Non so come mi sia venuto in mente di scrivere una Nami/Trafalgar…però ho cominciato stamattina e sono già
arrivata al sesto capitolo! xD Ovviamente ho lavorato
un po’ di fantasia, per renderla il più verosimile possibile…
In qualunque caso, se ci siete battete un colpo ;)
E' appena
terminata la guerra a Marineford, alla quale ha
partecipato anche la ciurma di Cappello di Paglia...
"Ma
cosa...?" riaprii a fatica i miei occhi stanchi, mentre nelle mie orecchie
rimbombavano ancora i cannoni e il rumore delle armi da fuoco. Vidi che ero
stesa a terra, la mano insanguinata, le pietre sotto le ginocchia scoperte, la
maglietta strappata. Attorno a me tanto fumo e corpi sparsi ovunque.
Mi chiesi dove fossero i miei amici. Feci per alzarmi, ma caddi
rovinosamente a terra nel tentativo. Persi i sensi.
Quando mi
svegliai, mi ritrovai distesa su un letto e coperta di bende "Dove mi
trovo?" sussurrai con gli occhi ancora socchiusi.
"Sì è
svegliata! Shh, si è svegliata!"
"Eh?"
mi voltai verso la voce e cercai di mettere a fuoco il mio interlocutore: era
estremamente pallido e indossava una tuta arancione "E tu chi sei?"
chiesi debolmente.
Sussultò
"Si è svegliata! La signorina si è svegliata!"
Ringhiai
"Smettila di ripetere che mi sono svegliata e dimmi dove diavolo mi
trovo!"
Scattò in
piedi e agitò le braccia "E' a bordo del sottomarino del capitano Law,
signorina! Shh, si è svegliata!"
"Cosa?"
mi strofinai gli occhi "Sottomarino? Capitano?" quando li riaprii, ci
vedevo molto più chiaro: ero in una stanza piuttosto accogliente, di colore
beige e decorata con motivi floreali gialli. C'erano vari attrezzi sparsi
dovunque, ma l'unico che fui in grado di riconoscere fu un paio di forbici.
"Si è
svegliata!" mi voltai verso la voce per la seconda volta e ciò che vidi fu
un orsacchiotto parlante.
"Aaaaahhhhh!!!!" urlai, mentre lui agitava le braccia e
cercava di zittirmi. Poi mi fermai "Un momento..." riflettei "Io
ti ho già visto..."
"Eh?"
stava sudando freddo.
"Sì,
all'Arcipelago Sabaody..." mi ricordai, ma prima
che potessi aggiungere altro, la porta si spalancò ed entrò un uomo come una
furia "Tutto bene, Bepo? Ho sentito delle
urla!"
"Capitano,
la signorina..."
"...si
è svegliata" concluse l'altro guardandomi "Lo vedo. Buongiorno.
Dormito bene?" sfoderò un ampio sorriso che non prometteva niente di
buono.
Lo osservai
attentamente: quel cappello, quella felpa, quella barba...tutto mi
ricordava..."Io ti conosco" dissi.
"Certo
che mi conosci" sorrise ancora "Ci siamo incontrati all'Arcipelago Sabaody, ricordi?"
"Trafa..." cercai di mettere a punto il suo nome.
"Trafalgar
Law" mi anticipò "Tu devi essere Nami,
giusto?"
"Sì"
risposi confusa "Perdonami, ma cosa ci faccio qui?"
"La
battaglia a Marineford è stata violentissima"
replicò. Bepo lo osservava parlare con attenzione,
come se pendesse dalle sue labbra. Il capitano continuò "Eravate tutti
mezzi morti quando siamo arrivati..."
"Tutti?"
lo interruppi bruscamente "Ci sono anche i miei amici qui?"
"No,
con 'tutti' intendevo quelli che sono riuscito a portare in salvo io"
Gli rivolsi
uno sguardo interrogativo "Che intendi dire?"
