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Autore: Sian    06/08/2012    2 recensioni
Ambientata dopo il 4° caso del primo gioco, quando Maya ha deciso di andarsene perché si riteneva inutile.
Il mio cellulare vibrò. “Nick” era il mittente.
Terza classificata al contest "Tutti pazzi per le Fey" indetto da gm19961 sul forum "Writer's Palace"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maya Fey, Pearl Fey, Phoenix Wright
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Useless

Ormai il treno era partito. Era piccolo ma confortevole e caldo, adatto per affrontare il freddo invernale. Io ero seduta e guardavo fuori dal finestrino con aria malinconica la stazione della città che non avrei più rivisto per un po’ di tempo.
Avevo la testa talmente fra le nuvole che perfino il rumore delle ruote che si scontravano con le rotaie di ferro sembrava essersi zittito nella mia testa.
Silenzio.
Non riuscivo a sentire nulla se non il rumore dei miei pensieri che "volavano" lontani... Ero felice di tornare a casa, ma non volevo. Non volevo lasciarlo da solo. Guardai fuori dal finestrino: stavamo lasciando la stazione, ormai. E lui era ancora lì, a guardare il treno. Non sarebbe dovuto venire. Mi asciugai le lacrime che mi rigavano il volto. Non sapevo quando sarei tornata, ma sapevo solo che mi sarebbe mancato terribilmente. Lui mi ha salvata, lui mi ha aiutata, con lui ho passato dei bellissimi momenti, ma, io
non ho potuto fare nulla per lui. Quel proiettile che ho recuperato non era così importante. Ero un’apprendista sensitiva ma sono stata inutile e ingombrante. Nick, tu lo sapevi che sono stata inutile, non c’era motivo di farmi vedere quel proiettile, e nemmeno dirmi che hai sentito la voce della mia sorellona. Se almeno fossi riuscita a evocare Mia; ma nemmeno di quello ero capace.
Scusa se me ne sono andata, ma devo finire l’addestramento, come tu sai. Così poi non sarò più “l’incapace del gruppo”.
Il treno si fermò alla stazione successiva, e della città ormai si vedevano solo i grandi palazzi grigi. L’hotel Gatewater spiccava tra gli altri grattacieli e quel palazzo vicino mi rattristò ancora di più: non avrei più visto l’ufficio per un bel po’ e nemmeno Nick. Sapevo che al villaggio Kurain mi aspettavano tutti, d’altronde ormai ero l’unica che poteva diventare Maestra, ma sarebbe stato difficile dimenticarlo.
La campagna aveva preso il posto del paesaggio urbano. L’inverno aveva gelato tutti gli alberi da frutto e quel quadro ghiacciato mi faceva pensare ancora di più a quanto ero stata inutile. Nelle strade della campagna non c’era nessuno: solo ghiaccio e desolazione. Pensai a quanto si sarebbe sentito solo Nick, senza di me. Presi in mano il mio cellulare e scrissi un messaggio:
“Ciao zia, sto tornando a casa. In questo momento sono sul treno e mi ci vorranno più o meno quaranta minuti di viaggio ancora. Salutami Pearl!
Maya”
Il treno viaggiava veloce, come se volesse riportarmi subito a casa. Non facevo altro che sospirare. All’improvviso il mio cellulare si accese: era arrivato un nuovo messaggio. Pensavo fosse della zia Morgan e invece no.
“Quando tornerai qui, Maya?”
Mittente: Nick. Sorrisi. Di sicuro in quel momento era sdraiato sul divano, aspettando di aprire l’ufficio.
“Non lo so.”
Non riuscii a scrivegli altro. Gli occhi mi si riempirono di lacrime di nuovo.
Strinsi il cellulare nelle mani e guardai fuori: aveva iniziato a nevicare. La neve scendeva lenta e ricopriva i prati come una coperta soffice. Avrei voluto tanto stringere Nick tra le braccia, ma l’unica cosa che potevo stringere era quell’odioso cellulare! Quando ritornerò mi renderò utile. Pensavo di aver deluso tutti, ma soprattutto lui.
Dal mio cellulare partì la colonna sonora del Samurai d’Acciaio. Chi poteva chiamarmi? Lessi sul display: Nick. Ero indecisa se rispondere tra i singhiozzi o declinare la chiamata. Guardai ancora il display. “Nick” che lampeggiava e la suoneria mi fecero prendere la decisione giusta.
“N-Nick...” fissai il pavimento della carrozza. C’era silenzio. Un silenzio che non mi faceva stare tranquilla. Il rumore delle ruote sulle rotaie era l’unico rumore ed era davvero fastidioso. Il mio cuore voleva fermare quella corsa e tornare indietro.
“...Quindi non sai quando tornerai?” Sembrava davvero triste, sentendo solo la sua voce.
“Già” Dopo ci fu una pausa di silenzio. “Quando finirò l’addestramento verrò a trovarti. Però...” Guardai fuori dal finestrino. Ero quasi arrivata.
“Però?” La sua voce mi calmava. Mi alzai in piedi e aspettai di arrivare in stazione.
“Devi venire a trovarmi, almeno una volta. D’accordo Nick?” Il treno iniziò a frenare. Stazione di Kurain. Stazione di Kurain. Quella era la mia fermata.
“..Sì. Ma solo se avrò tempo” Scesi dal treno.
“Ma se non hai mai nulla da fare, non dire bugie Nick!” Stavo ridendo. Non mi serviva piangere. Esistevano i telefoni, perché non usarli? L’avrei chiamato ogni giorno.
Lui rise. “Ok, Maya. Ora devo andare. Ci sentiamo..” Attaccò senza che io potessi salutarlo. Dall’altra parte del telefono si sentiva solo un silenzio e un suono a intermittenza “tuuu... tuuu...”
“Questa me la paghi, Nick!!” Corsi verso casa. Ero davvero felice di aver sentito la sua voce.
Quel posto non era cambiato affatto: soliti colori, le montagne, le case, le persone. Persino la neve non era cambiata. Entrai in casa lasciando cappotto e scarpe. Mi diressi verso la camera di Pearl e la trovai sveglia.
“Mistica Maya! Sei tornata!” Pearl mi saltò addosso. “Pensavo non saresti più tornata. Com’era laggiù?”
“Zia Morgan dorme?” Pearl annuì. “Bene. Allora faremo silenzio. Innanzitutto siediti che ho da raccontarti molte cose!” Si mise comoda, pronta ad ascoltarmi. “In città sono successe molte cose Pearly. Ho conosciuto il ragazzo di cui la mia sorellina parlava sempre. È veramente bravo. Sai, fa l’avvocato e ha del talento straordinario.”
“Avocado? Cos’è?” Zittii Pearly continuando a raccontarle tutto.
“Non dirlo a nessuno quello che ti sto per dire, ok? Penso di essermi innamorata di lui. Lui è la persona a cui tengo di più, dopo di te, ovviamente. Però... Lui per me ha fatto molte cose, mentre io non ho fatto nulla per lui. Sono stata inutile là. Non c’è nulla di peggio che essere una sensitiva e non riuscire a evocare gli spiriti.” Una lacrima mi rigò il volto e Pearl mi guardò confusa.
“Mistica Maya... Sono sicura che non sei stata inutile!”
“E invece sì.” Abbracciai mia cugina. Come potrebbe capirmi? Ha solo 7 anni. “Sono solo stata un peso per Nick. È meglio che me ne sia andata”
“...Ma, questo signor Nick è il tuo principe azzurro, giusto?”
“Hai indovinato”
Il mio cellulare vibrò. “Nick” era il mittente.





