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Autore: I n o r i    08/08/2012    9 recensioni
Buonasera! :) Allora, premetto che questa fanfiction non parlerà di una coppia molto conosciuta e molto amata, anzi, tutt'altro. Ovviamente ci saranno anche accenni ad altre coppie (la Nalu, ad esempio, la ficco dappertutto). Spero che comunque ci darete un'occhiata e che, magari, mi lascerete una vostra opinione, positiva o negativa che sia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Luxus Dreher, Mirajane
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mira buttò l'ennesimo vestito sul letto, guardando con astio l'armadio difronte a lei. Possibile che non avesse niente di adeguato da mettersi e che fosse piena di cose inutili?

<< Mira-nee, ma che stai facendo a quest'ora? >> Farfugliò Lisanna, voltandosi dalla parte opposta del letto per guardare la sveglia riposta sul comodino: erano solamente le sette e mezza del mattino!

La voce ancora impastata dal sonno della sorella fece voltare la trasformista, che sospirò.

<< Hai qualche vestito carino, Lisanna? >>

L'altra la guardò aggrottando le sopracciglia e alzando di poco la testa dal cuscino.

Non era solito vedere sua sorella volersi fare bella per andare in qualche posto.

<< Perché? Devi andare da qualche parte? >>

Mira fece di no con la testa e rivoltò lo sguardo verso i poveri vestiti scartati dalla lista e che in quel momento ricoprivano il suo letto.

<< No, è solo che... >> Poi riguardò la piccola albina: forse era meglio starsene zitte.

<< Niente, niente. Torna a dormire. >> Bisbigliò, con un sorriso dolce sul volto.

Lisanna sospirò e, prima che Mirajane potesse uscire dalla loro camera per recarsi nel bagno, sorrise maliziosa.

<< Vuoi farti bella per il tuo fidanzato? >>

L'altra, sul ciglio della porta, non rispose ed uscì il più velocemente possibile, per evitare che Lisanna notasse il rossore che le aveva imporporato le guance.

Si chiuse la porta alle spalle e sbuffò, sconsolata: si vedeva proprio, che erano sorelle.

 

 

 

 

 

Dall'altra parte della città, Laxus sembrava aver voglia di distruggere il proprio letto.

Continuava a girarsi e rigirarsi con foga, senza avere la benché minima idea di quale posizione assumere per addormentarsi una volta per tutte.

Il fatto era che, a quanto ricordava, quella notte non aveva chiuso occhio.

Alla fine, decise solamente di alzarsi e raggiungere il bagno, per rinfrescarsi un po' con una bella doccia fredda.

Dopotutto, la colpa della notte insonne che aveva appena passato, era tutta del caldo asfissiante.

Certo, del caldo.

Sbuffò e s'intrufolò nella doccia. L'acqua scorreva a singhiozzi in quella casetta vecchia e malridotta in cui abitava, proprio vicino ai boschi che circondavano Magnolia.

E non fu rilassante come credeva, cercare di lavarsi e di scollarsi di dosso certi pensieri.

Pensieri che l'avevano tormentato per ore e ore e che non avevano intenzione di lasciarlo in pace nemmeno durante la doccia.

Riassumendo in poche parole ciò che provava, avrebbe potuto dire che si trattasse solamente di confusione.

Era confuso, Laxus. Confuso per quello che aveva fatto la sera prima e per quello che sarebbe successo, dopo quel gesto.

Il bacio che aveva dato a Mirajane era stato senza dubbio colmo di...uhm...non sapeva spiegarsi bene cosa.

Aveva agito in base all'istinto, ecco tutto. Neanche fosse una specie di animale!

E non gliene sarebbe potuto fregare un fico secco se l'avesse fatto con un'altra persona.

Insomma, era stato solo un semplice e comunissimo bacio.

Sospirò, sciacquandosi il viso con l'acqua.

No, non era stato solo un semplice e comunissimo bacio.

Perché non l'aveva dato ad una semplice e comunissima donna.

Era questo, ciò di cui si preoccupava: cosa sarebbe successo, da quel momento in poi? Quali sarebbero state le conseguenze di quel gesto?

