Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Ricorda la storia  |      
Autore: mamie    05/08/2012    2 recensioni
"Fay era come un gabbiano a cui avessero crudelmente strappato le ali. Invece di volare alto sfidando le tempeste, era costretto a lasciarsi trascinare galleggiando sulle correnti marine."
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ALI

Le persone sono fatte di luci ed ombre. Finché non conosci le ombre non sai niente di una persona.
A. D'Avenia.

 
Fay era come un gabbiano a cui avessero crudelmente strappato le ali. Invece di volare alto sfidando le tempeste, era costretto a lasciarsi trascinare galleggiando sulle correnti marine.
Kurogane ci aveva messo un po’ a capirlo, anche se si era accorto subito che quella sua mascherina sorridente era falsa come una moneta di ottone. Gli risultava assurdamente irritante l’abitudine che aveva l’idiota di rifilargli nomignoli deficienti, e ancora più irritante per lui era quell’indifferenza di fronte alla morte, anzi, quel corteggiarla, come un vero guerriero non fa mai.
Quasi senza accorgersene, allora, Kurogane aveva cominciato a manifestare verso di lui una strana forma di protezione. Lo minacciava, certo, lo inseguiva con la katana sguainata quando faceva troppo il cretino, lo punzecchiava quando intravedeva tra le pieghe dei suoi falsi sorrisi un barlume di verità, ma intanto lo salvava sempre.
Fay non sembrava essergliene grato. Pareva anzi che ogni cosa che Kurogane faceva per lui fosse un’altra fonte di dolore, eppure il ninja si ostinava a non lasciarlo andare, a non farlo scivolare oltre l’orlo del buio che lo attraeva così tanto…
 
***
 
Quieta e leggera la notte a Nihon. Quieta e leggera e punteggiata di stelle. Sul castello di Shirasagi era calato come una coperta sottile il silenzio imperturbabile del sonno; eppure non tutti dormivano.
Kurogane guardava, oltre l’alta finestra spalancata sulla notte primaverile, la piccola luna falcata che sorrideva nel buio. Sembrava una luna bambina e gli ricordava un sorriso. Il sorriso della principessa Tomoyo, la sola che riuscisse a fargli chinare la testa orgogliosa; ma anche un altro sorriso, più distante, più doloroso, forse ora più vero.
Immobile, lasciava che la brezza un po’ umida della notte gli accarezzasse la nuca. Di certo Tomoyo l’avrebbe sgridato: prendere freddo così quando ancora non era del tutto guarito… ma Kurogane lasciava che la debole luce della luna si riversasse dentro la stanza, insinuandosi fra le ombre delle cortine, catturando piccoli bagliori argentati dalla sua mano metallica, creando aloni scuri sotto i suoi occhi.
 
Neanche Fay dormiva. Immobile, sotto quel cielo che era antico eppure leggero come appena dipinto, il suo kimono chiaro spiccava come un alone lucente ai piedi del vecchio ciliegio. Non guardava la luna, ma una finestra buia che faceva da cornice ad un’ombra più scura. Avrebbe desiderato davvero, in quel momento, avere le ali per volare fino al davanzale. Riusciva ad immaginarsi bene come una colomba docile che volasse fino al nido di un falco, una colomba che sarebbe stata felice di morire fra i suoi artigli.
L’ombra dietro la finestra era scomparsa e Fay chinò il capo, rassegnato.
Soltanto allora sentì quel sussurro che gli fece rizzare i capelli sulla nuca e trattenere il fiato.
- Cosa ci fai qui fuori?
Si voltò inalberando il solito sorriso, ma era un sorriso mesto ora, e pieno di ombre.
- E tu? Prenderai freddo.
Kurogane lo prese decisamente per un braccio.
- Non ho freddo.
Era vero. Fay sentiva la sua mano un po’ ruvida e calda sulla pelle mentre l’altro braccio, quello freddo e metallico, pendeva rilassato al suo fianco. Fay guardava la piega della sua bocca, dura come sempre e piena di cose non dette, e l’espressione dei suoi occhi, oh, così seria, così pulita.
- Cosa te ne fai di uno come me? – chiese in un singhiozzo, con tutta la disperazione di chi si vergogna di quello che è e di quello che è stato.
- Stupido mago… - la risposa di Kurogane pareva quasi un sospiro.
- Non sono più un mago – tentò di scherzare Fay, senza riuscirci.
- Stupido lo stesso – replicò il ninja attirandolo più vicino e trasformando poco a poco la stretta in un abbraccio finché non ebbe la testa di Fay posata contro la sua spalla.
- Perché proprio adesso? Io non…
- Idiota – lo zittì di nuovo il ninja. – Non hai ancora capito?
E mentre Kurogane lo diceva sembrava respirare l’odore buono dei suoi capelli appena lavati e la sua mano saliva a sciogliere il laccio che li tratteneva sulla nuca e scompigliarli.
Avrebbe voluto aggiungere, ma non lo disse: “Perché adesso so chi sei. Perché domani potrei non esserci più. Perché finalmente mi hai fatto vedere le tue ombre dietro la luce”.
 
Fay non rispose, perché gli veniva da piangere e Kurogane, il suo Kurogane, si sarebbe di sicuro arrabbiato. Fay si sarebbe messo a piangere, ma per la prima volta si sentiva quasi felice. Lui non poteva volare, ma il suo falco era venuto a prenderlo.
Si lasciò trascinare sotto il vecchio albero senza cercare, come aveva fatto fino ad allora, di scappare via per paura della felicità.
Aveva delle ali forti Kurogane.
Abbastanza da portare tutti e due.
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: mamie