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Autore: madoka94    07/08/2012    4 recensioni
Ahem...buona sera a tutti! ho voluto fare un piccolo esperimento sulla mia coppia preferita yaoi/shonen-ai: altyxmalik.
é tutta una serie di piccoli racconti basati sui loro ricordi, dalla loro infanzia fino a quando sono adulti.
Non vi assicuro che sia una piccola perla, spero comunque che sia di vostro gradimento per chi è pazza come me di loro due ^^
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1° ricordo: la piccola aquila e il cucciolo di tigre

 

Ammirazione.
Non c' erano parole per descrivere ciò che si provava nel vedere quei umani destreggiarsi con le loro armi, a restare in equilibrio come gatti selvatici sui tetti, vederli volare come uccelli quando saltavano dai punti alti del maniero di Masyaf.
Per un bambino dell' età di dieci anni, come il piccolo Malik Al-Sayf, erano come gli eroi degli antichi poemi greci che sentiva nominare dai vecchi saggi che s' aggiravano per Alamut parlando di filosofia e saggezza tra di loro.
Certo, non potevano mai essere come quel semi-dio che era invulnerabile a qualsiasi cosa tranne per il tallone, quell' Achille, oppure come quell' altro che aveva una forza sovrumana, il grande Eracles, in latino Hercole, però valevano molto più di qualsiasi essere divino nonostante fossero uomini.
Loro erano angeli che proteggevano le vite degli abitanti che combattevano contro quelli cattivi, i Templari.
Erano Hashasshin.Assassini.
Questo era quello che pensava mentre li guardava seduto su una panchina in pietra e accanto a lui c' era suo fratello minore, Kadar.Aveva sei anni e mezzo ed ogni volta voleva restare a fianco di suo fratello maggiore, anche al piccolo piaceva guardare di tanto in tanto i novizi più grandi allenarsi nella piazzetta ma ancora non sapeva cosa provare al vederli come faceva Malik.
-Voglio diventare come loro.-diceva di tanto in tanto il maggiore, più a se stesso che verso il minore.-Voglio essere un Assassino.-
-Perchè Malik?-chiedeva Kadar gurdandolo curioso con i suoi occhi sfumati tra il grigio e l' azzurro.
Malik ci pensò su, in verità non sapeva bene il perchè lo volesse.Forse perchè gli piaceva come si muovevano e come facevano tutte quelle cose che per gli altri non era normale.Poi guardò suo fratello, così tanto piccolo con quei occhi grandi e i capelli così simili ai suoi e a quelli di sua madre, neri come la notte più buia.
Si ricredette e riflettè più come un adulto che come un bambino della sua età, ripensando proprio a lei quando Kadar nacque e lo vide tra le sue braccia mentre veniva allattato.
Pensò che sarebbe stato un problema con lui che era venuto alla luce, che non avesse più avuto le attenzioni che aveva di solito con sua madre, poi capì col tempo che era diventato prezioso più dei tesori dei Quaranta Ladroni.
Le aveva fatto una promessa e la voleva mantere per tutta la vita.
Quindi gli carezzò la piccola chioma ribelle sorridendogli raggiante.
-Per proteggerti, ovvio!-
-Allora anche io diverrò un Assassino, così ci proteggeremo a vicenda e saremo insieme.-disse il più piccolo con un sorrisone ancora più grande del suo, con le piccole guance carnose che diventavano rosee.
Malik rise sommessamente, non per prenderlo in giro, solo per il semplice fatto che era così tanto innocente che lo prendeva poco sul serio.Per quanto cercasse di essere più grande, sapeva che nemmeno lui comprendeva cosa comportasse a scegliere quella vita.Era pur sempre un bambino, in fondo.
D' un tratto sbucò di punto in bianco alle loro spalle un ragazzino della sua stessa età con un abbigliamento grigiastro da novizio fatto su misura per lui, con il cappuccio a coprirgli il volto.Poi ne venne un altro che gli stava affianco ma con il cappuccio calato alle spalle, coi capelli corti castani scuri.
Malik li riconobbe all' istante: il primo era Altair Ibn-La' Ahad, il secondo Abbas Sofian.