Anche se la sera prima Mirajane gli aveva fatto intendere il contrario, magari non aveva apprezzato e l'avrebbe detestato fino alla fine dei suoi giorni, per averle rubato quel bacio.

E, da una parte, un po' ci sperava che fosse davvero così.

Perché Mirajane non era una donna da portarsi a letto una sera quando ne hai voglia e poi non salutarla neanche il giorno dopo.

Se Mirajane avesse davvero voluto quel bacio...avrebbe anche voluto lui.

E lui non riusciva a pensare seriamente a questa prospettiva: lei non aveva bisogno di lui.

Non aveva bisogno di avere accanto una persona così rude, insicura e a volte spietata, com'era lui.

Lui, che aveva già tradito una volta i suoi compagni di gilda, e quindi la sua famiglia...per lui, era davvero possibile riuscire a legarsi a qualcuno in modo leale?

E non si poteva permettere di fare altri errori, questa volta.

Non avrebbe mai più voluto che le persone a cui teneva, soffrissero di nuovo per colpa sua.

Ne aveva già combinati abbastanza, di guai.

E Mirajane non se lo meritava di certo, dato che era stata la prima persona ad accogliere calorosamente il suo ritorno. Ad esprimergli di nuovo quell'affetto che non percepiva da molto tempo.

Per questo era confuso: per una volta nella sua vita, Laxus Dreher non sapeva come comportarsi con una donna.

 

Se l'avesse fatta soffrire, si sarebbe detestato con tutto se stesso.

 

 

 

 

 

La gilda straripava di persone, ma l'unica che Mira stava aspettando con impazienza, non c'era.

Ogni volta che entrava qualcuno si voltava con sguardo sognante, illusa che potesse essere lui.

Ma rimaneva delusa tutte le volte.

 

Lucy vide l'albina cadere come un sacco di patate così, dal nulla, suscitando le risate di non pochi membri all'interno della gilda.

Attirò l'attenzione di Natsu -seduto accanto a lei a gustarsi una fetta delle tanto amate torte di Erza che era riuscito a rubare a quest'ultima- con una debole gomitata sul fianco.

Lui la guardò curioso e farfugliò qualcosa che la bionda non riuscì a comprendere, dato che invece di parlare riuscì solamente a sputacchiarle in faccia qualche pezzo di dolce.

<< Che schifo. >> Sussurrò, pulendosi con il tovagliolo che Natsu teneva al collo, proprio come un bambino.

Lui inghiottì il boccone e la guardò perplesso, ricordandole il motivo per cui l'aveva interrotto nel suo ingozzarsi.

<< Non trovi che Mira sia un po' strana oggi? >>

L'altro spostò la sua attenzione sull'albina e poi di nuovo sulla sua compagna di team.

<< Dici? >> Chiese, con un'alzata di spalle e portandosi alla bocca un altro pezzo di torta.

Lucy sospirò: era inutile cercare di affrontare un discorso serio con Natsu, quando mangiava.

<< Anche Lucy è strana, aye! >> S'intrufolò nel discorso Happy, spuntando sopra la testa di Natsu.

Il ragazzo rise e Lucy sospirò, sconsolata.

Con grande sorpresa del rosato, prese il viso di quest'ultimo fra le sue mani e gli passò due dita sulla bocca, ripulendolo dalla panna che vi era rimasta sopra per colpa della sua poca grazia nel cibarsi.

<< Invece di ridere, pensa a pulirti, baka. >> Gli soffiò sulle labbra, prima di alzarsi e dirigersi verso al bancone, lasciandolo lì, inerme e con la bocca leggermente spalancata.

Happy lo osservò qualche attimo, poi si coprì la bocca e assunse la sua solita espressione maliziosa.

<< Ti ppppppiace! >>

 

Lucy, dopo essersi gustata la panna che era rimasta sulle proprie dita, raggiunse Mira in pochi secondi.

Stava ripulendo un bicchiere. Il solito bicchiere che aveva già lavato e asciugato ben quattro volte quella mattina.

<< Penso che ormai sia perfettamente pulito, no? >> Le chiese, con un sorriso gentile sul volto.

