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Autore: Harleen    18/02/2007    12 recensioni
Step beveva. Beveva seduto ad un tavolino, beveva sbraitando rivolto alle coppiette che accidentalmente gli andavano a sbattere contro cercando di raggiungere la pista da ballo, beveva ad uno squallido bancone del bar…Beveva fino a giorno. Dormiva poche ore, giusto il tempo per riacquistare una lucidità necessaria per mettersi al volante, e poi riprendeva lo squallidissimo tour di tutti i bar di Roma che gli venissero in mente di sera in sera.
Step aveva 30 anni, ormai.
Step era solo, ormai.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Dicono che...

Piccola precisazione prima di iniziare la lettura:

La ff è ambientata dopo la fine del secondo libro di Moccia, “Ho voglia di te”, in un immaginario futuro in cui Gin non perdona Step.

 

Dicono che gli uomini si innamorino soltanto tre volte, nella vita.

 

Step beveva. Beveva seduto ad un tavolino, beveva sbraitando rivolto alle coppiette che accidentalmente gli andavano a sbattere contro cercando di raggiungere la pista da ballo, beveva ad uno squallido bancone del bar…Beveva fino a giorno. Dormiva poche ore, giusto il tempo per riacquistare una lucidità necessaria per mettersi al volante, e poi riprendeva lo squallidissimo tour di tutti i bar di Roma che gli venissero in mente di sera in sera.

Step aveva 30 anni, ormai.

Step era solo, ormai.

Step si stava demolendo il fegato e le finanze, da diverso tempo a questa parte.

Ma a Step non importava più nulla.

 

Stammi lontano. Non mi cercare, se mi vedi per strada ignorami…Cerca di dimenticarti dell’esistenza di Gin nella tua vita.

 

Una pugnalata al petto non gli avrebbe potuto fare peggio.

 

*

 

Stava sorseggiando l’ennesimo bicchiere di Assenzio della serata, con una calma che derivava dall’aver placato la sua “sete”. Lo conoscevano tutti, ormai, in quel locale. Arrivava verso le 21, si sedeva al bancone ed iniziava a scolarsi alcolici di ogni genere con una foga innaturale. Voleva ubriacarsi, ed era evidente.

Una volta ottenuto lo scopo doveva solo mantenersi in quelle pietose condizioni, per cui non aveva nessuna fretta. Assaporava i liquori che di volta in volta gli venivano serviti, completamente dimentico se erano o no le medesime cose che lo avevano portato sull’orlo delloblio.

Lo chiavama così, lui.

Tanta gente la chiama sbronza, scoppola, scuffia…Ce ne sono centinaia, di termini, per indicare uno stato di ubriachezza più o meno molesta.

Lui non si definiva ubriaco. Lui si definiva sull’orlo dell’oblio.

Era arrivato all’illuminante verità che se la morte rappresenta l’oblio, beh, una buona sbornia ti ci porta a tanto così.

I problemi sparivano, la testa era incredibilmente leggera e tutto appariva molto più bello di quanto non fosse. Si sentiva…Com’era quella dannata frase? Ah, sì, tre metri sopra il cielo.

Ecco.

Tracannare come un qualsiasi alcolista (non che non si rendesse conto di essere su quella strada pure lui, ma, suvvia, lui riteneva di farlo con un minimo di stile in più rispetto agli altri) lo faceva sentire come quando stava con Babi o con Gin.

Poi, immancabilmente, c’era il bicchiere di troppo, che lo portava di schianto sulla terra.

Sulla schifosissima terra.

E lui, di bicchieri di troppo, ne prendeva fino a ridursi più o meno in coma etilico.

Quindi si accasciava su una superficie più o meno adatta e si addormentava, aspettando di venire svegliato dal padrone del posto all’ora di chiusura. Si beccava un paio di caffè offerti dalla casa tanto per farlo arrivare a casa lucido, e via, verso un qualsiasi altro locale che restava aperto per un po’ di tempo in più.

 

Era la sua vita.

 

E gli andava dannatamente bene.

 

*

 

- Non credi di aver bevuto un po’ troppo, persta sera? –

Osservò la ragazza che gli sorrideva amichevolmente per diversi minuti, con il cervello annebbiato dal troppo alcol. Non era assolutamente “adatta” a lui. Dimostrava 20 anni a prima vista. Peccato che ad una più attenta analisi si notasse che ne aveva qualcuno di meno. Diciamo che ne aveva a dire tanto 17.

- Non esattamente…Credo però che bere in compagnia sia un po’ meglio che farlo da solo. Come per altre cose… -

L’ultima parola gli morì in gola. Roteò gli occhi, con uno sbuffo. Certe abitudini sono dure a morire, vero Step caro?

Una voce femminile gli risuonò nel cervello. La notevole sbornia gli aveva mandato al diavolo i freni inibitori, indi per cui non aveva problemi a provarci con una discreta insistenza con una minorenne. Lei lo aveva cercato per primo, dopotutto.