Altair era conosciuto per essere il figlio di Umar Ibn-La' Ahad ed essere già chiamato con un nomignolo che i più grandi gli avevano affibiato, "piccola aquila".Sembrava essere molto taciturno e poco socievole con gli altri al di fuori di Abbas.
Quest' ultimo invece aveva la fama di dire cose che delle volte facevano irritare gli altri, infatti ad aprir bocca fu lui che aveva ascoltato la conversazione tra i fratelli Al-Sayf.
-Tu un Assassino?Ma se a malapena riesci a stare in equilibrio su un asse!-lo schernì con un ghigno.
A Malik si erano già accesi due fuochi nei suoi occhi, stava per ribattere quando a prendere parola fu Kadar che saltò giù dalla panca mettendosi fra loro.
-Mio fratello è molto più bravo di te!E non gli viene la tremarella come a qualcuno appena deve fare un grande salto!-
-Kadar!-lo riprese il maggiore mettendolo dietro a se.
-Tsk!Il tuo caro fratellino ha la lingua fin troppo lunga...-disse il Sofian irritato.
-Meglio della tua, forse.-senteziò Malik e guardando Altair gli sembrò di vedere un mezzo sorriso, di sicuro era stata una piccola allucinazione causata dalla calura di quel giorno.
-Cosa vorresti dire con questo?-
Abbas prese per la collottola la veste di Malik confrontando i loro sguardi che si minacciavano.
-Che è meglio se ci lasci in pace e di non riferirti più in quel modo a Kadar in mia presenza.-
-Oh, fai il duro?!-
-Abbas ora basta.Il maestro ci starà sicuramente aspettando.-si intromise ,con la sorpresa di tutti, la piccola aquila che per la prima volta fece sentire la sua voce.
Sofian lo guardò un attimo di sottecchi per poi ritornare a fissare Malik che in definitiva lo lasciò andare dalla sua presa.
Si stavano allontanando, dandogli di spalle, finchè Abbas non si fece sentire di proposito a una tonalità della sua voce ciò che aveva detto che anche l' Al-Sayf era riuscito a percepire .
-Tanto siete pur sempre figli di una cagna!-
A quel punto Malik non era più in sè e come una piccola tigre gli si scagliò addosso con un ruggito.
Putroppo Altair l' aveva preceduto con i suoi artigli rotolando a terra come due piccole belve.
Uno cercava di scrollarselo di dosso mentre l' altro cercava di tenerlo fermo più che poteva.A differenza di Altair, Malik non era per niente allenato per il combattimento corpo a corpo ma faceva ciò che con gli altri coetanei faceva spesso quando si accendevano delle baruffe.
Lo mordeva alle mani, gli tirava ginocchiate allo stomaco, eppure l' Ibn-La' Ahad sapeva ben resistere.
-Lasciami!Non è affare tuo!-gli continuava a gridare cercando di colpirlo.
-Non lo era prima che avessi cercato di attaccarlo alle spalle!-gli sbottò Altair che finalmente era riuscito a bloccarlo puntando le mani contro le spalle di Malik.
Poi, d' un tratto, s' intromise qualcuno che aveva una forza ben superiore alla loro tirandoli su per il colletto.Si accorsero persino che avevano attirato l' attenzione di alcuni novizi, altri Assassini e persone normali che avevano assistito alla scena.
La persona che li aveva fatti alzare si rivelò essere un vecchio sui cinquant' anni con una veste scura.Aveva una barba abbastanza lunga e una cicatrice a segnare l' occhio destro che guardava i due ragazzi deluso e arrabbiato.
Entrambi erano intimoriti della sua presenza perchè sapevano benissimo chi era quel signore.
Al Mualim, capo dell' Ordine degli Assassini e di Masyaf.
-Chi di voi mi spiega questa baruffa!-eruppe furioso più che mai.
All' inizio nessuno emise un fiato finchè non si sentì la voce stridula di Abbas che intervenne subito.
-è stato lui! L' ho visto con i miei occhi!-disse puntando accusatorio il dito contro Malik .
-Non è vero!Ha cominciato lui!-eruppe invece il piccolo Kadar che venne fermato subito dal maggiore facendo segno di "no" col capo.Fu la prima volta che il piccolo guardò Malik in malo modo.