Mira realizzò solo in quel momento di non essere da sola, e spostò lo sguardo verso la biondina seduta sullo sgabello difronte a lei.

<< Buongiorno, Lucy-chan! >> Esclamò raggiante. Forse anche troppo, a detta della maga stellare. Era sempre più convinta che ci fosse qualcosa che non andava.

<< Come va? >> Chiese quindi, un po' preoccupata, mentre osservava Mira riporre al suo posto il bicchiere.

<< Bene, grazie. E tu? Sei ancora alle prese con le intrusioni di Natsu in casa tua? >>

Lucy la guardò attentamente, prima di rispondere e cominciare a parlare del più e del meno come capitava ogni giorno.

Forse si era sbagliata, forse Mira non aveva niente che non andava, quel giorno. Eppure, sentiva qualcosa di strano nella sua voce, vedeva qualcosa di diverso nel suo viso.

Qualcosa di forzato.

E Mira non era di certo una tipa che sorrideva o si comportava in un certo modo forzatamente. I suoi sorrisi e i suoi gesti erano sempre sinceri.

Che non volesse far vedere che c'era qualcosa che la turbava?

Da una parte, a questo pensiero, Lucy si sentiva amareggiata e delusa. Insomma, Mira l'aveva sempre aiutata quando ne aveva avuto bisogno, per cui avrebbe voluto ricambiare e fare lo stesso. Ma se la maga non si fidava di lei e non le diceva cosa la preoccupava, come avrebbe potuto fare?

Lei non era come Mira. Non era matura come lei, non era sempre disposta ad essere gentile e ad aiutare il resto del mondo, trasmettendo bontà e dolcezza.

Ma Mira era una sua nakama. E avrebbe fatto di tutto pur di aiutarla.

 

Quando la vide farsi scivolare di mano una bottiglia di vetro, la quale si schiantò sul pavimento in pochi attimi, facendo voltare verso di loro quasi tutta la gilda, si precipitò ad aiutarla.

<< Aspetta, così ti taglierai! >> Esclamò, cercando di fermarla dal raccogliere i pezzi di vetro sparsi per quella parte di pavimento.

L'albina rise nervosamente. << No, tranquilla Lucy-chan, faccio in un attimo. Non sono stata abbastanza attenta e mi è scivolata di mano. >> Rispose, cercando di giustificare ciò che era appena accaduto.

<< Sei sicura di star bene? >>

Alla domanda di Lucy, Mira la guardò. Ma non la vide.

Non la vide, perché la sua attenzione si focalizzò sulla persona che era dietro la figura dell'amica.

Proprio all'entrata della gilda.

Laxus varcò la soglia in quel preciso istante e il cuore le saltò in gola, così, non facendo attenzione, si tagliò l'indice con un pezzo di vetro.

<< Oh, te l'avevo detto di stare attenta! >> La rimproverò la bionda, alzandosi per andarle a prendere un fazzoletto e un cerotto.

Ma Mira non fece caso al sangue che sgorgava da quel piccolo taglietto.

Si alzò, incurante di alcuni sguardi curiosi che la stavano seguendo, e si diresse a passo spedito verso il ragazzo che aveva tormentato la sua mente -e non solo- per tutta la notte e tutta la mattina.

 

Laxus, appena entrato, non fece caso al chiasso e alla confusione che regnavano sovrani all'interno di quel posto. Notò solamente una ragazza dirigersi verso di lui, e, non appena la vide, deglutì.

Cos'è, era nervoso come un ragazzino?

Provò a rialzare lo sguardo che aveva abbassato e a riguardarla, e constatò di avercela già praticamente troppo vicina. Non fu preparato, per cui indietreggiò.

<< Buongiorno! >> Fu l'unica parola che uscì dalla bocca di Mira. Lo disse con un tono dolce e felice, i suoi occhi sembravano quasi brillare, come se per tutto quel tempo avesse solamente aspettato il suo arrivo.

E il biondo non poté fare a meno di sorridere teneramente, a quella scena.

Sorriso che sparì qualche attimo dopo, quando il suo cervello si liberò dalle grinfie del viso angelico di Mira.

