mi ha spiegato che non siamo in pieno centro ma nemmeno troppo lontani. Cinque minuti in autobus.»
L'uomo annuì in accordo con le parole dell'irlandese e io mi persi nei miei pensieri fino a quando non giungemmo davanti alla nostra nuova dimora.
Abitavamo in una palazzina a quattro piani, non molto lussuosa all'esterno ma allo stesso tempo affascinante. 
Notai immediatamente la presenza di un piccolo supermercato e di una caffetteria dall'altro della strada, ideali per quando non avremmo avuto voglia di cucinare o fare qualunque altra cosa, cioè quasi sempre.
«Siamo al terzo piano» spiegò Niall, aprendo il portone, «ma grazie a Dio c'è l'ascensore» continuò, trotterellando allegro fino a questo. 
«Non avrei mai avuto la forza di portare i bagagli su per le scale» ammisi, trascinando il mio valigione con me.
Nonostante avessi dovuto portare con me solo il minimo indispensabile per sopravvivere per una settimana avevo praticamente svuotato l’armadio di camera mia, portandomi dietro vestiti per qualunque stagione in caso di cambiamenti climatici inaspettati anche se mi rendevo perfettamente conto che il cappotto a settembre non era il massimo dell’utilità.
Arrivati al terzo piano le porte dell’ascensore si aprirono e Niall si diresse fremente verso la porta della nostra nuova dimora, «sono troppo curioso di vedere dove coroneremo il nostro amore» disse eccitato mentre girava la chiave nella serratura.
Scoppiai a ridere buttando la testa all’indietro, «io mi prendo la camera con la vista più bella» sentenziai.
«No, quella spetta a me, sono io che ho scelto l’appartamento.»
«Appunto, io ti ho lasciato scegliere l’appartamento e quindi sta a me l’onore di scegliere in quale camera stare.»
«Facciamo che chi si becca per primo la camera più bella se la tiene?» domandò, ma non riuscii nemmeno a rispondergli che Niall si era catapultato in casa correndo velocemente verso quelle che erano le stanze. Lo inseguii prontamente ma non appena lo raggiunsi lui era già spaparanzato sul letto di una camera con un meraviglioso panorama sulla strada principale mentre l’unica cosa che riuscivo a vedere io dalla mia finestra era un muro di mattonelle rosse dell’edificio accanto.
«Vaffanculo» borbottai, buttando disordinatamente le mie cose sul letto, «però quando porto qualche ragazza carina a casa vado nella tua di camera!» gli gridai, cominciando a giocare con il telefono.
La testa bionda di Niall fece capolino alla porta, «fai schifo Hazza! Non voglio avere tracce del tuo sperma sulle mie lenzuola!»
«Dio, come sei schizzinoso. Io ti lascerei volentieri il mio letto per certi scopi!»
Il che era vero, se c’era una cosa in cui gli amici dovevano sempre aiutarsi beh, quella era il sesso o, più in generale, le ragazze.
Niall sospirò scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo palesemente non d’accordo con la mia teoria, «ci conviene andare a fare un po’ di spesa che ho fame, ho visto che c’è la Spar sotto casa, fanno dei panini che sono la fine del mondo.»
Ridacchiai dirigendomi dietro di lui verso la porta, in effetti aveva resistito relativamente tanto. L’ultima cosa che aveva mangiato erano i panini in aereo, esattamente – guardai l’orologio – due ore prima.
«Dovremmo anche comprare qualcosa per casa» osservai, attraversando la strada, «non possiamo sopravvivere a panini della Spar.»
«Beh, tecnicamente sì» disse Niall, entrando nel negozio.
«Praticamente no. Non voglio diventare una balena che non ci passa più dalla porta. Anche se non saremo su tutte le copertine dei giornali per un po’ non significa che debba rinunciare alla mia forma» ribattei battendomi un paio di colpi sulla pancia.
Già non ero mai stato un amante dello sport, gli addominali erano un miraggio per me, nonostante non fossi grasso avevo sempre avuto comunque un po’ di pancetta e i fianchi sempre leggermente tondeggianti. Le ragazze però, sembravano amare anche questo piccolo particolare quindi non mi ero mai preoccupato di fare palestra o quant’altro. Stavo bene così, anche se non potevo permettermi di mangiare una dispensa intera come Niall.
Presi un carrello a caso e iniziai a girovagare per il supermercato buttandoci dentro del pane, burro di arachidi, cereali, due casse di birra, acqua, latte, caffè e altre cose essenziali alla sopravvivenza come per esempio una scorta di lasagne congelate.
«Dovremmo comprare un microonde per queste» gridai a Niall, in coda per i panini, mostrandogli le confezioni.
«Se è per questo anche un televisore, dove posso guardare le partite del Manchester altrimenti?»
«Domani andremo a fare grandi compere allora!» esclamai eccitato, mostrandogli un sorriso a trentadue denti mentre mi dirigevo alla cassa a pagare.
«Sai, forse dovremmo trovarci anche un lavoro» buttò lì Niall, riempiendo i sacchetti della spesa.
Trattenni una risata, «potremmo vivere di rendita per anni coi soldi che abbiamo.»
«Sì ma io mi annoio a stare a casa a fare niente. Un lavoro part-time, niente di che. Giusto per tenerci occupati.»
Porsi la carta di credito al cassiere, «ma ci vedi? Niall Horan e Harry Styles dei One Direction dopo aver calcato i palchi di tutto il mondo servono caffè da Starbucks!» esalai, cominciando a gesticolare.
«Non ho detto che dobbiamo lavorare da Starbucks» Niall si strinse nelle spalle.
«Era un esempio» borbottai, «comunque sarebbe un casino. Metà delle persone con cui avremmo a che fare ci riconoscerebbero. Sai che casino?»
Il biondo alzò le spalle frugando nei sacchetti alla ricerca del suo panino, «pensala come vuoi.»
Scossi la testa uscendo dal negozio, più pensavo all’idea di Niall più questa mi sembrava improponibile. Avevamo smesso di fare i cantanti per rallentare il ritmo delle nostre vite e lui con che cosa se ne saltava fuori? Trovarci un lavoro.
Impensabile.
Avrei passato almeno due mesi come minimo spaparanzato sul divano o in giro per Dublino a godermi le mie ferie, poi magari avrei potuto sentire la parola lavoro. Magari.
 
-
 
Sono ancora qua :) 
Ve l’ho detto che non sarei sparita dalla circolazione, mi piace troppo scrivere sui One Direction per smettere.
In realtà era da un po’ che volevo iniziare una nuova storia ma non avevo idee, poi dal nulla mi è uscito questo. Non so ancora come andare avanti ma metà delle volte che inizio una storia non so come andrà a finire quindi direi che va bene :D
Questo è solo l'inizio e purtroppo per saperne di più dovrete aspettare come minimo una settimana dato che Lunedì parto per il mare #yay
Spero che il primo capitolo intanto vi sia piaciuto e vi abbia incuriosite abbastanza da mettere la storia tra le seguite o le preferite :)
Aggiornerò il più presto possibile!
Jas

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P.P.P.S. (Prometto che è l'ultimo) Se siete interessate ho pubblicato una fan fiction sui Simple Plan, mi farebbe piacere se passaste, il banner è qua sotto :D


 

   
 
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