-Altair, almeno tu mi puoi spiegare il motivo di tutto ciò?-chiese pazientemente alla piccola aquila che aveva il capo chino a terra.
Altair non aprì bocca per una manciata di secondi, fin quando non prese un gran respiro e stringendo i pugni lungo i fianchi si mise a raccontare l' accaduto.
-Abbas e io ci stavamo recando da lei quando li abbiamo incontrati, solo che l'ha preso in giro sul fatto che non sarebbe diventato mai un Assassino e...altre cose.Quindi lui ha cercato di attaccarlo e io ho cercato di evitarlo.-
Terminata la sua testimonianza guardò in modo molto severo Sofian chiedendogli se era vero e lui lo affermò silenziosamente guardando con ira l' Ibn-La' Ahad.Il Gran Maestro si voltò poi verso Malik cambiando la sua espressione.
-Tu sei Malik, il figlio di Tamir, vero?-
-Sì, Maestro, e lui è mio fratello Kadar.-disse fermo e deciso mettendo il fratello minore davanti a lui con le mani sulle spalle.Il piccolo era molto impaurito a guardare quel vecchio signore così tanto alto e pauroso.Stessa cosa si poteva dire di Malik.
-Dimmi figliolo, perchè vorresti essere un Assassino?-chiese il vecchio inginocchiandosi verso di lui con un lieve sorriso che riuscì a rassenerarlo un poco.
-Voglio proteggere le persone che più mi stanno a cuore, signore.Noi siamo gli unici rimasti della nostra famiglia..-
Pronunciando quell' ultima frase a Malik venne a ritrovarlo di nuovo la tristezza che si era insinuata nel suo cuore, stringendo appena il fratello e quest' ultimo sentì la pressione sulle spalle farsi sempre più maggiore.
Altair guardò quella scena sentendosi quasi estraneo, lui non comprendeva cosa significasse perdere qualcuno che si amava, per il semplice fatto che quando perse sua madre lui non aveva ancora aperto gli occhi per poterla vedere mentre nasceva.Per fortuna aveva ancora suo padre...se fortuna si poteva chiamare quella, dato che non rispettava quel ruolo come si aspetterebbe un figlio.
Scacciò un attimo quel pensiero rivolgendo lo sguardo ad Abbas.Ora non lo perdonava per non averlo coperto, entrambi però sapevano che Al Mualim non accettava le menzogne da parte dei suoi allievi, in cuor suo sapeva che avrebbero fatto pace fino a che non si sarebbe sbollita tutta la sua rabbia.
Il Gran Maestro osservò il quartetto in silenzio, in verità aveva assistito anche lui mentre scendeva per vedere il lavoro dei suoi allievi.Si accorse che il piccolo Al-Sayf aveva le stoffe per diventare un Assassino nonostante fosse stato goffo il tentativo di togliere di mezzo il giovane figlio di Umar che aveva tentato di difendere l' amico.Compiaciuto si alzò mettendo leggermente una mano sulla spalla sinistra di Malik.
-Se tanto lo desideri potresti fare delle prove con gli altri bambini che sono nel gruppo dei giovani novizi.Può partecipare alla lezione anche il tuo fratellino.-
Entrambi i fratelli si guardarono, sorpesi e felici allo stesso tempo di quell' invito.
-Sarebbe un onore, Maestro!-risposero in coro.
-Molto bene, Altair accompagnali verso la loro nuova stanza.Abbas, vorrei parlarti un attimo.-
Mentre Al Mualim e Abbas si allontanavano Altair e Malik si guardarono per un istante che non sapevano neppure loro quanto era durato.Si scrutavano, l' uno negli occhi scuri dell' altro.
Nessuno dei due erano riusciti a comprendersi o a capirsi, l' unica cosa che sapevano era che la giovane aquila aveva trovato come avversario un degno cucciolo di tigre.
-Seguitemi.-disse solamente il piccolo Ibn-La' Ahad avviandosi verso le camerate.

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

 

Ciao a tutti, spero di non avervi annoiata con questo capitolo e che sia stato di vostro gradimento.Come già spiegato è solo un piccolo esperimento.Non vedo l' ora di ricevere qualche giudizio da parte vostra, positivo o negativo che sia (le accetto tutte)

Ora vi lascio.

Buona notte!

  
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