Piccola
precisazione prima di iniziare la lettura:
La
ff è ambientata dopo la fine del secondo libro di Moccia, “Ho voglia di te”, in
un immaginario futuro in cui Gin non
perdona Step.
Dicono che gli uomini si
innamorino soltanto tre volte, nella vita.
Step
beveva. Beveva seduto ad un tavolino, beveva sbraitando rivolto alle coppiette
che accidentalmente gli andavano a sbattere contro cercando di raggiungere la
pista da ballo, beveva ad uno squallido bancone del
bar…Beveva fino a giorno. Dormiva poche ore, giusto il tempo per riacquistare
una lucidità necessaria per mettersi al volante, e poi riprendeva lo
squallidissimo tour di tutti i bar di Roma che gli venissero
in mente di sera in sera.
Step aveva
30 anni, ormai.
Step era
solo, ormai.
Step si
stava demolendo il fegato e le finanze, da diverso tempo a questa parte.
Ma a
Step non importava più nulla.
Stammi lontano. Non mi cercare, se
mi vedi per strada ignorami…Cerca di dimenticarti dell’esistenza di Gin nella tua vita.
Una
pugnalata al petto non gli avrebbe potuto fare peggio.
*
Stava
sorseggiando l’ennesimo bicchiere di Assenzio della
serata, con una calma che derivava dall’aver placato la sua “sete”. Lo
conoscevano tutti, ormai, in quel locale. Arrivava verso le 21, si sedeva al
bancone ed iniziava a scolarsi alcolici di ogni genere
con una foga innaturale. Voleva ubriacarsi, ed era evidente.
Una volta ottenuto lo scopo doveva solo mantenersi in quelle pietose
condizioni, per cui non aveva nessuna fretta. Assaporava i liquori che di volta
in volta gli venivano serviti, completamente dimentico
se erano o no le medesime cose che lo avevano portato sull’orlo delloblio.
Lo
chiavama così, lui.
Tanta
gente la chiama sbronza, scoppola, scuffia…Ce ne sono centinaia, di termini,
per indicare uno stato di ubriachezza più o meno
molesta.
Lui non si
definiva ubriaco. Lui si definiva sull’orlo dell’oblio.
Era
arrivato all’illuminante verità che se la morte rappresenta l’oblio, beh, una
buona sbornia ti ci porta a tanto così.
I problemi
sparivano, la testa era incredibilmente leggera e tutto appariva molto più
bello di quanto non fosse. Si sentiva…Com’era quella dannata frase? Ah, sì, tre metri sopra il cielo.
Ecco.
Tracannare
come un qualsiasi alcolista (non che non si rendesse conto di essere su quella
strada pure lui, ma, suvvia, lui riteneva di farlo con un minimo di stile in
più rispetto agli altri) lo faceva sentire come quando stava con Babi o con
Gin.
Poi,
immancabilmente, c’era il bicchiere di troppo, che lo portava di schianto sulla
terra.
Sulla
schifosissima terra.
E lui, di
bicchieri di troppo, ne prendeva fino a ridursi più o meno
in coma etilico.
Quindi si
accasciava su una superficie più o meno adatta e si
addormentava, aspettando di venire svegliato dal padrone del posto all’ora di
chiusura. Si beccava un paio di caffè offerti dalla casa tanto per farlo arrivare a casa lucido, e via, verso un qualsiasi
altro locale che restava aperto per un po’ di tempo in più.
Era la sua
vita.
E gli
andava dannatamente bene.
*
- Non credi di aver bevuto un po’ troppo, per ‘sta sera? –
Osservò la
ragazza che gli sorrideva amichevolmente per diversi minuti, con il cervello
annebbiato dal troppo alcol. Non era assolutamente “adatta” a lui. Dimostrava
20 anni a prima vista. Peccato che ad una più attenta analisi si notasse che ne aveva qualcuno di meno. Diciamo
che ne aveva a dire tanto 17.
- Non esattamente…Credo però che
bere in compagnia sia un po’ meglio che farlo da solo. Come per altre cose… -
L’ultima
parola gli morì in gola. Roteò gli occhi, con uno sbuffo. Certe abitudini sono
dure a morire, vero Step caro?
Una voce
femminile gli risuonò nel cervello. La notevole sbornia gli aveva mandato al
diavolo i freni inibitori, indi per cui non aveva problemi
a provarci con una discreta insistenza con una minorenne. Lei lo aveva cercato
per primo, dopotutto.
- Allora come mai, se preferisci la compagnia, sei qua, tutto solo soletto? –
Scrollò le
spalle, facendo un altro sorso dal suo bicchiere.