<< 'Giorno. >> Lui, invece, usò il tono più freddo e distaccato con cui avrebbe mai potuto parlare, e la ragazza aprì leggermente la bocca.

Laxus chiuse entrambe le mani in due pugni e si voltò, per poi iniziare a camminare in direzione di Fried e Bixlow -intenti a guardare la bacheca degli incarichi.

Aveva ben chiare le sue intenzione, non doveva cedere all'istinto come la sera prima.

 

Mira lo osservò, mentre le sue braccia cadevano rassegnate ai suoi fianchi.

Perché si sentiva così stupida, in quel momento?

Non l'aveva degnata di uno sguardo. Era tornato tutto come prima.

Come prima di tutte quelle mattine che avevano trascorso insieme alla gilda, cullati dal silenzio intimo e caloroso che erano in grado di creare.

Come prima del dipinto di Reedus, come prima dell'arrivo di Luise e del loro lento ma intenso avvicinamento.

Come prima del bacio che le aveva rubato.

 

In quel momento, percepì la distanza che avevano pian piano diminuito col tempo, diventare sempre più grande, ancora più grande.

Provò a sorridere di nuovo, quando Lucy le portò il cerotto e glielo mise al dito.

Ma il cuore le fece tanto, tanto male.

 

 

 

 

Continuava ad andare in giro per i tavoli a distribuire cibo e bevande senza concedersi un attimo per fermarsi e riorganizzare le idee.

Non voleva pensare. Era già tanto se riusciva ancora a restare in quella stanza piena di persone ma che a lei appariva così vuota.

Riusciva a percepire la presenza di un unico individuo. Tutti gli altri sembravano essere scomparsi dalla sua vista, dalla sua mente.

Quando il suo sguardo incrociava quello di Laxus, sentiva formarsi nella sua gola una specie di groppo che non riusciva mai a mandar giù.

Era pesante. Lei, si sentiva pesante. Sentiva qualcosa premere sul suo petto, premere abbastanza forte da farle sentire dolore.

Avrebbe tanto voluto che la smettesse.

 

Sospirò, scendendo le scale che portavano alla piccola biblioteca della gilda.

L'unico modo per pensare ad altro, forse, era proprio quello di leggersi un buon libro. Levy le aveva detto molto spesso che, quando c'era qualcosa che la turbava o che la faceva sentire di cattivo umore, faceva sempre ricorso ai libri. Diceva che loro non l'avrebbero mai abbandonata, nel bene o nel male.

Ma tutto, qualsiasi cosa, le sembrava inutile in quel momento.

Riusciva solo a pensare al fatto che avrebbe dovuto arrabbiarsi.

Diavolo, se avrebbe dovuto! Avrebbe dovuto tirargli un bel pugno su quel bel faccino da sbruffone e schiacciarlo sotto al peso di uno dei barili di birra di Cana, per poi tagliarlo a pezzettini e gettarlo fra le fauci di Natsu, che l'avrebbe mangiato, non lasciando nessuna traccia di lui nella sua vita e nel suo cuore.

Sospirò, rendendosi conto che aveva qualche rotella fuori posto.

Beh, era pur sempre una maga di Fairy Tail, dopotutto.

Ma, a parte tutto, non riusciva a capire. C'era stato qualcosa di sbagliato in quello che avevano fatto? Lei l'aveva sentito, che anche Laxus voleva quel bacio.

Una donna sa quando un uomo la desidera. Lo vede, lo sente. E lei, dopo che si era aperta esprimendo ciò che provava -già, cosa che non era riuscita ancora a capire del tutto-, aveva sentito qualcosa da parte di Laxus. Desiderio.

Un desiderio che aveva espresso trasportandola in quel dolce bacio, che l'aveva rapita e non l'aveva lasciata più andare.

Poggiò la candela sul tavolino al centro della biblioteca e si sedette su una delle poche sedie che lo circondavano, chiudendo gli occhi e inspirando l'odore dei libri.

Forse, l'unica parte sbagliata in tutto quel bel quadretto, era lei.

Dopotutto, perché si sentiva così triste e sconsolata, in quel momento? Solo perché Laxus l'aveva trattata in modo freddo e scostante?