Salve! Ho sudato 4 camice in un solo giorno per scrivere questa fan fiction per un contest. Sono arrivata terza! *w* è stato un miracolo, siccome la fic non è niente di che.. u_ù
Commentate! Voglio sapere com'è xD

La valutazione ♥

.lawyer*
Magatama giallo: Maya Fey
Sentimento: Tristezza

IC: 5/5
Gradimento personale: 5/5
Storia in generale: 7/10
Originalità: 4,5/5
Attinenza al sentimento scelto: 7,5/10
Estetica Fic: 1,5/3
Totale 32/38 punti

Mi hai fatta dannare nell'attesa. Mi dicevi che era brutta, che era frettolosa. Eccetto la parte finale, te lo dico con il cuore che il terzo posto te lo sei assolutamente meritata. Non solo perché era una fic agrodolce (e quindi il prompt tristezza ci stava per bene), ma hai anche fatto uno splendido IC di Maya e Phoenix, sebbene si senta poco. Ma ciò non è importante, visto che lo sente solo al cellulare. Per il resto, solo il finale è frettoloso, ma so quanto ti sei impegnata e con i fatti iniziali mi hai lasciata davvero sorpresa. L'ho letta velocemente, a parte qualche virgola necessaria e qualche verbo, ce l'hai fatta. Ripeto: ce l'hai fatta. Una Narumayo triste, con il finale bittersweet. Ed è qua che però, ho dovuto toglierti qualche punto. Appunto perché sei partita bene (agrodolce, ancora) ma sei finita con qualcosa di felice. La chiamata di Nick e Maya che si rirpende di colpo. Icissima. Ma sbagliata nella fic col prompt tristezza. Voglio dire: fantastica, peccato che non era adattissima al sentimento.
Per il resto, hai aspettato le ultime ore prima dello scadere del contest.
Ma mi hai stupita.
Terzo posto. Bronzo.
Ripeto: ce l'hai fatta. Complimenti.
   
 
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