- Posso sedermi? –
Le fece un
cenno con la testa, indicando la seggiola accanto a lui.
*
- Vediamo…Babi, Gin…Direi che ne
manca solo una. –
Alza lo
sguardo dal bicchiere di scatto, fissando la ragazza con un sopracciglio
alzato.
- Sai, si dice che un uomo si innamori
veramente solo tre volte nella propria vita. –
Lo guarda
titubante, per assicurarsi di non venire presa da idiota. Lui la guarda rapito
da quelle poche parole.
- Continua. –
- …La prima è il primo amore, la seconda è quella che vuoi
portare all’altare, e la terza… -
Si blocca,
soppesando le parole.
- La terza? –
- La terza è quella che ti conduce per mano alla bara. Si dice che gli uomini si innamorino l’ultima volta quando
ormai sono ad un passo dalla fine. La baci, e senti il gelo che ti scende sul corpo,
la abbracci, e ti senti man mano più debole…Le stai
vicino, e senti nei suoi capelli l’odore della morte. –
Appoggia
il bicchiere sul bancone, guardandola sospettoso.
- Questa l’hai presa da qualche
film, vero? –
- Mia madre me lo ripete da quando
ho compiuto 10 anni. –
Le
sorride, accostando ulteriormente la sedia. Prende una ciocca di capelli della
ragazza, portandosela al volto.
- Mhm…Sai? Non è un odore spiacevole…Anzi… -
Si scosta
con una mossa fulminea, allontanandosi il più possibile da lui.
- Non dire stronzate, Stefano. –
Le
sorride, piacevolmente colpito dal nome con cui è stato chiamato. Ormai quasi nessuno lo chiama così. Piega leggermente a
destra il volto, mentre uno sguardo malizioso gli illumina gli occhi.
- Tu credi che sia possibile innamorarsi di una persona
appena qualche ora dopo averla vista la prima volta? –
China il
volto, mentre un vago rossore si diffonde sulle sue guance.
- Io…Veramente… -
Sbuffa,
soffocando una risatina imbarazzata. Oh, al diavolo, è ubriaco. Non dice mica
sul serio.
Alza lo
sguardo, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si avvicina
lentamente di qualche passo, prima che lui le afferri un polso e la tiri verso
di lui.
- Lo prendo per un sì? –
Lo bacia,
annuendo poco dopo.
*
- Devo andare… -
- Aspetta, dai, altri 5 minuti… -
Prova a prendere la borsa, mentre Step gliela allontana. Lo supplica con lo sguardo per un
attimo, prima di baciarlo nuovamente.
- Mhm…No, dannazione, Stefano, restiuiscimela! –
Molla la
presa, alzando le braccia in segno di resa con un piccolo sbuffo di disappunto.
- Domani…Domani ci vediamo qua? –
Annuisce
fissandola, ammaliato dai suoi movimenti. Dio, è bellissima.
- Bene. A-a domani, allora? –
Annuisce
nuovamente.
*
Guarda
l’orologio. Le 5 del mattino.
E’ un po’
tardino, mhm.
Esce dal
locale barcollando leggermente. Ma non è dovuto
all’alcol.
Probabilmente
ha ancora il profumo di lei addosso…E’ inebriante.
Sale sulla
moto e parte sgommando.
E sorride,
mentre guida e realizza che, dopo tanti mesi, ha
nuovamente un appuntamento.
E
sorride, mentre il vento gli sferza il viso e gli spettina i capelli.
E
sorride, mentre una macchina fa retromarcia uscendo da una stradina nascosta.
Ancora
sorrideva, mentre lo portavano all’ospedale.
Sai, si dice che un uomo si innamori veramente solo tre volte nella
propria vita.
…E
la terza donna di solito è quella che ti conduce per mano alla tomba.
FINE.
Vediam
vediam…
Anzi
tutto, partiamo col dire che la frase “un uomo si
innamora etc.” è presa da “The Libertine”, con Johnny
Depp. Film inutile, eccezion fatta per il protagonista a cui uno sguardo lo si getta volentieri e un paio di battute carine. Il
protagonista è Johnny, tanto per capirci.
E, sempre tanto per capirci, questa è una mia personale
vendetta.
Sì,
odio Step, odio Babi, odio Gin…Odio tutta l’atmosfera
di Tre metri sopra il cielo e di Ho voglia di te.
Logicamente
i commenti sono sempre ben accetti ^_^
Malignamente
vostra, Christine Black
P.S.
= Tanto per evitare a priori commenti ottusi che mi invitano
ad informarmi circa la trama, vi annuncio fin d’ora che a suo tempo lessi
entrambe i libri, ergo, mi sento pienamente in diritto di criticare quanto
voglio.