- Allora come mai, se preferisci la compagnia, sei qua, tutto solo soletto? –

Scrollò le spalle, facendo un altro sorso dal suo bicchiere.

- Posso sedermi? –

Le fece un cenno con la testa, indicando la seggiola accanto a lui.

 

*

 

- Vediamo…Babi, Gin…Direi che ne manca solo una. –

Alza lo sguardo dal bicchiere di scatto, fissando la ragazza con un sopracciglio alzato.

- Sai, si dice che un uomo si innamori veramente solo tre volte nella propria vita. –

Lo guarda titubante, per assicurarsi di non venire presa da idiota. Lui la guarda rapito da quelle poche parole.

- Continua. –

- …La prima è il primo amore, la seconda è quella che vuoi portare all’altare, e la terza… -

Si blocca, soppesando le parole.

- La terza? –

- La terza è quella che ti conduce per mano alla bara. Si dice che gli uomini si innamorino l’ultima volta quando ormai sono ad un passo dalla fine. La baci, e senti il gelo che ti scende sul corpo, la abbracci, e ti senti man mano più debole…Le stai vicino, e senti nei suoi capelli l’odore della morte. –

Appoggia il bicchiere sul bancone, guardandola sospettoso.

- Questa l’hai presa da qualche film, vero? –

- Mia madre me lo ripete da quando ho compiuto 10 anni. –

Le sorride, accostando ulteriormente la sedia. Prende una ciocca di capelli della ragazza, portandosela al volto.

- Mhm…Sai? Non è un odore spiacevole…Anzi… -

Si scosta con una mossa fulminea, allontanandosi il più possibile da lui.

- Non dire stronzate, Stefano. –

Le sorride, piacevolmente colpito dal nome con cui è stato chiamato. Ormai quasi nessuno lo chiama così. Piega leggermente a destra il volto, mentre uno sguardo malizioso gli illumina gli occhi.

- Tu credi che sia possibile innamorarsi di una persona appena qualche ora dopo averla vista la prima volta? –

China il volto, mentre un vago rossore si diffonde sulle sue guance.

- Io…Veramente… -

Sbuffa, soffocando una risatina imbarazzata. Oh, al diavolo, è ubriaco. Non dice mica sul serio.

Alza lo sguardo, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si avvicina lentamente di qualche passo, prima che lui le afferri un polso e la tiri verso di lui.

- Lo prendo per un sì? –

Lo bacia, annuendo poco dopo.

 

*

 

- Devo andare… -

- Aspetta, dai, altri 5 minuti… -

Prova a prendere la borsa, mentre Step gliela allontana. Lo supplica con lo sguardo per un attimo, prima di baciarlo nuovamente.

- Mhm…No, dannazione, Stefano, restiuiscimela! –

Molla la presa, alzando le braccia in segno di resa con un piccolo sbuffo di disappunto.

- Domani…Domani ci vediamo qua? –

Annuisce fissandola, ammaliato dai suoi movimenti. Dio, è bellissima.

- Bene. A-a domani, allora? –

Annuisce nuovamente.

 

*

 

Guarda l’orologio. Le 5 del mattino.

E’ un po’ tardino, mhm.

Esce dal locale barcollando leggermente. Ma non è dovuto all’alcol.

Probabilmente ha ancora il profumo di lei addosso…E’ inebriante.

Sale sulla moto e parte sgommando.

E sorride, mentre guida e realizza che, dopo tanti mesi, ha nuovamente un appuntamento.

E sorride, mentre il vento gli sferza il viso e gli spettina i capelli.

E sorride, mentre una macchina fa retromarcia uscendo da una stradina nascosta.

 

Ancora sorrideva, mentre lo portavano all’ospedale.

 

 

Sai, si dice che un uomo si innamori veramente solo tre volte nella propria vita.

E la terza donna di solito è quella che ti conduce per mano alla tomba.

 

 

FINE.

 

Vediam vediam…

Anzi tutto, partiamo col dire che la frase “un uomo si innamora etc.” è presa da “The Libertine”, con Johnny Depp. Film inutile, eccezion fatta per il protagonista a cui uno sguardo lo si getta volentieri e un paio di battute carine. Il protagonista è Johnny, tanto per capirci.

E, sempre tanto per capirci, questa è una mia personale vendetta.

Sì, odio Step, odio Babi, odio Gin…Odio tutta l’atmosfera di Tre metri sopra il cielo e di Ho voglia di te.

 

Logicamente i commenti sono sempre ben accetti ^_^

 

Malignamente vostra, Christine Black

 

P.S. = Tanto per evitare a priori commenti ottusi che mi invitano ad informarmi circa la trama, vi annuncio fin d’ora che a suo tempo lessi entrambe i libri, ergo, mi sento pienamente in diritto di criticare quanto voglio.

   
 
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