Si, solo per quello. E se lui le avesse detto che dietro a quel bacio c'era qualcosa di più, che dietro a quel bacio c'era un vero e proprio sentimento...lei come si sarebbe sentita? Felice?

Non lo sapeva.

Perché non se l'era ancora detto ad alta voce. Perché non era ancora riuscita a formulare qualcosa di sensato, riguardo i suoi sentimenti nei confronti di Laxus.

A lei Laxus...piaceva? Piaceva sul serio?

No, era impossibile.

Proprio lui, che era così diverso da lei, così difficile da avvicinare. Lui, che scappava difronte alle situazioni più semplici, ma che non esitava un secondo, prima di fiondarsi nell'ennesima battaglia all'ultimo sangue, proprio come aveva fatto sull'isola Tenrou.

E lei, invece, così facile da avvicinare. Lei, che si faceva amare e che amava senza riserva, che esprimeva il suo affetto alle persone a cui teneva con semplici gesti e poche parole.

 

Si alzò dalla sedia e si diresse verso le scale, per tornarsene dalla sua famiglia.

Si, era decisamente impossibile.

 

 

Si disse questo, prima che il cervello le andasse in tilt e il cuore cominciasse a martellarle nel petto, quando si scontrò con la fonte dei suoi problemi, proprio sulle scale.

Andò a sbattere contro il suo petto senza la minima decenza e, prima di cadere all'indietro e rotolare a terra, si sentì stringere dalle sue braccia forti e possenti.

Aveva il viso appiccicato alla sua maglietta, sentiva il suo odore farsi spazio nel suo naso, penetrarle perfino la pelle del corpo.

E il respiro...quello gliel'aveva mozzato.

<< Tutto apposto? >>

Quando sentì la sua voce si svegliò da quella specie di sogno ad occhi aperti e si distaccò un poco, per guardarlo in viso.

Annuì e lo vide guardarla indeciso, forse imbarazzato.

<< Che ci fai qui? >> Gli chiese, per allentare la tensione e per spezzare quel silenzio che la faceva sentire a disagio.

Non era uno dei loro silenzi.

<< Potrei chiedertelo anch'io. >>

Mira sorrise. Forse erano lì per il medesimo motivo.

La trovava una cosa inspiegabilmente eccitante.

Trovata tutto ciò che riguardasse Laxus, inspiegabilmente eccitante.

Lui, sospirando, lasciò la presa dalle sue braccia ed iniziò a scendere gli altri scalini, con l'intenzione di uscire al più presto da quella situazione, per non rimanerci bloccato più a lungo di quanto avrebbe voluto.

Ma -e sapeva che sarebbe successo- si sentì afferrare una mano.

Si voltò lentamente e guardò la ragazza pochi scalini sopra di lui. Adesso apparivano alti la stessa misura, i ruoli si erano invertiti.

<< Per quanto ancora vuoi continuare ad evitarmi, Laxus? >> Chiese con una nota di rimprovero nella voce, ed anche un po' di disappunto.

Il biondo continuò ad osservarla in quegli occhi così blu da far paura e salì uno scalino, avvicinandosi.

Aveva ragione. Non poteva pensare di poter continuare così per ancora molto tempo. Era stato difficile riuscirci persino per quelle poche ore.

<< Io ti piaccio? >> Lo sussurrò a pochi centimetri dal suo viso, dopo aver risalito anche un secondo scalino, e rimembrando ciò che l'albina gli aveva detto la sera prima.

Sul suo viso Mira poté notare un sorriso appena accennato, forse un po' compiaciuto rispetto a quella possibilità.

Perché glielo stava chiedendo?

<< E se ti dicessi di si? >> Questa volta la sua domanda era stata posta in modo gentile, premuroso. E un po' impaurito.

Laxus sgranò gli occhi. Poi boccheggiò qualche attimo, incapace di dire qualcosa di sensato.

<< Mira... >> Al suono del proprio nome pronunciato dalla sua voce, il cuore di Mira perse un battito. << è sbagliato. Ci sono tante cose sbagliate in tutto questo. >> Affermò deciso, salendo poi un terzo scalino e trovandosi il viso di lei praticamente sopra al suo. Si sfioravano, entrambi in attesa di una mossa da parte dell'altro.

