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Autore: pict shewolf    05/08/2012    1 recensioni
...Amare e essere amato... Questa è la continuazione del titolo! è una fanfiction su Franziska von Karma ambientata appena dopo la fine di Justice for all... Non so ancora quanto sarà lunga però ho molte idee su come farla andare avanti, spero che la leggerete!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Phoenix Wright, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Questa è la prima fanfiction a capitoli che scelgo di scrivere sul mondo di Ace Attorney… non so ancora quanto sarà lunga, ma spero che sia di vostro gradimento.
Capitolo uno:

Bentornata

24 OTTOBRE  23:48 Camera da letto, residenza von Karma. Germania.

Avevo appena finito di studiare i dettagli di un nuovo caso, stavo prendendo sonno quando il cellulare si accese e il rumore di una forte vibrazione riempì la stanza.
Allungai il braccio e a tentoni tastai il comodino. Sul display lampeggiava il nome di una persona che avevo visto circa tre mesi fa in America e era da una settimana che mi chiamava per chiedermi sempre la stessa cosa:

“Pronto?” dissi con la voce assonnata

“Franziska? Ciao…”

“Edgeworth, ti ho già ripetuto che non posso e non voglio venire in America adesso! Ho molto da fare e in più la mia casa lì non è ancora pronta. Sai che è in restaurazione!” urlai per l’ennesima volta
“ Ma quello non è un problema…”

“Ho detto di no!! Ciao”

Schiacciai con forza la cornetta rossa spegnendo il telefono e mi rimisi a dormire.


25 OTTOBRE 14:35  Ufficio del procuratore capo, Germania.

“Avanti”

Avevano bussato alla porta del mio ufficio.
Entrò un giovane, anche se più vecchio di me, agente di polizia.

“Salve, procuratore von Karma”

“Dimmi che cosa c’è alla svelta”

Non volevo perdere tempo, avevo appena vinto un processo e dovevo già leggere un  altro caso.
“C’è una visita urgente per lei”

“Centra con il nuovo caso?” chiesi pronta a rifiutare qualsiasi persona estranea alle nuove indagini
“No, non credo.. ma ha detto che è veramente importante…” spiegò prima che potessi fermarlo

“No! Non ho tempo”

“Va bene, glielo dirò”

Se ne andò lasciandomi alla lettura del dossier.
Pochi minuti dopo un uomo fece letteralmente irruzione nel mio ufficio:

“Franziska von Karma!”

Alzai lo sguardo e lo frustai ancora prima di capire chi fosse.

“Aaarrrrgggh!” urlò preso alla sprovvista.

Appena lo guardai meglio capii chi era e rimasi sorpresa. Alto, capelli neri a punta e una sciocca espressione sul volto.

“Herr Phoenix Wright! Che ci fai qui in Germania?!” chiesi mentre si avvicinava con aria preoccupata.

“è urgente! Edgeworth… Lui…”

Cosa c’entrava adesso Edgeworth?

“Lui cosa?” Wright sembrò rifletterci un attimo.

“Lui è strano! Praticamente dice che la procura ha bisogno di aiuto e lui continua a ripetere il tuo nome. Vedi, è ammalato, ha la febbre molto alta… devi assolutamente tornare in America” disse tutto d’un fiato.
Io rimasi ferma. Non potevo crederci, eppure quando mi aveva chiamato non sembrava malato…

“Tornerai vero?” mi chiese notando che ero immobile a fissare un punto impreciso della stanza.

Se Edgeworth stava davvero cosi male, allora dovevo tornare. Mi sarebbe dispiaciuto non vederlo un’ultima volta, era pur sempre mio fratello. No, lui non era veramente mio fratello, lo sapevo bene. E anche lui lo sapeva.

“Perché sei venuto tu Herr Wright?”

Non capivo perché un avvocato difensore voleva aiutare la procura.
“Beh… Qualcuno doveva venire e…” fece una pausa come per riflettere su cosa dire “L’ho fatto per Edgeworth!”

C’era qualcosa nel tono con cui lo disse che non mi convinceva per niente delle sue ultime parole, però lasciai perdere.

“Ok tornerò, devo prenotare una stanza all’hotel Gatewater. Partirò questo pomeriggio appena avrò i biglietti per l’aereo…”

“Non ce n’è bisogno. Edgeworth mi ha già dato i biglietti, prima classe. Solo andata. Si parte fra circa un’ora”

Edgeworth aveva già dato i biglietti a Wright… Quindi aveva già programmato tutto. Sapeva fin dall’inizio che avrei accettato!

“un’ora? Va bene… Forza Wright andiamo!”

“Ok ci vediamo all’aeroporto fra circa venti minuti!”

Salii in macchina e tornai velocemente a casa per preparare lo stretto necessario per una breve permanenza in America.
Quando arrivai all’aeroporto Wright mi stava già aspettando:

“Il nostro aereo stà per partire, meglio prendere posto” disse appena mi vide.

Presi il posto vicino al finestrino, Wright si sedette in parte a me. Mi aspettava un viaggio di cinque ore con uno sciocco avvocato.