"Mi
spiego meglio" si appoggiò con le spalle al muro "Eravate un insieme
di corpi stesi al suolo, era difficile persino capire chi fosse morto e chi
fosse vivo; io, il vecchio Eustass e gli altri
abbiamo preso a bordo quanti più feriti possibili" sospirò "Avrei
tanto voluto occuparmi di Cappello di Paglia, ma purtroppo della sua ciurma ho
trovato solo te"
Le
goccioline di sudore di Bepo sembravano scendere
ancora più velocemente.
"Questo
significa che..." esclamai.
Ancora
una volta, completò la mia frase "...che il tuo capitano e i tuoi compagni
probabilmente si trovano su un'altra imbarcazione, sì"
M'insospettii
"E perchè ci avreste portati in salvo?"
"Oh
credimi, non l'avrei fatto se non per causa di forza maggiore"
"Non
avevo dubbi" mormorai tra i denti.
"Ci
sarà un altro scontro" spiegò "Non sappiamo dove, nè
quando, ma avverrà molto presto. E dobbiamo esserne in molti"
"E
chi mi dice che non ci consegnerai al governo mondiale appena ne avrai
l'occasione?" m'infervorai.
Scoppiò
a ridere "Se avessi voluto consegnarti l'avrei già fatto, non credi?"
incrociò le braccia "Il punto è che mi servite vivi. Non posso combattere
con un esercito di zombie come Gecko Moria". Non
capivo una parola di quello che diceva.
"Pertanto"
continuò "M'impegnerò a tenervi in vita con tutte le mie possibilità"
Continuavo
a non capire e lui continuava a non spiegare. Probabilmente si accorse della
mia confusione, infatti disse "Sta' tranquilla, rossa. Non ti farò del
male"
Lo
guardai a fondo negli occhi e mi tranquillizzai. Non stava mentendo.
"Bepo" incalzò "Perchè
non porti qualcosa da mangiare alla signorina? Ha bisogno di proteine
e..."
Cercai
di alzarmi ma un bruciore fitto alle ginocchia me lo impedì "Ahi!"
Trafalgar
Law si girò subito verso di me "Non dovresti cercare di muoverti"
affermò, mentre Bepo usciva dalla stanza e si
dirigeva verso la mensa "Le tue ferite sono ancora aperte e hai bisogno di
assoluto riposo"
"MA
QUALE RIPOSO!" sbottai "STO BENISSIMO! Devo solo scoprire dove si
trovano gli altri" dissi amareggiata "E poi, scusa, perchè ti preoccupi tanto? Sei il capitano o sbaglio?"
Rise
"Non sbagli, ma sono prima di tutto un dottore"
Sgranai
gli occhi. Questa era proprio bella. Tra tutte le domande che avrei potuto
fargli, scelsi probabilmente la più idiota "Lo è anche Eustass
Kidd?"
"No,
lo sono solo io" non smetteva di ridere.
Diedi
un'occhiata al mio corpo "Sei tu che mi hai messo queste bende?" fece
cenno di sì con la testa.
"Ricoprono
tutto il mio petto..." osservai contrariata.
Scoppiò
nuovamente a ridere. Ero così divertente?
"Nami, sono un dottore" affermò con ovvietà
"Sanguinavi, dovevo curarti"
Stavo
per rispondergli in modo estremamente offensivo, quando rientrò Bepo con la colazione "Eccomi, capitano" annunciò
goffamente.
Posò
il vassoio su un tavolino accanto al letto: conteneva latte, cornetti, cereali,
biscotti e persino sakè!
Law
scosse la testa "Il sakè proprio no, Bepo"
lo rimproverò afferrando la bottiglia "Non ancora. Meglio se lo prendo
io" fece per uscire dalla stanza "Andiamo, lasciamola mangiare in
pace. Se hai bisogno di qualcosa, Bepo è nella stanza
accanto" aggiunse rivolgendosi a me "Ti basterà chiamarlo a voce
alta, ti sentirà"
Li
guardai a metà tra il confuso e l'incredulo "Va bene...grazie" un
altro sorriso e chiuse la porta.
Sospirai.
In che cavolo di situazione mi ero andata a cacciare? Decisi di non pensarci e
di affogare le mie preoccupazioni nel cibo. ©