I suoi comportamenti erano parecchio contrastanti in confronto alle sue parole.

Mira sorrise, carezzandogli il viso con una mano. E Laxus sentì qualcosa agitarsi dentro di lui, a quel tocco delicato, dolce.

<< Non c'è niente di sbagliato. >> Il bisbigliò di Mira gli penetrò le orecchie e poggiò il viso nell'incavo del suo collo, sospirando.

Eccolo che riappariva, l'istinto e la voglia di lei che avevano impossessato la sera prima.

Mira trattenne il respiro qualche secondo e gli avvolse la testa con le braccia, toccandogli delicatamente i capelli biondi.

Sembrava tutto così naturale, in quel momento. Tutto così reale, così sincero.

E, quando Laxus rialzò la testa e puntò gli occhi nei suoi, capì che non lo sembrava soltanto.

Capì che, fra di loro, c'era veramente qualcosa di sincero e reale.

Capì che non avrebbe mai voluto porre fine a quel momento.

 

Questa volta fu lei a fare la prima mossa: prese il viso di Laxus fra le mani e avvicinò la propria bocca a quella di lui, azzerando la distanza quasi nulla che ancora allontanava i loro visi. Si mosse dolcemente su di lui, spiazzandolo del tutto. A dirla tutta, era stata presa dal panico e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare. Non era brava con i baci, perché non ne aveva dati molti in tutta la sua vita.

E Laxus, dopo un primo momento di smarrimento, non se lo fece ripetere due volte: prese possesso della situazione e poggiò la schiena di Mira al muro, per poi infilarle una mano fra i capelli e l'altra su una gamba, proprio sotto il vestito lungo.

Non riusciva a controllarsi.

E lei non voleva che si fermasse.

Quindi, cercò la sua lingua, famelico e impaziente di avvinghiarla alla propria, mentre con la mano sinistra continuava a carezzarle la coscia morbida e liscia.

Mira ricambiò quel gesto così possessivo, eccitato, e gli afferrò una ciocca di capelli con le mani, stringendosi di più a lui e spiaccicando il suo seno prosperoso al suo petto.

 

Sentivano ancora il chiasso insistente all'interno della gilda, e il fatto che potessero venir scoperti da un momento all'altro rendeva il tutto ancora più eccitante.

Ma Mira lo sapeva, che non c'era niente di sbagliato.

 

E Laxus, mentre la sua lingua scorreva e si gustava il collo di Mira, decise di cedere all'istinto.

E al sentimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ohayo Minnaaa! (tanto so che leggerete tutti questo capitolo al massimo domani mattina, a meno che non ci sia qualcuno che, come me, è ancora sveglio e non sa che cappero fare alle 04.30 di notte)

Ma vabbé, passiamo al capitolo. Uhm...che dire...sinceramente non saprei. È l'unico che reputo abbastanza decente. Boh, avevo talmente tante cose da descrivere, talmente tante scene in testa...e talmente tanti sentimenti, tante emozioni...insomma, spero di non aver scritto oscenità e di non aver creato confusione nelle vostre teste. Non vi reputo delle stupide, solo che, forse, mi sono espressa male. Ecco, spero di essere riuscita a farvi comprendere bene ciò che provano i personaggi, i loro sentimenti contrastanti, le loro paure.

Forse il capitolo è confusionario proprio perché Mira e Laxus sono parecchio confusi xD

Comunque, mi rendo conto che ormai c'è solo una marea di OOC. E da parte di entrambi, secondo me.

E mi scuso per questo, ma ho fatto del mio meglio.

Niente, ora me ne vado a letto perché mi sto addormentando sulla tastiera -perché l'ispirazione per scrivere mi viene sempre di notte? Perché?!

Un bacio e buonanotte <33

 

Ps: ci saranno sicuramente un saaacco di errori, visto che ho riletto il tutto solo una volta e visto che non sono molto lucida. Se li trovate, ditemelo senza preoccuparvi!

  
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