“Sei riuscita a prenotare una stanza all’hotel?” mi chiese dopo un paio d’ore di silenzio.

“No… Tutti gli hotel a cinque stelle che ho chiamato erano strnamente tutti pieni”

Vidi un piccolo sorriso soddisfatto illuminargli il volto, poi mi disse:

“Non preoccuparti, Edgeworth ha pensato anche a questa possibilità…”

Cominciai a sospettare che Edgeworth avesse davvero programmato tutto e che fosse colpa sua se tutti i migliori hotel erano occupati, e il sorriso di Wright confermava ulteriormente questa mia ipotesi.

“Cosa ha pensato?” chiesi sperando che non dicesse delle sciocchezze.

“Bo… Io non lo so. Mi ha detto solo di dirti che il soggiorno non è un problema”

“Capisco”

In realtà non capivo cosa Edgeworth avesse in mente, però appena sarei arrivata avrei prenotato una stanza da qualche parte, anche se volevo il meglio.
Guardai male l’avvocato al mio fianco, lui sorrise e parlò di nuovo:

“Ah comunque… Mi ha detto Edgeworth di dirti che il tuo ufficio in procura è pronto”

Il mio ufficio in procura era pronto? Ma non avevo cambiato niente dall’ultima volta! E poi non mi sarei fermata per più di una settimana.

“No Wright! Io mi fermerò solo pochi giorni. Non mi serve un ufficio per vedere come sta Edgeworth” dissi cercando di tenere un tono di voce basso nonostante mi stessi arrabbiando.

“Beh di questo ne parlerai con lui. Io non centro, sono solo un portavoce” disse grattandosi nervosamente la nuca.

“Certo! Devo già dirgli un paio di cose”

Dopo queste parole calò di nuovo il silenzio.


25 OTTOBRE 20:45  Los Angeles

Dopo circa cinque ore di viaggio eravamo arrivati in america e con pochi bagagli ci stavamo dirigendo verso una macchina sportiva troppo rossa e troppo bella per essere di Wright, e che infatti era di Edgeworth.

“In che clinica è ricoverato Edgeworth?”

Lo chiesi perché la strada che stavamo percorrendo non era quella che portava alla clinica Hotti, dove pensavo che fosse.
Lui non mi rispose, quindi gli parlai con un tono di voce più alto sollevando la frusta:

“Dove stiamo andando, Herr Phoenix Wright?”

Notando la frusta pronta a colpire, si affrettò a rispondere.

“Non in clinica. Lo scoprirai fra un attimo”

Infatti appena finì di parlare si fermò davanti alla procura e scese dall’auto. Io lo seguii.

“Wright! Dove stai andando?!!” gli urlai mentre si allontanava.

“Io? A casa mia”

Rimasi stupita da quelle parole. Cosa voleva dire a casa sua? E Edgeworth? Quello sciocco se n’era già dimenticato?

“AHI!!”

Gli avevo dato una frustata.

“Ma Wright! Edgeworth…”

“Ha detto lui di portarti qui appena fossi tornata. Entra nel tuo ufficio. Non so altro”

Sparì dietro un angolo lasciandomi sola mentre la pioggia iniziava a cadere.
Decisi di entrare in procura. Se Edgeworth l’aveva detto ci doveva essere un motivo.

“A quest’ora non dovrebbe esserci nessuno” pensai mentre entravo nel palazzo.

Dentro era tutto come lo ricordavo tre mesi prima. I corridoi su cui si affacciavano numerose porte, gli ascensori e le macchinette del caffè, non era cambiato niente.
Mentre camminavo non si sentiva nessun suono, solo il rumore dei miei tacchi alti, era un po’ inquietante.
Raggiunsi il dodicesimo piano, dove c’era l’ufficio del procuratore capo, il mio e quello di Edgeworth. La scritta sulla targhetta d’oro indicava il mio ufficio: “Procuratore von Karma” su ogni ufficio c’era una targhetta come quella, tutte con un nome diverso.
La porta era aperta e entrando notai che qualcuno, probabilmente il mio “Fratellino”, aveva cambiato l’arredamento facendolo molto più simile a quello in Germania.
Al buio potevo notare pochi particolari, però era veramente magnifico.
Accesi la luce e solo in quel momento notai una presenza che non avrebbe dovuto esserci.
Un ragazzo di 24 anni, alto, capelli neri, occhi grigi, molto affascinante nel suo elegante vestito nero.

“Bentornata, Franziska”

Si alzò e fece il giro della scrivania fino a trovarsi di fronte a me.

“Edgeworth!”

Urlai il suo nome per la sorpresa visto che, da quanto aveva detto Wright, lui doveva trovarsi su un letto d’ospedale, e non davanti a me vivo e vegeto con uno sciocco sorriso soddisfatto sul volto.

Che cosa stava succedendo?

 
 
Spazio autore:
Questo è il primo capitolo, spero vi sia piaciuto. Spero di riuscire a mettere in pochi giorni il prossimo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate con recensioni sia positive che negative! A presto!!!

  
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